Disagio a Ginevra per una nuova nota del Negus

Disagio a Ginevra per una nuova nota del Negus MAIrnVOItERH ABISSINO Disagio a Ginevra per una nuova nota del Negus Ginevra, 20 notte. Il fatto che la 86a Sessione ordinaria del Consiglio segue a poco più di tre settimane di distanza dalla Sessione straordinaria dell'aprile scorso, nel corso della quale è stata emessa la deplorazione solenne della infrazione delle clausole militari del Trattato di pace commessa dalla Germania, l'assenza di alcune personalità particolarmente eminenti nel campo della politica internazionale, quali il signor Lavai e sir Simon, sono altrettanti motivi che hanno concorso a diminuire interesse all'odierna riunione del Consiglio. Scarsissimo il pubblico e ridotto di numero il concorso della stampa internazionale, i cui rappresentanti, compresi i societarii più fanatici, non sembrano attendersi avvenimenti di particolare importanza, sul settore ginevrino. In realtà, anche le questioni più controverse come quelle del conflitto italo-abissino, la vertenza serbo-ungherese, per la ricerca delle cosidette responsabilità ungheresi nell'attentato di Marsiglia, la vertenza fra l'Irak e la Persia a proposito della delimitazione delle rispettive frontiere, non sembrano ora dar luogo a grandi sorprese. Così, per la questione sollevata dall'Abissinia è chiaro che si tratta di esaminare come proceda il regolamento degli incidenti di Ualual nell'ambito della procedura arbitrale prevista dal Trattato italo-abissino del 1928. E' bensì vero che oggi stesso il governo abissino tenta di fermare sul nascere questa procedura arbitrale, sollevando delle eccezioni a proposito dei membri che l'Italia ha scelto come suoi rappresentanti nella commissione di conciliazione e di arbitrato prevista appunto nel trattato del 1928. In questi ambienti non si è mancato di notare come il Governo abissino sia stato assai male consigliato nel sollevare delle eccezioni di questo genere, dato che la scelta degli arbitri italiani si inquadra perfettamente nel trattato del 1928 mentre in base al testo del suddetto trattato è per lo meno discutibile la legittimità della scelta di arbitri di nazionalità straniera, fatta dall'Abissinia, scelta che se non altro dimostra lo stato di minorità in cui si trova, dal punto di vista della capacità giuridica, questo paese, che non può disporre di rappresentanti nazionali atti a discutere di diritto e si trova costretto ad affidare la sua. rappresentanza e la sua difesa a dei mercenari stranieri. La nota del Negus che ha richiesto — a quanto sappiamo — degli adattamenti, prima di essere pubblicata per il fatto di essere redatta in un linguaggio piuttosto insolito per questi ambienti («Noi imperatori di Abissinia, successori del Leone di Giuda, vi preghiamo di leggere il messaggio seguente al Consiglio della Società delle Nazioni, che deve esaminare la richiesta dell'Etiopia... ») ha prodotto una impressione tutt'altro che favorevole. Si osserva che questa sollecitatoria del Negus ad un intervento della Lega sulla base dell'art. 15, già citato nei precedenti appelli, non può mutare, almeno per ora, la procedura in corso. Negli ambienti della delegazione inglese in seno alla quale si sono ventilati, come è noto, dei progetti di mediazione, si dichiarava stasera che non era il caso di attribuire particolare importanza a questa nuova manifestazione abissina, dato che essa non può mutare sostanzialmente la situazione. Per quanto riguarda la vertenza serbo-ungherese, non si è avuta, per il momento, la pubblicazione dell'annunciato memoriale del Governo di Belgrado. Sembra che di fronte al timore di nuove reazioni ungheresi, si sia ritenuto più opportuno di soprassedere alla pubblicazione di questo documento, tentando, nel frattempo, di arrivare ad una intesa. Il signor Eden, che ha il compito di funzionare come relatore ufficiale su questo argomento, si è dichiarato stasera convinto di arrivare ad una soluzione definitiva della vertenza nelcorso di questa sessione. Si tratterà, nel caso che i due Governi non riescano a mettersi d'accordo, di votare una formula che lasci immutato il punto di vista dei due paesi. La seduta pubblica del Consiglio non ha avuto, oggi, alcun carattere particolarmente importante, dato che si è trattato unicamente di que« stioni di ordinaria amministrazione. Ha funzionato come Presidente del Consiglio il signor Litvinof, in base alla rotazione per ordine alfabetico. Nel pomeriggio il Presidente in carica del Consiglio ha poi proceduto all'apertura dell'Assemblea straordinaria convocata per occuparsi del conflitto fra il Paraguay e la Bolivia a proposito del Chaco. In questa occasione il signor Litvinof ha tenuto a pronunciare un discorso di omaggio alla memoria del Maresciallo Pilsudsky, di cui ha esaltato la figura come l'eroe nazionale polacco. I principali delegati hanno pro^ nunciato a loro volta dei discorsi di omaggio. Fra gli altri, il barone Aloisi ha dichiarato che il popolo italiano « che mantiene nel suo cuore il culto degli apostoli e dei martiri del suo Risorgimento, è, meglio di ogni altro popolo, in grado di apprezzare la grandezza eroica del fondatore della nuova Polonia ». L'assemblea ha quindi proceduto all'elezione del suo presidente, chiamando a questa carica il rappresentante portoghese signor De Vasconcellos, che già ha funzionato come Presidente del Comitato consultivo dell'assemblea stessa. Nel corso della discussione generale, che l'assemblea straordinaria ha fatto del progetto di rapporto elaborato dal Comitato consultivo del Chaco, ha preso la parola, fra gli altri delegati, il rappresentante italiano barone Aloisi, il quale ha messo in rilievo come l'Italia abbia seguito con interesse e simpatia gli sforzi svolti per arrivare ad una conciliazione, della spinosa vertenza sorta fra due paesi con i quali essa è unita da tradizioni di coltura, di civiltà comune, nonché da legami di sangue. Il delegato italiano ha reso omaggio all'iniziativa presa da due personalità dell'Argentina e del Cile,. i ministri Savedra Lama e Alessandri, per arrivare ad una soluzione del conflitto. Tra gl'incontri diplomatici della giornata sono da rilevare dei colloqui del barone Aloisi col delegato francese Massigli che sostituirà ancora fino a mercoledì il ministro Lavai e col delegato inglese sir Eden. Col Lord del Sigillo privato il barone Aloisi si è trattenuto stasera a pranzo. Il delegato italiano ha pure ricevuto la visita del ministro degli esteri dell'Irak Nuri pascià col quale si è intrattenuto della questione relativa alla delimitazione delle frontiere fra l'Irak e la Persia, questione sulla quale il barone Aloisi è relatore ufficiale del Consiglio. G. T. Le ottime condizioni di salute delle truppe in Eritrea e in Somalia Asmara 20 notte. La lettura del Bollettino sanitario dell'Eritrea e della Somalia, testimonia nel modo migliore le ottime condizioni di salute delle truppe e degli operai. Le statistiche dell'ultimo mese registrano nessun caso di malattia infettiva o comunque di carattere grave, salvo qualche isolato caso di malaria. In Eritrea nella seconda quindicina di aprile si sono avuti nella popolazione metropolitana nove casi di malaria uno di influenza uno di morbillo. In Somalia si sono registrati otto casi di morbillo, venti di parotite e qualche oaso di varicella. In complesso l'indice della morbilità è inferiore a quello che normalmente si rileva nelle caserme nazionali. L'entusiastico saluto di Genova a Camicie Nere che partono per l'Africa Genova, 20 notte. Entusiastiche manifestazioni hanno salutato la partenza del secondo battaglione mitraglieri Camicie Nere diretto a Formia dove farà parte della Divisione Camicie Nere 28 Ottobre. Il battaglione è composto di volontari di Genova, Savona e Imperia, comandato dal maggiore Caorsi che ha lasciata la carica di presidente del Comitato provinciale dell'O.N.B. di Genova per arruolarsi volontariamente. Il treno speciale, che veniva da Savona, è stato ricevuto alla stazione Principe da tutte le autorità e gerarchie cittadine e da una folla enorme. Prima di partire il battaglione ha sfilato sotto una pioggia di fiori per le vie della città,