Il Congresso di studi corporativi presieduto dal Ministro Rossoni

Il Congresso di studi corporativi presieduto dal Ministro Rossoni ILITTORIALIDLA' Il Congresso di studi corporativi presieduto dal Ministro Rossoni Roma, 25 notte. i duDue altri convegni littoriali, carat- prerizzati da discussioni spesso vivaci, si sono aperti questa mattina, quello di studi corporativi e quello di giorna- ismo. Domani saranno inaugurati i lavori dell'ultimo convegno in programma, quello di studi di "politica estera e cooniale e sabato si avrà la conclusione di questa superba rassegna dell'intcllisenza fascista. Gli studi corporativi H tema del convegno di studi cor Porat,y'. era il seguente: <: Caratteri generali dell'economia corporativa ». La commissione è composta da S. E. Rossoni e da Arias, Biagi, Landi, Mausardi e Spirito. La discussione è aperta, da Anelli di Pavia il quale tratta il tema del controllo della produzione. Almangl di Vcn0Zla espone i principi generali dcll'eeonomia corporativa dal punto di vista mora]e sostenendo che, perchè l'economia corporativa si realizzi, occorre portare una rivoluzione morale negli ndividui e nelle stesse concezioni morali. Per l'Almangi occorrerebbe crcare una scienza morale fondata sul principio che sia considerato <: male » ciò che è contrario all'interesse collet- n*™a*.p°?ia par°ia « ma cne imzia con una critica alleco- nomia liberale, riferendosi tanto ai postulatl come al criterio matematico. astratto e meccanico, che essa adotta. Espone poi il concetto di soggetto economico dell'economia corporativa, cioè l'uomo integrale e dimostra la nccessita di considerare il lavoro al centro del fatto economico. Ali di Catania indica quali, secondo lui, sarebbero i capovolgimenti operati dal Fascismo nel campo dell'economia, soffermandosi a esaminare la trasformazione del concetto di proprietà, negando quel critorio estremista che vorrebbe attribuire al corporativismo l'abolizione della proprietà privata, Agnesi di Palermo affronta il pro " podualpadoscdimcolasncrestivpiponereGdisideo edsttediginolaBsiziadodalariopgemsostesafnaree nblema dei rapporti fra individuo e Stato negando fa loro identificazione e portando a prova di ciò la definizione del Duce: il popolo è il corpo dello Stato, lo Stato è lo spirito del popolo. Per-Igtanto sostiene, l'Agnesi, il fine dello itaStato, appunto perchè definito spirito, n e cioè trascendente, è supcriore a quel-'b lo dell'individuo; sicché tra questi due n elementi sussiste una distinzione che jp non è però opposizione nè reciproca ne gazione. Bulferetti di Torino si sofferma sul la definizione della Carta del Lavoro di considerare il lavoro come dovere sociale e paria allora della questione del costo di produzione (differenza fra :„ costi di lavoro manuale e costi di la- m voro meccanico 1 e parla irifine della re- S numerazione del lavoro. Briata di Ge- ^ nova mette in relazione i principi del- Lla economia classista con i principi teo- Krici della economia corporativa e, dopo &aver passato in rassegna alcuni crit&'fóper precisare tali principi teorici, so- IPstiene che essi non potrebbero individuarsi in una teoria generale, ma occorre ricercarli sul terreno empirico, politico con una impostazione criteriologica del caso per caso. Deduce allora che l'economia corporativa non.è una scienza di fini, ma è una esperienza di mezzi. siilnfupcueraitzmente della differenze tra l'economia corporativa e la concezione economica del capitalismo di Stato. Cottini di Siena esamina la funzione Corporativa dello Stato e Canzano di Bologna si pone il problema della ri forma sindacale per armonizzare l'attuale ordinamento con l'istituzione dei- le Corporazioni La parola di S. E. Rossoni Su questa relazione si accende una animata discussione. S. E. Rossoni riassume l'interessante discussione, indicando gli orientamenti che in questo momento impone la direttiva generale del Fascismo, sorta dalla dichiarazione del Duce che il corporativismo tende alla realizzazione della più alta giustizia sociale. In seguito Corsi di Firenze esamina il concetto di lavoro soggetto dell'economia. Egli considera la questione nel duplice aspetto generale, sociale ed aziendale. Il secondo aspetto è quello che offre un maggiore interesse, in quanto contiene la essenza del principio risolutore della vita economica che il Fascismo ha posto. Carbone di Roma parla dei principi generali della economia corporativa. Il corporativismo fascista nega la macchina irrazionale dell'automatismo economico e la enorme macchina cai colatrice dello statalismo. Il corporati vismo fascista nega io spirito giuridico formale senza intervento nel campo economico e nega la forma eclettica del socialismo di stato. Il principio ge- frtliBarbieri di Milano sostiene che lalSscienza economica liberale non è ria | pconsiderarsi come scienza in quanto parte dal concetto che il inondo non può essere se non com'è. L'economia corporativa invece ha un carattere volontaristico. Bcrtani di Bologna sostiene che, ricercando i principi generali dell'economia corporativa, occorre riferirsi a quei precedenti storici immediati che sono contenuti nel movimento sindacalista nazionale. Si sofferma a esaminare il problema del lavoro, che è stato il problema centrale del movimento sindacalista. Bottalico di Bari tratta particolar- ps1dDt4GppRdP'mGgAs7ppCtpFGstnerale della economia corporativa è ili principio dell'autodisciplina della prò- | duzione in funzione gerarchica, è il principio della gerarchia, integrazione politica dell'attività economica individuale. Altri studenti hanno partecipato alla discussione rivelando profonda passione per questi studi e dimostrando perfetta adesione allo spirito fa scista. Il convegno di giornalismo Al convegno di giornalismo apre la discussione Almirante, del Guf di Roma, il quale si sofferma a trattare del compito informativo ed educativo del la stampa fascista e propone una più snella organizzazione del servizio di cronaca, che deve essere posto anche esso nell'angolo visuale del fine educa tivo. Conclude auspicando un più am pio sviluppo del servizio fotografico. Saporito, di Roma, tratta dei rap porti fra il quotidiano e la radio, il ci nematografo e il giornale. Seguono le relazioni degli universitari Bacchieri di Genova, Orecchio di Messina, Accardi di Perugia. Quest'ultimo si pone il que sito se il giornale debba essere considerato come un'azienda di guadagno o debba invece avere esclusivo fine educativo. Egli vede la soluzione giusta contemperando le due esigenze. Alberti Poja, di Trento, espone i criteri direttivi del quotidiano; Amendola, di Bari, fa alcune considerazioni sul giornalismo del tempo fascista. Seguono Arnoldi di Padova, Arrigoni di Milano, Boreson di Napoli, Bernardini di Bologna, il quale ultimo propone che sia affidata allo Stato la organizzazione amministrativa dei giornali e si addentra nell'esame dei problemi di indole tecnica relativi alla direzione, redazione, servizi. Boccini osserva che la stampa italiana si trova in un periodo di transizione e che pertanto è opportuno che si preoccupi di raggiungere la necessaria indipendenza economica, attraverso nuovi mezzi che non sono più quelli della stampa prefascista. A conclusione di un dettagliato esame delle varie esigenze tecniche egli afferma la necessità di ridare il giornale ai giornalisti. Bonfiglio di Milano tratta con chiarezza la questione relativa alla tecnica e all'estetica del quotidiano. Insiste nell'affermazione che oggi la terza pa- siarigtitlazla chmbistziol'esaevdogiricd'depovorigminfl'agina, cosi com'è comunemente redat ta, non ha più alcuna funzione. Pariano poi gli universitari Brissone, Cabella, Cali e Corrao. Palliato di Mila no dice che il tempo e l'intelligenza possono formare ottimi giornalisti. In „,„,,;„,,„ „-i„,„ jo11~ „,,,•„-;„,.„ j„i i„,,„ mer?'?hrK« hì«nS i^mv«t« li « S^JSf™SS°^ni™^raV^tp ^^f„t°r^M5t? \,SS2£m-.* ™.t0M Lnr?»}*nJ^1} JfSSSSfi^ JwS^'i KSL^ii^fl^.ihiS?^^^^^ &"°1*U ciuIt"r*' ?°po fó5?„Ylva?ff*e i1 complesso problema PPICO sociale dell alimentazione del siste sul fatto che si debba interessare il popolo con tutti i mezzi. La radio non costituisce una minaccia alla diffusione del giornale. Un ordine del giorno I partecipanti al convegno di scienze popolo italiano, udita la relazione del camerata Gigante del Guf dell'Urbe, uniscono la loro unanime voce al voto espresso da S. E. Bottai e dai professo ri Foà, Amantez, Baglioni, Visco e da altri insigni maestri della fisiologia italiana, propugnato dal Consiglio na zionale delle ricerche, perchè sorga un fondamentale della forza fìsica e mo rale di nostra gente, sempre rinnovata dalle vittorie dell'Italia di Musso lini >. Srande Istituto italiano di studio dei problemi alimentari,^che sono la base Idesocori roelbii c19ceairiErigipearbicascdelalataasstlasctrzisoCi Altri quattro Littori proclamati dalle Commissioni Roma, 25 notte Le Commissioni dei Littoriali hanno stabilito le seguenti classifiche: Convegno organizzazione politica: 1. Giuseppe Stratta, Guf Vicenza (Padova), punti 15 (Littore); 2. Massimo De Maio, Guf Torino, punti 13; 3. Vit torio Valentino, Guf Napoli, punti 11; 4. Ugo Indrio, Guf Roma, punti 9; 5. Giuseppe Lonfo, Budapest (estero) punti 7; 6. Giulio Menna, Guf Pisa punti 5; 7. Giuseppe Costanzo, Guf Roma, punti 3; 8. Teo Ducei, Guf Padova, punti 1. Convegno critica teatrale: 1. Giulio Pacuvio Puppo, Guf Genova, punti 15 'Littore); 2. Ascanio Zapponi, Guf Roma, punti 13; 3. Filippo Piemontese, Guf Torino, punti 11; 4. Enrico Fulghignoni, Guf Messina, p. 9; 5. Franco Allegretti, Guf Modena, p. 7; 6. Giuseppe Navarra, Guf Palermo, punti 5; 7. Giacomo Dirindelli, Guf Firenze, punti 3; 8. Orazio Costa, Guf Roma, punti 1. Convegno critica artistica: 1. Pietro Collareda, Guf Genova, punti 15 ^Littore;; 2. Pietro Tornei, Guf Roma, punti 13; 3. Francesco Calamdrei, Guf Firenze, punti 11; 4. Riccardo Crippa, Guf Milano, punti 9; 5. Francesco Della Corte, Guf Torino, punti 7; 6. Giuseppe Messina, Guf Catania, punti 5; 7. Giorgio Lanzillo, Guf Milano, p. 3; 8. Arturo Peyrot, Guf Roma, punti 1. Convegno di critica letteraria: 1. Antonio Amendola, Guf Roma, punti 15 (Littore); 2. Edoardo Pezzali, Guf Ro ma, punti 13; 3. Carlo Perucci, Verona (Padova), punti 11; 4. Alfonso Coma schi. Venezia, punti 9; 5. Leone Wol lemborg, Guf Roma, punti 7; 6. Carlo Sansoni, Guf Roma, punti 5; 7. Mar dsearogtaapMRTlivptiago1cdamrCGi cello Turchi, Guf Pisa, punti 3; 8. Gae |tano Baldocci, Guf Messina, punti 1. IlrvcsplSsFstliadnsènsofm