La Coppo Gautier Vignal vinta con netto distacco

La Coppo Gautier Vignal vinta con netto distacco TRIONFO DEI NOSTRI SPADISTI A NIZZA La Coppo Gautier Vignal vinta con netto distacco L'atleta che. ha dominato: Cornaggia, invitto su undici assalti o brello. La tempesta è ormai lontana .pe poiché, ora che è notte, non pos-ì cNizza, 27 notte. Abbiamo parlato l'altro ieri [sdi [psiamo dire che il ciclo è azzurro, di-\currà ce lao-\Sdamo almeno che Va biamo nel cuore. ADa ogni parte in molte lingue, ci carezzava l orecchio ima frase sola: «.Una squadra formidabile, una agita- udra imbattibile*, ed e superfluo ag-giungere che questa opinione e anche la nostra Tutte le incognite delle equazioni insolubili sono svanite: al posto delle X ci sono ormai dei numeri, numeri che noi leggiamo col sorriso sulle labbra, ma che gli stranieri leggono con malcelata amarezza. L'alchimia dei francesi non ha dato l'oro. L'ardimento dei belgi ha permesso loro di nutrire soltanto per qualche minuto ima speranza irrea- fizzabile. Contro il famoso squadro-\ne di Amsterdam, che regge e reg-\gerà, tutte le armi si sono spuntate: quelle del valore, quelle della saggezza, quelle della sorte. Il diritto della classe ìLa Coppa Gaulier-Vignal è torna- {ta nostra, e nostra come non lo fuìmai: per il diritto della forza, per]il diritto della classe, per il diritto'della conquiste ottenuta con sbalor- ditiva facilità. Si intuiva che la Ger-\ mania, con un Casmir in poltrona, al riflettere più al domani che non al meravigliarsi dell'oggi, doveva esse-.re fuori della battaglia per il prima-'.to, ma è stato proprio il primo in-[contro disputato nella mattinata «darci la prima sorpresa: Belgio bat-[te Francia per 22 a 10. Buchard, non riesce su quattro assalti a co)i-:quistare una sola vittoria; Barret e Deydier vanno alla deriva, Pecheux solo si distingue e si impone. Solita domanda: Il Belgio è for¬ tmidabile a % francesi non hanno im-\broccato la loro formazione; o, me- gl'io, per ritrovare le nostre espressioni, i francesi sona davvero in crisi? Assistendo a questo incontro, in verità nifi che la forza del Belalo YèuJtaUsensdzione della d%o-\e aem aED0 'lezza della Francia. Ma la scherma, e specialmente la scherma di spada, non ama le sensazioni, che possono essere quanto mai mutevoli e magari soggettive. I fatti sono venuti, per una volta almeno, a darci ragione, quando il Belgio, vincitore della Francia, è slato travolto dall'Italia per 22 punti a 10, il che equivale a undici vittorie contro cinque. De Beur, leone in Gallia, è diventato agnello in Ausonia; Cornaggia e Ragno, su quattro assalti contro i vincitori dei francesi, hanno entrambi riportato quattro spettacolose vittorie. Si va oltre. La Germania, con la sua piccola, ordinaria amministrazione, allunga la gara, insolitamente ricca di squadre partecipanti e permette i riposi Si arriva, così, all'ultimo incon-tro: Italia-Francia. Non si presentaormai questo match come uno tfoipiù classici, come una di quelle bat- taglie decisive a cui si giunge conl'animo sospeso. Prima di tutto, il pronostico è/ .pari, salvando l'onore tutte e tre A sì conforme agli accordi della vigilia;, s[sulla carta almeno, ormai facile e\l[poi, se l'Italia perdesse, non sarebbe, a\chc avevano previsto c ammesso una a\Soluzione di (mesto genere. Ma tan-', Fquesto genere. Ma tan-\fAfe: basta che Italia e Francia sian \p di fronte, per un primato materiale {a n per „„ pr\mat0 morale, perchè gli m unimi si accendano, Vatmosferu scaldi, il pubblico accorra, r La travolgente vittoria E venga pure l'urto non temuto: i nostri, in mezzo ai quali si trova l'on. Mazzini, son là ad attendere pacificamente gli eventi. Ragno è il primo a esser chiurlato contro Barret e perde. Riccardi prende il suo posto contro Pecheux e perde. Ehi, ragazzi! Il Belgio, tutto in fila, sta facendo un tifo d'inferno per le ra Dsdungcpdg\pioni già dette. Nessuno dì noi ha\\tremato, ma se qualcuno che aveva',a cuore la cosa ha avuto un momen-ì to solo di dubbio, questo momento èiWdurato non lo spazio di un mattino,]*non il giro d'una lancetta: tutt'alpcìpiù il giro d'una lancetta piccina {piccina, quella dei secondi. Agostani ìconquista la prima vittoria, Cornag ]già chiude, vincendo, il primo giro 'in parità. Battaglia? La folgore? Macché; smette, anzi, di piovere; \ piove, se mai, nel podere vicino, l grandina addirittura, l 11 secondo giro segna tutte vitto.rie nostre; al principio del terzo '.Agostani perde contro Barret e poi [ricomincia la filza: 3-1 di Cornaggin, 3-0 di Ragno, 3-1 di Riccardi. I [francesi son bagnati davvero. Con, tro le nove vittorie che sventoliamo, :ess; ne mettono in fila tre sole: so- e x ¬ no semplicemente triplicati. Ormai quel che è fatto è fatto; la classifica è stabilita e si potrebbe anche smettere. Buchard, sfiduciato, scambia -\quaJche paroia con Lacroix. - _ YoMc coniìnume? _ n chiede il capitano italiano. Buchard scuote la testa. Per la Francia: Alala! Il grido dei cavalle- vtqsrsn n gnao avi cuvuup- -\re?oM avversari ™n è meno sincero, 'uè meno spontaneo, ma è un grido accorato. Un gran trofeo che ripar , , o i a l è e . a e te, una filza di ricordi che sfila nella memoria di qualcuno, un film sfuocato che passa nella retina di chi guarda all'avvenire della scherma francese. Gli azzurri e gli altri E' fatta: il Belgio è secondo, terza la Francia, ultima la Germania. Le squadre, in scherma, possono rappresentare anche una compattezza morale, ma esse sono soprattutto quello che sono gli uomini che le compongono. Anche la Germania era salda compatta, tecnicamente omogenea, ma i suoi elementi stavano ai nostri come un cavallo irlandese sta in pista a un puro san-1gue. Elogiare la squadra si può e si a, deve, sottolineare qualche nome biii sogna. Un Cornaggia che disputa un - ; dici assalti nella giornata e ottiene ■ n. undici vittorie, un Ragno che ne ot tiene dieci. L'uno e l'altro spadistil/davvero sicuri, meravigliosi. Contro \ vpsd( |d stacco incolmabile, qualcuno del nò- pv stri ha potuto pigliarsi il lusso di -di- Sla Germania, che appariva matura a cadere come la pera che il sole fa> ararsi o di sbandare; ma contro /«:B Francia, igtigf rancia, che impegnarli, come seni pre, lo spirito della più sana e piùr accesa rivalità sportivo, il blocco ha, mrototp tutta la sua compattezza. vIl Belgio non ci ha impressionati :\teDe Beur è stato ineguale; i nuovi non dsi sono distaccati dalla buona me- 'ddiocrità. La Francia ha presentato un Buchard che ha fatto 7 sconfitte nei suoi 7 assalti contro i belgi e gli italiani; un Deydicr che non ha convinto; un Sarret che è sempre pericoloso, ma soggetto ai ghiribizzi della sua scherma bislacca. Pecheux, no. Pecheux si salva e merita tutti gli onori; per noi e stato il migliore straniero in campo, per quello che ha vìnto e per quello che ha per- \(ìuto: a"chc per perdere c'è modo e ',modo. ì cì fare d aver detto, bene o mole, iW* c?sn- ™° c andato liscio tut]*0 è stat° re9oIare, L insuperato apparecfl'° olettnco svizzero ha funzionato come un cronometro di precisione. La. pedana neutralizzata è di¬ tedbl'PL1MnzEBgTVEZl9WVblpventata più ampia di quella che avevamo visto l'anno scorso. La Coppa Gaulier-Vignal. è passata. Ce la ricorderemo, l'edizione di quest'anno, e siccome l'uomo è per sua natura incontentabile, ci piacerebbe tanto poter suggellare questa stupenda vittoria con un'altra che ci starebbe particolarmente a cuore. m . . ~ ., , ,| lChissà? — diremmo a proposito del pfonico individuale. Chissà? — ripetiamo oggi con maggiore convinzione. La formula, come si sperava, ha subito una variante che pianta in asso la fortuna p guarda in faccia al valore: gironi eliminatori a. tre botte; finale a eliminazione diretta a otto colpi, anziché a cinque. Che bel sogno qualche spadista italiano ha il diritto di fare stanotte! Nedo Nadi Y1tc5A1Smz