Nella città di un celebre capitano di ventura

Nella città di un celebre capitano di ventura LE FIERE DEL LITTORIO IN PIEMONTE Nella città di un celebre capitano di ventura Carmagnola, 3 notte. Lo sbocciare della stagione primaverile, che nella campagna si manifesta atttraverso forme di serena e dolce poeèia sconosciute ai grandi agglomerati cittadini, ha segnato l'inizio delle grandi fiere annuali del Littorio che comprendono mostre zootecniche e prodotti regionali, e si susseguono nei principali centri agricoli con un concorso di gente spettacoloso. Dopo Carignano è stata oggi la volta di Carmagnola, la cui manifestazione di tipico carattere rurale si è svolta nella cornice storica che fa da sfondo alla gentile e laboriosa cittadina, fiera del suo passato non meno che della sua prosperità presente. Monumenti e glorie A voler sfogliare le vecchie storie si potrebbe ricordare che, contesa tra i Marchesi di Saluzzo e i Duchi di Savoia, Carmagnola, dal piccolo borgo rustico del dodicesimo secolo, per virtù dapprima dei Benedettini i quali bonificarono il territorio paludoso della sua vasta piana, costruendo case .molini, lanifici e promovendo l'agricoltura, quindi per impulso della popolazione che secondò l'opera dei buoni frati, assurse rapidamente a un notevole sviluppo, anche edilizio. Ne fanno infatti testimonianza l'Abbazia di Casanova, che fondata ai tempi di San Bernardo, il quale durante uno dei suoi viaggi in Italia vi dimorò per qualche giorno, venne ricostruita nel 1743 au disegni del Juvara; la chiesa di Sant'Agostino in stile gotico, del Quattrocento, uno dei più bei monumenti dell'epoca; il castello dei Marchesi di Saluzzo, ora sede del Municipio, che vi ha allogato altresì un interessante museo.e una ricca biblioteca pubblica; la chiesa di San Filippo; la casa dell'antico Governatore civile, quella dei nobili Ternavasio, che nel 1603 avrebbe ospitato San Francesco di Sales, e quella dei Cavassa, entrambe pure quattrocentesche, ed altri interessanti edifici. Ma la maggiore rinomanza alla cit Ua deriva da Francesco Maria Bussone, ,„ celeDre capitano di ventura che dal-tolo di Conte di Carmagnola. La sua tragica fine a Venezia nel 1432, ispirò, come è noto, al Manzoni la tragedia, che fa dell'eroe una fervida esaltazione. Carmagnola vanta inoltre una delle prime tipografie sorte in Piemonte. L'aveva impiantata un Róndani nel 1497 ed è tuttora di proprietà della stessa famiglia, che se l'è tramandata da allora di padre in figlio. E' da questa tipografia, quattro volte secolare, che la sera del 10 marzo 1821 uscì stampata la famosa « Dichiarazione jcon cui Santorre di Santa Rosa, che aggiunse alla sua firma la qualifica di k Maggiore di Stato generale », e Guglielmo di Lisio « Comandante due Divisioni di Cavalleggeri del Re », annunciavano i moti famosi, poi finiti con l'e-, ' .siho del grande patriota e con la suamorte gloriosa a Sfacteria per la libertà della Grecia. L'operoso presente Come trascurare elementi di calibro siffatto anche durante una Fiera? Vuol dire che Carmagnola, con le trentamila giornate di terreno della sua plaga, popolata da più di diecimila capi di bestiame, è città che pure sul terreno storico non la cede a molte consorelle della stessa regione. E già chcdalla storia siamo scivolati sul piano inclinato dell'attività rurale, perchè non dovrei aggiungere — la cosa del resto non è affatto ignota — che qui con una imponente produzione di ortaggi, si coltivano i più giganteschi e insiemei più gustosi peperoni del mondo? Echi non sa che Carmagnola primeggiaaltresl per la produzione della canapagigante, di fama mondiale, e per quel-la del seme di canapa richiesto dai col-tlvatori nazionali ed esteri? Poi lamenta, la deliziosa menta di Carmagnola... Ed eccoci in piena fiera. E' di istituzione assai antica, giacchè nelle prime patenti che la riguardano si legge il nome di Amedeo principe d'Acaja c l'anno 1382. La città rigurgita di espositori, di compratori, di visitatori. See a!ne danno presenti quarantamila : posteggi sono state contate seimila bi-iciclctte. Degli animali si notano con1 to tori, e circa mille tra vitelli, manzi|buoi da lavoro e sanati e vacche; quat1 trocento tra cavalli da tiro leggero e I pesante ed altri equin1; quattrocentor - o r 1La mattinata inaiali; die?imila tra capretti, a nelliconigli, galline e tacchini, poveie be-stie votate alle ecatombi quotidiane pernutrire la disumana umanità. Vi sonopoi svariate qualità di piante da frut-ta, ornamentali, pioppeti, e macchineagricole. Dalla spianata del mercato si levanolunghi muggiti, che si alternano e sifondono in una immensa e strana or-chestra, come un lamento senza finei r^ce^ «=r, è fresca, non oso dire[proprio fredda, e di mano in mano che n i o o le ore passano il movimento si accentua. La fiera è completata dal mercato della frutta, della verdura, dei fiori. Centinaia di banchi sono per gli oggetti di vestiario, le tele, le scarpe, i formaggi. Altra orchestra più stridula: le mille voci dei venditori che gridano, sbraitano; e le discussioni dei compratori che alzano il tono deprezzando contro i venditori che ribattono difendendo le qualità delle loro bestie, della loro merce. Contratti e premi Il Podestà, 11 Segretario del Fascio e il Direttore della Cattedra ambulante, con la giuria, sorvegliano l'andamento della fiera, che si conclude con numerosissime vendite e con la distribuzione del premi e medaglie assegnati agli animali più belli delle sette sezioni nelle quali si suddivide il reparto zootecnica, agli espositori del reparto arboricoltura e del reparto macchine agricole. Di vivo interesse riesce pure il concorso di piccola zootecnia delle massaie rurali. Al tocco, di tutto il frastuono assordante della mattinata non rimane più nulla. Torna la quiete. Una quiete dopo una tempesta di gioia, di buoni contratti e di affari. La piccola città riprende la Bua fisionomia abituale. Silenzio. Per cento direzioni diverse tori, buoi, cavalli e tutti gli altri animali condotti alla fiera muovono incontro al loro destino. Che è, come quello degli uomini, bizzarro, se anche un tantino più tragico. Francesco Oddone sbsdadrppcbpmltat

Persone citate: Casanova, Cavassa, Duchi, Francesco Maria Bussone, Francesco Oddone, Manzoni, Marchesi, Sales, Ternavasio