Gli studi americani in Italia

Gli studi americani in Italia Gli studi americani in Italia ' All'estero, e segnatamente In Fran-1 •Aeia (dove esiste la • Società des Amé- dricanistes> retta dal glorioso Manou- Cry e dal prof. Rivet, direttore del Mu- r>seo del «Trocadcro * di Parigi), in Belgio, in Inghilterra, in Germania, in Spagna, per non dire in America, esistono floridissimi Istituti che hanno lo scopo di studiare scientificamente le Americhe e i loro abitanti dai tempi più antichi ai nostri giorni. zsrar! rInAnche in Italia vi furono, e vi sono sattualmente, studiosi di sicura dottri-i „„ j„ji„„- ■ " '• . 1 na. dedicatisi da anni con gioia, d.s.n-; Heresse e fervore d'apostoli, ali archeo-1 „logia, alla stona, alla geografia, alla; CctiElinguistica, all'etnologia ed etnogra fia dell'America pre e post-colombiana. Questi pionieri generosi, da principio misconosciuti, hanno bene meritato dalla Patria in un campo che ingiustamente pareva loro precluso. Essi furono portati verso questi studi dalla profonda stima per la razza che muore, di cui troppo tardi gli americani oggi riconoscono la meravigliosa forza del carattere, l'orgoglioso spirito d'indipendenza e l'eroismo incomparabile. Virtù queste suscitatrici realmente, in alte personalità del pensiero, della scienza, della letteratura e della politica degli Stati Uniti, d'un vasto e diffuso sentimento di simpatia. Oggij gli americani sono alteri quando pos- msono vantare fra gli antenati autentici; aborigeni dal color di rame, la cui no- i Whiltà snirituale è irrande e di cui ci «Wunta spirituale e glande e ai cui ci e trnota 1 epica gesta attraverso le lettu- [pre dei capolavori di scrittori e poeti i mdi fama mondiale: Longfellow, Coo- j dper, Aymard, Mayne-Reid, Simonin, I seHumboldt, Catlin. Audeard, De Smet, Biart, Irving, Bret-Harte, Assolant e Schoollecraft Rowe Henry, e altri. Questi studi sono tornati di attualità dopo l'alta approvazione di S. E. il Capo del Governo circa la costituzione a Roma del « Centro Italiano di Studi Americani ara2oaMvSimile Istituto s'impone-1 Itva per un senso d'orgoglio sanamente ( nnazionale: quello, cioè, di non volere Gche il nostro Paese continuasse a ri- vmànere pressoché del tutto assente in mane! e pressocne uti mito assente "> c un campo di studi in cui esso, per la j Lsecolare tradizione della delle prime esplorazioni scoperta e ! tudel Nuovo nMondo, avrebbe avuto il diritto di pre-1 Ncedenza e il dovere da un pezzo scientificament maggiore autorità ed il migliore suc-i dd'affermarsi irià : Dicamente con la I Qcamente con la tacesso. Il dottissimo Monsignor Giovan- nlGalbiatiT Pretettò dei?« Ambrosia- Irdi Milano, ha ragione quandoI Lscrive?* Questi 'studi americani dovrebl | bero essere oramai maturi in Italia, non solamente per i moltiplicati rapporti nostri verso quel continente immenso, ma altresì perchè mi pare troppo giusto che ,nel fiorire o rifiorire delle più svariate branche del sapere nella nuova Italia, debba trovar posto pure il culto d'una scienza sull'America. E l'idea, sorta in alcuni generosi e animosi, mi auguro di vedere presto tradotta in atto per l'onore del nostro Paese e per sempre più largo vantaggio del sapere ». In Italia, pioniere degli studi americani, è stato il prof. G. V, Callegari, che ha combattuto, quasi da solo, aspre battaglie per il trionfo di questa iniziativa che involge ormai tutti i campi dello scibile, avendo come soggetto di studio intere civiltà (Maya, Nahua, Aztechi, Quichua, Incas, Aymarà, ecc.), attraverso esplorazioni geografiche, antropologiche, naturalistiche, geologiche, archeologiche e linguistiche nei Continenti Americani. Mentre all'estero, lo studio delle antichità americane è già entrato ufficialmente nelle maggiori Università, in Italia soltanto una cattedra è stata istituita, e questa presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, a Milano. In questo campo sconfinato di ricerche, di osservazioni scoperte, di sorprese scientifiche, gloriose tradizioni di Colombo, Vespuc ci, Zeno, Caboto, Pigafetta, Verazza no, impongono il dovere agli Italiani I di proseguire l'intrapreso cammino sino al raggiungimento della mèta ormai vicina. Gloriosa, invero, la schiera degli americanisti italiani nel passato. Basti citare per tutti: Pietro Martire d'Anghiera, Gerolamo Benzoni, Giovanni Lorenzo Anania, G. F. Gemelli Carreri, Lorenzo Boterini, Giacomo Costantino Beltrami, il Cardinale Mezzofantl, il linguista Bernardo Biondclli e Ferdinando Borsari. Tra i moderni e i contemporanei, oltre a G. V. Callegari, il maggiore di tutti, vanno ricordati: il conte Giuseppe Perrone di S. Martino. Giuoeppe Sergi, Sergio Sergi, Marta Savi Lopez, il dott. Mazzini di Imola, il dott. Bazzocchi di Forlimpopolt, il generale medico di marina Pctella, Giovanni Marra, Antonio Mordini di G(lpMmCtDèsvlssrbpnnupdldtcpr1gAcaèdi | le ì \ IikrgaTrespìòratore^ Guiane), il nostro grande salesiano Padre D'Agostini, i linguisti Mattpo Bartoli, Padre Tonelli e Padre BorgaMlo, Corrado Gini (reduce di recente da una spedizione scientifica nel Messico nell'isola misteriosa di Tiburon. dove ha compiuti studi statistici sugli indiani Seri), Paolo Bellezza. 1 geografi Magnaghi, Bertacchi, Riccardi. Biasutti, Almagià, il linguista Tagliavini, e lo studioso di antichità ispanoamericane Ambruzzi. Nè bisogna dimenticare il compianto Vincenzo Grossi, docente di etnografia americana all'Università di Genova, Enrico Hillzer- Gi<rlioli (la cui immatura perdita recò;irrenarabile danno alla scienza ameri- \ canistica), Luigi Pigorinl e l'indimen-1ticabile Paolo Mantegazza, ai quali bi-'fogni arrgiun^ere doverosamente i nomi dc-rli scomparsi scienziati itnloargenti'ii : Arncghino, Ambroselti, Debenedetti, Bertoni, Rusconi, Frcnguelli. Vignati, Imbelloui, Ravignani, Tagliaferro, Belli, Mostri, Viteri e Lafronte. Oggi il t Centro Italiano di Studi Americani », per volontà del Condottiero di nostra gente, è una realtà. Tutti coloro che coltivano, per amore della scienza, questo genere di studi (che oltr'alpc già conta i Centri mirabilmente organizzati di Parigi, Bruxelles. Anversa, Wurzburg, Amburgo. Londra. Siviglia e Lisbona), oggi sono confortati nelle loro speranze, nelle loro as-iirariTp.i e nei loro sogni dalla creazione di un Istituto che, e per l'importarzi e l'autorità degli aderenti e pc- l'appoggio del Governo, come pei il (etto che risiederà ufficialmente riconosciuto -- nella Capitale del Rejvio. già riscuote universe simpatie ed i più calorosi consensi ed appoggi. L'attuale iniziativa servirà a sviluppare ulteriormente i rapporti culturali, olfre che politici ed economici. dell'Italia con le due Americhe, alle quali Ci uniscono tante sacre, gloriose me- morie comuni e tanta affinità di san- gue. di lingua e di latina civiltà... (E qui sovviene un ricordo degno di'essere conosciuto. I Un giorno l'illustre autore di Etudes] •A"",,'r(""f'1''' Henri Gaullieur. doman-j dò ad Un autore americano, persona di Coltura e di spirito, quale fosse a suo ( r>.arele Ia P'? B,ande' la Piu beIla crea-1 zione artistica che avesse prodotto la psua Patria. s— « Io non ne conosco che una sola, rispose quegli, la quale è tutta esse»- B'esaialmcnte americana e che può ispi rare gli scultori del nuovo mondo e me ritare l'onore di essere rappresentata ! sIn marmo e in bronzo. Quest'opera e1 sempre L'Ultimo dei Molliconi», j c . , . , t , P Anche a nostro modesto avviso, la H La (]atn flallo scrittore Rmerlca. " „„' al Gau„ieur, è giusta. Fcnimore !»Cooper, ^saltatore della razza rossa \ ™che muore, è, infatti, il più grande artista che l'America abbia prodotto. Egli non ha, nel Nuovo Mondo, altro n rivale, forse, che Bret Harte, i cui racconti californiani sono tradotti in tut- te le lingue. Ma il capolavoro di Coo-1 per, nonostante la sua forma fresca,] primitiva ed alquanto ingenua, si leg- gerà sempre volentieri al posto delle J morbide e morbose elucubrazioni cosi | dette psicologiche moderni romanzieri e passati di moda. Cooper so la bellezza mistica della natura, sei- ] vaggia e suggestiva, che aveva sotto B"' occhi. Egli, come Chateaubriand, j era un poeta e un realista nel tempo!stesso. Le scene pittoresche, che de- ( scrive nei suoi libri, e le ligure bron zoe e fiere degli eroi della prateria ch'egli scolpisce, fanno amare sempre Piu HKn «"'"ini d'intelletto e di cuore ;.'7„,;;„„n niumato forte bello irenero- "'e^erriero chi ha riemmtó de" suo »^» "g°j£h ?VKXageZ ™ iomfoitta? la sto'ia del Conti nente scoperto da Colombo. Pietro Gorgolini.