Il dramma dell'abdicazione

Il dramma dell'abdicazione Brani di storia napoleonica svelati ai lettori de "La Stampa Il dramma dell'abdicazione Aprile 1814: " Poiché le potenze alleate dichiarano che l'Imperatore è solo ostacolo al ristabilimento dellapace... W-Le preoccupazioni per la sorte dell'Imperatrice e del Re di Roma-Brusco voltafaccia di Maria Luisa i o o o e e Mentre a Parigi regna il disordineI più assoluto e questo disordine si! estende dalle piasse e dagli strati ir-l responsabili del paese ai palazzi di i governo e, alla stessa Reggia, Napo-\ leone è informato a Fontainebleau che\ l'Imperatrice è partita da Parigi. Poco dopo, a Essonnes, è messo al corrente della battaglia impegnata. Cerca di affrettarsi a Parigi per ristabilire l'ordi-. ne, rinforzare gli animi delle persone', cui aveva affidalo la, direzione della ] cosa pubblica durante la sua assenza,1, persone che si erano mostrate e si mostravano nettamente al di sotto dei loro compiti. E si mette in strada: senonchè giunto nelle vicinanze di Athis incontra un gruppo di cavalieri sbandati: essi fanno parte dcll'avanguar- • dia di Mortier. « Alt — comanda l'Ini' peratore — come mai vi trovate qui ? , dove è il nemico ? dove è il vostro esercitot chi protegge Parigi? dove è\ l'Imperatrice? Giuseppe? Clarket et Marmont 7 E i miei soldati ? ». — L'esercito? — risponde il gene-] raìe Bclliard — Si fratta di operai, di studenti, di uomini della Guardia Nazionale, in totale ventottomila baionette che hanno resistito — ma soltanto per poco — a centoventimila uomini. Marmont? è senza artiglieria. Giuseppe? in fuga. Le truppe? hanno abbandonato la capitale ». — Tutti hanno perduto la testa — ruggisce Napoleone — coraggio, bisogna andare a Parigi. — E' troppo tardi — commenta addolorato Caulaincourt. E l'Imperatore, annientato alle tre del mattino del 31 marzo, siede al tavolo dell'ufficio postale per scrivere: <r Amica mia, sono venuto qui per difendere Parigi: ma non sono più in tempo. La città si era resa nella serata. Riunisco il mio esercito verso Fontainebleau. La mia salute è buona. Soffro di quello che tu stessa soffri. Nap. ». Poi si reca diretto a Fontainebleau il SI marzo di sera. « Mia buona Luisa, non ho ricevuto tue notizie. Temo che tu sia troppo addolorata per la perdita di Parigi. Ti prego di avere coraggio e di badare alla tua salute che è cosa preziosa. La mia è buona. Dà un bacio al Reuccio e amami sempre, tuo Nap. » « Cerca di darti coraggio... » / lettori ricordano che, durante i giorni tragici del passaggio della Beresina, Napoleone con squisita delicatezza aveva tenuto velato alla moglie gli orrori della situazione. Ma ora, preso dall'angoscia morale, l'uomo che fu il più potente d'Europa, pensa prima di tutto a lei per ispirarle coraggio e rassegnazione. E il S di aprile alle tre del pomeriggio da Fontainebleau Napoleone scrive: < Mia buona Luisa, ho ricevuto le tue lettere dell'uno e due aprile. Spero che il riposo di oggi abbia riparato I alla fatica di quelle due giornate e ti labbia rimessa in forze. La tua salute Imi preoccupa molto, hai tanti dispiaceri che io temo tu non possa sopportarli: e questo costituisce una parte dei miei dolori. Cerca ad ogni modo di farti coraggio e di stare bene. Dà un bacio a mio figlio e non dubitare mai dei miei sentimenti. Nap. ». In un'altra lettera scritta nello stesso giorno alle sei di sera, Napoleone dice: « Amica mia, l'auditore Paravicini giunge qui portandomi tue notizie. Tu puoi: 1) fermarti a Blois; 2) inviarmi chi credi e allontanarti ancor più; 3) pubblicare proclami e adunare assemblee ed informarmi di quello che fa il Governo provvisorio di Parigi; 4) scrivere una lettera molto sentita a tuo padre per ricordargli te stessa e tuo figlio; invia tale lettera per il tramite del Duca di Cadore. Fa sentire a tuo padre che è giunto il momento in cui egli può aiutarci. Addio mia amica. Tutto tuo Nap. ». L'Imperatore, anche lui, è preso dallo sgomento. Ha fatto in queste ore di disperazione' un'offerta di abdicazione, ma la risposta dello Zar Alessandro recata da Caulaincourt è secca ed esclude la possibilità di una tale soluzione: « Cosa ce ne facciamo dell'Imperatore? Il padre è un ostacolo al riconoscimento del figlio ». Questa è la risposta degli alleati uifroHosi. Mentre Caulaincourt è in preda a una coster- ncddssldI capitoli introduttivi e le precedenti puntate dell'Epistolario napoleonico sono apparsi sui numeri del 3, 7, 10,13,15, 17, 20, 22, 24, 27 febbraio, e 1, 3, 6, 8, 10, 13, 15, 17, 20, 22, 24 e 27 marzo. t ] nasAone silenziosa, lo stato maggiore] napoleonico, riunito in un salotto vi--cino si ribella e dichiara che è l'ora' di finirla: sottomettersi più a lungo sa- rebbe spingere l'obbedienza oltre il li-, mite dove questa diventa schiavitù...; l'Imperatore non ha il diritto di fare' precipitare tutti insieme a lui...; si éj costruito da solo il suo destino, tocca] quindi a lui solo subirne le comeguenzeA // maresciallo Ney, eccitato da awc-'sta veemenza, si avvia verso il gabi netto dell'Imperatore: — Sire — dice rudemente di finirla! La vostra situazione e q demente - è orasituazione è quella ! toccato al nonno, l'Imperator stria, intervenire per salvare tino la corona. « Vira l'Imperatore » — Vecchia Guardia allorchè, fra le fr«p-|pe è fatta passare la paróla che Veser-\cito 'si sarebbe diretto su, Parigi pei- vincere la debolezza della città e di-!fenderla dagli invasori. Ma gli altri?\le eccellenze, i duchi, i marescialli? Napoleone capisce che non può appoggiarsi a questi come avrebbe potuto ! appoggiarsi ai suoi vecchi fida fissimi soldati. Il giorno 4 firma l'atto di abdi- ■ cazione. I » jj- • u .• : L addio ai Soldati | « Poiché le potenze alleate dichiara- ; i che l'Imperatore Napoleone è il so-1lo ostacolo al ristabilimento della pace ': in Europa, l'Imperatore Napoleone, /edete al suo giuramento, dichiara dj iooo.o % w,.t ♦„„„„ if5?!L8.-P; cende!l d?1 _fr°,m>a a I lasciare la, Francia e anche la vita, per. t( bene della Patria, inseparabile dal, diritto di suo figlio e di quelli della reggenza tenuta dall'Imperatrice e del mantenimento delle leggi dell'Impero, Scritto nel nostro Palazzo di blean il J, aprile 1811, ». , All'indomani Napoleone comunica la\sua decisione all'esercito: «Il soldato : divide la fortuna o la sfortuna del suo aenerale. il suo onore e la sua reli- òione l'onore dell'Imnero non sarà ' mai in contrasto conVia felicità dell a Francia» " .. .Egli — Napoleone — non e più nul- la. La sua suprema speranza è il pas- so che Champagn-u, Duca di Cadore, sta per fare presso l'Imperatore d'Alt-1 »tria, recando la seguente supplica dell'Imperatrice: «Ancora una volta, mio carissimo padre, ve ne supplico: abbiate pietà di me. Vi affido la salvezza di quello che ho più caro al mondo, di un figlio... Amerei moltissimo, jiiù in là negli anni, poter dire che esso deve essere grato a voi della sua foli , 77 r.„i7„,-„ „„„ „„„:Il colonnello Gallois pai te con una nuora lettera, datata da Fontainebleau il T aprile, per Maria Luisa. Essa dice: « Mia buona Luisa, j le. Da essa la tua salute apprendo con piacere che,te resiste. Temevo molto ho ricevuto la tua lettera del 6 a^prirj ] che avvenimenti cosi gravi come quel-|-\i che succedono ora distruggessero ' completamente la tua salute. Sono molto ansioso per il destino tuo e dìI, mio figlio; pensa che non ho preocr.u- pozioni per me. Dà un bacio a mio ' figlio e scrivi a tuo padre tutti i gior- j ni in modo che egli sappia dove ti tro- ] vi. Addio mia buona Luisa. Il mio cuo- A Te si commuove pensando ai tuoi do- 'lori. Tutto tuo: Nap.». ""suo/edele che da «i- ! f?l^! |"'n -\con spaventevole ansietà notizie da - fontainebleau. Esse arrivano il doma- -!"» e 0 9Ìorno successivo. Nelle prime \due di Ireste lettere Napoleone dice: \< Amica mia, ho ricevuto la tua lettera del gior- \o ! no'"£ ^^^^SmlìSS^1^"^ i tua gaIute è migliore di quella che si ■ potesse immaginare, date le inquieti!- dini attraverso le quali passi. E stato : nSmin8 rfon'Tm'JJirnlnro Vi^^^Zul esSmre venuto *da te pe? scortarti fin | qui : ma io ti ho fatto dire di fermarti ; ad Orléans perchè anch'io sono in prò- 1cinto di partire. Aspetto per far questo, e ': che Caulaincourt Bbbia deciso le condi , 7-ionl con Eli alleati. La Russia de3idej ra che io assuma la sovranità dell'Isola idElba dimorando in quel territorio; tuì I la sovranità sulla Toscana per tuo figlio . che dovrebDe stnre con fe, il che ti , metterebbe in condizione di stare con' me sino a che non ti fossi ambientatal e di poter vivere in una regione il cui , cnma è favorevole alla tua salute. Ma f.e*^™^ , ^^pad^ ril%Cntt°Sem1« più a\accanito. Non so quindi cosa sia stato o : deciso. Sono addolorato di non poter o dividere con te altro che la mia avver- - sa fortuna. Io avrei lasciato la vita ne!à ' non avessi pensato che ciò avrebbe rad- a doppiato i W mali. Se la signora Montesquiou vuole continuare fino al .completamento l'educazione del Re di Roma, è padrona di farlo, ma non deve - imporre a se stessa sacrifici troppo , grandi. Suppongo che la signora Me- -1 sgrigny ( ?j stia tornandoa Parigi. Non o , ù o so cosa intende fare la Duchessa, tut- tavia penso che ossa intende per ora neT^rG^sew^trettoto E Re Girolamo, altrettanto a Madama, al- trettanto alle Principesse Paolina e Eli- sa. il che fa in totale sei milioni. Emetti un decreto a questo fine e che le prin- clpesse si rechino a Marsiglia e a Niz- „:•: .3 v » sv- — r ;= ia to per ridurre la tua servitù a quel nu: u mero che e necessario e composto di : gente di buona volontà. Due dame di j compagnia mi accompagnar li sembrano sufficienti per, -ti. Ciò diminuirà l'imba- e, che siano pagati 1 salari fino al primo o luglio di tutti quelli che devono se- rj^^^^tì^tts^^noV^o^ne^e^ |guirti. Viaggeremo con gli equipaggi di|u scuderia e con cavalli di sella. Addio mia bu°na Luisa. Ti compiango. Scrivi IMr^tePrfMChè per^ non voglio Stro / £he j'jgnla d'Elba. Addio mia amica. Dà un bacio a tuo figlio >. \ Questa lettera non è firmata II r/ior- ,. . , ■ ■ \- « "° ' cinque aei pomengjio, aa- c P°leonc scra'e ancora: | «Amica mia, ricevo la tua lettera M galnt Aignant e l'aiutante di campo! ! dell'Imperatore di Russia erano arri- Nella frase « se vuol venire », con . j '\ n„ta in quest'ultima lettera, c'è una' straziante notizia: l'Imperatore infatti^\rìmelte aUa Imperatrice la decisione - \che lui stesso desidera con tutto il cuo-\ e e in cui si capisce la ragione della'^ lettera cifrata che ha scombussolato ' Ménéval. Maria Luisa coglierà l'occa-\ sione che le si offre? Essa dice: « II] mio dovere è di trovarmi vicino all'Im-\ Peratore ìlel momento in cui egli deve essere enormemente infelice. Voglio >'ag giungerlo e sono sicura di trovarmi1 bene in qualunque posto io sia, purché vicino a lui». ì o Un « aVVOCatO del diavolo» « , signora De Lucay, una valorosa ' moglie che aveva rischiato due volte la vita durante il Terrore per salvare il i marito, decide segretamente Maria' a Luim a partire per Fontainebleau. t/nI esce semivestita dal proprio gabinetto di toeletta, attra- \ o versa la terrazza e si butta nelle brac- r cj0 della signora di Montesquiou, per- .„__ riai,ln a infleisiMln nel rnmm- e!*»**, '* * ^'"X essa teneva'- wenlo atqueue virili cneessa zeneva a m più alto onore. Maria Luisa sta per partire. Già ai piedi di una scala se- i f(J stende una vettura quando vie-'e ;, ™M„M_i„»n „„„ bw,mn ji r,„- i,„ „',„,,' siP; Z„a \"L„ P - /"'enza ne/asia si e /aita, troppa e sempre .sentire sulla debole ^ Impera-1 rrice. Maria Luisa, turbata da questa a imprevista visita, nasconde la sua da- e >na di compagnia.. ia signora di Lu,ay,1 - m "na cameretta vicina, da dove si po- levano ascoltare le più mormorate fra- ■ i si della conversazione che stava per - cominciare. E questo perfido consiglio- riesce a mutare in diserzione la ge- i«- • « — : m(l(,nma di L,lcay> Slla mocera, noni i memorie chi fosse oucl-i ""° »e'le *"c memo \e cui /osse quei-, r, l'« avvocato del diavolo». Napoleone, - vicino a Maria Luisa, aveva messo un \ o dovei-a tutto, perfino la possibilità di - «Posarsi: un giorno in cui era di buon] ^ """^.„di,,f"* *f'^^^^ì |umore, Napoleone aveva chiesto al suo segretario: «Quando vi sposate Meni-' vax0ff „ g siccome il segretario con-i /e»*01'0 &* sua ripugnanza a sposare' una donna più ricca di lui, l'Impera- \tore aveva ribattuto: «E' giovane? éi he''n * Piacevole? ». «Sì, Maestà ». j«Quale è l'ammontare della sua dotei che costituisce i<ostncolo al --ostro ma-1 | trimonio? ». « Trecentomila franchi, Maestà». «Sta bene: ve ne dò aitret-|! « « . .. | OOnO pieno Ol Coraggio » j tutte le pieghe della sua cattiva for- \ \tuna o ritirarsi sia in uno Stato che i')una ° nnra™ sia »n »B0 Malo chi ^ lenga assegnato, sia presso suo pa e dre Vitando con eè mio figlio». -\ Napoleone è giunto al punto di doa'ver chiedere al suo segretario cosa ha 'intenzione di fare sua moglie. E duran\te questi giorni Metternich lavora a ]disunirli e allontana.-li. Bausset, inca- \ricato dall'Imperatore di consegnare : una lettera all'Imperatrice che si trova a Orléans, passa da Fontainebleau do-11 ve l'Imperatore gli consegna un'altra lettera datata da Fontainebleau in giorno 11 alle ore 9. Eccola: |« Mia buona Luisa, ho ricevuto la taiy^^Tt^aolo^^Ò^YuSìcuore; e sono 1 soli dolori che non pos-ì!so sopportare. Cerca Quindi di suDera- re ie avversità. Questa sera ti invierò I particolari circa le decisioni che sonoi state prese. A me sarà data l'isola di i' Elba e a te e a tuo figlio Parma Pia- Icenza e Guastalla. Si tratta di unoj Stato con quattrocentomila anime ej \ «« renate tra tre e quattro milioni. | ^°.la tu avr^' almeno un palazzo e un: Pae„s*f!^^ S'orno neua mia isoia aejidb n stan-1'Shtel',ebbe.e 10 U dl^errel T°S°' flòcnei fatalmente avverrà quando sarò vec-; chio e tu ancora giovane. Metternich è! a Parigi. Non so dove si trova tuo pa-1'dre. Bisognerebbe cercare di vederlo durante il viaggio. Se non puoi avere' la Toscana la tua sorte è segnata; chie- ^ che y aggeli jj Principato di 1 L»cca_ Massai carrara, e cerca che il' „ tuo Principato abbia dei confini che consentano comunicazioni dirette sul,1 mare. Mando Foulet per preparare tut- te le carrozze Io mi muoverò, appena ■ tutto sarà finito, recandomi a Bnard dove verrai a raggiungermi, Prosegui- ; ";™"s°,. ,?Uv"Ln h «"IT V^„>,_„Sm1T ILvi .«^^.iSì.Sfl- aT «nf^ li^h^w^^rfn i^Sf^^iVto ?I rante il tuo viaggio. Approvo tutte leche tu hai dato per il la signora Lambert ( ? ) , giudico che essa sarà uti- .—1 educazione. La mia salutei è buona, il mio coraggio è al di sopra dì tutto> soprattutto se tu ti accontenti , „t„ „„ff)„„ _ „ «... , At , DOter , n Si0 della mia cattiva sorte e se tu pensi diessere ancora felice con me. Ad- \ dio mia amica. Penso a te e i tuoi do- i Nap. ». n] La s ^ì^^^''^* ™t°"tùo: La sera dell 11 aprile Napoleone ri- ceve una lettera dell'Imperatrice che « gli spezza l'animo » poiché lo stato della salute di Maria Luisa gli sembra precario e le risponde immediata- mente- € Ricevo la tua del giorno 11 mat- tlna. La tua inquietudine e lo stato Hoiio (•■,=, ..i„t. _i ,.„_, della tua salute mi spezzano 1 animo. Dimmi se la decisione di andare insie- me fino a Parma ti conviene; di là tu puoi andare ai bagni di Lucca o a Pisa, Domanda a Corvisart quale delle due . , ,, . \ _ ì spiaggie è più conveniente. Bausset ti consegnerà questa lettera. Ne riceve- rai un'altra che ti scriverò dopo aver visto Caulaincourt che aspetto sta- notte. La mia salute è ottima. Sono , „„ A, „„„__,„, „„„k, ,,„_„„„ .„ pieno di coraggio, perchè dunque la tua (salute) non è buona del pari? Ti icederei volentieri metà della mia. Nel- ;la tua lettera abbondano dei sentimen-1ti che sgorgano dal cuore e mi com-1muovono molto e sollevano; vorrei fa-ìre altrettanto per te. Faccio scrivere a Ménéval. Addio mia buona Luisa, la imia sfortuna mi affligge più per te che per me ». Copyright by t Bibliothèque Natiou&le» in Francia, by «La- Stampa» in Italia, by « United Feature Syndicate » in t'itti gli altri Paesi. E' proibita la riproduzione totale o parziale ed è riservato ogni diritto. L'ATTO ABDICAZIONE