Virginia Oldolini Verasis-Castiglione

Virginia Oldolini Verasis-Castiglione 1835-1899: IL CENTENARIO DELLA PIÙ' BELLA DONNA DELL'OTTOCENTO Virginia Oldolini Verasis-Castiglione Siamo alle Tulleries durante uno deifamosi «Lunedi» invernali del Se.con-do Impero. E' mezzanotte. La bellaBaia dei Marescialli, illuminata da cen-tinaia di doppieri e da grosse lampadeCarcel, è popolata del * tutto Parigi»mondano. Sulla loggia, GiovanniStrauss con una indiavolata polka aprele danze... Improvvisamente una giovine donna, alta, slanciata, molto elegante nell'ampia « Crinolina magica » alla Delirac, con una scollatura audacissima, entra nella sala come un dragone della Guardia. Un fremito di curiosità si diffonde fra gli invitati e il movimento è tale, che le danze si interrompono e la musica cessa di suonare. Un'espressione magnetica di ammirazione passa subito nella folla. Tutte le dame accorrono ansiose attorno alla nuova venuta: c'è, tra le altre, la marescialla Bazainela marescialla Caurobert, la contessa Walewska, la marchesa Talhouét, la duchessa di Malakoff, la principessa dMetternich e la giovanissima Alfonsina Rotschild che, con sul capo un enorme « uccello del paradiso » dai colori dell'aurora, fa stasera la sua prima comparsa a Corte. L'Imperatore è il più colpito; prega il duca di Sax-Couburg di «impegnare » per la danza l'Imperatrice Eugenia, mentre egli si affretta, incontro alla bella ospite, che trascina subito nel vortice di un valtzer. Il che dà luogo — com'è facile immaginare — a commentari senza fine. • Tale è stato — nel febbraio del 1856 — l'ingresso di Virginia Oldolini Verasis, contessa di Castiglione, detta nell'intimità la < Nicchia », alla Corte dNapoleone III. La " Dame de beauté „ Il successo fu dunque completotrionfale. Fu detto l'*avvenimento della settimana». Ma che era venuta a fare a Parigquesta singolare messaggera di bellezza? Il conte Camillo di Cavour, che era suo cugino, scrisse allora al conte Cibrario — reggente il Ministero deglEsteri — « di aver arruolata nelle file della diplomazia la bellissima contessa Castiglione, invitandola a coquetee a sedurre, ove d'uopo, l'Imperatore »Da allora sono trascorsi molti lustriquasi un secolo, ma noi non possiamo ancora esprimere su questo « intervento » di eccezione un giudizio sereno sicuro, tanto più che il carteggio politico della contessa fu, com'è noto, sequestrato e distrutto, per conto del Governo, dopo la sua morte. Ma noi non parleremo che delldonna. Perchè ella fu davvero una stupefacente Dame de beauté. Un profilo puro, degli occhi grandi pieni di fascine di lampi verdastri; una bocca piccola dal sorriso ammaliatore; dei capelldi una abbondanza e di uno splendorsuperbi; U collo sottile, la cui linea cadente aderisce a delle spalle mode lata meraviglia; una gola libera di tutti freni e dove la perfezione ardita sembra gettare una sfida a tutte le donneun busto regale, delle braccia e dellmani di un contorno morbido e delizioso; la linea de. corpo i^nsiblleNon vi e insomma ■ _ - ■ . „_««"n. temporaneo, q u'o vorsanl'aimerv Ella è _di quelle: creature chSaint-Simon dice nate per ispargernel mondo il più grande disordine d'amore e che, al di là della vita, conservano ancora i loro cavalieri e i lorentusiasmi. A quindici anni — ella è nata il 2marzo 1835 — aveva già respinto parecchie proposte di matrimonio. Il prescelto doveva essere il conte Francesco Verasls-Castiglione. Ecco come. Il linguaggio del fazzoletto A Londra, nell'inverno del 1854, durante un ballo nel palazzo della duchessa d'Inverness, cugina della ReginVittoria, un giovane italiano dalla fiBonomia aperta e attraente, si pone sedere tra 11 conte Walewski, Ambasciatore di Francia, e Massimo d'Azeglio, Ministro d'Italia a Londra; e dicsorridendo: — Certo voi non sapete perchè lsia venuto a Londra; lo sono qui per.egarvi moglie. — In tal caso, mio caro — gli dicti conte Walewski— non avreste dovuto lasciare Firenze. Ritornateci. Ditalla marchesa Oldolini di presentarvsua figlia; e sposatela. E' la più belldonna d'Europa... E il conte Castiglione la sposò ^stesso anno, a Firenze. Fu lieta la donna di questo matrimonio ? Non si seppe mai, precisamente. La contessa d'Alessandro confidò ai suoi amici che l«Nicchia» si lasciò condurre all'altarcome Ifigenia si lasciò trascinare asacrificio... E' detto tutto. Ella non hmai amato la sua casa, nè i congiundi suo marito. Prima di partire da F irenze, ella non ha nemmeno mai volu- to far visita a sua suocera. Un giorno, mentre la sua Calceli* attraversava un ponte e il marito la supplicava per la , centesima volta di andare da sua ma-! dre, ella, con una mossa birichina e ! fulminea, si tolse le scarpe e le gettò nell'Arno. Poi, con uno dei suoi graziosi sorrisi, si rivolse al conte: — E ora? Certo voi non mi obbligherete di andare da vostra madre a piedi nudi... Tale era la donna. Un mese dopo glisnosi sono a Torino dove il conto On. BtiriioW— nei^^l-tatere^ionrdello^ó stiglione — per lintercessione dello zio generale Cigala - gli ha ottenuto Ita-. portante ufficio di capo di Gabinetto del Re Vittorio Emanuele II. — Ma questa unione di eccezione doveva du- rare doco Mentre scorta a cavallo ìovettura del Principe Amedeo Duca di Aosta, che si reca a Francesco Castiglione congestione cerebrale glie si asciuga una lacrima -, co fazzoletto che poi agita civettuosa-mente attorno al viso come una picco- ila bandiera. E' il tempo, dice Onorato | di Balzac, in cui per conoscere il ca- rattere di una donna bisogna osservare jji suo modo di maneggiare il fazzo- jietto... Parigi, il Carnevale dell'Impero LaU£ Nicchia , de ben J sua vita fastosa e partecipa ai festini ^ Corte di T , p * m Baden; interviene a tutte le Dartite di caccia j. .. Mandrin la deliziosa tenuta di °e"a„"","' £ Sf " r.e"a"a *~? f't ', ' A" L 1 ,„ J^T," ^ Jg* S.^S&ffiSESS OCCHI lUUt iv i/t >. truxiv v,nv, uu>3£i\/i«u aci" j disperato gioco diploma- , ^& ^ i », | ,,Im. ■ perchè sebbene venga chiamato « Naperatore. E' l'epoca in cui Napoleone III- r« avventuroso figlio della fortuna »- meraviglia e tiene ansioso il mondo; è ammirato, perchè ha reciso i nervi all'anarchia; è temuto, perchè proclama il socialismo di Stato; è esaltato, poleone il piccolo », il suo tempo nonproduce un uomo che possa competerecon lui. Bisogna dunque valersi del-l'Imperatore come di una leva potente.Da questo momento la donna non ap-partiene più a nessuno; non appar-tiene alla famiglia, non agli amici: ap-partiene soltanto a se stessa; appar-tiene unicamente alla sua bellezza. n I»'Pensiero ditutte le ore e ilmigliore • della sua sensibilità si concentrano at- ; torno a questa unica idea: Io sono bella." ! E sull'ara della bellezza ella brucia tut- ti i profumi d'Oriente e sacrifica — con una tremante tenacia eroica — tuttaIla sua vita. Solo l'Ottocento può darci Idi queste donne di eccezione. Ad un i ballo di Corte, dove sono presenti le1 più graziose signore di Europa, la « Nicchia » scrive sul suo ritratto, la ! prima fotografia che le ha offerto il | sarto Daguerre: Je les egale par »ui \naissance. Jc les stirpasse par ma^beante. Je lesjune par man espritl » : lo consegna ali Imperatore, che sorride.1 La contessa Castiglione riprende cosi,nel turbine della vita galante pariginaa;la sua fatica. Tutta Parigi è trasfor-e ! mata in un vero Carnevale. Le festeipiù splendide, più bizzarre — ordinateI- j.-Itf» ,i. a,»a„„ ti„„„„„.. ^i„„lt__^|e dirette da Arsene Houssay, direttore della « Comédie-Frangaise -, — si sus-jseguono senza posa alle Tuileries, al Ministero della Marina, al Ministerodegli Esteri, all'Ambasciata di Vienna.Tutti gli « inviti » non contengono chedue condizioni. Per gli uomini: Eh uhi- /orme. Per le donne: La beauté sous lemasque est de riaueurt Cosi il ballo mascherato costituisce l'avvenimentomondano più ricercato, più importante. La stessaP Imperatrice Eugenia, checambia di « costume » due o tre voltein una medesima serata, fa toeletta nel Gabinetto del Ministro, che, per Tocca- sione, viene trasformato in un son-tuoso boudoir Anche Mntw,i„™,= tttNapoleone III/..,~,hi„ ,1,, „»„ i, ■ _ - » ., , cambia durante il ricevimento il coloredel suo domino, per incuriosire e sor-prendere gli invitati. Tempi di leggeragaiezza. Verso il 1861, il Principe Gerrolamo Napoleone dà un ricevimentonel Palais Royal in onore dell'Impera- trice Eugenia, che appare alla festa ve stita anch'essa di violette di Parma,come la Castiglione. A mezzanotte l'Im-peratore e l'Imperatrice, mentre si ri tirano, incontrano nelle scale la « Nicchia » che sale con solennità. — Voi arrivate ben tardi — le dice l'Imperatore. — Siete voi, Sire, che partite presto..E a testa alta entra nel turbine delledanze. La neve che brucia Peregrinando da una Corte all'altraé nelle ville d'eaux, ella non ricerca che la compagnia di principi e di uominpolitici. Ella deve svolgere il suo compito, deve tessere la tela sottile dei suoallacciamenti. Intanto impone la modache sa far valere la bellezza. Inventa ifamoso abito Ametista, ornato di ermellino, che stupisce tutta Parigi e chefa dire ad Aleqsandrn niimnq fi^HnTi t Litui P«H«?im« r,Sti La contessa Castiglione ha risusci-tato le geme fatai! ». E queste toelette sono un poco il sim-bolo della sua sontuosa malinconia Ma gli anni passano intanto troppo veloci. Un giorno la « Nicchia * si guarda nello specchio e scopre con stupore la prima ruga: è la sorpresa della nevea settembre. E in questa neve che bru-, a settembre. E in questa neve che bru- cia- elIa avvolge il suo segreto. Spezza gDecrhio tutt, „u SDecChi e si chiù- ^^«^»™^«^^»^ ^ I °e nel suo Palazzo per non uscirne più In °.uesta necropoli del ricordo, la dea elle TU'leries, la « Nicchia » dell'Ereimitage de Passy e la solitaria della piazza Vénderne non è più che una vec1be invecchiare: saper invecchiare è i ! capolavoro della saggezza. Infatti, dopo ! qualche anno di isolamento, ella tenta — in una sera dl Carnovale — di rivi :vere 11 suo passato. Con un enorme mazzo di fiori, si presenta nel palazzo Ideila sua amica Walewska, divenuta per 11 secondo matrimonio, contessa ; d'Alessandro. Colà vi trova tutti i suoJ vecchi amici Le dicono che è bella; come «"«volta ed ella stessa tenta d ; essere gaia, folleggiale — come una i volte" Ma sl sente presto mancare torna a casa triste' i Una notte d'inverno, « Nicchia chisma Ia polizia. Seduta sul lett * Mi hanno avvelenata! Hann f"SP*? £ Ee^t0,*? Passa ancora qualche anno. Poi — l\T~ r , agevole che per vederla e contem Plalla 11 Pubbllco «**ant.e dell'Opera dnotte del 28 novembre 1899 — la donn; Londra saliva sulle sedie e sulle poli trone, si spegne in silenzio in una tristcamera del Restaurant Voisin. Alfredo Rota