Isolamento senza splendore di Amerigo Ruggiero

Isolamento senza splendore Isolamento senza splendore c| NEW YORK, marzo, iLa tendenza isolazionista che si è andata affermando negli Slati ' tiniti da alcuni anni in qua ha avu- to in questi giorni due affermazioni:significative. Col rifiuto di aderire alla Cotte Mondiale e col troncare bruscamenle i negoziati con In Kus-i sia, questo paese ha dimostrato di volersi sempre più rinchiudere in una politica di self-sufflciency, co- rne vien qui chiamata, isolandosi po- liticamente dal resto del mondo. PeHragioni non ben precisate la Corte ! Mondiale è stata sempre la bestia nera degli isolazionisti estremi. Da quando il Presidente Harding raccomandò per la prima volta l'adesione alla Corte Mondiale passarono tre anni prima che il Senato si inducesse a prenderla in considerazione e, questo, solo dopo una serie di emendamenti che ne tolsero ogni significato. Nei seguenti cinque anni, dn quando cioè un altro protocollo fu presentato al Presidente Hoover lino all'apertura del presente Congresso, il destino eli tale misura è rimasto costantemente in dubbio. A dire il vero, l'ostilità alla Corte era assai debole ai principii di quest'anno e pareva che la partecipazione voluta dal Presidente Roosevelt fosse quasi assicurata. Ma due fattori riaccesero l'opposi-zione, soffiando nel fuoco di vecchipregiudizii sopiti: la sfrenata campagna dei giornali di Hcarst e la propaganda contraria fatta per radio da Padre Coughlin. <■■ La maniera di tenere l'America fuori della Lega delle Nazioni — ha tuonato Hearst — la sola via è quella di tenerla lontana dalla Corte Mondiale! Telegrafate ai vostri senatori a Washington oggi stesso e dite loro questo! ». E Padre Coughlin rinterzò in un discorso diffuso da Detroit con la radio in un pomeriggio di domenica: «Mandate al vostro senatore un telegramma dicendogli di votare « no » sulla quistione dell'adesione alla Corte Mondiale con o senza riserve ». In conseguenza di tali appelli il Senato si vide sepolto da una valanga di proleste inviate da ogni angolo degli Stati Uniti. Giunsero 200.000 telegrammi, contenenti più di 1.000.000 di firme, in cui si domandava che i principii stabiliti da Washington e da Jefferson fossero mantenuti puri da complicazioni con l'estero e dagli odii europei. Per quanto gli uomini politici conoscessero quanto l'influenza di Padre Coughlin fosse grande, tanto essi come molta parte del pubblico cono rimasti sorpresi da una affermazione così drammatica. Nel suo discorso che raggiunse milioni di persone, benché pieno di errori di fatto, egli mise tanta abilità oratoria e tanta sincerità di convinzione da trascinare un'infinità di persone che sull'argomento non si erano formata un'opinione precisa. La disfatta della Corte Mondiale nel Senato è stata disastrosa. Non tanto per la importanza dell'adesione o non adesione degli Stati Uniti in se stessa, ma per quello che la decisione implica. In questo paese esiste uno stalo di rivulsionc contro ogni cooperazione con le altre nazioni, sia in materia politica che economica. Ma il voto del Senato indica purelcome l'influenza del Presidente sul la politica del paese vada svanendo e aumenti quella dei demagoghi. Pare che Roosevelt abbia perduto il suo famoso fiuto politico. Gli si fa carico di esser talmente abituato al\successo da abbandonarsi ad un in-!considerato ottimismo, scaricando'sui suoi aiutanti quelle responsabi-llità che dovrebbe affrontare perso-\nalmente. Non che negli Stati Uniti la ripugnanza a collaborare con le nllr-P nazioni sia assoluta I voli del:qJnat, in, fnvnrJ<(mò\a^tJ 52 contro 36 avvers^In un si" i^^MmSJm^^m^ la ìstema di maggioranza assoluta, ia.partecipazione alla Corte" sarebbeItata alprovata, ma col sistema vi-gente negli Stati Uniti e necessaria una maggioranza di due terzi. Fa-\cencio il calcolo della popolazione rappresentata da voti dei senatori si hanno 75.000.000 di aderenti contro 44.000.000 negativi. Quello {che indica il voto è la ribellione con-tro il Presidente nonché la tendenza dei gingoisti e dei xenofobi di rin-chiudere il paese in una muraglia cinese di odii, di pregiudizi e d'intolleranze. L'altro avvenimento che conferma tale tendenza e la rottura dei negoziati con la Russia. Le difficoltà principali sono sorte dalla sistemazione dei debiti fatti dal regime Ke- rensky e dai crediti dei "cittadini americani per le proprietà confìsca-te 0 danneggiate durante la rivolu-zione. Il totale dei crediti e delleindennità da 700.000.000 di dollari,quali erano originariamente, furono ridotti a 150.000.000 dal Governo degli Stati Uniti. L'ambasciatorerusso offri in pagamento 100.000.000 di dollari in un periodo di 20 anni, domandando, nello slesso tonino, un prestito per circa il doppio di tale ammontare. Quest'ultima richiestaera contraria al « Johnson Act » che proibisce prestiti americani ai Go:verni che non hanno soddisfatto i loro impegni precedenti con gli StatiUniti. La domanda fu rifiutata, maper facilitare il commercio. L'inte-resse avrebbe dovuto essere fissato ai 9 per cento e il periodo di rim-borso a cinque anni. La Russia, per mezzo del suo ambasciatore, chiese crediti a più lunga scadenza con laconclusione che dopo soli cinque mi-nuti di conferenza lo trattative fu- rono rotte con appena unn lustra dicorrettezza e formalità diplomatiche. La sproporzione tra resito_ delle conversazioni e l'entità dell'argo-mento in disputa è apparsa evidente a tutti. A parte 1 insignificante soni- mercato in pieno sviluppo. Si fa no-tare che l'attuale Governo russo nonha preso a prestito un centesimodegli Stati Uniti. I reclami di questi vertono sui prestiti di Kerensky e la confisca delle proprietà.americane durante la rivoluzione, Ssasr-tSWdfi 8na°arie x rioni tra la Russia e la Francia su-birono un grande miglioramento. Quello che gli Stati Uniti hanno of- giapponesi abbiano offerto di essere « ragionevoli » sulla quistione del programma navale se gli Stati Uniti non andranno troppo oltre nella cooperazione col Governo sovietico. Uno dei fattori più importanti, a quanto si riferisce, si è avuto nel- ' ostilità dell'elemento conservatore, della Chiesa Cattolica e dei funzionari strettamente tradizionalisti del Dipartimento di Stato. Si è inoltre affacciata l'ipotesi che la Francia, da poco riavvicinatasi alla Russia, abbia offerto di aprirle tutti i cre- ferto con crediti a breve scadenza, la Russia potrà ottenerlo dalla Francia o anche dalla Germania e dall Inghilterra, senza che sia costretta a riconoscere i debiti contratti dai Governi precedenti. Nello stesso tempo, il bisogno del macchinario estero in Russia diminuisce col miS'ioramento delle condizioni economlcne interne e col progresso della '^'"l0" industriale. Quali sono le ragl , .c llanno indotto il Dipartiment? di Stato a non tener conto di fi116"*.'1 datl e a tagliare bruscamente ì# ula ■ una Possibilità d'intesa? ■ , spiegazioni sono state affacmaAe a nS"ardo: si è supposto che ! bovcrno americano sia diventato lmProvyisamente ostile ad un accor. definitivo per timore dei giornali cli Hcarst clle ala conducendo ittualrnente una esasperata campagna anti-russa. Si è pure detto che i| ' artificiosamente alimentata dai de diti che le occorrono e che la Germania sia in grado di provvederla di quei prodotti che avrebbe dovuto acquistare negli Stati Uniti. Tulle queste ragioni, perù, si riducono a ben poca cosa di fronte a quella ch'è la più vera ed essenziale: la tendenza degli Sfati Uniti ad isolardi politicamente ed economicamente. Non si può negare che la tendenza isolazionista dell'economia americana abbia distrutto la baso fondamentale della interdipendenza mondiale. Il « New Deal inaugurato da Roosevelt, è nettamente nazionalista in carattere. La politica monetaria del Presidente, il programma di restrizione della produzione agricola, il Johnson Act» che proibì-j sce crediti alle Nazioni insolventi, e la mancata riduzione delle tariffe da parte dell'Amministrazione ten|dono tutti all'isolamento della nazio¬ ne americana. La quale è determi nata di bastare a se stessa e di tenersi egoisticamente lontana da ogni sforzo di ricostruzione mondiale. Se provvedimenti radicali non verranno a mutare il corso di una corrente magoghi. la rinascita del sentimento isolazionista non sarà transitoria ne di breve durata. Essa contribuirà ad aumentare il caos mondiale di cui soffriranno, in ultima analisi, anche gli Stati Uniti. Amerigo Ruggiero