Nostro colloquio col generale Panayotacos

Nostro colloquio col generale Panayotacos Nostro colloquio col generale Panayotacos Seres, 12 notte. Col permesso dello Stato Maggiore, mi è stato consentito di spingermi fino al Quartier Generale del Comandante del terzo Corpo d'Armata che ha costretto i ribelli a ritirarsi dalle posizioni dello Struma in direzione di Drama. Quando sono arrivato al Quartier Generale, le truppe governative erano già oltre Seres e venivano segnalate a mano a mano le tappe della loro rapidissima avanzata. Il primo sangue fraterno Sui cento chilometri di percorso tra Salonicco e la città ripresa ai venizelisti, le colonne di camion, di carriaggi requisiti, di reparti delle varie armi erano ancora numerosissime. I numerosi autocarri precipitati dalle scarpate e nei ruscelli che solcano i fianchi delle montagne erano lì a testimoniare fino a qual punto\te nevicate della scorsa settimana*ovessero reso impraticabile la zona. Ho potuto raccogliere le prime notizie dirette sulle lotte svoltesi in questa zona, a Lakana, un villaggio alpino poco distante da Salonicco, al quale la cavalleria dei- ribelli era riuscita a spingersi. Alle porte di questo villaggio, che sì trova nella zona resa famosa dalla campagna del 1912, sono anche cadute le prime vittime della guerra fratricida: un capitano del campo ribelle e un sergente delle truppe governative. Respinti da Lakana, i venizelisti indietreggiarono sino allo Struma, trincerandosi sulla sponda sinistra dove domenica la loro resistenza non è stata accanita come, a giudicare dalle opere difensive costruite, essi avevano in un primo tempo progettato. Proprio sotto l'argine del fiume ì venizelisti hanno dovuto abbandonare un cannone da campagna, e nelle trincee scavate ad un paio di centinaia di metri dalla corrente hanno lasciato zaini, viveri, munizioni, materiale di ogni genere. I cavalli sventrati, le buche prodotte dai proiettili d'artiglieria, i fili telegrafici che pendono a fasci dei pali e le famiglie di contadini che ritornano con le carrette stracariche delle loro misere masserizie alle casupole abbandonate in fretta e furia, conferiscono al monotono paesaggio una no. I ta guerresca che avrà tuttavia breve durata. FI borgo di Yenikoi, che per dieci giorni ha accolto il grosso dei venizelisti, era, quando vi sono arrivato, la tappa delle truppe governative più lontana dal punto estremo dell'avanzata. Seres è rigurgitante di soldati e di popolo; i paesani sfoggiano i costumi nazionali nei quali il rosso è la tinta prevalente, e la femminilità crede l'occasione indicatissima per esibirsi negli àbiti domenicali. La cittadina rassomiglia ad un immenso accampamento, nel cui centro si tenga il mercato e si sforza a manifestare il meglio che le sia possibile la gioia per avere recuperato la pace. Bottino di banconote / venizelisti avevano arrestato a \^eres tutte le personalità locali Ze*deli al Governo ed hanno anche Mu¬ citato qualche soldato restìo a partecipare alla sedizione. A determinare il rapido sgombro di Seres hanno efficacemente contribuito gli aeroplani governativi, le cui bombe hanno avuto effetti disastrosi in punti centrali, verso i quali la folla accorre ora incuriosita. Il numero dei morti non è ancora stato indicato. Prima di abbandonare Seres, il generale Anagnostopulos, comandante le forze venizeliste concentra^ nella città, ha preso nelle casse della Banca di Grecia e della Banca Agricola tutto il danaro liquido esistente, che si dice ammontasse a 200 milioni di I dracme. n comandante militare della Grecia settentrionale, generale Panayotacos, ha ricevuto il vostro corrispondente poche ore dopo l'occupazione di Seres e, interrogato in merito all'esito delle azioni fino allora svolte e sulle sue previsioni per i prossimi giorni, ha così risposto: —«Noi ci troviamo alla fine delle operazioni alle quali siamo stati con nostro vivo rincrescimento costretti. Il popolo greco purtroppo ha dovuto subire una vicenda che, eccezione fatta di coloro che l'hanno provocata, nessuno si era augurata. Se la guerra in se stessa riesce sempre sgradita, meno gradita che mai può riuscire una guerra fratricida. La lotta impostaci è stata da noi affrontata con l'unico obiettivo di una rapida liquidazione allo scopo di risparmiare al Paese troppi sacrifici. Fortunatamente tutto ormai è finito; spero che il popolo greco non si debba trovare mai più nella dolorosa situazione di vedere i suoi figli battersi gli uni contro gli altri. Alla domanda di cosa facciano gli avversari, il generale Panayotacos ha risposto: — I venizelisti sono in fuga; alcuni gruppi si dirigono verso i piccoli porti dell'Egeo per cercare di imbarcarsi su velieri ; altri marciano verso la frontiera bulgara. Il rapido epilogo * TI generale non ha potuto ancora precisare il numero delle vittime subite dalle forze governative, ma ha assicurato che le perdite dei venizelisti sono state tre volte superiori. — Ho l'impressione — ho detto al generale Panayotacos — che il Governo, se lo avesse proprio voluto, avrebbe potuto agire molto più presto e con energia anche maggiore, mentre ha preferito isolare i ribelli, demoralizzarli e dare loro il tempo di ravvedersi. — La sua impressione — ha risposto il generale — è giustissima; ìl Governo ha voluto evitare spargi- mento di troppo sangue fraterno. — Quanti giorni ancora dureran- no le operazioni? . . .. . — Domani sarà tutto finito; evi- dentemente resterà da liquidare l'e- |pisodio navale, ma sono sicuro che le navi venizeliste, apprendendo la disfatta terrestre, desisteranno dalla inutile lotta. Quale sia la sorte che il destino riserva a Venizelos il generale non ha saputo dirlo. Meno reticente è stato invece nei riguardi del generale Camenos. Per il comandante del ribelle del IV .Corpo d'Armata si presentavano tre vie di uscita: o fuggire per via marittima, o ottenere asilo dai bulgari, oppure arrendersi perchè, secondo l'opinione di Panayotacos, da parte dei turchi non avrebbe potuto sperare salvezza. Si è verifi iq{p(ipalrdagcata la seconda ipotesi e la notizia,-ne è giunta in serata confermando^ad usura il pieno ottimismo di cuiinaveva data prova nell'interessante ! mcolloquio il generale da me intervi stato. tn Italo Zingarelli Venizelos con i suoi fedeli ripara nel Dodecanneso Rodi, 12 notte: Oggi nel pomeriggio, all'isola di Caso, sono sbarcati dall'incrociatore greco Averoff VenizelQs, la moglie ed altre personalità del partito venizelista. L'incrociatore è ripartito diretto a Salamina. All'isola di Patino ha approdato il sottomarino greco Giasone con a bordo otto ufficiali, trenta marinai ed un borghese. IL GENERALE CONDYLIS Comandante le forze governative. W$ 'O \ BULGARIA „.*■' ,C ♦ Vo '•• t« Z '^Sa/oniccd IL GENERALE CAMENOS, comandante le forze dei rivoltosi, che è fuggito in Bulgaria e si è costituito alle autorità.

Persone citate: Caso, Drama, Italo Zingarelli, Panayotacos Seres, Salamina

Luoghi citati: Bulgaria, Grecia, Rodi, Salonicco