Sofisti e sofisticatori

Sofisti e sofisticatori PUNTI DI VISTA Sofisti e sofisticatori Don Felice Scandone (io non ho, come altri, la debolezza di non nominare il mio contraddittore) ha scritto a lungo "per controbattere alcuni miei giudizi su cose e uomini del Giro del Piemonte. Dopo aver fatto presente al collega collaboratore del giornale torinese, che il pensiero espressomi, presenti altri, da Emilio Colombo all'arrivo sul percorso del Giro concorda perfettamente con quanto ho scritto io, lascio la parola (giacché non inten- j do prestarmi all'addetta polemica ; che non concluderebbe niente) achiiha scritto, oltre noi, della corsa. I t^_;,:„ p.,nml,n ' „ rn„„oft„ 1 EmiHo Colombo, su la Gazzetta che capitano ». In quanto al percorso: « Fondo disuguale, polvere, sabbia, ghiaietta, solchi e carreggiate preoccupanti e la necessità di battere la banchina. Poi l'acciottolato sconnesso del paesi e dei sobborghi dell'Astigiano, del Monferrato e della zona alessandrina ». « Le strade bagnate e fangose... ri ducevano comunque l'interesse cronaca ». « Quando Piemontesi... parte in volata, attraversando Cherasco,... nessuno lo insegue. Andrà lontano? Chissà! Subito dopo scappa Folco. E lo lasciano andare... ». dello Sport, ha scritto: «Benché l'episodio che ha deciso la prova odierna in favore di alcuni atleti che la carta non indicava tra i favoriti, non sia proprio riuscito a emo- zionarci... ». ] «Infatti, se i dieci minuti di distacco 'inflitti dal giovane, meraviglioso Bini ai cosl detti « cannoni » (accolti, questi ultimi, al loro ingresso al Motovelodro- mo da parecchi fischi) costituiscono un hT™f!L™.tì ragJazz,? assurtoUin poco tempo all'altezza degli « assi », essi parlano, però, molto male nei ri- guardi della condótta seguita da qua - della „ „ „ ,. t_!«iii wSLS „»«♦! BÌ?'Si.TS'0 2£*S?.F£Bi!K 1. grfU*arda « favCia' evadono a loro volta dalla pattuglia ». : « Comodo giuoco quello dei capitani». > ì« Ma auguriamoci che la spinta ri- valità Guerra-Olmo-Martano non ne : componga molti, nel prossimo Giro d'I- talia, dei quadretti sullo stampo di quelli d'oggi, sbocciato giusto giusto i nella fase conclusiva della quarta prò-; va classica della stagione». iiE per chi conosce la ponderatezza di giudizio di Emilio Colombo, mi,narp rhp abbia fatto raniro abbastan- parecne aDDia latto capire aDDastan- za chiaro che non e lungi dal mio giudizio sul percorso e sulla corsa. Ma untiamo Mario R.nqqi inviato Ma sentiamo Mano «oasi, inviato del Corriere della Sera: |, „„ . j. ___„ „„ „ i^^Tn^^^ìfr^^wl^'i7? Ili™ ffffJ? h ™LS£2Ìeli=P 0e™?£! te hanno fatto dimenticare la scarsa combattività di cui avevano dato prova in precedenza per tre quarti del percor-iso. Un lungo vizioso giro attraverso toJstrade del Monferrato sotto la minaccia sempre incombente della pioggia non aveva offerto nessun elemento di vivacità e di interesse alla contesa, e gli sprazzi offensivi di qualche corridore più volonteroso che capace non | m^?^S™adk?mP?™B^T«™SSS: mente la gara da un senso di monoto- nia. Polvere, ghiaia, insidie del fondo stradale: ecco le cose di cui i corridori i|si erano specialmente preoccupati e ciò»pareva aver spento ogni velleità di bat-Itaglia ». « Dopo centottanta chilometri di cor sa senza storia su strade impervie aveva cominciato a piovere e, con la piog già, il freddo era intervenuto a dan nèggiàre rcorridorì"glà 7rovaM dalla fatica, severa anche se non si erano dovute superare salite troppo dure ». il Resto del Vittorio Varale, per Carlino. « Ma il punto sul quale non si andava assolutamente d'accordo era sulla qualità della corsa, presa in sé, nel suo complesso, come un fatto da giudicare ed analizzare nei suoi tempi parziali, fi- no a quello centrale o decisivo. Insom-ma: c era chi diceva che la corsa (sem- pre senso generale, spieghiamoci, cne Bini, non si tocca) era stata una mezza delusione. « Perchè, fallito l'attacco di Martano sulla salita dl Narzole per l'immediata reazione dl Guerra ed Olmo, si veri- fico in pianura quella fuga di Piemon- tesi che, se è vero che fu decisiva per la sorte della gara, non è altrettanto men vero che risultò facilitata dalla evidente apatia, colla quale i maggiori avversari la accolsero, senza buttarsi subito energicamente ai ripari ». _ ........ . « Fuori Bra, si vide distintamente che gli assi discutevano animatamente fra loro. Certo stavano dicendosi che E perchè, ci si chiedeva? di tocca a te piuttosto che a me o viceversa o qualche cosa del genere. Avevano messo le mani sull'alto del manubrio e guardavano il cielo come per sincerarsi che davvero piovesse ancora ». E mi pare ce ne sia abbastanza per dimostrare che hanno visto meglio e sono stati più sinceri i... soliti sofisti (che son poi tutti gli altri osservatori, e certo di miglior specie dei sofisticatori) di chi, in ve- ste di organizzatore doveva, più del solito, levare il turibolo alla bellezza e all'interesse della prova. In quanto a Binda, una delle due : o egli tiene un regime da corridore, e allora è ormai pacifico, dopo quattro smacchi su quattro corse, che la sua carriera è finita; o non lo tiene, e allora la sua leggerezza non merita scuse. Nell'un caso e nell'altro Binda sbaglia. Dopo essere stati quello che è stato lui, non si può più correre per mai arrivare senza gettare nel ridicolo tutto un glorioso passato. Come, fra vent'anni, non si compatirebbe che un Gigli sfiatato si ostinasse a cantare l'Aida. E chi vuol, _,. , . ìi. bene a Binda e lo ha molto stimatonon può non essere con me nel sof-frire vedendo come egli offusca il tra-cucuuu c6» v monto della sua gloria. (Questo mipare, Don Felice, sia essere vera-monto umani menie umani. ^ G. Ambrosini

Persone citate: Binda, Bini, Emilio Colombo, Felice Scandone, Mario R., Piemontesi, Polvere, Vittorio Varale

Luoghi citati: Bra, Carlino, Martano, Monferrato, Narzole, Piemonte