L'ultima roccaforte espugnata

L'ultima roccaforte espugnata IL TORNEO DI SPADA A NIZZA L'ultima roccaforte espugnata pgaagavnctoree Mangiarotti secondo Nizza, 29 notte. \chLa. realtà ha sorpassato tutte le no- Hzstre più rosee speranze: siamo final-1 bemente ripagati con gli interessi della ''Imala sorte che in questo torneo ci ha\Spperseguitati per tanti anni. Per la vri-\Tma volta un dilettante italiano vince al ?/Nizza. per la primissima volta sono I ' w„„ .»„iì„„; i' • '/"ri L u, / rimangono in gara a\,odisputarsi «primo e « secondo posto h'econ un match che, comunque andasse, chdoveva lasciarci i nervi in santissima] caPttcp- In una gara a eliminazione diretta, 'ruUt cronaca deve essere in prima lineai hae per seguirla dovete ricordarvi conio Mieri sera, dopo ì gironi eliminatori, i 33 prconcorrenti si erano ridotti a 16. Si 0otrattava di accoppiare gli uomini in 8' 0 matches, e, poiché ì francesi che ave- sovano oltrepassato il primo ostacolo erano appunto in 8, ad ognuno di essi mè stato logicamente messo di fronte »wuno straniero. Battaglia, che doveva 'exncontrare Jourdan, è rimasto con Vav- \'"versarlo designato alla vigilia; Affo- sioni e Mangiarotti hanno, invece, I „ „,„•„, • , .. ,'., unscambiato i loro per non mettere dihnfronte al primo giro Agostani e Bar-[c}wret, considerati entrambi teste di scric.ìpeEcco i primi otto matches: Gadin bat-.date Botti mg per S a 3; Dulìeux batte \ foBeim per S a 7; Dentilo batte Deydier' spper 8 a 3. MPoi Battaglia contro Jourdan. Al- \ pl'inizio Jourdan attacca direttamente e! toarriva prima all'arresto di Battaglia,) nche intelligentemente cambia giuoco e,\ riHl'amminledasideHlaavLredopo tre colpi doppi, prende inteUìgen temente l'iniziativa. Tre «flèchesn e un arresto, quattro botte consecutive a favore dell'italiano: uno dei concorrenti più temuti è, così, eliminato, fra un po' di sorpresu, per 8 a 0. Tre italiani in finale Agostani non fa fatica a sbarazzarsi di Velili. V'è fra i due un netto distacco di classe. L'italiano vince per 8 a !). L'assalto successivo dtl, invece, un risultalo ben diverso da quello che la carta prevedeva: il tedesco Gciwitz fobaltc Pccheux per 8 a 7: un altro can-\dididato alla vittoria che crolla per ave-1 vire perduto la testa al momento buono. \ ceMangiarotti sale sulla pedana con un bcompito difficile. Le stoccate si alter- j senano quasi rigorosamente fra l'italia- cno e Barret. Mangiarotti svolge, però,' dun giuoco più vario, mentre Barret, intimidito dagli arresti, tocca più particolarmente alla mano o all'avambraccio. I due avversari arrivano lai. Barret parte come un razzo, ma è arrestato. Mercier si libera con qualche fatica di Bosenbauer e il primo giro è così terminato. A voler considerare gli otto superetiti come un nucleo di finalisti, vi troviamo S italiani, 3 francesi, 1 belga e 1 tedesco. La percentuale fra i porteci- qvfainluin■ apanri e i rimasti in gara è ora in van-,Ifaggio degli italiani. Ma questa è una ' ioconsiderazione dappoco: si tratta di vincere, non di salvare l'onore. Ed eccoci al turno successivo: Battaglia e Devillé. Il belga non ha un attacco potente, ma dispone di una bella precisione di punta. Battaglia prende vantaggio e lo conserva vincendo per 8 a 6. Le otto stoccate sono: quattro « flèches », tre attacchi diretti al braccio e alla gamba, una parata e rispo dncNdsosftlassta. Il belga ha, invece, segnato quasi I Eesclusivamente d'arresto. Godin batte subito dopo Geiwitz per 8 a 6, senza fare soverchia impressione; e quindi Mangiarotti elimina Dulieux con. una foga sbalorditiva, sorprendendolo sempre in velocità. Il francese tocca tre volte sole: una stoccata alla nwno e due arresti. Se Agostoni vincesse... ma, purtroppo, non vince. Di fronte a un Mercier che certamente non lo vale, egli fa un giuoco passivo, incerto. Più che imporre una tattica, si lascia imporre quella dell'avversario. Gli otto colpi sono qualche volta troppo brevi per potersi rifare anche di qualche disgrazia: Mercier è in vantaggio per 5 a 7. Agostani riesce a pareggiare, ma prende l'ultimo: un arresto. Ormai sono in latta per il primato quattro uomini soli: due italiani, Battaglia e Mangiarotti, e due francesi, Godin e Mercier. Battaglia comincia con l'osso più duro. Goditi parte all'arrembaggio; l'italiano, arrestando, o ha precedenza o fa colpo doppio. Nò varia la tattica che lo ha portato in vantaggio. Poi, aumentato il distacco, chiude con una botta, diretta alla gamba: 8 a 5. Mangiarotti si libera, di Mercier anche con maggiore facilità e, per giunta, con una scherma solida e ricca, chiarissima, bellissima. Mercier tocca quattro volte sole con attacchi diretti al braccio e una risposta sul ferro. Fra due azzurri Assistiamo senza emozione alla disputa del terzo posto fra i due battuti (Godin batte facilmente Mercier per 8 a 2) e poi ci gonfiamo di orgoglio all'insolito spettacolo di due italiani che si contendono a Nizza la vittoria del fumoso torneo. Siamo al match finale. Battaglia è toccato per primo con un prolungamento di attacco. Quindi Mangiarotti è colpito da una parata e risposta, mentre subito dopo uno stupendo filo di terza e un nuovo attacco al petto portano il ragazzo in vantaggio, prima per Sale quindi con 4 a 8 in seguito a un colpo doppio. Forse egli sente clic stu per avverarsi il sogno più grande che poteva sognare: 'ma Battaglia non molla. Una a flèche » e tre arresti subito dopo danno a Battaglia quattro colpi a favore consecutivi. Le posizioni sono invertite: 6 a 4 a /nuore di Battaglia. Vii colpo doppio, un altro colpo doppio. Battaglia vince, così, per 8 a 6 e la classifica è così stabilita: 1. Bobcrto Battaglia (Italia); 2. Edoardo Mangiarotti (Italia); 3. Godili (Francia); 4. Mercier (Francia). C'è qualcuno che pretendeva di più dagli italianif Per uno che cade ce ne sono due che balzano dalla trincea e che espugnano la posizione. Questa è la nuova tattica della guerra e dello sport. Questa è l'affermazione sicura nnrlpCngtfetofp.vcmctrotileibevprllpdees \che la scherma italiana non sì cristal Hz~" >» una piccala cerchia di uomini 1 beneficiati dalla sorte. Battaglia e ''In"!li"roUi n"n>,° aen meritato dallo \Sport i,<aia"° c> Voiché non vogliamo \Te rCsti nePV™e '« Piil delle om- l ?/V" vittoria senza prceeden- I ' \dlC,'""° *""he Battaglia e Man '/""otti non hanno chiesto nulla alla \,ortum d,um ch hnU(llc cumc h'eliminazione diretta senza «repe chage », con la fortuna ha sempre qnal] casa da vedere. Battaglia aveva vinto Ieri il suo gi- 'rune davanti a Pecheux e a Deydier; i ha battuto oggi in match, oltre che Mangiarotti, tre uomini che non sono precisamente tre sconosciuti: Jourdun, 0odili (entrambi già vincitori a Nizza) ' 0 Deviìló. Ha avuto davanti a sè, in somma, il meglio del torneo. Discutere S!(a scherma semplice, istintiva e maU"ri "'l P°' dementate, un tantino »w>'otona, sarebbe oggi profondarne.)! 'e !".'""s(o> co'»e pretendere che Bat \'"J ?088a *P°te™ »f /"«''''° eiò che Wtpjpiesta volta. A noi basta Ver I ,r .tìT-^"'? 'lltr">»l"torcl.dl , un grande torneo ed egli deve sentire, hnsicmea Mangiarotti/la riconoscenza [c}w Ijh schcrmitori italiani qli devono ìper llvcre sfatnta una pcnòsa ieygen. .da, per avere espugnato l'ultima rocca \ forte che restava da conquistare allo ' spadismo d'Italia, Mangiarotti! E se dicessimo che la sua \ prodezza ci sorprende fino ad un cer! to punto? Questo ragazzo di sedici an) ni ci ha convinto alla sua prima appu\ rizione. Da Tripoli al campionato d'Ita Ha dell'anno passato, avemmo persino l'ardire di telegrafare il suo Home come quello di un possibile vincitore. Egli mantiene le promesse, possiede le carte in regola per salire rapidamente. Ha le basi schermistiche che gli vengono dal lavoro disciplinato, la prestanza fisica, il senso della spada, il puntiglio del carattere, il goniacoio della razza. Ha succhiato con il latte l'avidità della gloria. Ma perchè ha pianto dopo avere perduto l'assalto con Battaglia? La sua prodezza è già grande: non sarebbe stato il trionfo un peso troppo forte per le sue esili spalle'? Anche Go\din, il vincitore dell'anno scorso, ha a1 vitto più. danno che vantaggio dal suc \ cesso insperato. Spada, spada, come n bisogna saperti impugnare per vincere j sempre.' Ne sanno qualche cosa i {rati- cesi: tutti i loro hanno lasciato bran,' delti di orgoglio al torneo di Nizza di . quest'anno. I vecchi che crollano, i gio vani che non reggono. Tutto è da rifare. Fra tanto grigiore noi indiamo, invece, splendere te alme come i più luminosi meriggi. Nedo Nadi