La Juventus si riaffianca all'Ambrosiana

La Juventus si riaffianca all'Ambrosiana Una nuova fase dei duello fra bianco neri e nero azzurri * La Juventus si riaffianca all'Ambrosiana Juventus-Bologna 1-0 (0-0) La gara si risolve nella ripresa con il successo di misura dei campioni Vargllen II Bologna: Gianni; Monzeglio e Gaeperi; Montesanto, Donati e Corsi; Fiorini, Sansone, Spivach, Schiavio e Reguzzoni. Juventus: Valinasso; Rosetta e Toni; Varglien I, Monti e Bertolini; Varglien II, Borei II, Gabetto, Ferrari e Depetrini. Arbitro : Bevilacqua, di Viareggio. Fu uno dei più tranquilli e regolari incontri fra petroniani e juventini che la storia del campionato italiano possa registrare, quello di ieri. Nessuna burrasca, nessun incidente, nessun malanimo: spirito di pace invece, come si conviene il giorno di Pasqua. Un certo qua! equilibrio delle azioni d'attacco condotte dalle due squadre contribuì anche a dar carattere di normalità al giuoco. Notizie da Vercelli,,, n quale fu di per sè interessante. L'attività degli uomini in campo ebbe un contenuto tecnico sufficiente a tener vìva l'attenzione del pubblico dal primo all'ultimo minuto. Comunque, un violento colpo di frusta la passione degli spettatori lo ricevette al momento dell'inizio della ripresa. I giuocatori stavano uscendo dal sottopassaggio ed avinandosi al rettangolo di giuoco, quando l'altoparlante annunciava lo stato delle cose a metà tempo a Vercelli: l'Ambrosiana perdeva per uno a zero. Pei gli appassionati l'incontro dello Stadio Mussolini prese allora subito un aspetto speciale: visto nel gran quadro del campionato, esso divenne l'episodio culminante della lotta per il primato. E visse allora istanti emozionanti. . La Juventus si protese, si proiettò tutta subito all'attacco. Cercando di approfittare dell'occasione che gli avversari più diretti le offrivano a distanza, essa profuse ogni energia nel tentativo di acciuffare quel vantaggio che nel primo tempo non aveva saputo o potuto raggiungere. Fu uno sforzo intenso, continuato, spasmodico, ma uno sforzo sterile: uno sforzo che nel modo in cui veniva condotto e nella nullità dei suoi risultati ricordava quanto era avvenuto a Trieste una settimana prima e rifletteva con precisione il particolare momento che attraversa la squadra campione d'Italia. Il risultato, quello che resta a definire la giornata e che fa approfittare i bianconeri del mezzo passo falso fatto dai neroazzurri a Vercelli giunse più tardi, a poco più di dieci minuti dal termine della gara, quando la pressione juventino già aveva cessato di esistere come opera continuativa e quando il giuoco era tornato a prendere aspetto aperto ed equilibrato. Il risultato arrise alla Juventus, come avrebbe potuto benissimo ar- pninintlufldzBmmgdplazilRvzqvpbdDnlaftftsAcscsfsnataazeizagbltpapvvstptdvgSridere al Bologna. Il primo tempo era\Scorso senza* che /essano sttuazio. fmeritevole % secesso s i fosse, sentata ne alluna ne a-uaiuu u \ decorso senza che nessuna ne presentata .. nea di attacco. Alla ripresa due o tre buone occasioni per parte maturarono: quelle che si presentarono ai petroniani furono di gran lunga le migliori — una di esse fu di una qualità così facile da meritare castigo a non averne approfittato. Nella giornata fresca e coperta, un P^H^*^^ « era recato ad assistere allincon-ì si era recato ad assistere tro. Nella tribuna d'onore siedeva il Podestà di Torino. Il terreno era in ottime condizioni. Cambiamenti all'attacco La squadra della Juventus rimase nella formazione di programma soltanto nel primo tempo. Alla ripresa, le due ali si invertirono, Depetrini e Varglien II scambiandosi il posto, poi Gabetto passò all'ala destra, Borei II tornò alla sua vecchia posizione di centro, e Varglien II venne atta mezz'ala destra. Il solo Ferrari rimase fisso al suo posto. Il primo tempo fu quanto mai sem- plxce e lineare. Esso non diede luogo\ad emozioni, nel senso che di seni o e l . , i a a o i , à o , - pericoli dì capitolare le due reti non ne corsero mai, ma fu ciò nullameno interessante. Subito all'inizio, Gianni ebbe ad intervenire per neutralizzare un ten- scatsusapitativo diGa^tta PÓni"Bofo^^|^luppò una serie di attacchi in prò fondita, senza riuscire a chiamar all'opera Valinasso. Il periodo di predominio juventino coincise colla zona centrale di questo primo tempo. Buone azioni, buoni sprazzi tecnici, ma movimenti effettuati prevalentemente in linea, I pochi tiri che giungevano a disturbare Gianni venivano da lontano e non contenevano vero pericolo. Monti tentò un paio di volte la sorte con tiri da lontano ma senza fortuna. Verso la fine del tempo, il Bologna tornò all'attacco. Una delle sue avanzate vide finalmente Reguzzoni ben lancialo: la punta di velocità del bolognese fu neutralizzata da una volatina di Foni. Fu questo, del resto, il carattere prevalente del giuoco, del primo tempo: gnepacomzodavacovisue ranetel'Rgapili idue'attacchi escogitavano com-\abinazioni e più veniva in luce la sai- [gdezza e la decisione delle due difese. Di incidenti o di scorrettezze nemmeno l'ombra; il giuoco, pur seguendo la linea della velocità e dell'energia, filava via liscio come l'olio. Alla me tantrhstà tempo si qiunneva senza nulla di {c• 1 laieutaczdfatto, né si poteva dire che il risultato fosse contrario a giustizia. Al ritorno in campo delle due squadre, giungeva la notizia che la Ambrosiana stava perdendo a Vercelli. Il pubblico accoglieva la notizia stessa incitando a gran voce i bianconeri alla vittoria. La Juventus rispondeva all'incitamento con un'offensiva in grande stile. La squadra si lanciò tutta all'attacco, coi terzini a metà campo ed i mediani ben a ridosso della prima linea, Bologna attacca Juventus ses;na PlCon bella calma i petroniani con tennero lo sforzo dell'avversario.GliIilattaccanti bianconeri non rinscivano\sa penetrare. I cambiamenti dì posi zione effettuati davano maggiore energia alle azioni, particolarmente il passaggio dì Varglien II alla mezz'ala destra, ma non bastano a far aprire uno spiraglio di luce nella vigile ed accorta difesa bolognese. Quando viceversa gli attaccanti bolognesi poterono organizzare delle controffensive, quelle sì che portarono a situazioni pericolose. La prima campana d'allarme fu suonata alla difesa bianconera da un tiro di punizione di Reguzzoni. La palla venne a cadere davanti alla porta juventino con una traiettoria così giusta che tutto quello che Valinasso potè fare, e fu cosa che dimostra la prontezza d'intuito che questo por- rCGzlsfnbpusnctrldtiere sta acquistando, fu di deviare\sdeliberatamente sopra il palo tras- aversale per un calcio d'angolo. Poi rgiunse la situazione delle situazioni.] Su un forte traversone proveniente]*j~7j„ j„„*^« ei„„.-,,„„„a \,„+f„„,„„*„i da\, F . „.„.._ a nettamente i d. f^gd^ e, trJmni tuttQ solo Javanti fl ym, n \ a cinque o sei passi da questi.IsTroppo bello. Spivach preferì seguir re a a, l'esèmpio di Foni: mancò la palla «■ • "lelui pure. Poi fu ancora la volta di!ESchiavio di sciupare un che di simile.]™Occasioni elementari nella loro facilità. Il punto che decise delle sortì della giornata giunse appunto, ™=o in eia n-ì ^ gd 6g|j</._ il n e la, e oi II di zse m- mllvpp. mbrato dai contrattacchi portati aoiizpetroniani. Si era al trcntaquattresi-'imo minuto. Borei aveva allungato a!pDepetrini. L'improvvisata ala sin»-!cZtZ. „„i,iin nonirntn nltn nwi. cstra aveva subito.centratetolto, quo-, ai a campanile, di destro. Davanti al- la porta tre o quattro uomini salta- jrono assieme. Varglien II la spuntò'su tutti: di testa infilò la rete quasi a filo di palo. Il braccio destro di riattai non arrivò che a sfiorare la Gianni non ai rivo me a$ palla. Fu tutto h come marcatuì adi puntl, III Boloqna è squadra ben più ve-Mnotn. Ai nunntn *i <tnrphhp tratti a de-\ greto di quanto si saTfe^°e"atyn°;^n lsumere dalla classifica del compio- nato. La compagine e in piedi, /orie|o\e combattiva quanto mai. L estrema\ni difesa, pur giuocando con maggioril scrupoli del solito, fu salda, pronta, attenta. La linea mediana contava su un Corsi guarito un po' frettolosamente da una brutta frattura al piede: ma fu mobile, duttile, veloce, ^MO ad un quarto d'ora dal termine giuoco in quattro uomini, questa li nea mediana. Sansone infatti ne fu parte integrante per quasi tutto l'incontro. L'attacco non ha nessun elemento in stato di grazia, che Reguzzoni è stato troppo a lungo assente dai campi di giuoco, e Schiavio e Spivach stanno ambientandosi ai nuovi compiti loro affidati. Di spunti individuali si trattava appunto ieri per superare la differenza fra sconfitta e vittoria, che nelle sue linee generali il lavoro svolto dalla prima linea petroniana fu di bontà sufficiente per vincere l'incontro. La Juventus fece buona prova nell'estrema difesa ed in seconda lìnea. Rosetta ebbe un secondo tempo degno del buon tempo antico, e Foni accanto a Viri sta plasmandosi ogni aio™° Piil- 4 Monti sta tornando gradatamente la mobilita di una voi ta. Dove le cose non vanno è nella linea d'attacco. E' l'idea della penetrazione quella che manca. Borei non ha lo scatto suo solito ed i compagni suoi non lo servono a dovere. Tutto contribuisce. Anche l'incertezza del la formazione della linea, che emerse ieri in tre distinti allineamenti degli uomini che la compongono. Il grattacapo del momento per la squadra campione è localizzabile nella formazione e nel rendimento del settore d'attacco. Vittorio Pozzo