La portata del riavvicinamento tra Parigi e Roma

La portata del riavvicinamento tra Parigi e Roma LEBRUN E S. E. CIANO INAUGURANO LA MOSTRA DEL PETIT PALAIS La portata del riavvicinamento tra Parigi e Roma nelle parole del Sotloseurelario Italiano e del Ministro Mario Parigi, 16 notte. L'Esposizione d'arte antica italiana, comprendente i più puri capolavori della nostra arte, è stata inaugurata stamattina solennemente al Petit Palais dal Presidente della Repubblica e da S. E. il Sottosegretario Ciano. Nel grigiore d'un cielo più autunnale che primaverile, due orifiamma dai colori italiani e francesi incrociati su tutta l'altezza del fronte monumentale del palazzo, mettevano una nota viva di colore. Folla di autorità e personalità Una folla di personalità dei due Paesi era già presente quando poco prima delle 11 giunse S. E. Ciano accompagnato dall'Ambasciatore conte Pignatti Morano di Custoza, dal Ministro De Peppo direttore generale della Propaganda, dal dott. Grande e dal comm. Freddi. S. E. Ciano venne salutato al suo scendere di vettura dal Ministro di Stato Marin a nome del Governo, e dal Presidente del Consiglio municipale Contenot. , Tra le autorità e le personalità presenti: il Nunzio apostolico mons. Maglione, il ministro delle Poste e Telegrafi Mandel, il ministro della Guerra gen. Maurin, i Prefetti della Senna e diTolizia, il signor Escholier Conservatore del Petit Palais, il gr. uff. Piero Gazzotti Segretario federale di Torino e rappresentante del Segretario del Partito, S. E. Ugo Ojetti, il R. Console generale Canterani, i rappresentanti delle città italiane: S. E. Bottai Governatore di Roma, l'ing. Sartirana, Podestà di Torino, ii comm. Edoardo Agnelli, S. E. l'on. Alfieri, presidente della Federazione italiana della Società degli autori e membro del Comitato organizzatore della Mostra di Parigi, il conte Gamba, il signor Tarchiani, direttore dei Musei di Firenze, il dott. Alfredo Signoretti, direttore de La Stampa, il dott. Viale, direttore del Museo Civico di Torino, Raffaele Calzini, il comm. Orazio Quaglia, Preside della Provincia di Torino e molte altre alte personalità italiane e francesi. Alle 11 precise giunse il Presidente della Repubblica signor Lebrun che era stato preceduto dalla sua signora. Il Presidente venne accolto dal Conservatore del Petit Palais sig. Escholier, dal Presidente del Consiglio municipale sig. Contenot e dal Ministro Marin. Il signor Lebrun fu allora salutato da S. E. Ciano, dal R. Ambasciatore d'Italia e dai membri del Comitato organizzatore della Mostra, mentre la mùsica della Guardia repubblicana intonava gli inni dei due paesi, la Marsigliese, la Marcia Reale e « Giovinezza ». Si formò subito il corteo che intraprese una rapida visita delle sale. La visita del Presidente della Repubblica durò più di un'ora. Il signor Lebrun s'interessò ad ogni opera esposta, tornando spesso indietro per ascoltare una spiegazione nuova, attardandosi a lungo davanti a certe tele di Raffaello, di Tiziano e di Giotto. A mezzogiorno il signor Lebrun si congedava da S. E. Ciano, con il quale si congratulò vivamente per la magnificenza della Mostra e fece ritorno all'Eliseo. Alle 13 il Presidente del Consiglio municipale ha offerto all'Hotel de Ville una colazione in onore di S. E. Ciano, alla quale erano state invitate circa 250 persone. Al tavolo d'onore sedevano con S. E. Ciano il Presidente del Consiglio municipale, il ministro di Stato Marin, il Nunzio apostolico Monsi^ gnore Maglione, l'Ambasciatore di Italia. Allo champagne il Presidente del Consiglio municipale si fece interprete della riconoscenza di Parigi per l'animatore e per gli artefici della splendida esposizione che riunisce più di mille capolavori, rivol¬ gendo un particolare omaggio al conte Galeazzo Ciano e terminando col brindare al Re, al Duce ed all'Italia, Il discorso di S. E. Ciano Il prefetto della Senna Willey pronunciò a sua volta un breve discorso. Ha preso poi la parola il conte Galeazzo Ciano. Egli ha, dapprima, ringraziato, a nome del Governo italiano tutti coloro i quali — Governi e particolari — hanno collaborato alla realizzazione della grande manifestazione d'arte, che, data la personalità stessa dei collaboratori, non poteva non oltrepassare le previsioni più ottimiste. Mai infatti, nemmeno in Italia, si è vista una esposizione tanto completa. Centinaia di modelli di bellezza, di eroismo, di santità, di forza, di bontà ordinati nel cuore stesso di Parigi tra le cupole degli Invalidi e l'Avenue des Champs Elysées, sulle rive di un fiume ricco di storia. Cornice in tutto degna del quadro — ha osservato il conte Ciano, « e quando si pensa alle due civiltà sorte dal seno di Roma — egli ha detto — e si scoprono nei tesori riuniti tra il Petit Palais ed il Louvre le radici profonde e comuni della nostra arte, si è tentati di credere che non vi sia stato un Medio evo e che l'idea di Roma, dopo la seconda fioritura dell'Impero, non abbia avuto che un breve inverno che è servito a covare i germi la cui sbocciatura ha prodotto l'epoca del Rinascimento ». Il conte Ciano ha poi osservato che se osservando l'esposizione che va da Giotto a Raffaello, da Pier Della Francesca a Tiziano, da Michelangelo a Tintoretto si è indotti a riflettere su ciò che sarebbe stato il mondo dello spirito senza l'Italia, non ci si può non domandare anche ciò che sarebbe stato lo spirito della pittura moderna se il XLX secolo francese — il secolo di David Degas, Ingres, Manet, Corot e Renoir — non fosse esistito. « E' la Francia — ha esclamato il conte Ciano — che nel XIX secolo ha raccolto l'eredità della grande arte del Rinascimento ». Quindi, S. E. il Sottosegretario, dopo aver detto che l'esposizione della pittura italiana del XIX secolo e del XX secolo al Jeu de Paume dimostra che l'arte moderna italiana e francese discendono da una mede¬ sima sorgente, ha così proseguito: « Ho letto ultimamente, nei vostri giornali, la seguente domanda: la esposizione italiana di Parigi è stata una conseguenza del riavvicinamento franco-italiano? Se l'idea di questa esposizione precedette il riavvicinamento politico ciò prova che le condizioni necessarie di questo ultimo sono sempre esistite nel dominio dello spirito. Checché ne sia, essa è una consacrazione. Essa è anche una testimonianza dei sentimenti e della realtà che presiedono alla nostra amicizia, amore del bello, e attaccamento appassionato ad tma civiltà comune ». Il conte Ciano ha concluso recando al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio municipale, alla Nazione francese e al suo Governo il saluto del Duce e del Governo di S. M. il Re d'Italia. Infine ha parlato il Ministro di Stato Marin il quale, riferendosi alla domanda posta da S. E. Ciano, se le magnifiche esposizioni fossero, cioè, una conseguenza del riavvicinamento franco-italiano o fossero state concepite anteriormente, ha detto che la risposta chiara e perentoria è stata data dallo stesso conte Ciano: le condizioni necessarie al riavvicinamento politico sono sempre esistite tra i due paesi nel dominio dello spirito. Fin dalla loro più lontana origine le due Nazioni non hanno mai cessato di considerare che i valori spirituali dominano la vita dei popoli come essi dominano quella degli uomini. Italiani e francesi debbono affermare i tratti dei loro caratteri, sviluppando sempre meglio le loro tradizioni rispettive. Questo rafforzerà la emulazione e la collaborazione fra i due paesi, non soltanto per l'interesse e per il bene reciproco, ma, anche, per la civiltà. « L'azione comune — ha esclamato il Ministro — non si può perseguire senza l'amicizia fiduciosa che vivifica tutto e di cui noi, oggi, esaltiamo, con tutta gioia, la realtà vibrante. Sappiamo, infatti, tutto quello che essa apporterà di benessere ad ognuno dei nostri paesi e nello stesso tempo al mondo. Mussolini ha affidato la preparazione dell'esposizione agli uomini più eminenti. Quelli che hanno percorso, in questi ultimi giorni, il «Petit Palais » ed il Museo del « Jeu de Paume », quelli che durante tre me si li visiteranno, Gli saranno profondamente grati, così come noi siamo riconoscenti all'Italia e al Capo del Governo per avere voluto accogliere cosi generosamente il nostro desiderio ». Il Ministro Marin ha così terminato inneggiando al Sovrano, al Duce ed all'Italia. Alle 15,30 il Presidente della Repubblica e S. E. Ciano hanno inaugurato l'Esposizione d'arte del Museo di Pallamaglio ove erano convenute tutte le personalità che stamani avevano preso parte alla cerimonio del Petit Palais. Anche qui S. E. Ciano ha ricevuto gli omaggi del Presidente della Repubblica mentre la musica della Guardia repubblicana intonava gli inni delle due Nazioni. Il signor Lebrun ha percorso le sale dell'interessantissima Mostra. Prima di congedarsi ha espresso la sua ammirazione al conte Ciano per le magnifiche opere d'arte che l'Italia hà inviato a Parigi, ripromettendosi di visitare ancora la mostra più minutamente. A Palazzo Matignon S. E. Ciano si è recato poi al Palazzo Matignon dove il Presidente del Consiglio, signor Flandin, ha offerto in suo onore un ricevimento al quale erano state invitate tutte le personalità che hanno contribuito alla organizzazione delle due Mostre. Questa sera S. E. il conte Pignatti Morano di Custoza ha offerto nel palazzo dell'Ambasciata un pranzo intimo in onore di S. E. Ciano. Il pranzo è stato seguito da un brillante ricevimento per il quale erano stati diramati molti inviti. Domani al Castello di Versaglia il Ministro dell' Educazione Nazionale Mallarmé riceverà il conte Ciano e il conte Pignatti di Custoza oltre ad altre personalità. LA FOLLA ALL'INGRESSO DEL PETIT PALAIS IL CONTE GALEAZZO CIANO IN VISITA ALLA MOSTRA (FOTOGRAFIE TRASMESSE PER FILO A LA STAMPA)