Le richieste del Pubblico Ministero al processo di Atene

Le richieste del Pubblico Ministero al processo di Atene Le richieste del Pubblico Ministero al processo di Atene Tredici condanne a morte, 7 all'ergastolo, 4 a venti anni e altre minori - La sentenza per oggi pomeriggio (DAL NOSTRO INVIATO) Atene, 2S notte. Grande attesa ogni nell'aula del Tribunale militare per l'ultima udienza del processo contro l caporioni della sommossa ateniese. Nessuno degli imputati è entrato sorridendo, nessuno ha sentito la necessità di intrattenersi col proprio avvocato. Il collegio dei difensori era al completo. Prima che il presidente, generale Bakopulos, facesse il suo ingresso con la Corte, tutti hanno largamente profittato della concessione di fumare; ma allorquando Bakopulos è giunto, si sono visti ventotto volti di individui fra la. vita e la morte dirigersi verso di lui, rivelando ansia e dolore. L'inesorabile requisitoria Il Pubblico Ministero, tenente colonnello Vagenas, prendendo la parola per la sua requisitoria, ha ad un tempo accresciuto e diminuito la tensione. Il rappresentante dell'accusa nell'esordio ha voluto manifestare tutto il suo dolore per vedere sul banco degli accusati ufficiali alcuni dei quali era stati suoi compagni od allievi; ma ha aggiunto che questa pena non gli avrebbe impedito di assolvere il suo compito. Vagenas non ha risparmiato attacchi e critiche all'indirizzo di Venizelos, chiamandolo il demone della Grecia e un vecchio sanguinario, definendolo avido di potere e sempre desideroso non di mettersi al servizio del Paese, bensì di mettere il paese al proprio servizio. Nel sacro nome della patria, l Pubblico Ministero ha esortato i giu- dici a passare al di sopra di ogni sen timento umanitario e di ricordare conSocrate che la Patria viene prima dei genitori. Il grande legislatore atenieseDracene diceva che se le leggi non ven-gono messe da parte sia per favoriregli amici che per malcompreso senso di umanità, non si giunge al punto dldover giudicare nefandi delitti. Riuol-bendosi agli imputati,l'oratore ha chie-sto loro con amarezza- se sappiano che loro allenti nel delitto si sono arresi proprio ai bulgari e che le ossa di croi-cj uljininu fJreci fremono di orrore,mentre le navi con alla testa l'Averoff. dirette «verso le smmde della SMtlMtàiZT^J^ uto della libertà, ma l'onta ». n miestn tntt>rmt>z*n nnlitirn yJgg, £ ™9*n™, 111 j] t. £„mputati se si siano reso conto di tuttoH loro operato enunciando e cdlcandoe tjute SHlle conseguenze materialidell'attività rivoluzionaria. Il rappre-se„tantp dell'ac rappre-sentante dell'accusa è convinto che la Repubblica non avesse per gli imputati altro significalo che la presenza al po-ere del binomio Venizelos-Plastiras. Ma gli ufficiali repubblicani francesisi sono realiste ' allarmati per manifestazioni i, perchè essi rispettano la vo-ontà della Francia e del popolo fran- Vagenas rimprovera agli impu- fati di aver mirato a riorganizzare J'e-I sercito con elementi di bassa lega ed|a Imporre ad Atene il primo marzo] una notte di San Bartolomeo. Egli è convinto della responsabilità di tutti gli accusati, eccezion fatta di due borghesi, e, occupandosi quindi di ciascuno di loro, si sofferma sul colonnello della riserva Spais, il cui semplice nome, dice, ricorda un orribile passato. Sotto il cielo di Grecia non esiste un uomo che possa dubitare della parte attiva da- lui sostenuta nel complotto Venizclos-Plastiras. Clic Spais non abbia avuto successo è peggio per lui, oggi è necessario che egli paghi. Riassumendo, il rappresentante dell'accusa ha chiesto tredici condanne a morte, fra cui quelle dei colonnelli Spais, Sarafis, dei tenenti colonnelli Zigantes, Stefanakos, dei capitani Zigantes, Triantafillidis; sette condanne all'ergastolo; tre a venti anni di lavori forzati; due a sei anni della stessa pena; una a venti anni di carcere; due assoluzioni, più la degradazione per tutti gli ufficiali. Una voce più clemente L'impressione nell'aula, specialmente sui banchi degli accusati, è stata sensibile, giacchè nessuno si aspettava richieste tanto severe. Dopo una- sospensione di dieci mitttt-l ti, si è levato a parlare il Sostituto i Pubblico Ministero Constantinu, unì magistrato di carriera, che ha il cóm i plto di curare la parte giuridica del processo, e che si è ricelato molto più] mite. Constantinu ha rimproverato ai ribelli di non avere riflettuto che dall'avventura alla quale trascinavano la patria dipendeva la sicurezza delle frontiere greche; Costantini! chiede la assoluzione degli studenti di Calimno considerandone dubbia la responsabili tà e sostiene l'opportunità di fare uso della clemenza verso tutti gli imputati l>">'chè * wl responsabili s,mo riusciti " fuggire e sarebbe ingiusto infierirej '^rso i presenti. Non bisogna dimenti rorR che le persone coinvolte nel mocimento sedizioso sono 6S0 e sarebbe "n .<7!Wl'° applicare sanzioni estreme. "1 regimi — esclama l'oratore — non vengono consolidati nel sangue ma col huon governò; si prenda esempio da Mussolini i, Prega infine i giudici di restringere le condanne a morte al mi- wiwo però per l imputato tenente Mabatteria del Licabetto domanda. Verga- . ' ,„ . . ,. s^ ^^^^ p'lbhlir-> Ministero. Nell'ultimo tardo «c»vn»»mv nudo pomerìggio hanno cominciato a parlare gli avvocati di tensori i quali sono una ventina. 0« alcune parli si afferma che il Presidente intenda continuare il prooesso tutta la notte, in maniera da po ter emettere la sentenza- verso le tre °ile quattro del mattino; è però rerost-1 mile che la sentenza venga pronun ziata soltanto nel pomeriggio di do mani. Pronostici sul verdetto Ancora adesso i pareri circa il carattere del verdetto differiscono. E'\ fuori dubbio che nelle sfere governa-\ tire prevale la tendenza a non infierire,1 mentre elementi radicali dello stesso partito e vaste correnti popolari rccla-\ mano una esemplure punizione af fin-I che gli eterni rivoltosi non, possano', sempre contare sull'impunità in caso': di insuccesso. I più intransigenti nel-\ l'invocare le esecuzioni sono coloro i quali sostengono che i venizelisti se\ avessero vinto si sarebbero affrettati a punirli colla severità che invece it vincitori esitano ad applicare. D'altro canto siccome per tredici anni hanno' rimproverato ai venizelisti lo sei famose fucilazioni ripugna ad alcuni di\ mettersi nella condizione che ha tanto nuociuto ai loro avversari. Stando alle apparenze bisogna tuttavia, ritenere che. tre o quattro esecuzioni saranno] inevitabili. L'angusta aula in cui siede il Consì- ì glio di guerra è piena zeppa e vi si respira un'atmosfera pesantissima non, soltanto a motivo della folla ma perchè si sente che fra quelle povere pareti si recita un at'o di una tragedia nazionale alla quale pur si vorrebbe dare un felice epilogo. Nè è possibile dimenticare che questa tragedia è sta-' ta concepita e mcs.-.a in scena da inariditi che hanno poi abbandonato sul luogo dell'azione piccoli attori colla] stessa indifferenza degli scassinatori che lasciano » grim«ld>'lli alla polizia. I. Ziasarelli

Persone citate: Costantini, Mussolini, Vagenas

Luoghi citati: Atene, Calimno, Francia, Grecia