Il monumento al Duca d'Aosta sarà inaugurato il 4 luglio 1937-XV

Il monumento al Duca d'Aosta sarà inaugurato il 4 luglio 1937-XV Il monumento al Duca d'Aosta sarà inaugurato il 4 luglio 1937-XV Roma, 1 mattino. Il Capo del Governo e Ministro della Guerra ha visitato ieri al Museo delle Terme, i bozzetti per il monumento che l'Esercito d'Italia e la città di Torino erigeranno in Torino a S. A. R. Emanuele Filiberto di Savoia Duca d'Aosta, comandante della Terza Armata nella grande guerra vittoriosa. Il Duce ha voluto essere ampiamente informato dal Comitato (Maresciallo Giardino per l'Esercito. Podestà ing. di Torino, on. 1 Sartirana per la Città ....... ! A"f°"10 Muratili per gli artisti) delle riceiirfc c/ic hanno condotto a chiudere, il 22 Giugno 1934, con esito negativo \il Concorso a doppio grado indetto con I bando 20 Marzo 1933 c ad esperire que\sttt mova g„,a fra ali scultori Ewje ' nio Baroni e Arturo Martini. Visitate le due opere e considerate !'c "ltc f<>iatità del monumento, che deve eternare la figura del Principe Con¬ dottiero e dire agli Italiani di oggi e di domani la parola incitatrice della duia guerra che la eroica folla anonima italiana ha combattuta c vinta, il Duce ha approvato e confermato il giudizio unanime del Comitato. La esecuzione del monumento, con . ! modificazioni che saranno indicate per [l'opera definitiva, è affidata allo sciti i lorc Buaenla Baroni ! ,, •' "' ,. [ " monumento saia inaugurato il 4 [Luglio 1937-XV. ; Alla visita inaugurale dei bozzetti \pcr il monumento al Condottiero della {Terza Armata, sono intervenuti ieri .mattina i rappresentanti del Senato e 1^ Camera] moltissimi ufficiali ge- 1 c UerarcM del Regime, che | ccl'"ti dal Maresciallo Giardino, prcsi dente del Comitato, hanno sostato di ; «Oliai ai plastici delle due opere rima i ste in guru i r,a „\„st che, nella giornata di sabato, era già stata visitata, in forma privata, da. S. A. R. il Duca d'Aosta, e stata, nel pomeriggio, aperta al puh- \blico, che vi è accorso numerosissimo. L'opera prescelta Venti giorni fa, pubblicando ed illustrando i due progetti che attendevano il giudizio della Giuria, e contrapponendo fra loro le personalità artistiche e gli intendimenti di Eugenio Baroni e di Arturo Martini, cosi scrivevamo: « Eugenio Baroni è il verista convinto che ritrae la realtà obbiettiva, il dato naturalistico ed il particolare descrittivo con l'efficacia icastica propria di ;un nervoso e pittoresco modellatore, e perciò imposta l'intera visione monu\ mentale — quasi ad essa subordinandola — su questa fulminea percezione del movimento e del gesto, su questa | singolare attitudine rappresentativa ». ;Non v'è dubbio che.queste qualità realistiche, unite a un'innegabile vigoria ! plastica, son quelle che, nel progetto Baroni, più hanno colpito coloro cui era affidato il compito di scegliere fra 1 le due opere e di sottoporre le loro preferenze all'alta approvazione del Duce. !Esse qualità son sembrate ai giudici le più atte a manifestarsi in un'opera 'destinata a tramandare al popolo — Iquel popolo che ama il linguaggio semplice e le rappresentazioni evidenti — la figura del Condottiero della Terza : Armata e le gesta dei Fanti ch'Egli. con volontà indomita e con fede incrol' labile, guidò di battaglia in battaglia | alla suprema vittoria. Il giudizio ha dunque concordato con quei concetti !che il Baroni medesimo cosi esprimeva nella sua relazione: « In un'opera d'arte dedicata a un Condottiero, nessuna fantasia di simboli astratti, allegorie, miti può esprimere la grandezza della ;lealtà della guerra. Primo perchè uomini e gesta hanno in ogni tempo caratteristiche inconfondibili alla cui rappresentazione non si può rinunziare, so si vuole che l'opera d'arte contenga e tramandi la coscienza e gli aspetti del suo tempo. Sccondu. perchè queste caratteristiche materiali non si possono tralasciare o sostituire senza rinunziare al vero scopo d-I monumento celebrativo, che è l'incitamento al cuore semplice del popolo; e ciò si j'! a a ottiene solo con la trattazione diretta del soggetto. Qui si volle dunque la poesia sana della realtà, senza evocazioni arcaiche o finzioni di pensiero. Ogni oggetto d'equipaggiamento (la j divisa, le armi, dal cuoio delle cinghie e delle scarpe, al ferro dell'elmetto, dei ' chiodi, delle fibbie i purché partecipi ! dell'intima armonia della composizione, purché assuma accento e valore plastico, acquista il senso augusto dello cose sacre: le quali divengono allora — senza intermediari astrusi — la espressione diretta e viva del Dovere organizzato e della Vittoria». Venti giorni fa. appunto, qui si aci cennava a questo verismo addirittura naturalistico », a questa quasi implacabile riproduzione del gesto e del ; movimento». E per la statua centrale -del Duca si facevano alcune riserve che pur oggi segnaliamo perchè siamo certi che, come i giudici senza dubbio avranno consigliato allo scultore, nel passaggio dal bozzetto all'opera definitiva, codesta statua acquisterà ì caratteri più acconci alla rievocazione — come allora scrivevamo — di « un Con' dottiero ormai quasi assurto al mito della Patria ». Cosi si conclude dunque questa vicenda artistica che ha appassionato non soltanto tutti gli scultori italiani ma l'intero Paese fiero del suo grande Duca: vicenda che ha fatto onore alla nostra scultura, oggi alla testa della scultura europea. Kù insistiamo sulla parola onore . Perchè se Eugenio Baroni e riuscito il fortunato vincitore della nobile gara, è doveroso rivolgere al suo competitore Arturo Martini il saluto veramente dell'armi. Erano in campo infatti, insieme con due opere, due principi estetici c due ideali umani. La battaglia è stata combattuta lealmente, generosamente, e genialmente; e se ad Eugenio Baroni va la legittima gioia e il giusto orgoglio dell'esecuzione del monumento, ad Arturo Martini resta la soddisfazione d'averci lasciato il ricordo d'una delle più belle [opere apparse nella scultura italiana di questi ultimi anni. mar. ber.

Persone citate: Arturo Martini, Duce, Emanuele Filiberto Di Savoia, Eugenio Baroni, Sartirana

Luoghi citati: Aosta, Roma, Torino