Atene tributa gli onori del trionfo al generale Condilis

Atene tributa gli onori del trionfo al generale Condilis li crollo dol movimento r ivo lux io 11 zirlo in Or oda Atene tributa gli onori del trionfo al generale Condilis Venizelos, in fuga sull'« Averoff », sbarca con la moglie nell'isola di Caso - Anche le isole ribelli sono tornate nelle mani del governo greco - La Grecia chiede alla Bulgaria l'estradizione del generale Camenos Atene, 12 notte. La rivolta venizelista è ormai liquidata. Dopo l'ingresso delle truppe governative a Seres e Demirhissar, il ripiegamento e la fuga dei rivoltosi, che prima avevano opposto una strenua resistema, sono stati così repentini che da Atene era quasi impossibile seguire gli avvenimenti. In tutta la Macedonia orientale il Governo ha ristabilito la sua autorità e ne è una prova il fatto che il generale Condilis ha creduto di poter rientrare oggi nella capitale. Egli è giunto nel pomeriggio in aeroplano e Atene gli ha tributato gli onori del trionfo. Il Presidente della Repubblica Zaimis ha lanciato un manifesto alla Nazione per ringraziarla della serenità di questi giorni e della lealtà verso il Governo durante l'insurrezione. Il Governo ha pure pubblicamente ringraziato tutte le Forze armate per la rapida soppressione della ribellione quasi senza spargimento di sangue. Questa sera in un'adunata di circa £00.000 persone ad Atene, il Presidente del Consiglio Cialdaris ha preso la parola e si è congratulato con l'Esercito, la Marina e l'Aeronautica per il contegno tenuto in questi giorni nelle operazioni contro gli Insorti. Ha aggiunto che la giustizia sarà severissima Circa la fuga del generale Camenos si apprendono nuovi particolari. Inseguito dalle truppe governative, egli ed i quattordici ufficiali del suo seguito hanno potuto a malapena riparare su territorio bulgaro. A tre chilometri dalla frontiera i fuggiaschi avevano dovuto a causa della neve alta scendere dalle automobili e proseguire il cammino a piedi. Di guardia alle macchine erano rimasti quattro ufficiali. Un reparto di truppe regolari, raggiuntili, fece prigionieri tre degli ufficiali, mentre il quarto, piuttosto che cadere nelle mani degli avversari, preferiva rivolgere l'arma contro se stesso. La pattuglia greca si accingeva quindi ad aprire il fuoco anche contro Camenos ed i suoi compagni, ma ne veniva impedita dalle guardie di frontiera bulgare dato che i fuggiaschi avevano già superato la linea di confine. Si conferma che quasi tutti gli ufficiali i quali avevano fatto causa comune con gli insorti si sono affrettati a passare il confine. Molti di essi hanno tempestivamente approfittato dei treni per raggiungere la Bulgaria e la Turchia, altri hanno raggiunto la frontiera con altri mezzi di trasporto. La somma che gli ufficiali ribelli hanno portato con loro si fa ascendere complessivamente a circa ZOO milioni di dracme. Non è da escludere che il Governo di Atene, sostenendo la tesi che con l'impossessarsi di tale rilevante somma gli ufficiali emigrati abbiano commesso un reato comune, voglia chiedere alle autorità bulgare e turche di accordarne l'estradizione. A conferma di questa ipotesi si assicura che il Governo ha incaricato il Ministro a Sofia di chiedere al Governo bulgaro la estradizione del generale Camenos e degli altri ufficiali ribelli rifugiatisi in Bulgaria. Un battaglione di insorti, giunto a Dedeagatch, è stato immediatamente disarmato. Il generale Anagroscopulos che comandava la brigata ribelle di Seres, accompagnato da cinque ufficiali del suo stato maggiore, si è imbarcato a bordo di un veliero ed è partito per destinazione sconosciuta. Un comunicato ufficiale precisa che le perdite governative nelle operazioni contro gli insorti sono limitate a 11 morti e 28 feriti. Il limitato numero di vittime è spiegato con il fatto che al primo accenno di azione a fondo i ribelli sono fuggiti. Una parte non precisata della somma asportata dai ribelli dalla Banca di Grecia a Seres e Drama è stata ricuperata quando un treno carico di insorti è stato fatto prigioniero alla stazione di Xantia. Fra i catturati sono anche il comandante e tutti gli ufficiali del ól.o Reggimento Fanteria che avevano aderito all'insurrezione. La polizia ha oggi arrestato il tenente generale Papulas, in un sobborgo di Atene assieme a tre ufficiali del suo Stato Maggiore che erano stati dimessi dall'Esercito qualche giorno addietro. Il generale Papulas è ritenuto dal Governo come il capo dei gruppi di azione del partito venizelista . Il tentativo rivoluzionario può adunque ormai considerarsi completamente domato. Dopo il crollo della loro resistenza oltre il fiume Struma nella Macedonia orientale gli insorti hanno infatti ceduto anche a Creta. Ormai anche la roccaforte di Venizelos e le altre isole dell'Egeo occupate dagli insorti sono sotto il controllo delle forze governative. Gli equipaggi ribelli delle torpediniere « Psarà », « Leon » e « Niki » che come è noto si trovavano nel porto della Canea hanno abbandonato le navi. La notizia è stata confermata anche col seguente marconigramma inviato dalle autorità governative al ministro della Marina Dusmaris da bordo della torpediniera « Psarà»: «/ ribelli hanno abbandonato le navi da guerra di cui si erano impadroniti. Da stamane sono partiti. Attendiamo ordini ». Eleuterio Venizelos con la moglie e un centinaio di ufficiali di marina si è rifugiato sull'incrociatore « Averoff » che la notte scorsa alle 25,50 ha levato le ancore e.ha fatto rotta verso il Dodecanneso. Intanto gli ostaggi presi a Creta dai ribelli sono stati liberati, il generale Dedes ha riassunto il comando militare e Aposkitis ha ripreso le sue funzioni di governatore. E. P. LE ULTIME EDIZIONI AFFISSE ALLA CANCELLATA DEL GIARDINO PUBBLICO DI ATENE.

Persone citate: Camenos Atene, Condilis Venizelos, Drama, Eleuterio Venizelos