BOCCASCENA

BOCCASCENA BOCCASCENA /{ fischiatissimo Balznc Non tutti «anno che Balzac è si un fischiatissimo autore drammatico. Meglio cosi, hanno pensato i posteri, perchè, forse, non si sarebbe avuto l'immortale ciclo della Commedia Umana. Anzi, per l'esattezza storica, bisogna precisare che fu proprio il primo parto teatrale che indusse Balzac a cambiare strada e votarsi al romanzo: giovanissimo, compose un Cromiceli, che, ufficialmente letto ad amici e familiari, gli procurò una cosi solenne unanimità di catastrofici giudizi, da stracciare il copione. Il genio è follia, ha proclamato l'antropologia universale; in molti casi è, soprattutto, paranoia; e quella di Balzac fu una paranoia teatrale. Tutta la sua fulgida e sterminala gloria di romanziere non attenuò in lui l'idea fissa di far del teatro; restò incapponito dall'alba al tramonto, dall'adolescenza alla vecchiaia. Era un miraggio d'arte? Nient'affatto : fu sempre, al contrario, un miraggio economico. Balzac — e lo si sa bene — è stato uno degli scrittori più finanziariamente angustiati; 1 conti, nelle sue tasche, non tornavano mai; il dare prevalse costantemente sull'avere; 1 suoi lettori furono legioni, i suoi creditori sono stati manipoli; subì processi e sequestri, obbligato spesso a cambiar di casa, e, più spesso, a celare l'indirizzo; cosi che, una volta, durante una crisi acuta, comunicò pubblicamente che la sua nova dimora era sotto l'albero venticinquesimo, a destra dei Campi Elisi. Orbene, come J comuni mortali, angosciati dal bisogno, puntano le supreme speranze su di una cartella di lotteria, Balzac le puntò usque ad mortem sul teatro; fidava più su di una . commedia di successo che su dieci romanzi; vedeva nel teatro l'affare, un Infallibile affare. Fischi e fiaschi non lo fiaccarono; la illusione sfavillò, sempre, purissima: bastava una nuova idea perchè egli almanaccasse nuove cifre, le sommasse con un totale di ricchezza. « Ho un soggetto meraviglioso — parole di Balzac — un dramma nel quale avrà una parte Federico Lemaitre. Successo assicurato, trionfo indiscutibile! Almeno centocin- quanta rappresentazioni a cinquemila !franchi ciascuna; settecentocinquantamila franchi. Al dodici per cento guadagnerò più di ottantamila franchi di diritti ». Ed era come se gli ottanta- mila franchi li avesse avuti in tasca je dovesse provvedere a spenderli. |La più amara esperienza non lo di- !stolse. Due, tre commedie nemmeno ebbero il flato di arrivare alla ribalta; due, tre altre, appena arrivate, furono sepolte. Ma non è il teatro un gioco di Borsa, un listino di titoli, un azzardo di speculazione? Non bisognava scoraggiarsi; dieci speculazioni possono fallire, l'undecima riuscire, ed ecco la salvezza. Assoldò persino un collaboratore, lo stipendiò e se lo fece vivere accanto come « produttore di soggetti >; lo martirizzò per un mese, svegliandolo in piena notte: «hai trovato? ». Il prodrttore trovò un bel mattino la porta dalla quale, atterrito, non rientrare mal più. Balzac, ostinatissimo, si presentò anche ad Harel, il direttore -della Porre Saint-Martin che stava per fallire e gli propose un suo Vautrin tolto dal romanzo che allora furoreggiava. Si combinò 11 per 11 e subito dopo Balzac era da Gautier a comunicargli: « Leggerò domani ad Harel un dramma in cinque atti >. Il dramma non c'era; non c'era la trama, mancava la sceneggiatura, mancavano i personaggi. Il piano di Balzac era di far scrivere i cinque atti a cinque amici in cinque ore. Un plano da prestidigitatore. Otto o nove sono stati 1 lavori sce< nicl che Balzac vide crollare. Gli si rimproverava una deficienza capitale: di guastar la trama negli sviluppi. La fantasia ciclopica che Balzac possedè va dava bensi un lumen, dava lampi abbaglianti, ma quando lo scrittore s'accingeva a fissarli divenivano fiammelle, o, peggio, strabici luminelli inafferrabili. Conflitto insanabile tra la sintesi e l'analisi. Ad ogni modo un successo teatrale Balzac fini col conquistarlo, sincero e duraturo: lo conquistò con quel Mercadet rappresentato al Gymnase quando — poco dopo la morte — 1 fiori sulla sua tomba cominciavano ad avvizzire... •*• Adesso si è concluso un armistizio, ma per oltre due mesi gli ambienti teatrali di Londra furono in guerra. Da una parte il Sindacato degli Artisti Drammatici e l'Unione Teatrale dei registi; dall'altra, solo, soletto, il signor Cochran, proprietario e direttore di una ventina di teatri. Il conflitto è scoppiato quando le organizzazioni sindacali proposero al Cochran l'accettazione di un contratto-tipo che regolasse i diritti economici di tutti i suoi dipendenti: dall'attore illustre, alla ballerina principiante, al servo di scena. Il Cochran rifiutò indignato; avrebbe, magari, aumentato il compenso a tutti, ma un contratto-tipo non lo avrebbe sottoscritto mal; gli sarebbe sembrato di capitolare in quella maestà dittatoriale che gode a Londra da una quindicina d'anni. Rispose di riconoscere le esigenze di ognuno, si dichiarò disposto a trattare con chiunque, persone o gruppi, non mal col Sindacati che proclamava tabù. Frattanto si è addivenuti ad un compromesso con accordi che variano di teatro in teatro. Ma il principio resta, sul tappeto. *** Mylos, il celebre clown che ha sollazzato due generazioni di parigini, è stato insignito di una onorificenza. Egli apprese la notizia dal Giornale Ufficiale mentre teneva allegramente circolo in un caffeuccio di Bézier. All'annuncio fu visto balzare in piedi, esagitato, inebbriato; poi, precipitarsi fuori del locale e mettersi a correre all'impazzata per le vie della cittadina, urlando: Je suis palme, je sui» palme! Mattacchione! Decorato, ma sempre clown. *** L'ultima lezione di Tristan Bernard al commediografi: «Nella mia carriera di autore non ho avuto che?ueata ambizione: di far ridere o di àr piangere tutti gli spettatori, senza eccezioni, ricchi o poveri, operai o professionisti, incolti o Accademici. Credetemi, l'importante è di possedere due qualità indispensabili seppure contradditorie: l'esperienza e l'ingenuità! ». *** La Compagnia della Comèdie Francaise che compirà un giro in Italia nel prossimo aprile si presenterà nel seguente repertorio: L'ai aro e Le fu sono gli affari di Mirbeau, Due copertidi Guitry, La sorridente signora Bcudetdi Amiel ed Obey. *** Delitto e Castigo di Dostoiewskiha trovato parecchie riproduzioni tea-trali ed una delle migliori fu giudicata, dua anni sono, quella.di Gaston Baty, la meno arbitraria e là più aderente al l'wnbito capolavoro. Ora, Delitto » Castigo, avrà vita anche sullo schermo ed il regista Pietro Chenal si è appunto servito della versione scenica elaborata dal Baty. **• A Milano il Teatro dei Filodrammatici, costruito sul finire dsl 1800 nellla Chiesa di San Damiano e rlatt.. durante il secolo scorso, varie volte, ma sempre rimasto notevolmente angusto, sarà finalmente rinnovato con radicali progetti. Non più palchi, bensì ampie loggie, più spaziosa la platea e, per lo meno doppio, per profondità e larghezza, il palcoscenico. *** Una commedia di Huxley il quale tanta popolarità si è conquistato anche in Italia pel romanzo Punto e cmtro punto, sarà inscenata quanto prima dalla Compagnia del Teatro Comico diretta dal Pautassi. Avrà per titolo: l.P.D. (Impresa pulizia a domicilio) commedia in tre atti, nella riduzione italiana di Ada Salvatore. *** Gino Valori sta curando la formazione di una nuova compagnia di complesso della quale faranno parte la Fusi (una giovane attrice rivelatasi da poco tempo) Giannina Chiantoni, Biioni, Gainotti, Tino Bianchi, ecc. Saranno riprese La trilogia di Dorina del Rovetta, Ninetta di Lopez e L'affare Kubinsky. Beril.

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