Gli altri aspiranti ai milioni della Lotteria di Tripoli

Gli altri aspiranti ai milioni della Lotteria di Tripoli Gli altri aspiranti ai milioni della Lotteria di Tripoli Un milanese di Catania Milano, 10 notte. Non si può dire che Milano dove, senza la provincia, si calcola che siano stati venduti quasi 350 mila biglietti e dove certi « stok » individuali furono rilevanti (come quello del commerciante Giolli, che ne acquistò da solo ben 6000) non si può dire che abbia avuto quest'anno la sorte benigna. Il « fortunato * dell'estrazione della Lotteria di Tripoli fu uno soltanto; ed è milanese per modo di dire, perchè è nativo di Catania. Come si sa, il biglietto che riguarda Milano è il 17.o estratto, contrassegnato dalla serie E e recante il n. 72.131, ed è stato acquistato nel negozio di corso Buenos Aires, 41, gestito da Domenico Sala. Il fortunato acquirente è il trentaquattrenne Giuseppe Zappala di Michele, nato a Catania. Ma non è stato facile rintracciare il favorito dalla sorte perchè egli, acquistato il biglietto, aveva avuto cura di nascondere la propria identità sotto le tre seguenti lettere: R.N.Z. Queste poi risultavano presso il venditore seguite dall'indirizzo di via Moretto, 21, anziché 31 che è il numero esatto della casa. Lo Zappala si trova a Milano dal 1930 ed è occupato come impiegato avventizio- presso l'ufficio distrettuale delle Imposte in via Dante, 15. Egli disimpegna presso tale ufficio il modesto compito di recapitare a domicilio dei contribuenti gli avvisi di pagamento oquant'altro l'ufficio dirama. Lo Zappala è scapolo e vive col padre Michele. Nella mattinata lo Zappala è stato incaricato dai suoi dirigenti di recarsi in provincia,- per consegnare di persona alcuni importanti documenti fiscali, sicché in via Moretto la notizia è stata portata alle 15 dal rivenditore del biglietto. Lo Zappala, che è rincasato stasera dal suo giro d'ufficio, ha dichiarato: «La cartella non è mia, è di mio padre >. La cartella apparteneva effettivamente al Michele Zappala, il quale l'aveva data in consegna al figlio soltanto per precauzione, pur dicendo a tutti che biglietti della Lotteria egli non ne aveva acquistati. Michele Zappala, che conta 59 anni, e che fa il fotografo presso uno studio, il quale lo utilizza per servizi cosidetti ambulanti (cerimonie, nozze, cortei, fidanzamenti, ecc.) era solito frequentare una bottiglieria di corso Buenos Ayres, ove effettuò il prezioso acquisto. Una sera il proprietario della, Bottiglieria, che vendeva i biglietti tripolini, tanto insistette che lo Zappala ne comperò uno, unitamente ad una donna che frequentava il locale e il cui nome comincia per R. Ro3a, Rita, Rina? Ecco perchè il biglietto reca l'intestazione R. M. Z., vale a dire le iniziali dei nomi e cognomi dei due proprietari dell'aurea cartella. Ristabilita la verità il figlio Giuseppe non ebbe a dolersene tanto, se i milioni verranno — disse — qualcuno resterà in famiglia. Il dono di una nipotina Genova, 10 notte. La prima delle due signore genovesi che figurano nell'elenco dei trenta for- tunati, 1 cui biglietti sono stati sorteggiati oggi a Tripoli, è la signorina Carla Paradis di Carozzo, una vecchia nobildonna genovese che ha ormai oltrepassato la sessantina e che abita insieme a un fratello ingegnere in piazzetta S. Matteo n. 16 int. 3, accanto alla storica abbazia dei Doria. La signorina Paradis, che in questi giorni è piuttosto sofferente, ha appreso dal fratello la lieta novella, ma senza soverchio entusiasmo. Di famiglia benestante, essa non ha davvero bisogno di nulla e in caso di... successo finale, pensa di fare con i milioni di Tripoli opere buone: beneficenze, elargizioni a istituti, fondazioni benefiche. Assai curioso il modo con cui la signorina Paradis è venuta in possesso del biglietto fortunato. Essa lo ebbe in dono da una nipotina sua figlioccia, i cui genitori lo acquistarono in una tabaccheria di via Luccoli, gestita da un mutilato di guerra. Il 12.o numero estratto, serie BZ n. 32329 è il biglietto appartenente alla levatrice trentacinquenne Maria Amariìlis Menegatto in Ferrati, abitante in via dei Mille n. 15 int. 5 a Sturla. Più lieto evento di cosi... La Menegatto è nativa di Rovigo e conseguì il diploma di levatrice nel 1916 a Padova, di dove si trasferì a Genova ove da sei anni è sposata al meccanico Giuseppe Ferrati addetto al'Azienda municipale degli autobus. Il biglietto fortunato venne acquistato l'ultimo giorno di vendita. La Menegatto è madre di un bel bambino di 4 anni a nome Giancarlo, il quale, ponendosi oggi a nanna, invitò la zia, di cui ora è ospite, a riposare con lui, con queste parole: «Vieni zietta, vieni a fare la nanna con me. Io sognerò che vinco la Lotteria di Tripoli e cosi ti comprerò una bella automobile ». Un'ora dopo giungeva la lieta notizia. Ma la signora Menegatto non pensa ancora ai milioni. E' già contenta delle 60 mila lire; e domenica, quando si correrà la gara di Tripoli, essa sarà al letto di una sua cliente. La lieta sorte di due soci Firenze, 10 notte. La cartella intestata alla ditta Fontanella è stata acquistata dal signor Beniamino Fontanella e dal suo socio, signor Ubaldo Ciappi. La mattina del primo aprile il Fontanella e il Ciappi si recavano a Empoli per sistemare alcuni affari e si fermavano alcuni istanti nella sede della ditta Cario del Vino. Quando stavano per andarsene scorgevano sul tavolo un blocchetto di cartelle della Lotteria di Tripoli e, avendo constatato che ne rimanevano solo due, decisero di acquistarle una per ciascuno, poi di comune accordo dichiaravano cne, qualora una delle cartelle fosse prescelta dalla buona sorte, essi si sarebbero divisi il premio e la sorte è stata loro benigna. Quindi ci siamo recati in via delle Farine n. 2, ove ha sede il banco di rappresentanza della ditta Fontanella, in cui Beniamino Fontanella e Ubaldo Ciappi avevano già ricevuto il telegramma che annunciava l'estrazione della cartella intestata al primo. Non chiediamo al Fontanella se è felice poiché la contentezza gli brilla negli occhi. E' seduto vicino al suo socio di affari e di fortuna e ha attorno il padre e i fratelli. La famiglia Fontanella è composta del padre, della madre, di due sorelle e di tre fratelli. Ilda Cantini, che possiede la cartella N. 62393, ha appreso la notizia da un giornalista che ha sorpreso la signora e la sua famiglia, composta della madre e di due figliuole, mentre erano intente a consumare il pranzo. La notizia è stata accolta con la più schietta gioia. La signora vive in un appartamentino di via Pinti insieme con la madre Emma Rossi, vedova Cantini, che conta 78 anni. La signora Ilda ha 48 anni e ha due figliuole: Giovanna e Teresa impiegate, la prima all'Istituto Coloniale e la seconda all'Ente per la Cooperazione. Quest'ultima è fidanzata con un ufficiale attualmente mobilitato col 213.0 fanteria. Ilda Cantini è vedova del noto scultore Antonio Garella, autore del monumento equestre a Garibaldi alla Spezia e di altri monumenti sempre a Garibaldi esistenti a Pistoia e a Prato, nonché di una scultura che si trova sull'Altare della Patria a Roma. Passato il primo momento di stupo> re le quattro fortunate protagoniste si sono abbandonate ad una serie di prò getti relativamente modesti. Un carbonaio di Maremma ed un meccanico ciclista Pistola, 10 notte. BIsoccì Genardo, dalle Grazie, e Gìribaldi Francesco, da Voghera, resi denti nella nostra città sono pur beneficati dalla sorte. La notizia che riguarda l'estrazione del biglietto posseduto dal Bisocci è stata diffusa dalla radio in città e si è sparsa in un baleno. Il Bisoc ci, un giovane di 23 anni, si trova a lavorare in Maremma con i suoi, essendo carbonaio, e attualmente è a Mandano Poggio del Fuoco, in provincia di Grosseto. Abbiamo fatto una volata alle Grazie e prima di tutto ci siamo recati dal venditore del biglietto vincente, il signor Giuseppe Scapuccini, fu Eliseo, di 43 anni. La famiglia del Bisocci abita in località detta il Castellucco; l'abitazione è chiusa, perchè come abbiamo detto tutti sono a lavorare in Maremma. Abbiamo trovato però la sorella a nome Gina, di 14 anni ed una zia, Eugenia Bisocci di 57 anni. La notizia ha sbalordito. Nessuno poteva supporre una così improvvisa fortuna. Il parroco, don Dante Battistini, appena saputa la vincita del Bisocci, ha esclamato: « Se Genardo avrà la fortuna di vincere di molto, mi dovrà fare la chiesa nuova perchè la mamma sua me l'ha promesso prima di morire, se avesse avuto la f ortunat ». Lo Scappuccinl, intanto, ha subito chiamato telefonicamente il Bisocci, a Manciana, ma non ha potuto parlargli poiché il fortunato si trovava nel bosco. Ecco come egli acquistò il biglietto. Il 21 gennaio, il Bisocci si recava all'ufficiale postale per incassare un vaglia di L. 98,70, per lavori eseguiti. Dopo che lo Scappuccini ebbe sborsata la somma invitò il Genardo ad acquistare un biglietto. Sulle prime questi non ne volle sapere, ma poi finì con 10 sborsare le 12 lire entrando in possesso della preziosa cartella. Il Giribaldi Francesco, nato a Voghera, trentaquattro anni fa, nel giorno di Natale, venne nel marzo 1933 a stabilirsi nella nostra città, mettendo su un'officina per riparazioni di biciclette, nella via Sergio Sacconi. Il Giribaldi è statò anche corridore ciclista, ma partecipò alle corse con non troppa fortuna. Prese parte anche alla prova di campionato Pistoia-Prunetta. Il Giribaldi ha moglie ed un bimbo di cinque anni; le sue condizioni finanziarie non sono davvero soddisfacenti. Il meccanico era un frequentatore del caffè dei fratelli Menici, posto nella via Atto Vannucci, di fronte alla Caserma Umberto I. Il commesso del bar, Oscar Bogani, più volte gli offrì una cartella dellr lotteria, ma ebbe sempre dei rifiuti. Finalmente un giorno 11 Giribaldi acconsenti ad acquistare il biglietto. Egli si trovava nel negozio Cecconi quando è stato avvertito della fortuna capitatagli. E' saltato in bici- ! eletta ed è corso dal Bogani e poi dalla moglie, per porla al corrente della for1 tuna insperata. azfizdgdsrmslcAcERgdn