La svalutazione del franco belga nel programma di Van Zeeland

La svalutazione del franco belga nel programma di Van Zeeland La svalutazione del franco belga nel programma di Van Zeeland Bruxelles, 29 notte. Una foltissima folla gremiva stamane i pressi del Parlamento in attesa della dichiarazione ministeriale. L'aula del Parlamento e le tribune erano gremite. Apertasi la seduta, il primo Ministro, Van Zeeland. salito subito alla tribuna ha dato lettura della dichiarazione ministeriale i cui punti principali sono: necessità dell'abbandono della parità oro e conscguente svalutazione del 25 per cento del franco belga, ristabilimento delle relazioni con i Sorteti, richic- sta di proroga dei poteri speciali per un, anno. A proposito della svalutazioneI che « circostanze ineluttabili hanno rosa necessaria». Van Zeeland ha dichiara-1 to che egli resta fedele al principio del | tallone oro, e dopo avere auspicato di j vederlo ristabilito senza indugio e in I condizioni che assicureranno effettivamente il suo funzionamento internazionale, ha aggiunto che userà tutti i mezzi per affrettare la conclusione di un I accordo internazionale con il quale le j principali monete sarebbero nuovamen te stabilizzate sulla base oro in virtù I di un patto al quale interverrebbero altri grandi paesi del mondo e a un livello che non potrebbe, in alcun caso, essere inferiore al 30 per cento del livello attuale. La dichiarazione ministeriale, spesso interrotta dagli avversari della svalutazione, ha provocato commenti animati che fanno prevedere una forte opposizione dei circoli politici liberali e cattolici. Tuttavia sembra assicurata al nuovo Gabinetto, sostenuto dai socialisti, una debole maggioranza. L'impressione a Parigi Parigi, 29 notte. Sebbene la decisione del Gabinetto Van Zeeland di svalutare il franco belga abbia prodotto qui grande impres- sione, la stampa in generale si pronun- ' zia col molto riserbo in proposito. E' j noto infatti che la responsabilità im-imediata della caduta del Gabinetto ;Theunis e del mutamento di fronte me- Snetario operato dal nuovo Gabinetto, j grava sulla Francia e sul rifiuto da es-| sa opposto alle domande di aiuto ri- voltole a varie riprese dal Governo di j vBruxelles. L'aiuto che il Belgio chie-1 deva a Parigi non era un aiuto finan-'uziario, era un aiuto commerciale ossia un allargamento dei contingenti d'importazione fissatigli dalla Francia. Paese prevalentemente esportatore e per di più organizzato da gran tempo in vista dell'esportazione sul mercato francese, il Belgio soffriva da alcuni anni della chiusura quasi totale delle frontiere della vicina Repubblica, chiusura la quale paralizzava le sue esportazioni condannando la sua bilancia commerciale ad un crescente disavanzo e determinando crescenti uscite di metallo dalle sue casse e un costante indebolimento della sua moneta. Quando giorni or sono Theunis e Hymans vennero a Parigi essi avvertirono onestamente Flandin, Germain Martin, Lavai e Marchandeau che la situazione dtddLtuiClnon era più oltre sostenibile, e che o lajmFrancia abbassava le barriere dei con-i tingentamenti o il Belgio avrebbe ab-jjbandonato la parità aurea. Il Governo : cfrancese rispose di non poter fare nul-tla in favore dell'alleato . Le conseguenze le abbiamo vedute. Il signor Van Zeeland, che 6 stato vari anni vice-presidente della Banca zionale Belga e che di conseguenza è un tecnico della partita, ha giustificato il suo operato dicendo che dal 21 gennaio al 22 febbraio il Belgio ebbe a zione peggiorò e si ebbero 50 milioni di uscite il giorno 12; 77 milioni, il 13 . v^an, c*a:'tcdelamentare uscite d'oro per mezzo mi- fItalo di franchi. Nel marzo la situa- i l.. ...„.., ., e1S0 milioni, il 14; 354 milioni, il 15. Dirfronte ad una progressione cosi aliar- vmante, Bruxelles ha rinunziato alla!Ilotta. Convien riconoscere ad ogni mo- jsdo che lo stesso Van Zeeland dichiara | cnon solo di avere esitato a lungo prima: di arrendersi, ma di essere profonda-1 mente nersuasn che la svaliirnrinne 1 Si-n^sjs^.rss \^. . . , ' i ma un ripiego i» extremis che si adot-1■.-.„, , , , • punto un livello adeguato ai propr mezzi. La svalutazione attuata dal Belgio non e identica alla procedura: scelta da Roosevelt giacché questi co- minciò con il deprezzare il dollaro conta soltanto per necessità e con il prò getto di rinunziarvi non appena rag- provvediménti indiretti e lo svalutò uf- finalmente solo un anno dopo nel gen-| naio 1934. Non è nemmeno uguale alla ; procedura della Cecoslovacchia la qua- le nel febbraio 1934 si limitò a modifi-1 care la parità aurea della corona, n _ , . r . , , ; , Belgio comincia con lo svalutare la sua moneta ufficialmente e quindi pro-;roga il corso forzoso, di guisa che, nel caso suo, il deprezzamento segue la svalutazione invece di precederla. A | Parigi tuttavìa nessuno si domanda ., quale di questi nuovi metodi sia il migliore. Il Governo persiste nel restare fede-l Ic alla parità aurea e non intende servirsi della politica monetaria belga come di un oggetto di esperienza per proprio uso e consumo nonostante la campagna che l'ex ministro Reynaud vecchio fautore della svalutazione sta per iniziare alla Commissione finanziaria della Camera onde sfruttare il momento psicologico favorevole. Gli ambienti ufficiosi sono dolenti di quanto è accaduto e imbarazzati di avere abbandonato il Belgio alla sua sorte in circostanze così difficili. aM il loro pro- , gramma monetario non sembra esserI ne rimasto influenzalo, mentre al con trario la pronta dichiarazione italiana I 1 che esclude ogni innovazione circa il) | regime della lira vi è stata accolta con ' j viva soddisfazione. I C. P.

Persone citate: Germain Martin, Reynaud, Roosevelt, Theunis, Van Zeeland