La quarta Genova-Nizza celebrerà il riacceso spirito della fraternità latina di Giuseppe Ambrosini

La quarta Genova-Nizza celebrerà il riacceso spirito della fraternità latina c/cusn di se/ nazioni a confronto La quarta Genova-Nizza celebrerà il riacceso spirito della fraternità latina A Roma e ad Antibes, alcune settimane fa, fu }l calcio a rendersi interprete del rinato spirito di fraternità franco-italiana; a Cannes e a Napoli fu la scherma; domani, da Genova a Nizza, sarà il ciclismo a celebrare sportivamente la festa della latinità ricementata per volere del Capo. Non è una manifestazione nuova questa corsa quasi primaverile, che venticinque anni or sono il Veloce Club di Genova riusciva a mettere in gara dalla Supèrba alla perla della Costa azzurra i nostri Ganna, Gaietti, Cuniolo, BorgareUo, Azzini Luigi, Pavesi, Beni, Micheletto, Aimo Pietro, Rossignoli, Albini, Santina e i francesi Lignon, Brocco, Beaugendre, Dortignac, per non citare che i migliori. Quell'anno, il 1910, vinse, staccando tutti, Omero Beaugendre. La prova si ripetè, ad handicap, nel 1914, per aspiranti e juniori, « fu vinta da Vercéllino, un italiano residente a Nizza, e nel 1921, quando vide vittorioso Girardengo su Giuseppe Azzini, Petiva, Sivocci e Enrico Pelissier. Questa è, quindi, la quarta edizione della gara organizzata dai coleghi deZZ'Eclaireur de Nice e del La-, yoro di Genova, e che, come al soito, precede immediatamente la Miano-Sanremo. Se essa non è riuscita a ottenere V adesione degli astri nè del firmamento nazionale, nò di quello francese, ha} però, un suo alto significato politico, un'atraentissima fisonomia di percorso, un interessante contenuto sportivo; ha, cioè, molti elementi per essere, se non una grandissima, una belissima corsa. Quando si dirà che essa si svolgerà sul nastro, oggi lucido e ben stirato, che serpeggia sull'orlo di tutta la nostra Riviera di ponente e poi s'inoltra su quella francese e s'arrampica su per le ripide coste del Monte dea Mule» per ritornare e finire a precipizio sul mare nel cuore della città ridente e gaudente, si sarà già sufficientemente dipinto il quadro nel quale domani gareggeranno piùdi, 170 concorrenti. Numero che dimostra, oltre che l'eccezionale generosità e signorilità degli organizzatori, il fascino della ' manifestazione e il suo successo. _ Il percorso non è, per nove decimi, eccessivamente duro, ma è vario e tormentato da curve e onduazioni, nonché da alcuni scalini, cor. me i Piani d'Invrea, Capo Mele, Capo Berta e Capo Mortola che, senza essere delle grandi scalate, non sono neppure dislivellida superare di solo slancio. Questi primi centoseitanta chilometri che portano a Beausoleil paiono fatti apposta per ridurre gradualmente e inesorabilmente le risorse dei concorrenti e per offrir loro tanti di quegli spunti di combattività, di quelle occasioni di fuga che, se non risolvono definiivamente la corsa, ne preparano lo sbocco con una netta e profonda selezione. Non si deve dimenticare che le tre precedenti Genova-Nizza furono decise prima del passaggio della frontiera. Non è molto facile che ciò si ripeta anche questa volta; oggi le strade della Riviera sono tutte un biliardo e i cambi di velocità fan sentire molto meno le asprezze del percorso e consentono maggiore uniformità di sforzo, cioè minor spreco di energie. Questo non toglie che non saran pochi coloro che cercheranno di liberarsi prima della Turbie della minaccia degli arrampicatori e che possa esserci anche chi riesca in quest'intento. La ferma volontà di uomini chiusi in salita e brillanti nello scatto e sul passo, le favorevoli occasioni che può offrire l percorso o la situazione in corsa, anche per il numero eccezionale dei corridori, possono provocare anticipatamente quella soluzione che altrimenti si dovrebbe avere, secondo a logica, sulla Turbie. La spedale combattività della gara, il succedersi degli episodi più o meno a sorpresa sono assicurati dalla mancanza di vere e proprie squadre al comando di assi » che preferiscano il risparmio e la difesa al rischio e al'attacco, e dalla prevalenza dei Piovani, che son sempre i più arditi, perchè i meno carichi di responsabilità e i meno pavidi dell'insuccesso. E', quindi, da prevedere che la corsa non ci lascerà molto tempo per godere il panorama che ci sfilerà sotto gli occhi e ci farà riempir di note il taccuino sin dalla partenza. Ma, alla fine dell'agitato cavalcare lungo la riviera, ci sarà pronrio l'uomo che, di sorpresa o di forza, avrà fatto piazza pulita attorno a sè e potrà scalare la Turbie con la vittoria in pugno f Tutto è possibile, ma questo non mi pare probabile. Che a Beausoleil non sian più molti insieme è certo; ma, secondo me, prima di dire chi vincerà questa Genova-Nizza bisognerà aspettare almeno.di' vedere i primi passaggi sulla Turbie. Perchè, anche se un uomo, dovesse .iniziarla da solo, il suo crollo, specie dopo una lunga fuga, sarebbe possibile sotto l'incalzare degli inseguitori, lungo i poco più di sei chilometri di salita al 9 %. Di qui a dire che la corsa dovrebbe- esser vinta da uno che non teme le erte lunghe e dure neppure dopo i 180 chilometri sbrigliati e veloci ci corre poco, lina certa dose di agilità per non perder contatto in discesa, un'altra di velocità per dire eventualmente l'ultima parola sul traguardo sarebbero numeri in più per porre la propria candidatura al successo. Scorriamo il lungo elenco degli iscritti per tirarne fuori i nomi di questi candidati. Archambaud, Buttafochi, Pastorelli, Paure, FayoUe, Lesueur, tra i francesi; Stettler fra gli svizzeri, Buia fra gli austriaci, Buse fra i tedeschi, Louyet fra i belgi, paiono i migliori degli stranieri. Il nome più illustre è quello del primo, che, però, non vedo vincitore -se- non col concorso di una sorpresa che lo abbia liberato dai veri arrampicatori. Pe¬ ricolosi potranno esser i locali, per quanto ai classe inferiore. Oli uomini di più solida 'fama che noi mettiamo in campo sono: Camusso, Bovet, Mara M., Cazzulani, Cipriani, Presenti; ma c'è anche un bel nucleo di più modesti e meno illustri che potrebbero, non foss'altro che per ragioni di forma, far meglio di costoro. Piubellini, fresco dei due primi successi di stagione,. Ferrando, Erba e Brambilla, già rivelatisi in ottime condizioni, Molinar, già affermatosi ■ sui monti della Costa Azzurra, Gotti, che dovrebbe essere nel suo. anno.di grazia, Bailo', Canavesi, Bergamaschi, Scorticati, Medili, Masaràti, Romanatti, mi paiono i più quotati a una bella affermazione in questa corsa. Scometto che il nome che raccoglie più suffragi e che corre sulla bocca della maggioranza è quello di Camusso; e-classe e forma, infatti, stanno a suo favore. Ma in principio di stagione sarebbe più che mai azzardato un pronostico netto. E' già molto dire che il vincitore non dovrebbe essere un uomo che non ho nominato. Del resto, la GenovaNizza non mi pare debba interessare tanto per il suo risultalo quanto per quello che ci dirà nei riguardi di parecchi di coloro che saranno protagonisti o promesse per la Sanremo, di alcuni buoni stranieri die avremo di fronte in altre gare internazionali, e di quello stuolo di giovani nizzardi, miglior frutto della regione, che ci darà modo di fare un confronto fra i prodotti di qua e di là delle Alpi. Alla vigilia della piena ripresa dell'attività ciclistica le risultanze sportive e tecniche di questa corsa sono vivamente attese e saranno ampiamente commentate. Lieti del successo della loro manifestazione, ci dobbiamo congratulare coi colleghi di Nizza e di Genova per avei riportato in vita, e molto degnamente, una gara che ha tutti gli elementi per meritarsi il titolo di « classica ». Giuseppe Ambrosini