Jacob è in Germania in stato di arresto

Jacob è in Germania in stato di arresto UN MISTERO SVELATO A META' Jacob è in Germania in stato di arresto Berlino, 29 notte. L'Agenzia ufficiale del Reich conferma oggi che il giornalista emigrato Salomon, detto Jacob, che, secondo la versione svizzera sarebbe stato rapito \ da agenti della « Gestapo » e portato a viva forza su, territorio tedesco, si trova attualmente in Germania in stato d'arresto. Egli, afferma il D.N.B., fu arrestato su suolo tedesco dagli agenti della polizia confiìiaria, perchè trovato in possesso di documenti scaduti. Successivamente si riusciva a accertare la sua reale identità, e il fermo veniva tramutato in arresto, dato che contro il giornalista era stato •spiccato a suo tempo, mandato di cattura per alto,tradimento. L'inchiesta ha accertato |che il Jacob aveva varcato clandesti- jnamente la frontiera, provenendo dalla Svizzera, col proposito di incontrarsi iit una località del Reich con alcuni suoi in/ormatori. |L'agensia ufficiale rileva infine che soltanto oggi la competente autorità ha creduto opportuno di dar notizia dell'arresto, dato che erano in corso delle indagini per individuare i complici del giornalista. Wesemann tentò di rapire il capo degli autonomisti della Saar Parigi, 29 notte. Il Sostituto Procuratore generale di Basilea, signor Lutzelschwab, arrivato a Parigi sabato scorso per iniziare una inchiesta sul rapimento del giornalista tedesco Bertoldo Jacob, è ripartito a mezzogiorno per Basilea. Prima di partire, egli ha dichiarato ai giornalisti che durante la sua permanenza a Pa- rigi aveva raccolto parecchi elementi ed aveva ricevuto molte indicazioni e moltissime denunzie, senza che nulla però gli permettesse di considerare gliuni e le altre falsi o veritieri. Wasemann è stato certamente in re- iazione con numerosi suoi compatrioti emigrati ed è da supporre che le con- versazioni che egli ebbe con dei gior- nalisti e uomini politici dovevano ser- vire per i suoi progetti. Ma le persone che si credono oggi vittime designate, sono troppo numerose perchè si possa credere che egli abbia pensato a farle sparire tutte. La smania di fare desta- ta, del resto, nei circoli dell'emigrazio- ne tedesca dall'affare Jacob ha un po' ostacolato le ricerche della polizia, da- to l'eccesso di zelo dei suoi informatori. tn questo momento sono messe in cir- colazione, in quantità, favole ed inven-zioni ed ovunque si scorgono agenti della « Gestapo ». Vasta organizzazione E' necessario quindi fare una discriminante severa fra gli elementi raccolti. Pel signor Lutzelschwab è però fuori di dubbio che si tratta di una vasta organizzazione, di cui Weseman non era che uno dei numerosi agenti d'esecuzione. Ad ogni modo, la giustizia e la polizia svizzera sono fermamente decise a chiarire la faccenda. Sono dunque da accogliere con prudenza le numerose voci che circolano in questo momento. I tedeschi hitleriani che lavorano a Parigi e in provincia non sono certamente tutte spie 0 agenti segreti. C'è il caso di una piccola colonia tedesca stabilitasi a Pont de l'Arche, ove si sta allargando attualmente il ponte della strada nazionale 182 che conduce da Parigi a Rouen, piccola colonia nella quale v'è chi vorrebbe scorgere il famoso « centro » della « Gestapo » di cui si parla da ieri. L'impresa cui sono stati affidati questi lavori, cominciati 18 mesi or sono e attuati in conto prestazioni in natura, è un consorzio formato dalla ditta Butze Sager e Woerner; i lavori sono diretti dall'ing. Kuhne, che durante la guerra sarebbe stato maggiore nell'esercito tedesco, che è assistito dall'ing. Fures, 11 quale, secondo alcuni giornali, sarebbe qui distaccato dalla Reichswehr. L'impresa impiega 74 operai tedeschi, due polacchi, due belgi e 38 francesi. Gli ingegneri ricevono frequenti visite di tedeschi stabiliti a Parigi, e a quanto si afferma, un tedesco, i cui connotati corrispondono a quelli di Wesemann, si sarebbe recato il 24 febbraio scorso a far vusita al dottor Kuline. Da questo a dire che il rapimento di Bertoldo Jacob fu deciso dalla « Gestapo » quella sera, non c'era che un passo, che è stato prontamente fatto. Ma nulla permette di ritenere che la cosa sia esatta. Però, in seguito alle voci corse intorno alla colonia di Pont de l'Arche, l'Ambasciata tedesca di Parigi ha convocato il dottor Kuhne per stasera, E' da aggiungere che nel 1914 i tedeschi tentarono a Pont de l'Arche una incursione alla vigilia della Marna, che fortunatamente non riuscì ma che costò la vita a parecchi coraggiosi abitanti. Intanto il Commissario Guillaume, continuando la sua inchiesta sulle mene di Wesemann, che appare sempre più \ un vero agente provocatore, ha udito parecchi profughi tedeschi, fra gli altri il giornalista Hellmut Klotz, Arturo Wolff, Hellmut von Gerlach, ex-presidente della « Lega tedesca dei diritti dell'uomo », e il dott. Wolfango Hall garte, i quali hanno tutti conosciuto il Wesemann in Francia. Concordemente essi hanno dichiarato che il Wesemann all'Inizio della loro relazione, sembrava disporre di poche risorse, mentre invece negli ultimi tempi sembrava possedere molto denaro. Non appena uno di questi testimoni aveva pubblicato un documento sugli affari tedeschi, Wese mann si informava della sua origine e cercava di sapere se fosse seguito dalla, pubblicazione di altri documenti. Nes | Suno di questi testimoni è stato però j invitato dal Weseman a recarsi in Sviz zera. Uno dei testimoni ha ricevuto a Pa rigi, il 10 marzo, una lettera imposta | ta a Londra l'8 marzo e scritta dal We- igcmann. Ora, a quella data, il Wese [mann aveva lasciato la Francia per ; passare in Svizzera. E' dunque un com ] pijce a; Wesemann che si trovava in I Inghilterra, che ha impostato la lette ra l'8 marzo, evidentemente per forni re un alibi al Wesemann stesso. Il We semann avrebbe pure esplicato la sua attività nel Belgio. Di recente, quando lasciò Londra per recarsi a Basilea, ai fermò a Bruxelles per ristabilire i contatti col suo corrispondente tedesco rifugiato a Ixelles, ma non potè vederlo perchè aveva cambiato di abitazione. Le dichiarazioni di Max Braun Da parte sua, l'agitatore socialista saarlandese Max Braun pubblica sul «Pariser Tageblatt» alcune interessanti I informazioni sull'attività di Wesemann j nella Saar, durante il periodo che pre j cedette il plebiscito, . Già a quell'epoca Wesemann dove va, per incarico ricevuto dalla « Ge ■ stapò », condurre Jacob, di cui si ser ! viva per trovare agenti presso i pro ' pagandisti dello « statu quo », vicino ai i confini della frontiera tedesca, dal lato j di Blescastel. Da quel comune era già j stato rapito l'ex-deputato del Centro ! cattolico Imbusch. Max Braun, che nu Itriva per Wesemann limitata fiducia, i avverti la polizia internazionale saar ; landese, che stabili dei posti di sorve ' glianza a Blescastel allo scopo di ina i pedire qualsiasi incursione nazista : Wesemann aveva tentato di rapire an ■ che Max Braun: era riuscito ad intro j dursi nel suo intimo ambiente ed otte 1 nere informazioni sui suoi viaggi, sul la sua scorta, sui suoi progetti. Max Braun si ricorda ora che Wesemanncol pretesto di interessarsi alla sua sicurezza, gli aveva chiesto se fosse sicuro del suo autista, se la sua vettura fosse sufficientemente veloce e se portasse seco armi per difendersi, qualora fosse stato necessario.