LE ARTI

LE ARTI LE ARTI Gli « astrattisti » a Torino « La pittura astratta (anche se l'aggettivo può non essere adatto) ama l'analisi, l'ordine, gli armoniosi rapporti della geometria, la chiarezza, che è di ogni opera d'arte, di qualunque tempo, dal Partenone a Pier della Francesca. Ogni linea come ogni forma è un miracolo. Mistero dell'arte. Le linee amano lo spazio, creano dei ritmi, logicamente delle funzioni. Ecco perchè l'istinto del pubblico odia l'intelligenza, e gran parte di questo pubblico cercherà con maraviglia o chiederà al pittore il « cosa rappresenta ». Nè riproduzioni della natura, nè sensazioni della vita. Per esprimere il dramma, non c'è bisogno di coltelli o di cadaveri, di cannoni o di bandiere, ma semplicemente di linee, di colori, di superaci, come dire di tutti i mezzi propri alla pittura, senza impianti di alcuna sorta: al di sopra della letteratura. Le percezioni dell'artista sono infinitamente più preziose che le descrizioni più fedeli della realtà. Per noi l'arte è questione di spirito; solo lo spirito riconosce lo spirito. La fine dell'arte è imitare la natura ». Queste sono le dichiarazioni (Il Milione, marzo) di A. Atanasio Soldati, pittore astrattista sul quale è uscito ora un volumetto a cura di A. Gatto ed L. Sinisgalli nella collezione « Pittori nuovi » (Milano, Edizioni di Campo Grafico, L. 12) : ultime in ordine di tempo, dopo quelle di Bogliardi, Ghiringhelli, Reggiani che furono qui commentate il 31 dicembre scorso, due colonne nelle quali esponemmo il nostro pensiero sull'arte astratta. Da qualche mese gli astrattisti italiani sono scesi in campo, armati di tutto punto, con gran rumore di proclami e programmi, in cui conviene anche includere il libro recentissimo di Carlo Belli, Kn (Milano, Edizioni del Milione, L. 10) al quale ha replicato Bontempelli. Ci diceva a Roma l'accademico Marinetti che per lui gli astrattisti sono dei futuristi in ritardo d'oltre vent'anni; ma è evidente che delle due tendenze se la prima fu essenzialmente ai suoi inizi rivoluzionaria, romantica, negatrice, Sturm und Drang contro un borghesismo non soltanto artistico, quest'altra sembra limitata a un campo più freddamente speculativo, è meditata come il calcolo, ragionata come la geometria. Il futurismo aveva il calore della lotta; l'astrattismo ha l'impassibilità, appunto, della pura astrazione. Comunque le schiere astrattista s'ingrossano, e se a Milano i pittori erano tre soli, nella sala della Quadriennale di Roma stanno in otto 0 dieci, e dieci sono quelli che oggi hanno chiesto, per le loro opere, ospitalità nello studio torinese di Felice Casorati ed Enrico Paulucci in via Barolo 2: Bogliardi, De Amicis, D'Errico, Fontana, Ghiringhelli, Liclni, Melotti, Reggiani, Soldati, Veronesi. Non ripeteremo adesso, a proposito di questa mostra, quanto abbiamo scritto due mesi fa. Restiamo fermi su quella nostra conclusione: un linguaggio plastico senza alcun riferimento con la vita contingente, un mondo di pure forme e di puro colore è come una letteratura di pure parole, scelte nel vo- cabolario con criteri soltanto di suono. SI disse un tempo che il. più bel sonetto della letteratura francese era un sonetto (lo sapevo a memoria ma non me lo ricordo più) di parole ritmicamente bellissime che cosi accostate non significavano assolutamente niente. Lo si declamava una volta o due seguendone il canto, alla terza annoiava. Nè riproduzioni della natura, nè sensazioni della vita, afferma il Soldati, affermano i suoi colleghi con la loro pittura: che è come dire l'arte contro la natura e la vita, l'uomo contro l'uomo. Dante non punisce i violenti contro natura, i violenti contro se stessi? Non neghiamo che questa pittura astratta possa adattarsi a certi ambienti di rigido razionalismo: ma come decorazione, con lo stesso fine estetico di un bel rabesco, di un bel tappeto; che a una pittura — vera pittura — « semplicemente di linee, di colori, di superfici » escludiamo senz'altro ogni possibilità espressiva, se non quella di condannare a una gelida monotonia di forme, in breve giro di anni, non solo quel « pubblico che odia l'intelligenza », ma gli astrattisti medesimi. *** Oreficerie. La « Scuola professionale per gli orefici » che, fondata dall'orafo Ghirardi, conta in Torino ormai trent'anni di vita (e cenni storici su quest'utile istituzione artigiana si possono trovare nel volumetto di Camillo Zucca, L'arte orafa attraverso i secoli) ha iniziato una pubblicazione trimestrale di cartelle contenenti le riproduzioni dei migliori modelli dovuti alla fantasia ed alla perizia degli allievi. 1 saggi finora pubblicati, di gusto schiettamente attuale, dimostrano il contributo che la scuola torinese può dare all'oreficeria italiana moderna. *** Concorsi della Regina. Fra gli artisti torinesi, o che lavorano a Torino, sono stati premiati al concorso di secondo grado: Michele Guerrisi (medaglia d'oro) per il busto al Maresciallo Giardino, ed i pittori Cesare Maggi, Giulio Boetto, Mario Gamero. Le loro opere sono state acquistate per il Museo della Vittoria. *** Vite di artisti. In quest'ultimo fascicolo di Pan (marzo) Enrico Sacchetti ha terminato il suo Libero Andreotti la cui pubblicazione era stata iniziata nel numero dell'ottobre scorso. E' augurabile che queste esemplari pagine rivedano tosto la luce in volume, perchè sono tra le più belle scritte in Italia da un artista su un artista. Non critica e non biografia; ma comprensione profondamente umana di uno spirito inquieto, di un creatore originale. Ed anche per altezza letteraria han da esser poste accanto a quelle, fortunatissime, di Raffaele Calzini (Seoantini, romanzo della montagna). *** Riviste. Nel numero di gennaio deH'Smportunt (la rivista dell'Istituto d'Arti Grafiche è in piena ripresa) va segnalato un interessante saggio di Antony De Witt su « La pittura norvegese moderna»; ed in quello di febbraio di Domus un articolo sull'opera di Marcello Breuer, architetto unghe rese. Nel medesimo fascicolo Lamberto Vitali, continuando i suoi penetranti studi sui precursori della pittura d'oggi, parla di Georges Seurat. I *** Storia dell'arte. E' buon segno che nel fiorire di studi sull'architettura moderna vi sia anche chi si occupa di risalire nella storia dell'arte del costruire. Segnaliamo due monografie re centissime che potranno essere util mente consultate: L'architettura qotico-sveva in Sicilia (Palermo, ed. Ciuni, L. 12) di Guido di Stefano, e L'architettura quattrocentesca nella Val d'Arda (Piacenza, ed. Porta, s. p.) di Luigi Dodi. *** Per Cesare Ferro. — Sul pittore Cesare Ferro, prematuramente scomparso, Ernesto Lugaro che del valente artista fu amico e ammiratore, sta preparando un ampio volume riccamente illustrato che uscirà in maggio. mar. ber.