Propositi eljièranze dei campioniTmetò "Biro,,

Propositi eljièranze dei campioniTmetò "Biro,, Considerazioni di intertappa in attesa che la lotta si decida positi eljiè di iiTtò i Propositi eljièranze dei campioniTmetò "Biro,, Vietto penalizzato di 15 minuti per cambio di macchina - Le due coppie più forti: Guerra-Bergamaschi e Martano-Bartah - Olmo vuol vincere e Binda è soddisfatto della sua gara - Oggi si corre la lunga e ardua Bari-Napoli di 333 chilometri (dal nostro inviato) Bari, 27 notte. Mai giornata di sosta è caduta così a proposito in un Giro d'Italia come questa di Bari che i corridori hanno vissuto in un'atmosfera di più che caloj-osa accoglienza, ma anche in prudente ritiro e in affrettato riposo ristoratore. Già vi ho detto che le sei violente galoppate fino a Portocivilanova avevano smorzato i bollenti ardori degli inizi e rallentato il ritmo travolgente che la gara aveva avuto nelle sue battute di introduzione. Ma, poi, le tre tappe successive, in ordine di progressione, erano venute sempre più calando di tono fino ad assopirsi nella vuota Lanciano-Bari. Fatica e caldo si erano dunque alleati per dar fondo alle energie fisiche e abbattere quelle morali dei corridori, senza contare la Sreoccupazione della prossima Barì'apoli, che era guardata come lo spauracchio del Giro e che finì per farci fare i 300 chilometri di ieri in ■una penosa quanto prudente passeggiata. Le tre tappe che stanno fra il primo e il secondo riposo sono state, quindi, di parecchio al di sotto delle sei precedenti in quanto a combattività e, diciamolo pure, a interesse. Le inevitabili tappe fiacche Un pessimista, anzi, potrebbe dire che sono state una mezza e, la terza, una intera delusione per chi vorrebbe ogni giorno imprese risonanti o, almeno, caratteristiche vistose nello svolgimento di ogni tappa. Ma questo, non è possibile avere in una corsa che dura tre settimane; anche per atleti di classe e ben preparali non sarebbe soslcnibile uno sforzo violento e interrotto di così lunga durata. La vittoria di Bartalì ad Aquila fu una grande sorpresa anche per chi conosceva le doti di arrampicatore del giovane toscano. Olire e più che la decisione con la quale Archambaud, Cccc'ii e Bartali scatenarono l'offensiva sul passo delle Capannelle, la prima vera salita affrontata nel Giro, contò, quel giorno, la composizione del gruppetto dei fuggitivi e l'atteggiamento di prudenza e la non energica reazione che tennero gli uomini che ancora si consideravano favoriti. Voglio dire Guerra, Martano, Olmo e, se volete, anche Binda. Se questi commisero un errore nel non opporsi con la dovuta prontezza e decisione a che Bergamaschi guadagnasse quel giorno più di due minuti, è quanto vedremo in seguilo. Certo, se errore fu, di più ne dovranno avere rimorso Martano e Olmo di Guerra, che potrà dire, eventualmente, di avere sacrificato se stesso ina di aver fatto gli interessi della sua marca. Comunque rimane il fatto che la settima tappa sconvolse la classifica generale ridando a Bergamaschi quella maglia rosa che attraverso Fantini e Olmo, gli aveva tolto quello che fu il premio di quella regolarità di comportamento e di quella completezza di mezzi che pare nella veste dì gregario aveva dimostrato, ma che, bisogna aggiungere, gli fu anche utile, nella prima non meno che nella settima giornata, perchè le due fughe o non gli sarebbero state permesse o gli sarebbero state molto più difficili se fosse stato considerato dagli avversari pericoloso, per esempio, come Guerra. La tappa successiva, la AquilaLanciano, visse esclusivamente per la doppia foratura di Olmo e i suoi due inseguimenti, pienamente riuscito l'uno, di poco fallito il secondo Certo sulle colline dell'Abruzzo si vide che i grossi calibri tenevano in serbo le loro munizioni e che, oltre a rinunciare a provocare ad arte il combattimento, non volevano nè sapevano portarlo ad estrema asprezza, neppure quando la sorte rendeva più vulnerabile uno di essi. Nell'attacco come nella difesa ognuno ha sempre il timore di dare più dell'altro e di fare il giuoco dell'avversario; c'è sempre in ognuno la preoccupazione dì dare tutto e poi di essere senza al momento in cui gli altri attaccheranno. Niente da fare per Vietto? Cosi Olmo potè salvarsi da due gravissime situazioni non solo per innegabile virtù propria, ma anche per la timorosa rinuncia di altri, e quella che sembrò dovesse essere una tappa disastrosa per il « bianco celeste » si risolve per lui in lieve perdita, molto inferiore a quella che aggravò ancora più la situazione dello sfortunato quanto valoroso e simpatico Archambaud, unico straniero che ormai ispirasse ancora fiducia. La Lanciano-Bari è troppo ^recente perchè di essa si dica ancora oltre quanto ho già detto. Ma un fatto nuovo è venuto oggi a dare un colpo decisivo alla traballante e minata posizione di uno dei concorrenti che alla vigilia sembrava avesse tutti i numeri per tenere in questa gara un ruolo di prìm'ordine, Vietto. Ieri il francese aveva un serio guasto al cambio; non sapeva come riparare e voleva ritirarsi. Ma il meccanico si accinse alla riparazione, che si dimostrò subito difficile, anzi impossibile per la necessaria sostituzione di un pezzo, il cavo del comando. Si rimediò alla meglio per due volte, ma alla fine il cambio si spezzo. Cavedini venne in aiuto dell'infortunato e fornì il cavo, che, per essere adattato al cambio francese, richiese quaranta minuti di lavoro. Allora, mentre il meccanico eseguiva la riparazione, Vietto proseguì sulla macchina, munita di telaio di ricambio, che ogni vettura di Casa porta con se. Fu il commissario a bordo che suggerì l o perazìone e la sostituzione di macchina, ritenendo il guasto, per man canza di attrezzi a bordo, irrepara bile; ma dovette ferire in prono sitsoseViqunuded'bin catoe EscicogatiporetohadeliceguniniMsitediulachcovsana redimpecochsurealtaditul'ipiCanocucoclglalsofipe sito alla giuria, la quale oggi ha preso in esame il caso ed ha emanato la seguente decisione: «Il corridore Vietto Renato viene penalizzato di quindici minuti per non essersi attenuto alle norme sancite dall'art. 17 del regolamento del XXIII Giro d'Italia ». Trialoux è ottimista Questo articolo 17 dice: « Il cambio della macchina è vietato, salvo n caso di cui all'art. 20 (incidente causato da una macchina al seguito) »• La punizione inflitta a Vietto e la più mite che potesse toccargli. Essa, però, è sufficiente a farlo precipitare al 55.o posto in classifica, con ben mezz'ora dì ritardo su Bergamaschi. Ciò non toglie che domattina egli riprenderà la via per Napoli e con intenzioni tutt'altro che remissive e rassegnate. Il suo direttore, nonostante l'indisposizione che ha menomato il suo uomo sin qui e della quale non può essersi del tutto liberato in 2Jt ore, si fa coraggio dicendo, con la sua solita a,ria un po' guascona: « Il Giro non è ancora finito, le salite dure devono ancora venire, ne vedremo delle belle prima di Milano ». Trialoux non ha tutti i torti. Non siamo ancora a metà Giro e la parte più difficile ci sta davanti. Si può dire che Bergamaschi non sarà un uomo tanto facilmente piegabile nella posizione di difesa che assumerà, e che a lui basterà tenere le ruote di coloro che dovranno attaccarlo se vogliono portargli via la maglia rosa; che Olmo penserà di tener duro nelle tappe di montagna, nelle quali, a parità di freschezza, potrebbe dare quanto i migliori, e poi cercherà di rifarsi nelle tappe piane e specialmente nella seconda a cronometro, per la quale già si ripromette di confermare il successo di Riccione; che Guerra non è che a 39" da Olmo, sul quale sembrerebbe dovesse avere il vantaggio di una miglior tenuta alla distanza, e che, preso nella stretta fra lui e Bergamaschi, Olmo ben difficilmente potrà avere ragione di tutti e due, e con questo tendere all'ipotesi che si prospetta già come la più fondata, che il Giro finisca in Casa Maino e in sostanza sia in mano di Guerra. Questi, da me interrogato, assi-, cura che egli non sacrificherà il compagno che ora lo precede in classifica, il quale, anzi, secondo lui, gli fa comodo solo in quanto distrae, almeno in parte, gli avversari dalla sorveglianza alla quale è soggetto fin da Milano. Certo essere in due per pli stessi colori con possibilità dgfnn vantag-^dpdi vittoria rappresenta un gio per entrambi. Ma lutto ciò non preoccupa af-\lafatto Martano che, nonostante le\tanon del tutto convincenti prove for- nite in questo primo mezzo giro, rimane per molti il più pericoloso contendente del campione d'Italia. Effettivamente Martano non ha dato finora l'impressione di sicurezza e di potenza che si attendeva da lui; sembra quasi il Martano dell'ultimo * Tour » in confronto a quello del primo, n rendimento è scarso, la volontà tentennante. Ma chi vi dice che Martano, che si è presentato alla partenza a corto di lavoro, non cominci a prendere ora la sua forma e non abbia adottato una tattica umacAmpcrtlmmm Caricatura di Piero Cattaneo. ^di attesa, aspettando di attaccare i più agili avversari quando su di essi \la fatica avrà prodotto i suoi inevi \tabili effetti? Certo il torinese hi . - . a ; o l e ln a ha un distacco che può essere colmato e, quindi, si può considerare ancora all'altezza di quei quattro o cinque che possono vincere il giro. Anch'egli ha un compagno finora meglio classificato di lui e che ra-p presenta come una freccia nel fianco del trio di testa, che potrebbe ricevere una ferita mortale nelle tappe che si concludono con una salita dura. Che Bartali tenga così sicuramente fino alla fine non è facile, ma non è neppure impossibile. Comunque il duo Bergamaschi-Guerra leMdglpdsgst i i a e o . a ne le aae, oa non. ha molto da scherzare con quello BartaH-Martano. C'è da augurarsi, se non da prevedere, che la rivelazione Cecchì si affermi nelle tappe successive, ma è fatale che il modesto « garibaldino » duri fatica a tenersi a galla nella burrasca della classifica, il giorno in cui l'agiterà la bufera di lotta. % Binda era stamane più contento di sè di quanto non lo fosse anni fa quando il Giro lo vinceva lui; ed a ragione, perchè, passata la paura di fare brutta figura, egli può permettersi anche il lusso di sperare in una bella, per lo meno di continuare in quella che sta facendo da dieci giorni, molto al. di sopra delle sue e generali previsioni. La classe e... il regime del fronte hanno ritonificato questo combattente che s'andava snervando nelle retrovie di una vita troppo comoda e piacevole. Binda non vincerà il Giro, potrebbe anche crollare da un momento all'altro, ma potrebbe anche, intelligente e tattico com'è, punto nell'amor proprio, riserbare qualche sorpresa da far diventare pazzi i suoi fedeli ammiratori, quelli che ancora non V hanno abbandonato pur nel salire di altri astri all'orizzonte. Una serie di dislivelli Per la vittoria finale mi pare che nessun altro possa vantare pretese. Rimane, però, a Bertoni e a Camusso dimostrare che il giovane Bartali non li ha detronizzati come dominatori della montagna,' ad Archambaud e a Leducq far vedere ciucilo che senza la sfortuna sarebbero stati capaci di fare; a Debenne far conoscere il valore per cui è considerato uno dei migliori giovani di Francia, a Cipriani, Di Paco, Folco, Introzzi, Teani, tentare di risalire in classifica, a Level e a Le Goff di risollevare la loro fama di arrampicatori, a Gestri e Romanatti insidiare la posizione di Morelli al comando della classifica degli isolati. Per domani si attende battaglia grossa. La Bari-Napoli sarà non solo la tappa più lunga, ma anche la più dura per la quantità e la qualità delle snZiie che comporta la traversata dell'Appennino. Non si andrà a pStdcrDDtgrandi altezze, ma sarà un continuosalire e scendere e su strade non deltutto ideali. I j,-.,:,^,,. „,.., t „„ ti-/ diàliveUi più notevoli sono quellidi Aitamura {da metri 180 a 461),di Irsina (da 219 a 548), di Tolve(da 219 a 8451, di Potenza (da 670a 800), della Cantoniera (da 175 a 868), di Vietri (da 470 a 845), di Ponte San Bianco (da 220 a 435), dello Scorzo (da 194 a 474), di Eboli (da 46 a 103), di Cava dei Tirreni (da 3 a 196), di' Ottaviano (da 11 a 183). Come vedete si può dire che non vi sarà tregua nell'altalena. Non credo che vi sia una squadra o un uomo che parta con un piano fisso di battaglia. Questa si accenderà forse da uno spunto imprevisto, oppure la selezione avverrà lentamente, progressivamente. Sarà difficile che questa lasci un uomo solo in testa. La decima vittoria sarà con molta probabilità disputata fra pochissimi sul traguardo di Napoli. La giuria del XXIII Giro d'Italia, riunitasi a Bari dopo lo svolgimento della nona tappa, uditi i commissari di corsa/ ha deliberato, oltre la penalizzazione inflitta a Vietto, quanto segue: Passaggio m squadra: I corridori Scacchetti Paride e Giuppone Stefano sono passati dalla categoria isolati a quella aggruppati, facendo parte rispettivamente delle case Maino e Gloria. Giuseppe Ambrosini VASCO BERGAMASCHI « MAGLIA ROSA » DEL GIRO Caiat di Piero Cattaneo SCORCI DELLA LANCIANO-BARI. — Montati sui nervosi cavalli appena sellati, gli uomini d'Abruzzo si son trovati al bordi della strada assolata, su cui doveva sfilare la carovana del Giro; eccone alcuni al passaggio del gruppo dal pressi di Torino di Sangro: sono In testa Bergamaschi e Guerra seguiti da Bertoni e Binda. La folla di Bari ha tributato accoglienze trionfali a Lea reo Guerra, che II nostro fotografo ha ritratto mentre risponde salutando romanamente agli applausi. Ieri, dato la lunghezza della tappa, si sono avuti I primi due eontrollirlfarnlmento del Giro, che hanno fatto rivivere quelle classiche scene di breve, baraonda, tlplc'e delle gare ciclistiche a numerosa partecipazione.