Lesueur toglie sul traguardo la vittoria a Bailo

Lesueur toglie sul traguardo la vittoria a Bailo Z)4 GENOVA A NIZZA SOTTO FRUSTATE DI BUFERE INVERNALI Lesueur toglie sul traguardo la vittoria a Bailo La veloce e combattuta gara, tormentata dalla neve, dal freddo e dal vento, ha culminato nelle prodezze dello sfortunato Puppo e del generoso Camusso e si è decisa nel violento e sorprendente finale Nizza, 11 mattino. ,poScommetto che se il viale degli ghE'aii Uniti non fosse stato gremito di degenie, Girar dengo, e forse anche la Le ita signora, avrebbe preso a sculac- jmc'ate quel bambinone di suo nipote ! baeie si era fatto portar via di sotto al uvnaso la vittoria che fino a cinque me- vafaccenda... delle sculacciate che non ci sono state e dell'arrabbiatura di « Gira » e della consorte, tifosissima non solo del color grigio, ma anche, e pia, dei prodotti di famiglia. Balìa frontiera all'arrivo zosiduTgAlla frontiera erano passati per primi, e insieme, Puppo e Camusso, che sulla precedente salita di Capo Mortola sembrava si fossero liberati, e definitivamente, di Lesueur, il quale già su Capo Mele e su Capo Berta non era stato capace di fronteggiare l'offensiva di Camusso, e solo con apparente difficoltà aveim, in discesa, riguadagnato le poche decine di metri che aveva perso in salita. Quello die doveva essere poi il vincitore,', creva, a Montone, un minuto giusto di ritardo sui primi due, ed era seguito a 35 secondi da Cipriani, il quale, a sua volta, alla Mortola aveva laeciato a una ventina di secondi E:dla, suo compagno di inseguimento. A quattro minuti veniva tutto salo Gotti e quasi a cinque Arnaldi. Chi non avrebbe detto (si era a 38 chilometri dall'arrivo) che gli altri erano ormai fuori discussione per la vittoria? Infatti tutta la curiosità di quanti avevamo il compito di fissare la fisonomia e l'andamento della corsa, puntò sul duo di testa quando si piegò a destra per arrampicarsi sul ìlont des Mulles lasciando Beau-Soleil. Già sulla breve salita di Cap Martin Puppo aveva assaggiato le disposizioni del compagno di marca e di fuga e, da come Camusso aveva accusato il colpo, doveva essersi convir.to che, ripetendolo sulla Turbie, avrebbe liquidato la faccenda. Camusso, approfittando della fermata di Puppo, dovuta credo a piccole noie di macchina, si era ricongiunto — non so dirvi se all'italiano o al francese perchè ancora sulla nazionalità del nuovo acquisto di Legnano non è stata detta l'ultima parola — e tutti e due si presentarono insieme ai piedi della Turbie. Ma Puppo non ci miss molto a liberarsi di Camusso; più fresco, più forte, attaccò progressivamente, inesorabilmente; l'altro si difese a denti stretti, a slrapponi, ma alla fine dovette mollare. E il « bianco-verde » se ne andò da solo, come se non potesse più essere disturbato. Non nego che anch'io per un poco ebbi l'impressione che la vittoria non potesse più sfuggirgli. A guardar giù per le rampe che avevamo lasciato sotto di noi non si vedeva nessuno e si era già a metà salita; Puppo doveva avere almeno due minuti di vantaggio. Ma a questo punto l'azione del fuggitivo cominciò a farsi meno facile; lo lasciai andare per i fatti suoi e mi occupai un po' degli altri. Riprenderà o riguadagnerà Camusso? ci si domandava. Tutt'altro, anche la muglia che comparve alla svolta era « bianco-verde », e apparteneva a Lesueur, l'uomo troppo presto dato per spacciato. Egli si era ripreso magnificamente, aveva passato in tromba Camusso e si avvicinava sempre di più a Puppo. Più indietro Bailo e Bulla s'erano uniti a Cipriani, che aveva forato dopo Mentone, e anche questi tre si erano lasciati alle spelte Camusso, sul quale prer.i-eva Bovet. La vittoria sfumata Il controllo dei passaggi in cima alla Turbie fece capire che l'ultima parola della corsa era tutt'altro che delia. Che cosa erano i venti secondi che Puppo aveva di precedenza, su Lesueur? Ed erano proprio liquidati Bailo, Cipriani e Bulla chc venivano a un minuto e mezzo? Dopo il paese c'è ancora qualche ondulazione e un falso piano, e fu qui che Bailo ci fece rimanere tutti a bocca aperta. Lasciai gli altri due e filai — questa è la paròla giusta — alla caccia di Lesueur e di Puppo che si erano accoppiati. Dunque la corsa si sarebbe decisa in volata tra questi tre? No, neppur questa era la soluzione definitiva delia giornata. Puppo doveva capire che con Bailo c'e poco da scherzare in velocità e cercò di evitare il confronto giocando una caria di sorpresa. Scattò e prese qualche decina di metri di vantaggio, e già si profilava un bel duello a inseguimento, quando un salto della catena fermò il fuggitivo. Mancavano due chilometri al 1raguardo;\ insufjlehnii per riguadagnare sia' pure le poche decine di secondi che ci vollero per rimediare all'incanve-' niente. Punpo si ville scomparire davanti a B-iilo e Leseuer c fu sorpassato anche da Bulla; per lui era finita. Rimanevano, a contendergli la vittoria, Bailo e Leseur, ma anche Vitaliano volle deciderla prima del tempo. Non appena vide Puppo a terra, partì come una freccia e infilò il rettilineo di arrivo — che è luti-, nrasplaPcpqproprio perauto questa mGenova-Nizz't per pochi centimetri e. fi"a"tel che è.~pcnqio per un peccato di nuk:esperienza e di disattenzione, picco- f lo sì, mei che gli è costato molto caro Lc ha tolto a noi la gioia di salutare satir. atleta italiano vittorioso in questa^bellissima prova internazionale. \m po 300 mairi — coi? quasi cento lun- un-ghezzc di vantaggio. Ma non vi ho Jopodetto che a varie riprese ave-vo, dopo La Turine, visto Bailo portarsi /amano alla coscia sinistra e, avvici- bandolo, avevo colto sul suo volto uva smorfia di dolore. Lo tormenta-van<> ' erampi e pedalava con soffe- zo non potè trattenere le lacrime esi accasciò in fondo all'automobile dello zio. Bailo, a dire il vero, non era statoun protagonista della corsa fino a La Turine, ma può non stupire e notigiustificare considerazioni che smi-nuiscano i suoi titoli di vincitore mo-raZe della gara, il fatto che egli nonsi è messo in gran luce nella prima parte e negli episodi preparatori del-la movimentatissima conclusione. Può bastare, a dire bene di lui, laconstatazione che egli non ha maipreso contatto con una zona dallaquale poteva uscire il vincitore e chemi ero portato, 10 viai comparire lag- "" fondo quasi rialzato sul ma-nubrio. in azione sempre più lenta f stentata; gli era già alle spalle Lesueur, ma avrei giurato che non arebbe riuscito a^raggiungerlo pri- ^a-della striscia bianca, Bailo a 200 metr\ «<? almeno venti di van- ha finito in crescendo e. lottando con continuità fra avversari brillanti e tenaci e su un campo che le avversi- tò atmosferiche hanno reso eccetto- nalmente difficile. La riviera, che avrebbe dovuto essere un Paradiso inondato di sole e di azzurro, è sta- ta, invece, un inferno di bufera in-E' mancato, quindi, il godimento del- l'occhio e del respiro e, in suo posto, c'è stata la sofferenza di una inver-nata fuori stagione c fuori luogo, Ma, che P»< conta, c est ala una gara coi fiocchi, che ha divertito e appassionato, e ha detto parecchie,. T1cose interessanti, una meaia supe-^orc ai 36 a/7 ora. anche se facili- tata dal vento, m generale favore-vole, e indice, nelle condizioni di ien, di condotta sbrighuta e di tono vi-vace di corsa. I 131 corridori, infatti, che il Fe-derale di Genova, dottor Molfino a-veva messo in libertà oltre Ponte di tavamo, per non aire aeua pioggia del grigiore e della nebbia. Già mcn- tre i corridori si adunavano per la partenza e poisi portavano arende- re omaggio ai Caduti di Genova fruì- lavano per 1 aria gelidi bioccoli bian-chi di ben cattivo auspicio. Ma pocacosa essi erano a confronto celle re- "Poltrì alle 10,45, si trovarono subito 1 impegnati per colpa di un passaggio\) a livello chiuso che aveva snessatoWt la lunga fila, in un fuggire'e insc-j^guire affannoso ch<< si calmò un poco1 d verso Arenzano, dove Lesueur dicdc\ri primi segni di quella combattività Fene doveva poi a quasi 40 orari a Savona. Ma Gia-\V nello forò e Rolland fu preso da Boucheron, poi da Collier, poi dal gru-ppo. Fu verso Borgio chc si iniziò Ve pisodìo, dirò cosi, centrale della cor Sa, Scattò Sessa; rispose Morbiatto, t > . -, ,tpOÌ Camusso, Puppo e Lesueur e i B cinque strinsero lega per battere un passo infernale. Ma Sessa e Morbiatto cedettero e gli altri, ad. Albenga, preced'evano di 50 secondi Archambaud, Bistagne, Rolland, Sessa, Mor- biatto, Pològna; gli ultimi indietro erano Mara Enrico, Bovet e Butta fuochi. Sessa, Morbiatio e Pologna cedettero poi il passo ad Archambaud, brillantissimo sul piano ma non altrettanto sulle rampe. Su quella di Capo Mele Lesueur non resse al tiro di Camusso; ma i 50 metri che perdette li riprese subito. Quarantacinque secondi separavano il primo terzetto dal secondo e altrettanti questo dal grosso. Su Capo Berta Lesueur fu di nuovo lasciato; conducevano forte Pup dausBdepo e Camusso a turno, finché questi nsi impegnò e toccò la vetta dieci me- *tri avanti a Puppo e 70 avanti a Lesueur; ma si attardò in cima quel tanto che bastò per ripartire con quest'ultimo. A 2'25" passarono Archambaud, Rolland e Pistagne, a 2'50" gli altri, condotti da Cipriani, Bertoni e Bovet che, dopo Imperia, furono loro addosso. Mentre in testa Puppo si faceva riprendere da Camusso e Lesueur, dal plotone si stac olaV1Buranai con Archambaud. questi due, la parte della volpe fui assunta da Bergamaschi, Ferrando I te Gianetto, riacciuffati ai piedi dei j ^ piani di Invrea da Puppo e Marcali- > Dlou. Sulla salita Ferrando si i»!pe-!pgno a fondo e vtnsc il premio cento \* metri avanti a Bergamaschi e Già-: ncavano Cipriani e Butta, che veniva- ' no a 2'40". A questo punto riattac-[rcate la cronaca a quella che vi ho\ttevn al ■nrinrimn » avrete tutta la e avrete xutta La\rrania della corsa. iUVi intesserò, ora, sopra rapide ! dconsiderazioni.'I giovani non 'hamioìsmentito la loro combattività. Ma lanche uno che molto giovane non è I più si è prodigato generosamente: ' Camusso. E fin troppo, almeno in Wapporto alle sue attuaii possibilità, ! perchè è indubitato che egli sulla \Turbie è stato vittima dell'impiego idi energie da Capo Mele in poi. Fin J che queste lo hanno retto, è stato il | più agile in salita; quando lo hanno abbandonato, è venuto il crollo. Se 1 questo non dovesse dipendere da di fetti di forma comproverebbe ancora ■ che il più nervoso dei nostri arram- {picatorinon eccelle per fondo, Ciò non toghe che egli sia stato ieri ani- ■ mirevole e lodevole. L'uomo più in-;1 teressante della giornata è stato, per \I me, Puppo. Era molto atteso questo giovane — che speriamo dei nostri — alla sua prima prova italiana. E' indubbiamente robusto, abbondantemente e anche bene muscolato, sano i e fresco. E' davvero poderoso di reni ! e di coscie e forse per questo non pare (o non è?) un portento di agi- I lità. Sa combattere e può ricuperare; non è maturo, ma promette mol- to bene. Egli è stato certo migliore ;Idi Lesueur, tipo d'altra fatta, meno 1 saldo di muscoli se non di cuore. A [questa qualità, oltre che alla fortu'na, egli deve il suo successo, fatto [di tenacia, di continuità, di regola\ rità. Bulla ha fatto una corsa non inferiore alla sua fuma; Cipriani po! Irebbe dire che senza la foratura si |sarebbero dovuti fare i conti con lui; ! Bovet ci pare che possa migliorare ! ancora; Mara, Piubellini e Roma1 notti non si sono elevati sulla mediocrità; Erba è caduto; Bertoni non è mai stato brillante. Ma di troppi non si può dire con precisione, perchè su troppo vasta fronte si e svohta la gara. La anale mi pare abbia detto, alla vigilia della Milano-SanRemò, che domenica prossima ilgrande sipario si leverà su di una %rena non ■nrmirin «uova certo scena, se non proprio nuova, cerio in parte rinnovata nei quadri e prò- fondamente nello spirito. »_! . . Uiuieppe AmoroslM Lesueur, dopo la vittoria, Lesueur batte Bailo di pochi centimetri sul traguardo di Nizza. Dopo Vtntimiglia Puppo conduce Camusso a tutta andatura. Staccalo Carnucso, Puppo procede velocemente ' 'a srlita della Turbie