Venizelos profugo nell'isola di Scàrpanto

Venizelos profugo nell'isola di Scàrpanto Venizelos profugo nell'isola di Scàrpanto (Dal nostro Inviato speciale) Cavala, 13 notte. Eccomi a Cavala che dopo essere stata per undici giorni in assoluto potere dei venizelistì, è tornata da ieri mattina nelle mani del Governo. La vita ha ripreso il suo corso normale, le case, i negozi fanno sfoggio di bandiere bianco-blu. Dopo Seres le truppe governative hanno rioccupato nella loro avanzata Drama, dove l'altra sera è entrato il generale Condilis e Cavala che si trova a 35 km. da Drama c che non ha fatto nessun tentativo di resistenza. Chi percorra in automobile il tragitto da Seres a Drama a Cavala può farsi un'idea delle enonni difficoltà di transito e comprendere quanto valida fosse la ragione addotta dal generale Condilis dell'impossibilità di agire a motivo delle nevicate e delle pioggie. Dire perciò che il ritorno dell'ordine sia in larga parte dovuto al ritorno del bel tempo non è un {paradosso. In tutti i paesi rioccu'pati dalle truppe governative una folla enorme ingombra le strade commentando gli avvenimenti e accogliendo i soldati con simpatia. La popolazione è unanime nel deplorare il colpo di Stato di Venizelos e soltanto i profughi dall'Asia Minore (come del resto si sapeva) hanno favorito il tentativo aderendo all'appello loro rivolto di arruolarsi come volontari. Il numero di questi volontari ammonta ad alcune migliaia; i venizelistì avevano promesso a chi si arruolasse per la difesa della repubblica, che veniva dichiarata in pericolo, una paga di cinquanta dracme al giorno che saliva a settantacinque per gli ufficiali. I venizelistì aggiungevano che siccome erano gli ebrei di Salonicco ad appoggiare il Gabinetto Cialdaris non appena la rivoluzione avesse trionfato i beni degli israeliti sarebbero stati divisi fra i volontari. L'elemento colto dei centri urbani non si è però lasciato attirare. L'armata che il generale Camenos era riuscito a mettere insieme rinforzando le sue divisioni con volontari, sembra adesso sparila; il rastrellamento dei fuggiaschi durerà parecchi giorni, tuttavia si ha l'impressione che i soldati vistisi abbandonati dagli ufficiali, abbiano cercato di rientrare nelle caserme, oppure di disfarsi del fucile e dell'uniforme per raggiungere più comodamente le proprie case. Molti si sono nascosti nei villaggi, ma prima o poi finiranno coll'essere scovati. Le circostanze della fuga del generale Camenos non sono ancora note; a quanto pare per poter prendere il largo egli si è vesHto in borghesi e così fi è diretin con *iltri due o tre ufficiali superiori verso la frontiera bulgara. Alcune persone avevano favorito la sua fuga fra cui l'autista Stote già arrestato. Il generale Anagnostopulos, che comandava la guarnigione venizelista di Seres, non si è ucciso, come l'altra sera correva la voce, bensì ha potuto raggiungere Dede Agac dove si è imbarcato con la famiglia sopra un canotto a motore per ignota destinazione. Nel caso capiti nelle acr/ue turche è certo che verrà arrestato. I greci sono molto soddisfatti dell'atteggiamento osservato dall'alleata Turchia nel corso di questo doloroso episodio e la soddisfaione è tanto più grande in quanto appena poche settimane addietro la stampu dei due Paesi aveva sostenuto una vivace polemica a motivo del divieto fatto ai preti greci di Starnimi di indossare l'abito talare al di fuori dei templi. Il danaro prelevato da Anagnostopulos nelle casse delle banche di Grecia e Agticola di Seres ha potuto essere recuperato ieri mattina L'entità dei danni occasionati a Cavala dai conflitti degli scorsi giorni è in corso di accertamento; i danni maggiori sì sono avuti in seguilo allo scambio di cannonate svoltosi domenica mattina fra le navi governative apparse al largo, una batteria ribelle impostata sulle alture che circondano la città e il cacciatorpediniere Elli. Una granata è andata a scoppiare nelle vicinanze della locale Agenzia consolare italiana che però non è rimasta colpita. Per contro un colpo ha demolito la facciata della chiesa adiacente. I popolani raccontano che nei primissimi giorni non hanno esattamente saputo cosa accadesse; più tardi i venizelistì hanno fatto loro credere che le forze governative fossero state sconfitte, che Larissa fosse nelle mani di Venizelos e che Atene fosse stata occupata dalla guarnigione di Patrasso. Allorchè gli aeroplani governativi vennero a volare sulla città per lanciare manifesti rivelando la verità alla popolazione, il comando dei ribelli impartì ordini severissimi affinchè i manifesti venissero consegnati senza esser letti.. La popolazione ha capilo che le cose andavano male per i venizelistì lunedì mattina nel vedere il cacciatorpediniere Elli, il cui equipaggio aveva destituito ed arrestato gli ufficiali, allontanarsi alla volta di Salonicco. Per concludere questo che potrebbe esser detto l'ultimo bollettino delle ostilità sul fronte interno gre-1 co aggiungeremo che il nuovo comandante del quarto Corpo d'Armata maggior generale Zcppos ha già preso possesso del suo ufficio e assunto il comando delle Forze ini tutta la Tracia, che, prescindendo] dai ribelli datisi isolatamente alla\ macchia, è oramai da considerare^ pacificata a somiglianza della Macedonia. Le lince telegrafiche e telefo-i nìche vengono rapidamente riultì-\ vate e anche le comunicazioni /er-| roviarie hanno ripreso nella misura: compatibile con le esigenze militari.^ Lo stuto d'assedio sarà mantenuto ancora alcuni giorni; i tribunali mi-, litari il cui lavoro si annunzia gravoso, incominceranno a funzionare al più presto possibile. E' fuori di dubbio che, malgrado l'accanimento di certi suoi irreducibili seguaci, Venizelos col fallito colpo di Sialo al quale aveva scnz'al-\ Irò dato la sua etichetta ha perduto la popolarità c l'autorità in una misura che anni addietro, quando ìa\ sua stella era allo zcnitli, nessuno avrebbe osalo profetizzare. Moltissi-' mi ufficiali fedeli al Governo coi' quali ho avuto occasione di parlare1 si sono detti convinti che la dolorosa ùltima vicenda frutterà al loro Paese un lungo periodo di pace in-, term. e la fine delle agitazioni poii"cue nel seno dell'Esercito tolo Zingarelli Le navi ribelli sono tornate a Salamina - L'inchiesta sulla sedizione -- Il rapido ritorno alla normalità nei paesi dove fiammeggiò la rivolta zi a punta Avìachi, ove l'incrociai ore Averof aveva compiuto lo sbarco. Nelle vicinanze del luogo di sbarco è una piccola cappella, officiala dal monaci, ove Venizelos, con la consor- ; te e con alcuni ufficiali, senatori e deputali, si erano rifugiati. Gli alt.ri\ ufficiali e sottufficiali e il seguito di Venizelos, superati circa venti chi-\ lometri non facilmente transitabili,] avevano raggiunto Ofri, capoluogo dell'isola di Caso, dove sono stali: ospitati. Giunta sul luogo, la nostra Nave ha imbarcato tutti i rifugiati all'isola di Caso, trasportandoli all'isola di Scàrpanto, dove numerose costruzioni governative, recentemente ultimate, possono consentire loro l'alloggiamento. Frattanto a Patino, il comandante del sottomarino ribelle Giasone, qui rifugiatosi, ha tentato di uccidersi; un aeroplano italiano lo ha truspor-\ lato a Rodi, ove è stato ricoverato in' un ospedale regio, in condizioni grufi ma non disperate. Una mitragliatrice leggera in posizione nella zona di Cavala contro le truppe ribelli. Le tappe dell'esilio del vecchio statista ellenico Rodi, 13 notte. Il Governo di Rodi, non appena ha saputo dalle autorità di Caso che, in quell'isola, erano sbarcati Venizelos, con la moglie e con un centinaio di seguaci, ha provveduto all'invio sul luogo di una Regia Nave che, poche ore dopo, raggiungeva l'isola, innan- / * V ì /CJ Lero\ \ stampai/a © •ms,a>- v&<Scàr/}anro \ va<f \ "Vaso 'Condia 30 BO 90 Km. L'AMMIRAGLIO DEMESTIKAS Il condottiero della flotta ribelle.

Persone citate: Caso, Dede, Drama, Larissa, Patino, Salamina

Luoghi citati: Asia Minore, Atene, Grecia, Macedonia, Rodi, Salonicco, Turchia