Il Duce consegna i premi ai valorosi e passa in rivista le forze azzurre all'Aeroporto del Littorio

Il Duce consegna i premi ai valorosi e passa in rivista le forze azzurre all'Aeroporto del Littorio Il XII annuale dell'Arma Aeronautica Il Duce consegna i premi ai valorosi e passa in rivista le forze azzurre all'Aeroporto del Littorio Roma, 28 notte. Ogni anno, da quando Mussolini ricostituì P Aeronautica affidando nuovamente ai giovani le vie del cielo, l'Arma nuovissima celebra la ricorrenza della sua fondazione con una cerimonia suggestiva raccogliendo intorno al grande Fondatore e Capo — pilota anch'Egli, anch'Egli appassionato del volo, del rischio, dell'audacia — i suoi azzurri gagliardetti, i suoi intrepidi soldati, i suoi agili e possenti apparecchi. Nei primi anni la cerimonia si compiva, tranne qualche eccezione per l'aeroporto di Centocelle, nel cortile della Caserma Cavour al viale dei Mille; ma poi la sede tradizionale di questo rito così pieno di bellezza e di alata poesia è divenuto l'aeroporto del Littorio e il luogo pittoresco l'orizzonte ampio, la folla che può raccogliersi nelle tribune e per il prato hanno contribuito a fare di questa manifestazione una grande periodica esaltazione popolare dell'aviazione, dei suoi uomini pronti ad ogni ardimento, delle sue conquiste. Lo scenario e lo svolgimento di questa manifestazione sono dunque immutabili come quello dei riti ormai entrati definitivamente nel calendario della vita nazionale. Nel vastissimo campo delimitato da un lato dall'ansa del Tevere, dall'altro dalla via Salaria, dinanzi ad un allineamento di tutti i tipi di apparecchi in dotazione alle nostre squadriglie, dagli agili Fiat C.r 20 ai possenti Caproni da bombarda mento notturno, si schierano un battaglione di formazione delle Forze Armate, la banda della Regia Aero nautica, un battaglione di avieri t la gloriosa banda dell'Arma con la sua scorta d'onore. Dalla parte opposta, oltre l'anello della pista che recinge il campo, allarga le sue braccia il semicerchio delle tribune — popolate di folla, di ufficiali, di rappresentanze e associazioni d'Arma — ed è continuato verso il fiume lo schieramento degli apparecchi civili tra cui era stamane il nuovissimo quadrimotore Savoia Marchetti, che Mussolini, al suo giungere, ha attentamente visitato. Tre primati Al centro dell'anfiteatro delle tribune è il podio del Duce, presso il quale si addensa il gruppo dei militari decorandi. Il Capo del Governo, giungendo, passa in rivista le truppe e la bandiera; prende posto sul podio, consegna di Sua mano le decorazioni ai valorosi, quindi le truppe sfilano dinanzi alla Sua tribuna riprendendo poscia il loro posto e lanciando, al comando, un vibrante saluto al Duce, a cui la folla fa eco con scrosci di applausi. Nell'ultima fase delle manifestazioni sopravvengono stormi di velivoli e compiono evoluzioni collettive, offrendo agli occhi della moltitudine una prova di quel progresso incessante che in Aeronautica è per uomini e cose legge sempre viva e operante. Stamane la celebrazione si compiva in un momento particolarmente favorevole. Il XII anniversario della sua fondazione trova infatti la nostra Aeronautica detentrice di ben otto primati internazionali, tutti di eccezionale importanza. Di essi il primato della velocità, della quota e della distanza sono veramente essenziali e al loro conseguimento tutte le Nazioni tendono in una gara sempre più serrata. Nessuna aviazione del mondo si era mai trovata, prima di oggi, a detenerli tutti e tre contemporaneamente; nò a diminuire l'alto valore di questa invidiabile situazione vale il dire che il primato di distanza è limitato alla categoria idrovolanti, perchè il fatto che la vittoria sia stata ottenuta con un aeroplano monomotore è tale in compenso da conferire alla prova una virtù altamente dimostrativa delle grandi qualità aerodinamiche delle nostre costruzioni. Come vuole la legge fascista, anche la celebrazione di stamane è stata più che mai una generica esaltazione dello spirito aviatorio, una rassegna di opere compiute. Con le opere sono esaltati gli artefici, coloro che hanno segnato il loro nome nel grande libro del progresso aeronautico, acquistando nuovo alloro all'aeronautica fascista. Non tutti erano sul campo a ricevere l'ambito premio del Duce e il Suo abbraccio infervorante e la Sua difficile e meritata parola di lode. Accanto alla tribuna del Duce, in mezzo all'azzurra falange dei valorosi che attendeva l'appello del proprio nome per salire la breve scalinata e a presentarsi fiera e commossa a ricevere il premio, era anche il gruppo in gramaglie dei parenti dei Caduti. Di quanti altri nomi si è arricchita in questi ultimi tempi l'eroica schiera dei Baracca, dei Del Prete, dei Maddalena! De Pinedo Quale somma di sacrifici, di ardimento, di sforzi generosi prodiga ogni anno, perchè l'ala tricolore trionfi, la gioventù italiana educata dal Fascismo alla legge del coraggio! Un nome apriva l'elenco glorioso: De Pinedo. Moltissimi dei presenti ricordavano ancora i suoi ritorni dai voli che lo avevano reso celebre in tutto il mondo, dovunque l'ardimento ha ammiratori. La prima volta sul Tevere, dopo che aveva corso i cieli di tre continenti col « Gennariello », fragile e pur saldo dominatore di nebbie, di piovaschi, di bufere; la seconda al Lido nel mare di Roma, quando col « Santa Maria » aveva portato il nome e la gloria dell'Italia rinnovata tra i popoli delle due Americhe, sorvolando distese immense di terre vergini, catene montuose inaccessibili e le sterminate solitudini oceaniche. Tanto una volta che l'altra il Duce si era trovato a riceverlo e ad onorarne le intrepide gesta coronate dalla vittoria; ed è il Duce stamane che rimetteva al padre dell'Eroe^ nel cui volto la commozione lottava con l'orgoglio, la medaglia d'oro decretata alla memoria dell'indimenticabile volatore, mentre suonavano alte e splendide le parole della motivazione. « Insuperabile pilota di idrovolanti, compiva negli anni 1925-27 due crociere aeree, traversando due volte l'Atlantico e accrescendo il prestigio dell'Aviazione italiana; nel tentativo di decollo per battere il primato di distanza, trovava morte gloriosa. Campo di Floyd Bennett (Stati Uniti d'America), 2 settembre 1933-XI». Altri momenti, altri eroismi. Il capitano Tommaso Brandolini, comandante di una squadriglia da caccia del celebre stormo di CampoEormido, durante difficili esercitazioni di volo in zone di montagna, nel cielo di Budoia, in provincia di Udine, messo al bivio tra il deviare dalla rotta prefissa e il cacciarsi in un denso banco di nubi, sceglie il secondo partito. Il sergente maggiore Andrea Citi, della stessa squadriglia, lo segue e entrambi trovano la morte urtando contro la montagna. Una medaglia d'argento al valore aeronautico perpetua la memoria del loro comportamento eroico e a riceverla salgono sulla tribuna del Duce la signora del capitano Brandolini, che ha al suo fianco la figlia giovinetta, in divisa di Piccola Italiana, e il babbo del sergente maggiore Citi. Eroismi Quando sale il fratello del capitano D'Amico è un episodio delle grandi manovre del Mugello che rivive nella memoria degli spettatori. Il D'Amico, giovane capitano entusiasta, comandante di squadriglia d'assalto, aveva rinunciato alla licenza di convalescenza per partecipare alle manovre e aveva trovato la morte dopo essersi largamente prodigato in una azione a volo radente. Il Duce nel gran rapporto tenuto agli ufficiali a conclusione delle grandi manovre, ne aveva esaltato il purissimo sacrificio, premiato ora con una medaglia d'argento al valor militare alla memoria. La sfilata dei babbi, delle mamme, dei fratelli continua. Ecco la mamma del capitano Cinel, il fratello del tenente Vedovato, la mamma del tenente Zappala, la mamma e il fratello del sottotenente De Santis, il babbo del sergente Fabbri, tutti decorati di medaglia d'argento ni valor militare alla memoria. Ecco il fratello del capitano Giorgi, il babbo del tenente Giannozzi, il babbo del tenente Tnrnielli, il babbo e il figlioletto del tenente Melandri, il fratello del sergente maggiore Lomasto, la mamma e il fratello avanguardista dell'aviere scelto Mariotti, la mamma dell'assistente tecnico Villa, tutti decorati di medaglia di bronzo. Sono piloti che hanno trovato la morte in incidenti di volo, dopo aver servito l'Aeronautica con spirito di assoluta dedizione. Sono piloti che hanno rifiutato di servirsi del paracadute al primo delinearsi di una situazione difficile, perdendo la vita con il perseverare fino all'estremo nel generoso tentativo di salvare il materiale; talvolta non sono neanche piloti, ma osservatori, come il tenente di vascello Tornielli, o motoristi; come l'aviere scelto Mariotti e l'assistente Villa; ma la loro qualità ne rende più luminoso l'esempio. Sdegnando il suggerimento di mettersi in salvo col paracadute preferiscono restare a fianco dei piloti fino all'ultimo, dividendone la sorte in uno slancio di cameratesca solidarietà. vBlidsg Glorie Ma la rassegna di stamane non e solo una rassegna di sacrifici generosi, è anche una rassegna di vittorie. Gli ultimi mesi trascorsi da un anno e mezzo a questa parte sono quelli durante i quali Agello vola per ben due volte sul lago di Garda alla velocità di 700 chilometri all'ora e Renato Donati raggiunge l'altezza di Km. 14 1/2 e Scapinclli si spinge in avverse condizioni sul mare a 160 chilometri dalla base alla velocità di oltre 620 chilometri e Cassinelli batte ogni precedente primato di velocità sui cento chilometri, e Stoppani e Corradino compiono di un balzo, con un idrovolante, 4122 chilometri di distanza, e la marchesa Carina Negrone sale a quota mai raggiunta da alcuna aviatrice, e Baldi e Buffa vincono la coppa Bibesco, e Bedendo e Di Mauro e Ulivari e Tivagni e Corompai conquistano interessanti e ambiti primati di categoria. Di questi piloti dominatori della fortuna, non tutti salgono a ricevere il premio dal Duce. Manca Donati, che è stato già premiato con una promozione; ma ecco Agello, ecco Scapinelli, ecco Cassinelli, tutti e tre decorati di medaglia d'oro al valore aeronautico; e poi Corradino, Buffa, Baldi, Stoppani, decorati di medaglia d'argento. La stessa decorazione ricevono il capitano Vittorio Desiderio, il tenente Aldo Zocchi, il maresciallo pilota Erardo Fruet, il sergente pilota Vincenzo Bertozzi, per aver salvato l'apparecchio con difficili manovre e in condizioni atmosferiche avverse rischiando la vita nella rinuncia a far uso del paracadute. La medaglia d'argento al valor militare va invece al tenente osservatore Bruno Ungaro per azioni compiute in Cirenaica. Ricevono la medaglia di bronzo al valor militare il tenente Raffaello Bozzi e la medaglia di bronzo al valor Aeronautico il capitano Calosso, il tenente Frulli, il tenente Giardini, il tenente Raneri, i sergenti piloti Lampugnani, Presel e Maglia, il sergente maggiore pilota Martellucci, il sergente maggiore radiotelegrafista Surino e il radiotelegrafista civile Verdosci. Venti anni di volo Dopo questa sfilata, che è seguita dal pubblico con viva attenzione e provoca ondate di applausi all'indirizzo dei valorosi protagonisti delle imprese eroiche quali rivivono nella prosa lapidaria delle motivazioni, il Duce consegna le medaglie d'oro di lunga navigazione aerea ai piloti che contano al loro, attivo almeno venti anni di volo. E' la prima volta che questa consegna viene effettuata in occasione dell'anniversario dell'Arma, ma nulla appare più giustificato dell'inclusione di tale appendice nel programma di questa giornata, perchè venti anni di volo continuativi — dal 1915, quando la aviazione era ancora un'aviazione di precursori, ad oggi — rappresentano un severo collaudo per un pilota e l'attestato di un tale titolo di merito è bene sia dato in forma solenne. Del resto dalla medaglia d'oro Scaroni, asso degli assi di guerra, con 34 vittorie, alla medaglia d'oro colonnello Ercole Ercole, dal generale Pellegrino al tenente colonnello Bacchi, dal capitano Bacula al sottotenente Stoppani, dal maggiore Guglielmotti al valoroso pioniere Cobianchi, i piloti che vengono a ricevere dalle mani del Duce la rara distinzione, sono tutte figure notissime della nostra aviazione e la loro popolarità è denunciata dalle calde manifestazioni con cui li saluta la folla. Dopo la premiazione, la sfilata. Nella tribuna centrale, solo dinanzi a tutti, in divisa di comandante generale della Milizia, è il Duce. Al Suo cospetto passano, gruppo compatto e travolgente, i militi dei battaglioni Camicie Nere, il reggimento di formazione, la bandiera dell'Arma Aeronautica, il battaglione degli avieri. E' una breve colonna; ma per l'affiatamento dei reparti, il loro equipaggiamento, il loro armamento, il contegno marziale, la fu: sione di tutto l'insieme, lascia a tutti una profonda impressione di forza e di potenza. La dimostrazione al Duce Nel superbo quadro, illuminato da un sole sfolgorante, questa marcia di magnifiche truppe a conclusione di una rassegna di glorie, ha un alto valore entusiasmante: da ogni lato, per tutto il semicerchio delle tribune, sempre più fitte e gagliarde risuonano le acclamazioni. Si grida Viva l'Esercito! Viva l'Aeronautica!; poi la folla si volge verso la tribuna del Duce in un empito di devozione in cui vibra un sentimento traboccante di riconoscenza. Ma gli applausi sono presto soverchiati da un rombo di motori: rapide piombano sul campo le squadriglie del celebre stormo d'assalto, comandato dal colonnello Mecozzi e sorvolano le tribune a bassissima quota, in formazione serrata, ala contro ala, strappando alla folla grida di ammirazione. Rivediamo più tardi lo stormo turbinare nel cielo dell'Urbe, con altri cento apparecchi di tutte le specialità, accorsi dai campi vicini per offrire a tutto il popolo della Capitale — in un carosello che ha qualche cosa di allucinante, di fantasmagorico — la_rassicurante visione di quello che è oggi, alle soglie del suo 13° anno di vita, l'Aviazion dell'Italia fascista. E. NI. IL CAPO DEL GOVERNO PASSA IN RIVISTA* I MAGNIFICI REPARTI DELL'ARMA AZZURRA (FOTOGRAFIA TRASMESSA PER PILO ALLA STAZIONE TELEFOTOGRAFICA DE LA STAMPA) SQUADRIGLIE IN VOLO SUL MONUMENTO A VITTORIO EMANUELE

Luoghi citati: Budoia, Centocelle, Cirenaica, Italia, Roma, Stati Uniti D'america, Udine, Urbe