S'inaugura una pista

S'inaugura una pista S'inaugura una pista Milano, 21 notte. I carpentieri hanno dato le ulti-'me martellate sui legni dei para- petti e degli assiti, tutto aggiu- stando e finendo perchè domenica ogni cosa sia a suo posto, lucida e ben ordinata per la cerimonia della.prima riunione di corse. Altri opc-|rai del Comune sono arrivati con delle carriole cariche fino all'orlo di zolle d'erba fresca e giovane, che poi hanno stese sul vasto spiaz- zo di terra ch'è come il fondo di]quell'enorme catino. Se n'è fatto un manto verdissimo, di magnifico cf-> fetto anche pel contrasto col bruno cche lo circonda, e questo è la pista, jtissato su un cavalletto, brandisceItuTjenneilo intinto di vernice e dà odi gran colpi contemporaneamente aavvertendo: — Ohi, la vita! —bdi colpi, perchè l'opera sia presto!acompiuta e le porte senza inganno dsi aprano all'ora fissata su questa :gmeraviglia che è il Velodromo Vi- sgorelli. qSta l'edificio nuovo, coi suoi lstucchi chiari e i suoi legni bruni Sgben infisso nella terra, e dà un'im-jnpressione di solidità e di robustez-|sza capace di sfidare il tempo e ijtpiani regolatori avvenire ; ancora : smolti prati lo circondano che aspet- tano le costruzioni che alzeranno, e in quel silenzio, quasi abbandono, | «della neriferia della irrande città. ifdella periferia della grande città, | questo segno della volontà e della' ricchezza degli uomini dà un senso d'orgoglio, mette un brivido di superba sicurezza in chi sa intenderne il significato per averne auspicate, attese, esaltate la creazione e la funzione. Perchè è sull'anello di legno adagiato sotto le tettoie e racchiudente l'occhio verde e pettinato del prato, che lo sguardo si posa con una compiacenza in cui c'è tanto affetto. La pista! Abbiamo la pista! — sijdudrebbe, se i cuori avessero una vo-jece che non fosse soltanto quella in-|rtenore; ma la gioia e ugualmente; cvisibile negli occhi e nei gesti dei ! npriyilegiati che in questi giorni di ■ sviguia vi sono accorsi da tante par- rti, e la loro impazienza hanno avu- cto premiata. Chissà quali bislacchi : se preziosi paragoni farebbe nascere ètbcpcepsadzrsla visione della pista in cervelli che non fossero quelli semplici e retti degli sportivi; ma qui agli esteti ad pcgogni costo, agli Assi dell'introspe- j dzione e del crepuscolarismo è Vieta- nto l'ingresso— troppo son gonfie dilgvita e d'azione le promesse che ven-jagono dalle cose nuove qui create. | sL'assito della pista sta coricato; dnon ha principio nè fine, e questa dsua eternità spaziale sembra fatta!lper abbacinare l'immaginazione. E' j ldi legno scuro, tante tante assicelle Idcostrette e serrate l'una contro l'ai-!gtra; vi hanno passato sopra chissà!che, perchè adesso luccica al primo lsole, e sembra una cosa viva, aspet-1tante null'altro che le ruote sottili eI leggere delle biciclette da corsa che! la carezzino por tanti tanti gin. Appoggiato ai pilastri di cemen- to che lo tengono sollevato nelleIcurve, questo assito è sonoro cornei una cassa armonica; quando vi pas-i sano sopra le biciclette a grappi, a sciami, a file, vibra e risuona con I un ronzio pieno e prolungato — e;dà il senso d'una musica che non si. vorrebbe mai finita. Ma ecco che, | dopo una sosta di silenzio, torna a vibrare: dapprima è un gemito, poi il suono si fa alto, robusto, e sono i corridori in allenamento che passano sulle vostre teste, uno stretto alla ruota dell'altro, in quei viluppi serrati che soltanto nella volata finale si sciolgono e si dispiegano, all'entrata del rettilineo d'arrivo sgranandosi in tanti punti — uno dei quali tutti sopravanza, si distac- ca, vola, fulmineo come il dardo scoccato da un braccio robusto, Vrrr... vrrr... continua il fruscio so- noro sulla pista, e sono altri venuti che cominciano adesso l'allenamen- to — giovani operai, studenti, impiegatela che l'aristocratica e così poco conosciuta e meno apprezzata corsa su pista preferiscono all'altra sui cammini aperti al traffico, sulle strade ricche di paesaggi, di varietà, di distrazioni e... di guadagni. Poi il tempo, più che la fantasia, si mette al galoppo: e già ci si ritrova al giorno delle corso. La primavera è sbocciata, intiepidendo l'aria e rischiarando le idee: lindi e seminudi gli atleti sono sbucati da! „„tt-1_-c.(.arrriir, iipnnr, Mi,.,,, .,„,„ ,,, sottopassaggio, Hanno calpestato la erba fine e tenera del prato nor.nn- dosi con !a bicicletta per mano mìH linea di partenza. Le maglie a /•<-'_,- ri vivaci mettono una macchia sul bruno fosco della pista che fa quasi male agli occhi, ma è anch'essa un segno di vita destinata di lì a poco a procreare chissà quale' scatto, ra pido come il volo d'un falco, dall'alto della curva alla striscia rossa deila «cordai. Se fino allora la lunga fila delle biciclette è passata nella gamma dei propri colori sollevando meno polvere d'una gonnella, con un fruscio d'alte erbe quando soffia il vento, di colpo la corsa accende la sua fase decisiva: questa breve, fulminca, avvampante come tutte le vi- cende fatali. Preparata dall'astuzia temporeggiatrice e sorniona che qui Iptalménte'^i'^dkx^d^vl^^ ogni loro ritorno; oppure - negli.£ attaccati — di rispondere a tono e -bbene, agganciarsi alla ruota dell'as-\satleti fra due siepi di clamori assor danti, richiamare le supreme energie, scattare a sua volta, dare tutto sè stesso, fino all'ultima stilla, in quelle poche, vorticose, ultime peda- late verso la striscia bianca del traguardo, mentre gli occhi non vedono più, le orecchie non odono più, e solo la volontà e tesa, disperatamente tesa, sulla carne dolorante e sullo sP'ritp oscurato, chl e,11 primo. .... . L ar«vo e stato cosi fulmineo, co « serrato, che gli spettatori non han fattP_.ln tempo, a vedere giustamen- dutà (ma soltanto da noi, in Italia, e chissà perchè) non dico la preferenza a vantaggio di altri spetta coij sportivi, quanto la comprensio ne e il gusto che sono tutt'altra co sa. Tutta una tradizione, diciamo pu re gloriosa, si collega a questo sport, che ebbe i suoi celebri campioni, le : sue grandi date, le sue epoche d'oro è una storia. Sovrani e principi ne te. E' quello straniero dalla maglia bianca-rossa-blu, alto, biondo, slanciato, oppure questo italiano dai capelli neri e ricciuti sotto il casco di cuoio che ora gli penzola da un dito, e ansando ancora per lo sforzo compiuto finisce sullo slancio un giro supplementare di pista sorridendo agli applausi della folla ? La bellezza di queste corse è anche nell'incertezza che fino all'ultimo palmo di terreno ne vela e nasconde le sorti: e stupisce che nel tempo se ne sia per¬ presenziavano le feste, alle quali accorrevano le moltitudini, come oggi alle sfide di jool-baV, e in confi j denza possiamo dirvi che i protra nisti e l'ambiente non erano nè vollgari nè sciocchi come un assertore jad oltranza dei tempi nuovi nello | sport vorrebbe far credere. Si tratta duno smarrimento di gusto, una mo da che per capriccio sì è voluta tra!lasciare: ma il fondo è tuttora sano; j la ricchezza di emozioni, la promessa Idi avventure, la certezza delle batta!glie sono indiscutibili realtà perchè !ci sono i giovani e c'è la volontà che le vogliono riportare alla luce dopo 1tanti anni d'ingiusto abbandono; aiI l'estero le corse di velocità — giu! statuente riconosciute l'aristocrazia di gesti e di sforzi fra tanta brutalità d'altri sport — sono ben popola- ptIri! Perchè non dovrebbero ritornare i altrettanto da noi? i Oggi Milano, domani Torino si mettono al lavoro perchè anche que I sta riconquista concorra ad afferma;re la maturità e la completezza del. lo sport italiano, | Vittorio Varale bnmzmcf Gli ultimi tocchi pista inaugurata domenica.

Persone citate: Vittorio Varale

Luoghi citati: Italia, Milano, Torino