La ricomparsa del «Lawrence giallo»

La ricomparsa del «Lawrence giallo» La ricomparsa del «Lawrence giallo» Sistemata Manciuria e Manciùkuo, il generale Dohihara riprende il « servizio di intelligenza » nella Cina meridionale — Un generale senza un buon ser-ipvazio d'informazioni — ha scritto ! sun notissimo ammiraglio americano ' d— è, press'a poco, nelle condizioni del capitano di una nave che manchi di bussola. Nessun comandante, nelle condizioni imposte dal moderno tipo di guerra, può guidare e portare a termine favorevolmente una campagna senza l'aiuto di un abile capo dell'ufficio informazioni. Di questi punti-base dell'arte militare, deve essersi convinto fin dagli inizi della sua carriera, il generale giapponese Seigheru Hongio — l'uomo che ha portato sul terreno le teorie espansioniste del generale Araki, l'uomo che ha realizzato con metodo e mano militare le aspirazioni mai spente e mai limitate del nazionalmilitarismo nipponico. E tale sua convinzione si è concretata nella scoperta, nella formazione e nel lanciamento di un uomo destinato ad assumere le redini del « servizio d'intelligenza » nipponico. Quest'uomo è l'attuale generale Kinzo Dohihara. E di esso le cronacne di questi giorni hanno riparlato attribuendogli l'incarico da parte del governo di Tokio — meglio sarebbe dire « dei suoi superiori » di Tokio, giacchè Dohihara, da buon soldato nipponico non obbedisce ai « borghesi » del governo — di convertire i cinesi del sud ad una maniera di pensare e di fare un po' meno nippofoba di quella che i Cantone3i hanno dimostrato in molte occasioni : ultima la resistenza « esclusivamente cantonese » contro l'avanzata dei giapponesi da Sciangai. Non è affatto impossibile che Dohihara sia a Canton o a Hong-Kong, e, in ogni caso, è tutt'altro che improbabile che egli riesca a portare a buon fine la sua missione nella linea meridionale. L'uomo ha dato tante e tali prove di abilità che si è meritato il titolo di « Lawrence giallo ». Dohihara ed Hongio si sono conosciuti presto negli anni ; uno ha prescelto l'altro come il predestinato a dirigere il servizio d'informazioni e il maestro non ha mai avuto da lamentarsi dell'allievo; nè questo di quello: giacchè se ad Hongio fu dato e Riconosciuto il titolo di vincitore della Manciuria, con minore evidenza, ma con eguali premi fu riconosciuto il lavoro svolto, alle spalle dell'esercito, dall'allora colonnelo Dohihara. Hongio, dopo aver fatto il suo primo esperimento guerresco come ufficiale di Stato Maggiore, nella campagna russo-nipponica del 1905, fu mandato a Tokio come istruttore nella Imperiale Accademia militare. Fra gli allievi c'era Dohihara: precoce, pieno di iniziativa, intelligente, studioso. Era un ragazzo che aveva le qualità necessarie per rendere orgoglioso un maestro. Hongio pose gli occhi su di lui, lo segui negli studi, lo indirizzò, lo prescelse. In quale epoca il tandem HongioDohihara abbia cominciato a lavo' rare di conserva, non si può dire con precisione; ma dopoché Dohihara si ebbe conquistato, nel 1912, le spai line, i due si ritrovano uno di fianco all'altro al comando supremo delle forze giapponesi impegnate, subito dopo la guerra mondiale, nella guerra di Siberia. Da allora il giovane ufficiale è considerato indispensabile per la « preparazione » del continente — o di quelle parti del continente — sul quale puntavano gli sguardi dell'espansionismo nipponico. E dopo la campagna del 1919, Dohihara non torna più in Giappone se non ppsmltecilairddFsdgddazbpmdlpgcPpsMummvaccscpndapddvvMgdClqdicssdlghPSsctdahpvHdmfcvdDdcquando la Manciuria è conquistata cfine del 1932 — e ci ritorna col grado di generale. Durante questi tredici anni il Lawrence giallo è stato in Cina: quasi sempre irreperibile, ma sempre presente in ogni luogo dove gli eserciti giapponesi stavano per passare. Per qualche tempo vive a Mukden, poi, sotto la Grande Muraglia, a Tien Tsin, Pekino, Sciangai: quindi si porta a Taiyuanfù dove riesce a diventare intimo amico e consigliere militare del Maresciallo Yen Sci Scian, il « governatore-modello della provincia del Sciansì. Durante questo soggiorno e questi giri in Cina, impara a parlare i diversi dialetti della sterminata e divisa repubblica : spesso, vestito del lungo camice dei professori e dei medici, si reca nelle Provincie dell'interno dove si rende conto dell'atteggiamento dei contadini verso i soldati del luogo, verso i funzionari della provincia, verso il Governo centrale. Uno dei mezzi che gli hanno servito maggiormente a garantire la catena di successi, è stato quello di aver studiato le abitudini e la forma mentale dei cinesi in modo da penetrare la loro essenza psicologica, in modo da riuscire ad agire, reagire e commuoversi nello stesso modo come agisce reagisce e si commuove un cinese. Durante tutte queste peregrinazioni, Dohihara, invia continuamente dei rapporti ad Hongio che ne informa Araki e Minami. E quando il primo si fa nominare addetto mili, tare a Pechino, chiama subito al suo fianco il suo ex-allievo della Accademia militare. Insieme mettono a profìtto la loro attività ed estendono sOzAsdva loro influenza negli ambienti po-1 litici più influenti di Cina. E questo loro lavoro è eseguito colla più grande discrezione: pochissimi delle legazioni straniere sono al corrente della profonda conoscenza e dei solidi contatti che i due ufficiali nipponici sono riusciti a stabilire in Cina; e quei pochi che conoscono la loro potenza li consultano, qualche volta, con lo stesso rispetto con cui si consulta un oracolo. Cambiamenti caleidoscopici abbat. tono e innalzano uomini e partiti j nella antica capitale cinese. Hongio e Dohihara mostrano di avere una incredibile pre-conoscenza dei piani e degli intrighi che si combinano a Pechino: così incredibile che qualcuno pensa che siano essi stessi ad organizzare i complotti più sensazionali. Dnrante il periodo in cui i due sono addetti alla legazione giapponese una somma fra i 100 e i 200 milioni di yen entra nelle casse della corrottissma cricca dell'« Anfu — Pace e felicità » che in quel tempo controllava il Governo cinese. E quando si viene a scoprire che i caporioni dell'An/u hanno venduto delle concessioni mancesi al Giap- pone, è Dohihara che salva il « Presidente » Hsu dalla furia degli studenti cinesi che volevano uccidere in piazza quello che aveva venduto la patria: si è saputo dopo che Hsu è stato messo in un cesto di vimini in mezzo alla biancheria da affidare ala lavandaia e quel cesto è stato fatto uscire dalla legazione giapponese ed inviato alla concessione nipponica di Tien Tsin dove è stato preso n consegna da Minami. In modo meno prosaico ma, data a qualità dell'uomo tratto in salvo, ancor più romanzesco è avvenuto il « contrabbando dell'ex-imperatore, Henry Pu-Yi, la detronizzazione del quale, nel 1912, pose fine ai 268 della dinastia Manciù. Nel 1924 Feng-Yu-Hshiang, il « generale cristiano », arriva a Pechino alla testa dell'« esercito del popolo » e costringe Pu-Yi a fuggire dal Palazzo d'Oro dove aveva avuto permesso di risiedere dopo l'abdicazione. Pu-Yi riesce a rifugiarsi nella zona delle Legazioni e colà Dohihara lo riceve a braccia aperte e lo tiene nascosto: pochi mesi dopo lo porta nascostamente a Tien Tsin dove l'ex-Figlio del Cielo vive rinchiuso in un palazzo situato nella concessione nipponica finché Dohihara non ha bisogno di adoperarlo per fare la Manciuria « indipendente » con tanto di Presidente prima, e con tanto di Imperatore poi. D'un tratto Hongio e Dohihara lasciano la Cina settentrionale per la Manciuria: il secondo scompare per un poco dalla scena mentre il primo assume la carica di « consigliere militare » di Cian-So-Lin : Hongio voleva che il « generale mancese » armasse il suo esercito con fucili e cannoni identici a quelli giapponesi, che l'arsenale di Mukden fabbricasse proiettili buoni per i fucili e i cannoni mancesi e altrettanto buoni per quelli nipponici. Ma Cian-So-Lin non poteva accettare, e non accettò, di mettersi a fabbricare munizioni ad uso e consumo di quelli che si preparavano ad invadere il suo feudo: Hongio allora si fece sostituire da Dohihara e Cian-So-Lin saltava, con tutto il suo treno, mentre viaggiava nella zona nipponica di Mukden. Questo colpo è stato così grosso che Dohihara è costretto a dimettersi su formale richiesta di Cian-Sui-Liang, figlio del maresciallo ucciso nell'attentato. Parte Dohihara ma torna Hongio: questi, nel 1931, è nominato comandante dell'esercito del Kwantung — il « territorio affittato » nella Manciuria meridionale. Hongio nomina subito Dohihara capo del « servizio speciale » di Mukden. Tre mesi prima dell'incidente di Pei Tai Ying il colonnello riceve ordine di compiere un giro nella Cina settentrionale. Dohihara è veduto a Tien Tsin, poi a Pechino, poi al quartier generale di Sci-Yu-San e di Yen-Sci-Scian. Quest'ultimo, poco dopo il soggiorno del colonnello nipponico, si rivolta contro il governo di Ciang Kai Shek : si dice — e i fatti hanno confermato appieno la supposizione — che Dohihara, sapendo che Ciang Kai Shek, per domare la ribellione, avrebbe dovuto chiamare in aiuto Cian-SueHang, ha organizzato la rivolta, ha dato danaro, munizioni e la promessa di appoggi diplomatici. Sta di fatto che 100.000 uomini dell'esercito mancese si portano nel 1931 verso la Grande Muraglia e la rivolta di Yen Sci Scian è domata. Senonchè Dohihara lascia nel frattempo Mukden, raggiunge Tokio, torna in Manciuria sbarcando a Dairen e li — se. condo quanto hanno pubblicato gli stessi giornali ufficiosi di Tokio e Osaka — riferisce a "Hongio le istru zioni che aveva avuto in Giappone da Araki e da Minami. Queste istruzioni sono semplici : andare avanti e prendere la Manciuria. E' così che il 18 settembre, succede l'« incidente » e l'esercito nipponico occupa Mukden: Dohihara viene nominato sindaco della città poi « consulente » di un governotravicello messo insieme con uomini attaccati alla vecchia dinastia Manciù e fedeli all'oro giapponese. Ben presto il regime militare nipponico si stabilizza e il « Lawrence giappo nese » può dedicare la propria atti vita verso altre direttive. Infatti alla fine di novembre Dohihara lascia inaspettatamente Mukden e pochi giorni dopo lo si vede a Tien Tsin In questa località cominciano, subito dopo il suo arrivo, dei disordini. E sono disordini di un tipo scono sciuto in Cina: si viene a scoprire che i rivoltosi sono degli ex-soldati provenienti dallo sconfitto esercito del generale Shik-Yu-San (un « amico » di Dohihara) e che i rivoltosi stessi avevano iniziato la ribellione muovendo dal territorio della concessione nipponica, Alcuni giorni più tardi si ha la spiegazione circa l'origine e i fini oscuri di questa rivolta : si trova che Pu Yi, ex-sovrano della Cina, era stato rapito dalla sua residenza di Tien Tsin e si può precisare che tanto Dohihara quanto Pu Yi sono scomparsi la sera del 10 novembre. Più tardi si è saputo che una lancia della marina nipponica era arrivata a Tien Tsin, ne erano sbarcati alcuni KpcsirRplqtactsdst uomini che poco dopo eran tornati a j bordo con un giovane ventenne e occhialuto. Era il futuro imperatore del Manciùkuo che Dohihara portava a Dairen e colà lo teneva nascosto finché non è venuto il momento di nominarlo Presidente e poi Imperatore del nuovo Stato della cui indipendenza il Giappone si è fatto subito paladino, ma che non è stato riconosciuto da nessuna potenza — tranne la Repubblica di San Salvador, che ha fatto tale passo allo scopo di fare un dispetto al poverno di Washington. Messo in trono Pu Yi e ribattezzato coll'imperial nome di Kang-Tè, Dohihara ha lasciato un'altra volta la Manciuria ed è andato nel Jehol; conquistata questa regione dalle truppe nipponiche, il Lawrence è sceso ancora più giù, fino alle provincie più meridionali della Cina: per far cosa? per prendere colle buone quelli di Canton che han mostrato di essere duri da piegare di fronte all'avanzata delle bandiere del Sol Levante o per organizzare una nuova rivolta contro Nanchino? Aer.