Il nuovo campione di fioretto è Giorgio Bocchino

Il nuovo campione di fioretto è Giorgio Bocchino UN'INVASIONE NEL FEUDO DI GUARAGNA Il nuovo campione di fioretto è Giorgio Bocchino Bolzano, 14 notte. E' stata la vittoria della tenacia c della classe. La tenacia l'abbiamo vista all'inizio, la classe alla fine. Quando Bocchino, dopo aver preso beti due sconfitte, proprio ai primi due assalti del girone finaler aveva manifestato il proposito di ritirarsi, pareva a lui, e non. soltanto a lui, addirittura impossibile di poter rimontare la corrente e giungere al porto agognato. Bocchino, non giudicabile ieri quando aveva certo risparmiato le forze e aveva forse fatto qualche concessione all'amicizia, faceva veramente supporre ai primi assalti di stamane, di non passare per il suo migliore, momento. E' qui che si è vista, la tenacia, mentre la classe è venuta a galla poco a poco, così come fanno certe piante subacquee che un bel giorno danno alla superficie un fiore sgargiante. Il fiore di Bocchino è sbocciato proprio all'ultimo assalto, il più diffìcile, il più impegnativo, quello che decìdeva di una vittoria e di un titolo. Le vicende del torneo Da questa prima gara del campionato dMtalia non possiamo dire che usciamo coi polmoni allargati, come quando si vede, per esempio, che l'Italia è certissima di dominare un campo conteso e che il progresso è evidente, qualitativo e quantitativo. Ma usciamo eqvalmente soddisfatti, perché il torneo è stato vinto in bellezza, perchè il campione è degno del titolo, perchè la finale ci ha attanagliati più di quanto possa credere da lontano il lettore, che magari ignora i nomi non altisonanti dei protagonisti. Il più bel commento che ci piacerebbe di saper fare sarebbe sfocato se non raccontassimo, sia pure per sommi capi, come sono andate le cose. I quattro uomini che ieri abbiamo indicati come i più diretti avversari di Guaragna e che, del resto, sono tutti finiti in testa, erano, naturalmente, seguiti insieme al campione con particolare interesse. Guaragna ha cominciato a battere faticosamente Vcrratti, e Purcaro, per il minimo scarto, ha compiuto anche egli la stessa prodezza. Giuliano Nostini è stato battuto da Faldini; poi fra Nostini Renzo e Bocchino succede quel che avremmo la tentazione di raccontare in molte parole, ma che, per essere sbrigativi, riassumiamo nell'impropria definizione di match nullo; impropria perche quel balordo regolamento contro cui ci siamo più volte schierati considera una sconfitta per ciascuno lo scadere del tempo quando il risultato è pari. Nostini Giuliano, dopo la mezza prodezza del fratello, completa la stessa battendo Bocchini e superando anche Guaragna. Così, dopo llf assalti, quando la gara viene sospesa per la colazione, un solo uomo è immune da sconfitte: Purcaro. Egli resta per un pezzo in testa, finché Bocchino sembra tagliargli le gambe. Poco dopo la metà del girone Nostini Giuliano batte Purcaro, e non c'è ormai un sol uomo che abbia meno di due sconfitte. Nostini Giuliano obbliga Purcaro a farsi da. parte; Faldini toglie Guaragna dalla mischia e Guaragna, che doveva disputare un assalto con Bocchino, rinunzia sfiduciato. Restano infine Nostini Giuliano e Bocchino, con due sconfitte per ciascuno, che disputano, come è d'obbligo, il « barrage ». Cinque attacchi diretti di Bocchino, due dei quali al fianco, coti a chiusura una magistrale botta diritta. Per parte di Nostini, un'azione in tempo giusto sulla partenza dell'avversario e un attacco in velocità. « Habemus pontificem ». Il pubblico, fra cui abbiamo notato il rappresentante di S. E. il Prefetto, assente da Bolzano, il Segretario federale, il Commissario prefettizio e Von. Miorì, si è appassionato grandemente alla battaglia e tutto è andato davvero nel modo migliore. Ci parrebbe, però, di essere in grave colpa se non dessimo al più presto la più larga parte del merito alla giuria, presieduta da Ragno con una chiarezza, una calma, una equità, un'autorità e, quel che più conta, una così profonda competenza tecnica da lasciarci, meglio che ammirati, stupiti. Gli uomini in campo Ragno aveva quattro giudici che segnaliamo anche ad onore: Grinda, Conte, Ferrari-Bravo e Moro: perfetti. Sulla regolarità dei risultati non vi ha dubbio alcuno: qualche dubbio può nascere sulla sincerità di qualche assalto, ma la classifica non ci pare che mai ne abbia sofferto. Numero uno: Guaragna, anche a volergli concedere le attenuanti generiche, ha confermato quel che nascostamente si pensava di lui: non è, forse, un uomo in declino, ma è certo un uomo in cattiva forma, lontano dal Guaragna del passato. L'unghiata del leone, il segno prepotente dei campione d'Italia affermatosi in sei tornei, è mancato. Potrà tornare e glielo auguriamo di cuore. Poiché il feudo aveva da essere invaso, dove sono i conquistatori ? Bocchino, Nostini, Purcaro. Bocchino ormai ci sorprende più quando perde che quando vince; Nostini lo ritroviamo intatto come lo lasciammo ai campionati d'Europa l'anno passato, con uguale coraggio, con maggiore astuzia, ma non con una tecnica più completa; Purcaro appare ormai anche agli increduli come noi lo stimavamo da tempo: uno schermitore fatto, con pochi mezzi, ma con molta arte e abbastanza testa. La classifica ci pare rispecchi i valori oome oggi si considerano e il primato di Bocchino, se non bastasse l'assalto di « barrage », è largamente riconfermato dal fatto che, a parità di vittorie, egli era riuscito nel solo girone finale a distaccare il suo diretto antagonista di ben 19 stoccate. ' Dopo quel che prometteva ieri, da Verratti ci aspettavamo di più. Una lieta sorpresa, per la scherma è Renzo Nostini, atleta magnifico, col cuore... di famiglia. Non facciamo fatica a intravvederne le possibilità e, per evitare di sgratiare quelli che rimangono in una lista consolatrice, diciamo con convinzione che si tratta di tutto materiale di prim'ordine, con qualche pezzo col quale si può magari costruire un grattacielo. Ma è tutto il blocco di questa finale su cui ci piacerebbe gettare uno sguardo, uno sguardo che non sarebbe del tutto riposante se perdessimo di vista quel che il fioretto italiano tiene dietro il banco. Scherma di quella che lascia la bocca aperta non ne abbiamo vista molta. « Flèchcs », corse, contorcimenti, chiusure ammesse, tollerate, vietate ne abbiamo viste, invece, in abbondanza. Dopo aver passato in rivista, insomma, i fiorettisti italiani della generazione, ci pare, a contare il tesoro, di essere ricchi sì, ma non di essere cresi. Un giorno lontano, per dirne una, eravamo i soli sciabolatori degni di questo nome. Dopo, per dirne un'altra, siamo stati fra gli ultimi spadisti del mondo. Non vogliamo qui contribuire alla mostra retrospettiva della scherma; ma riflettere al possibile mutare degli eventi e non sederci con vuoto orgoglio su un trono che potrebbe diventare di princisbecco, ci sembra quasi opportuno dopo i campionati d'Italia. Volete parole più chiare? Il fioretto decade nel mondo. Nel primato che virtualmente detiene l'Italia c'è, però, una minaccia: prima che essa si manifesti, per essere sicuri di tenerla a bada, si ha da fare col fioretto più scherma e meno fantasie. Bocchino ha vinto perchè non improvvisa, al pari di Walter, in una notte di luna. Nedo Nadi La classifica 1. dopo « barrage », Giorgio Bocchino, di Firenze, con 7 vittorie; 2. Giuliano Nostini, di Roma, con 7 vitt.; 3. Ugo Purcaro, di Napoli, con 6 vitt.; 4. Gioachino Guaragna, di Milano, con 5 vitt.; 5. Ciro Verratti, di Milano, con 4 vitt. e 36 stocc; 6. Renzo Nostini, di Roma, con 4 vitt. e 37 stocc. prese e 13 date; 7. Aldo Montano, di Livorno, con 4 vitt., 37 stocc. prese e 11 date; 8. Athos Tanzini, di Livorno, con 3 vitt.; 9. Giorgio Faldini, di Roma, con 2 vitt., 41 stocc; 10. Pasquale Scopece, di Napoli, con 2 vitt. 42 stocc.