Tentativi di parare gli intrighi di Vienna

Tentativi di parare gli intrighi di Vienna Brani di storia napoleonica svelati ai lettori de " La Stampa „ Tentativi di parare gli intrighi di Vienna Maria Luisa deve far dire a « Papà Francesco » : Napoleone è forte, ha un milione di nomini. Non lasciatevi influenzare dalle cricche di Corte. Pensate due volte a quello che fate. e i o i e n o . a o ¬ Napoleone aveva lasciato Wissenfels alle nove di sera del l.o maggio e lungo la strada verso Lutzen, precisamente a Poserna, si ebbe una scaramuccia con Wintzingerode, che si risolse rapidamente e vittoriosamente per i francesi. Da un'altura con il cannocchiale alla mano, il maresciallo Bessières Duca d'Istria, avviluppato nel suo mantello, seguiva la ritirata dei russi, quando una pallottola lo buttò a terra morto: <t.E' una perdita gravissima — esclamò Napoleone. — Bessières meritava di morire della morte di Turenne. Quella, o signori, è una fine degna di invidia ». « Maman Beatrice » Una relazione ufficiale in data del 2 maggio dava all'Imperatrice reggente i particolari della battaglia di Lutzen. Lo Zar e il Re di Prussia, all'annuncio che l'esercito francese stava per uscire dalla Turingia, si erano portati di fronte ad esso per stabilirsi su forti posizioni. Ma la loro manovra fu resa vana dalla rapidità dell'avanzata francese. Il 2 maggio i francesi appoggiandosi alla sinistra, sulla pianura dell'Ester con il Principe Eugenio, al centro su Kaia con Ney; la guardia che era con l'imperatore occupa Lutzen, da parte sua Lauriston all'estrema destra si porta su Lipsia, allo scopo di sconcertare il nemico, mentre le truppe degli alleati in lunghe colonne sboccano su Kaia. Napoleone fa girare il suo esercito, passa sulla riva sinistra dell'Ester e prende il nemico alle spalle. Ney sostiene degli assalti furiosi nei villaggi che più volte sono perduti e ripresi. Nel momento iti cui russi e prussiani sono impegnati a fondo, il generale Bertrand sbocca alle loro spalle. La partita è vinta. I francesi occupano le alture da dove lo Zar e il Re di Prussia avevano seguito l'azione. Mancando di cavalleria, l'inseguimento deve fermarsi dopo una lega e mezza. Il bollettino recante notizia della vittoria dovrà essere reso noto a « maman Beatrice », la suocera che a Vienila continua a intrigare contro Napoleone. E infatti la Corte di Vienna, sorpresa e inquieta, invierà Metternich a complimentare l'ambasciatore francese e, quindi, anche un ministro plenipotenziario parte direttamente per il quartier generale dei vincitori. Allora Napoleone pensa bene che con « papà Francesco » è meglio usare la maniera intimidatoria. Alla moglie il 5 scrive infatti: « Mia buona Luisa, «ho ricevuto la tua lettera del 30 aprile. Vedo con piacere quello che mi dici di mio figlio e della tua salute La mia è ottima. Il tempo molto buono. Continuo a inseguire il nemico che si salva fuggendo da ogni parte e in tutta fretta. « Papà Francesco » non si comporta troppo bene e mi ha tolto il contingente austriaco. Egli si vuole voltare contro di me. Fa chiamare il signor Fleuret e digli: « Si vuole spingere mio padre contro di noi. Vi ho mandato a chiamare per pregarvi di scrivergli che l'Imperatore è forte, ha un milione di uomini sotto i suoi ordini, ed io prevedo che, se mio padre ascolterà le parole dell'Imperatrice, possono succedergli dei guai. Egli non conosce questa nazione, il suo aitac camento all'Imperatore e la sua ener già. Dite a mio padre da parte mia come la sua amata figlia che prende tanto interesse a lui e al proprio paese natale, che se mio padre si lascia influenzare, i francesi saranno a Vienna prima del settembre e che egli perderà l'amicizia di un uomo che a lui è molto devoto ». Scrivigli (sempre a « papa Francesco ») nello stesso senso nel suo interesse, ancora più che nel mio, perchè da molto tempo pre¬ vcmDmblT9pdIhoasmcusvrdcptigpavsI capìtoli introduttivi e le precedenti puntate dell'Epistolario napoleonico sono apparsi sui numeri del 3, 7, 10, 13, 15, 17, 20, 22, 24, 27 febbraio, e 1, 3 e 6 marzo. vedo come andrà a finire questa vi-}pcenda e mi preparo ad essa. « Adio, : mmio dolce amore » Nap. ». Da Viladorf il 6 maggio egli scrive: « Amica mia, «ti invio il bollettino dell'esercito. Da esso vedrai che tutto va bene. La mia salute è ottima. Il tempo molto bello. Ci troviamo in un paese tagliato da piccole montagne come quello di Bayreuth. Questa sera sarò a cinque leghe da Dresda. « Adio mio bene ». Tutto tuo: Nap. ». Tuttavia a Dresda non arriva che il 9 di maggio. Attraverso la città erano passati il giorno prima lo Zar Alessandro e il Re di Prussia in piena ritirata. I cosacchi della retroguardia e i Braskhirs dai turcassi pieni di freccie, erano ormai scomparsi e Miloradowitch, dopo aver fatto saltare i ponti, schierava i suoi uomini al di là dell'Elba: l'8 di maggio scintillarono le baionette francesi. Ricevuto alle porte della città da una deputazione, Napoleone non nascose affatto il suo malcontento: « le vostre case sono ancora coperte dei resti delle ghirlande e sui lastricati delle strade giacciono le corone di fiori che le vostre ragazze hanno sparso sui passi dei monarchi, miei nemici. Tut tavia voglio perdonarvi tutto». Sotto'il fuoco di ventiquattro pezzi di arti glieria, Miloradowitch, arroccato con pochi russi nel quartiere di Neustad,\al di là dell'Elba, è attaccato dalla ca- ! valleria napoleonica e costretto a' sgomberare. E da Dresda, il 9 maggio, l'Imperatore scrive: « Mia buona Luisa, « sono a Dresda da ieri sera. La mia salute è ottima. Il tempo bellissimo. Credo che la giornata di Lutzen e il mio arrivo a Dresda ingannino molto i miei nemici a Londra. Dà queste buone notizie a «mamma Beatrice» e dille che ho anche un milione e duecento mila ottimi soldati. Addio, mia amica. Tutto tuo: Nap. ». La vittoria di Lutzen rendeva i francesi padroni di tutta la riva sinistra dell'Elba, dalla Boemia fino ad Amburgo. Essa restituiva il trono al Re errante, Federico Augusto, che ricevette a Praga il corriere inviato a lui dal campo di battaglia. Ma egli torna dalla Boemia con serie preoccupazioni circa l'atteggiamento del gabinetto austriaco. « Mia buona amica — scrive l'Imperatore il 12 giugno da Dresda — ho ricevuto oggi il Re di Sassonia che ho reintegrato nel suo regno: il suo ingresso a Dresda è stato trionfale. La mia salute è ottima. Gli affari vanno bene. «Adio, mio bene»: Nap. ». « P.S. - Scrivi alla Viceregina che il Viceré è partito per Milano oggi a mezzogiorno ». Il lavorìo di Metternich A metà di maggio del 1813 l'intesa fra Napoleone e l'Imperatore d'Austria si trovava in difficoltà sempre mag giori: il lavoro svolto dai diplomatici della Corte di Vienna — in primo luo- go da Metternich — alle spalle di una delle più grandi e certamente fra le più decisive campagne dell'epopea napoleonica, faceva assumere alla guerra che Napoleone stava per condurre, toni di drammaticità e di tragicità sempre più intensi. E mentre Napoleone ordinava a Maria Luisa di intervenire presso Francesco d'Austria perchè fossero assegnate nuove divi "stala all'esercito in campo, Mettermeli faceva dire all'ambasciatore francese a Vienna che «l'alleanza aveva mutato natura e che l'Austria intendeva fare del suo intervento una mediazione armata e che si sarebbe messa in grado di sostenere questa sua nuova missione organizzando delle forze rispettabili ». Linguaggio più diplomatico o più ambiguo di questo è difficile ìmmaginare. E frattanto da Dresda, dove il Re dì Sassonia ha ormai fatto il suo reingresso trionfale, spalleggiato da un esercito di centomila uomini, Napoleone cerca di riprendere le guide con le quali aveva già comandato il suo debole suocero. E il Hf maggio scrive da Dresda: « Mia buona amica, « ricevo la tua lettera e sono felice di saperti soddisfatta dei miei successi. I miei affari vanno bene. Si cerca di ingannare « papà Francesco ». Si vuole coinvolgerlo in un cattivo affare. Ho inviato il Viceré in Italia per organizzare molti eserciti: colà, fra un mese, avrò cento mila uomini. A tuo padre manda dei corrieri a Vienna per il tramite di La Valette. « Adio, mio bene » : Nap. ». E il giorno dopo scrive ancora alla sua « bonne amie »: « Ricevo la tua del giorno 10. Mi sembra che quello che tu hai scritto a tuo padre sta bene. I miei affari vanno bene. La salute è buona ed io ti amo come la più adorata delle donne. « Adio, mio bene » : Nap. ». Il 16 maggio, in una lettera all'Imperatrice, Napoleone dice qualche cosa di nuovo: rivela infatti i suoi sospetti che probabilmente nutriva da tempo circa l'atteggiamento di Francesco I, o, più precisamente, sull'Imperatrice d'Austria e sulla Corte di Vienna e sul , *.*} * V*?erà in le congreghe che là dentro si organizzavano e tramavano ai danni dell'esercito in campo. Nupoleone prende partito di scrivere chiaramente a Maria Luisa quello che pensa e quello che ha deciso di fare per parare il colpo che la Corte di Vienna poteva portargli: « Ragionevolezza prussiana » « Mia buona amica — le scrive il 16 maggio — ho ricevuto finalmente il portafoglio del Reuccio che mi è stato consegnato da Meunié. Te ne ringrazio. La figura di mio figlio mi è apparsa piena di grazia. L'ho trovato delizioso e considero come molto gentile questa attenzione da parte tua. Ho dato ordine a che su di esso siano impresse le tue iniziali. La mia salute è ottima. Gli affari vanno bene. I prussiani che avevano intenzione di bruciare tutto, di avvelenare tutto, sembrano esser diventati più ragionevoli, poiché nella loro « Gazzetta » del giorno 12 hanno pubblicato che se l'esercito francese entrasse a Berlino non sarebbe necessario armare e riceverlo con gli usi di guerra. Addio, mia amica. Si dice che tu sei fresca come la primavera; desidero ardentemente es sere vicino a te. Il tuo fedele sposo Nap. ». E nella lettera del giorno dopo, 17 maggio, l'Imperatore — si noti che in questa lettera egli ha firmato, adifferenza del solito, con il suo nome infero — scrive a«a consorte dicen-Italia e cosa si propone di fare con l'esercito che Eugenio di Beauharnais ha formato: « Mia buona amica, t. la tua lettera del giorno 11 è stata ricevuta. Ho appreso con piacere che tu hai scritto a tuo padre, hai fatto bene a fare così. La mia salute è perfetta. Ho inviato il Viceré a Milano per organizzare il mio esercito contro tuo padre che sembra intenda minacciarmi. Ho visto questa sera il generale Boubna e gli ho detto quello che pensavo. Spero che penseranno due volte a quello che fanno. In ogni caso non preoccuparti troppo; si faranno aggiu¬ stare per le feste tutu quanti. Addio j mia amica. Amarai quanto ti amo io Tutto tuo: Nap. ». Copyright hy « Bibliothèque Nationaie» in Francia, by «La Stampa» in Italia, hy a Uniteci Feature Syndicate » in tutti gli altri Paesi. E' proibita la riproduzione totale o parziale ed è riservato ogni diritto. Un bivacco dell'Imperatore vicino a Lipsia all'Inizio della campagna di Germania.

Persone citate: Bessières Duca D'istria, Ester, Eugenio Di Beauharnais, Federico Augusto, Francesco I, Valette, Zar Alessandro