Come è nato "Mudundu,, il film della spedizione de "La Stampa,, in Africa

Come è nato "Mudundu,, il film della spedizione de "La Stampa,, in Africa GIORNALE - LIBRO - SCHERMO Come è nato "Mudundu,, il film della spedizione de "La Stampa,, in Africa Di solito è il libro che dà origine a un film, o il film che dà origine a un libro: ecco invece un caso nel quale e l'uno e l'altro sono contemporanei. E' il caso del Mudundu di Ernesto Quadrone. cdcrfisI lettori ricordano il primo viaggio ì edel collega nostro nella Somalia ita-18liana. Era evidente che la terra e la1 Svita d'Africa da lui vedute e vissuts in ' zuno dei paesi più suggestivi per il las- Nsu-egg-are della natura, per il conser-|pvarsi dei caratteri e intelligente pe: pionieri gli avevano lasciato una prò-1 sfonda impressione che s'era trasfusa 0in quelle lettere vivaci e colorite che furono raccolte poi nel volume « Don- ' fne, belve, pionieri ». Ma ciò non ba-1 diid-uia, jjci il Lu.iac. -1 rri etnici, por l'animosa'cenetrazione dei nostri ! ostava a tradurre con adeguata elfi eacia la suggestione degli spettacoli veduti, il paflios d'una vita dalle vibrazioni molteplici e. misteriose: occorreva un mezzo più ampio, più immediato, più sicuro di quel che non possa essere un articolo di giornale. Se il giornale d'oggi ha un'integrazione necessaria nella fotog-afia che documenta il fatto e persino l'idea, perchè non trovare un'integrazione ulteriore nella fotografia animata? Così è nata in Quadrone l'idea d'una ciriematografia che sorprendesse con la rapidità dell'obbiettivo e la sensibilità della pellicola quello che alla parola non riesce sempre di esprimere. L'idea audace e nuova dl affiancare al giornale la cinematografia sì che l'uno fosse complemento dell'altra e viceversa era nata, e per un temperamento volitivo e insieme avventuroso come quello del nostro Quadrone non avrebbe mancato di realizzarsi. Ma — ahimè! — non è da credere clic le idee anche quando sono belle e sembrano facili siano di semplice e facile eseguibilità. Un film importa una spesa insospettata e un'organizzazione complessa, se pure si tratti di girarlo in uno studio appos'tamente attrezzato: se Invece si voglia girarlo interamente in un paese lontano assolutamente sprovvisto di tutto quel che è necessario allo scopo, le difficoltà si centuplicano, ie spese diventano astronomiche. Qua- rstdcaedj frenetico nel quale capitalisti e specu- drone se n'è accorto quando, pur aven-. do ottenuto il evia» dal giornale, ha I cominciato ad assaggiare l'asprezza dei,primi ostacoli. Non ha però disarma- to. Un vecchio <? alpino » come lui, non ' è uomo da arrendersi facilmente: ed è incominciata così l'odissea che egli racconta nel Mudundu comparso ora nelle vetrine dei librai (Editore O. Ma-1rangoni, Milano, L. 5) mentre è im-|minente la presentazione del film al !pubblico. Da Torino a Londra, da Pa- !rigli a Roma, per una serie non breve di giorni interminabili e intensi, si è svolto por il nostro collega un carosello latori, registi e imbroglioni, artisti e orecchianti danzavano fina tregenda infernale. Nel suo libro Quadrone è stato a questo riguardo discreto, ma il racconto ch'egli fa di tale periodo preparatorio è sufficente a strappare un velo, se non tutti, a quel turbinoso mon do dei cinematografo cui il profano guarda come ad un mondo di fatatemalìe- Fatto è che, dopo quattro mesi di peripezie europee d'ogni genere, Quadrone riusciva a tirare le fila. Se qual- che tempo prima, affrontando a Londra il direttore d'una deile maggiori case cinematografiche, s'era sentito dire queste parole agghiaccianti: «Uh film sull'Africa non Interessa più nessuno », ora inglesi e francesi erano ì entrati in un diverso ordine di idee e 18i trovavano nei vecchi locali de ' 1 Stampa ove fra direzione, amminiEtra' zi°ne e capitalisti torinesi e stranieri N gettavano le basi finanziarie dell'im|presa: e pochi giorni dopo, firmato il 1 salpavano a bordo del Duca degli A 0™*=» Per la Somalia, Ed eccoci, finalmente, in terra d'A ' frica. La concezione del film va preti1 dendo sempre più una sagoma, un ca- 1 r-—— — f o —-t*—i — — 'contratto, il collega nostro col capols' ! operatore Mario Craveri e il regista «*n - rattere, una finalità precisi. Vuol essere una storia dal vero, una documentazione umana: la vita e le avventure di un uomo insabbiato. Di un uomo cioè che s'è lasciato prendere a poco a poco dal fascino africano, che non ha saputo lottare contro il richiamo prepotente della boscaglia, che s'è innamorato della terra, poi della donna e che, un brutto giorno, s'è svegliato disteso su una stuoia alla moda indigena con una indigena al fianco. Il motivo non è nuovo nè per la letteratura nè per il cinematografo, ma inglesi, americani e francesi lo hanno svolto con superficialità e uniformità, accontentandosi di rappresentare il bianco che al tropico si lascia vincere dall'alcool e dalla donna e precipita sino a farsi radiare definitivamente dalla civiltà. Per Quadrone invece l'alcool, la donna sono, è vero, due coefficienti potenti per la degradazione, ma non bastano a spiegarla: insomma, da soli, non bastano ad c insabbiare » un uomo che abbia voglia di stare a galla e di lottare contro le mille altre forze-ciie l'assediano nel continente nero, che lo avviluppano in un'atmosfera profumata e velenosa, che lo fanno piegare, a poco a poco, sulla lena calda, su cai finalmente si distende come su di un letto di morte, vaneggiando, dimentico anche dl se stesso. Comunque, la ricerca della fonte misteriosa di questo fenomeno patologico e fisiologico è diffl - -. a I ertissima anche perche, come dice Quai,drone nel suo ,ibro- r'on è agevole im- I,resa trovarsi a tu per tu con l'insr.bn ' uiato cne 31 «asconde agli altri uomini d bianchi per quel resto quasi inconsai pevole di pudore che gli è rimasto in a fomio all'anima. L'i.i.imalato di questa -1 sottile e tremenda malattia è geloso -|del suo morbo, che egli scambia con l ! tragico equivoco per la suprema con- ! quista della propria individualità libee : rata da ogni legame civile e da ogni è disciplina. Egli ha tracciato intorno a o j sè un solco e innalzato una trincea nc- ppvisfdscLa\dtoscpnsvcchrigfuvsae togscchspsimsasdsvuodnspdacssmcfrlcvssgpccnge a l n ra oltre la quale si nasconde Degradazione fatale e irrimediabile, .dtltcdsopdadunque? No. Quadrone che, nella sua non breve permanenza a contatto della1 ivita africana ha fatto in proposito os-'servazioni ed esperienze decisive di cui dsono testimoni le lettere al nostro gior- \ qnaie e i due volumi sull'argomento, è go ; persuaso cne un «insabbiato» può ri-1 ne, salire a gaila_ aggrapparsi ancora al j qualche ragione sentimentale e rimon-jui | tare la corrente che lo trascina. Que- ' - sto è appunto il caso dell'uomo «in-jssabbiato» che Miidioidu-libro cerca dil s' «* penetrare e Mudundu-tilm vuol rappresentare. Ma l'interesse dl Mudundu-libro è vivissimo par il racconto che fa degli sforzi compiuti per cercare attori indigeni — uomini, donne e belve —, per scegliere paesaggi, per montare scene d'un folk-lore autentico. 11 primo attore su quale, ad esempio, è caduta la scelta è stato un piccolo negretto: un pezzo di carbone alto un metro e dal nome Dig Doro, che vuol dire « gallo svelto ». Magio come uno stecco, ma con un pancino tondo e preminente che una maglietta dl cotone bianco non riesce a nascondere, ricche fra la maglietta e i pantaloncini gli sguscia fuori, come una castagna dal riccio, il ventre levigalo e tirato, Gallo svelto sarà un personaggio intelligentissimo e simpaticissimo del film. Ma se è stato facile trovare questo piccolo e originale attore, non altrettanto facile è stata la ricerca delle attrici. Quadrone con i suoi compagni hanno percorso centinaia e centinaia di chilometri, hanno visto centinaia e centinaia di soggetti, hanno sopportato le traversie più impensate e pericolose (il capitolo sul <- morso della vipera * è tra i più impressionanti) per trovare la bellissima Fai, l'astuto « Santone », le folle anonime e vive cui affidare la rappresentazione dei costumi strani e paurosi dell'Africa misteriosa. L'elemento più fantastico e pittoresco della natura tropicale è stato trovato nell'Otre Giuba e l'elemento umano è stato cercato in luoghi remoti oppure ei son dovuti concentrare nel dintorni dl Chiiir/m'o uomini di lontane e sperdute cabile dell'interno allo scopo di soipiendere fedelmente i lati più caratteristici e le * specialità » che distinguono runa dall'altra. Così per avere a disposizione una cinquantina di cacciatori Bonn con i loro 1H0 cani, la spedizione cinematografica ha dovuto snidarli facendo un centinaio dl chilometri nella boscaglia dove ì fiori più comuni sono le orchidee e le belve più facili a troverei l'cWt'.nte e il Icone, il rinoce.'nnte ed 1! bufalo, l'ippopotamo e la gazzella, lj scimmia e il serpente. I cantori di Barderà sono stati « prelevati » dalla loro università religiosa suUcponendo'i, per presentarli in un scio quadro de! film, ad una « passeggiata » di ottocento chilometri complcsttvl tra l'andata e il ritorno. I neri che hanno servito per la « danza dei coitcill » sono nissirne cabile dei guerreschi Aver ghedir, perchè nessun indigeno, per co stati scelti tra le lenta- ;.-uggioso e generoso che sia si abbandonerebbe all'eroica e cruenta « fantasia » averghediriana durante la quale i danzatori si infergono, senza batter ciglio, tremende coltellate alle braccia e al dorso. E per la danza del Mudundu (che vuol dire danza dell'amore) si è dovuta organizzare una colonna di otto camions con i quali si son trasportati con parecchi viaggi nelle gole dantesche delle dune di Brava seicento 1 indigeni Bimal.Come tutto ciò sia sta'to fatto, come il film sia così passato dal sogno alla realtà, quali sacrifici, \ quali pericoli, quali avventure, quale grandioso sforzo questa realtà importi 1 narra Quadrone nel suo libro: ed è narl razione fluida, arguta, avvincente di juna nuovissima impresa che vuol se- ' gnare altresì una tappa nelle conqui jst-e del giornalismo italiano e fascista, l V.

Luoghi citati: Africa, Editore O., Londra, Milano, Roma, Somalia, Torino