Un primato italiano

Un primato italiano Esplorazioni stratosferiche Un primato italiano tln telegramma da Mosca a questo giornale dà notizia recentemente che un palloncino stratosferico russo aveva raggiunto 4025") metri di altezza. Avvenuto a quell'altezza lo scoppio dell'involucro per l'eccesso della pressione interna sull'esterna, che non doveva essere più ili qualche mm. di mercurio ( a livello del mare la pressione normale è mm. 7G0) il palloncino naturalmente ha iniziato la discesa. E' opportuno avvertire che questa è frenata dal palloncino superstite, poiché sono due tu tandem, diversamente gonfi, che trasportano in alto il meteorografo, cioè il registratore automatico della pressione, della temperatura e dell'umidità. L'apparecchio — dice il comunicato — è stato rinvenuto a 200 Km. dalla capitale sovietica. E fin qui nulla da osservare, solo c'è da rallegrarsi che il sondaggio abbia raggiunto una quota cosi alla. Non è però esatto che quel palloncino sia « il primo prodotto umano ad inalzarsi fino a tale altezza dalla superficie della terra ». Non è esatto, perchè il primato resta ancora all'Italia. La nostra Stazione Aerologica Sperimentale di Vigna di Valle, sul Lago di Bracciano, presso Roma, alle dipendenze del Ministero dell'Aeronautica, può vantare ancora il primato. Questa stazione, perfettamente attrezzata per l'esplorazione aerologica, ò stata fino a qualche anno fa annessa all'Ufficio Presagi, diretto dall'Eredia, e fin dalla sua istituzione, che risale a prima della guerra, ha compiuto un lavoro continuo, intenso, proficuo. Ora è annessa alla Sezione Aerologica ed ha a capo la geofisico dottoressa sig.a Palumbo. Or dunque l'anno scorso nel sondaggio eseguito il 14 maggio il palloncino raggiunse la quota di m. 411070: quasi 44 Km.: la più alta a cui gli apparecchi sieno pervenuti fino ad oggi. Se ne dà notizia nel Riassunto dei sondaggi liberi eseguiti dalla Stazione Aerologica Spcr. di Vigna di Valle nel l.o seni. J9J/f XII pubblicato dalla Rivista l'Aerotecnica (voi. XIV N. 10 ottobre 1934 XII). Crediamo di interpretare la curiosità dei lettori spigolando dalla relazione della dottoressa L. Palumbo i dati che possono loro interessare. Alla partenza, cioè a terra, il barometro segnava mm. 737,6 ed il termometro 16",6. A 12.000 m. il registratore trasportato dal pallone sonda segnò — 36'.S cioè quasi 37° sotto zero e per circa un migliaio di metri questa temperatura si mantenne. Poi prese a salire col salire dell'apparecchio. Alla fine dell'ascesa la temperatura era 12" sotto zero e la pressione due soli mm. Non deve meravigliare questo riscaldamento dell'atmosfera. Quando i palloni sonda riusciranno ad elevarsi ad altezze ancora maggiori troveranno forse ben altro! Non possiamo, per amore di brevità, spiegare i metodi indiretti con cui si esplorano i più elevati strati dell'involucro aereo — cammino attraverso questi delle onde acustiche di esplosione, delle onde elettriche delle stazioni Radio, traiettoria ed apparenze delle stelle cadenti — ma certo è che le idee che si avevano intorno alla temperatura dell'alta stratosfera, sono oggi completamente cambiate. Si hanno serie ragioni per ritenere che verso i 60 Km. di altezza, non molto al disopra cioè del record attinto dal sondaggio di Vigna di Valle, la temperatura sia presso a poco quella che noi abbiamo quaggiù in fondo all'oceano aereo, cioè sui 27°. Sarebbe dunque ben caldo! Queste le conclusioni del Dobson; ma, secondo posteriori indagini del Vippler, la temperatura a quelle altezze sarebbe ancora più elevata: sui 100" a 45 Km., sui 127" a 50 Km.! Comunque, lassù fa caldo non meno che a terra; mentre si riteneva in un passato anche recente, che quegli aerei spazi fossero gelidi. Nessuno penserà, speriamo, che questo fatto dipenda... da una maggior vicinanza al sole. Su 149 milioni e più di chilometri, che lo separano dal nostro globo, cinquanta in più o in meno non contano nulla. Il riscaldamento stratosferico, non si deve neppure ai raggi cosmici, come, in forma dubitativa, è detto nel telegramma. Essi non possono trasformarsi in calore, perchè, penetranti come sono — nessuna radiazione è come questa penetrante — non vengono assorbiti dai gas atmosferici. E, se passano oltre, non possono riscaldarli. Invece il riscaldamento è dovuto ull'ozono, gas che alla quota di 50 Km. si trova in quantità notevole e che assorbe fortemente energia nella regione ultravioletta dello spettro solare. Un'ultima cosa da chiarire, circa le informazioni riferite nella corrispondenza telegrafica, di cui ci occupiamo. Questa si chiude così: < il responso degli altri strumenti non viene ancora rivelato, ma in parte era già noto agli scienziati, i quali avevano seguito l'ascesa del palloncino riferendo i segnali che da quest'ultimo venivano automaticamente trasmessi a terra ». Chi trasmetteva questi segnali, si sarà forse chiesto il lettore, se si trattava d'un palloncino e quindi senza aeronauta ? Il quale poi — tra parentesi — non sarebbe arrivato vivo a quell'altezza! Ora, dal periodo sopra riferito, si deve concludere che si trattava di un radio-sonda, cioè d'un pallone che trasporta su, oltre gli apparecchi meteorologici registratori, anche un piccolo apparecchio trasmettitore di telegrafia senza filo. Non occorre più un cervello umano: il cervello è nell'automatismo degli istrumcnti che registrano e convertono i dati in notizie radiotelegrafiche. A questi radio-sonda, che furono utilizzati la prima volta nell'anno solare internazionale 1932-33, è riservato indubbiamente un grande avvenire nella esplorazione aerologica. T. Alìppi

Persone citate: Dobson, L. Palumbo

Luoghi citati: Bracciano, Italia, Mosca, Roma