LA MUSICA

LA MUSICA LA MUSICA La giovinezza di Ottorino RespighiAlla vigilia della prima rappresentazione alla Scala del nuovo lavoro di Ottorino Respighi, la libera rielaborazione dell'Orfeo monteverdiano, l'editore Paravia pubblica nella « Biblioteca di cultura musicale » un volumetto di Raffaello De Rensis, dedicato appunto al Respighi (pag. 105, con ili., lire 7), alle sue opere, dalle prime a questa recentissima, alla sua vita. Le descrizioni delle forme musicali, facili e divulgative, sono accompagnate da amabili valutazioni, che valgono a guidare l'uditore fra i pensieri del compositore, la stesura delle partiture, le scene teatrali, le composizioni orchestrali, da camera, eccetera. Un capitolo biografico, che reca notizie meno ripetute, è quello delle origini, della giovinezza e della formazione dell'artista si eminente nella contemporanea vita musicale, e non soltanto italiana. Sul ceppo dei Respighi, oriundi di Cortemaggiore di Piacenza, crebbero due rami, dei quali uno diede alla Chiesa cardinali e monsignori, badesse e generalesse, e alla scienza un astronomo illustre, l'altro, che si diceva « liberale », coltivò la musica e non per professione ma per svago di altre occupazioni. Il nonno e il babbo di Ottorino furono buoni, entusiasti dilettanti. E, guarda, proprio Ottorino tardò a dichiarare la sua inclinazione alla musica. Fanciullo, voleva soltanto costruire teatrini, esperimentare rudimentali attrezzature da palcoscenico, dar vita ai burattini. A nove anni, nel 1888, si avvicinò al pianoforte e imbracciò il violino. E a questo istrumento volse poi la sua predilezione, tanto da inscriversi alla classe del Sarti, nel Liceo musicale della nativa Bologna, e da conseguire un diploma onorevolissimo dopo un'assai promettente esecuzione delle Streghe. Il desiderio e il gusto della composizione non tardarono a svilupparsi, con la guida del contrappuntista Dall'Olio, con l'illuminato eccitamento prima di Luigi Torchi, l'erudito bibliotecario, poi di Giuseppe Martucci. L'attività e la fecondità sono caratteristiche del Respighi fin dagli anni giovanili. Cercare nel ricco archivio del Liceo gli antichi scrittori o copiare le partiture di Weber, di Beethoven, di Wagner, o radunare nella sua casa strumentisti imberbi, e concertarli, fossero pure suonatori d'ocarina, erano altrettante pratiche gioiose, che occupavano l'intiera giornata. Tecnicamente preparato a trattare con gusto qualsiasi stile, die' un saggio del suo sapere con le Variazioni sinfoniche; e Martucci dichiarò: « Non è un allievo, è già un maestro ». Cominciò presto a viaggiare, a frequentare stranieri, a lavorare sodo. A Pietroburgo andò come prima viola nel Teatro del Conservatorio; cinque giorni di viaggio nella terza classe d'un treno omnibus. Conobbe Rimski Korsakoff, gli presentò alcuni lavori, ne ebbe accoglienza simpatiche e incoraggianti; cinque mesi di studio. Al ritorno da Mosca ottenne nel 1901 il diploma con il Preludio, corale e fuga composto e strumentato colà. Da Bologna ripartì per la Germania, ove il nome di Max Bruch lo attraeva. Di fatto vi restò qualche mese, ma dal maestro tedesco prese non più che una diecina di lezioni. Più si sentiva vicino a Rimski Korsakoff. A lui ritornò, per esserne più a lungo discepolo. E con gli insegnamenti di lui, il periodo scolastico era concluso. Passò ad altre esperienze attraverso le composizioni sue e le altrui. Come violinista partecipò col Quintetto Mugellini a molti concerti in Italia e fuori fra il 1903 e il 1908. Come compositore trattò la musica d'insieme, un campo ancora scarsamente coltivato in Italia. Vi ottenne successi, in ispecie con il Notturno diretto dal Ferrari al Metropolitan nel 1905, ma non fortuna con gli editori. Per primo il Bongiovanni bolognese cominciò a stampare alcuni suoi pezzi per violino o per piano o per canto e piano. Magro ne era il compenso: qualche moneta o un libro di musica. Un anno, il 1908-1909, trascorso a Berlino, gli diede agio di veder apprezzate le sue elaborazioni di Monteverdi, di Tartini, di Vitali, di Bach. E più si accese l'amore allo studio degli antichi che Torchi e Chilesotti gli avevano destato. Ne seguirono lavori analoghi, quali le trascrizioni di nove sonate per violino e pianoforte di Locatelli, Tartini, Valentini, Veracini, Vivaldi e Porpora. Ritornato a Bologna volle tentare il teatro, con Semirania (la terza- sua opera, poiché aveva già composto Re Enzo e Al molino), e il concerto, con Aretusa, poemetto per canto e orchestra, nel 1911, ottenendo favorevolissimi consensi. Due anni dopo vinceva il concorso alla cattedra di composizione nel Liceo Musicale di Roma, succedendo al Falchi; sistemò gli ordinamenti scolastici, prescrisse studi più modernamente inspirati; inoltre esercitò una fervida influenza sulla vita culturale romana, della quale l'Augusteo era un elemento sostanziale. Elevato il tono dell'insegnamento della composizione, Respighi veniva nominato nel 1923 direttore del Regio Conservatorio. Questo primo capitolo della biografia respighiana contiene, dicevamo, le notizie meno divulgate. I lettori tro veranno inoltre quelle dello svolgi mento della carriera laboriosa e fecon da, onorata e onorevole. E anche quelle sulla rielaborazione dell'Orfeo monteverdiano. già pubblicate in questa rubrica allorchè il maestro Respighi ce ne consenti la primizia. *** H. C. Colles ha redatto Symphony and Dm ma, 1S50-1900, il sèttimo volume della Oxford History of music. Questo si propone di esaminare le attività di parecchi compositori del periodo postromantico e di accertare le loro relazioni, ora che esse appaiono più evidenti, nella lontananza del tempo. Un periodo di storia, aggiunge l'autore, più che un movimento; e pe ró gli sembra interessante considerare specialmente la creazione del dramma musicale di Wagner e il ritorno della musica strumentale all'ideale sinfonico. Dati siffatti propositi, non sorprende di veder dedicato a Wagner un ca pitolo e a Verdi due sole pagine, in un altro capitolo, intitolato « Dopo Wa gner », e a Puccini quattro pagine... Ewen David ha pubblicato Com- posers of today, duecento biografie e altrettanti ritratti di contemporanei. La biografia consta dei principali dati deila carriera, di qualche referenza critica, di un sommario elenco delle opere, di una succinta bibliografia. Fra gli italiani sono ricordati: Altano, Casella, Castelrmovo Tedeseo, Franchetti, Giordano, Malipie ro, Mascagni, Montemezzi, Perosi, Pick-Mangiagalli, Pizzetti, Respighi, Rieti, Sinigaglia. Tommasini, Zandonai.