L'indirizzo unitario fascista della scuola nel discorso di S. E. De Vecchi alla Camera

L'indirizzo unitario fascista della scuola nel discorso di S. E. De Vecchi alla Camera L'indirizzo unitario fascista della scuola nel discorso di S. E. De Vecchi alla Camera Roma, 7 notte, mesi di distanza a Ministro dell'E- A meno di due dalla sua nomina ducazione Nazionale, il Quadrumviro Cesare Maria Devecchi di Val Cismon ha illustrato oggi alla Camera, ascoltato con vivissimo interesse in tutti i settori, le direttive dell'opera sua. Discorso rapido e serrato, quello del Ministro, chiaro ed esplicito su tutti i problemi senza tortuosità nè reticenze: quanti si interessano alle sorti della coltura nazionale vi troveranno larghi motivi di compiacimento. Non c'è questione di reale importanza sulla quale il Quadrumviro non abbia delle idee nette e precise, saldate al fuoco dello studio e della esperienza. Cosi sicuramente orientata la sua azione, sorretta da una volontà soldatesca nel senso migliore della parola, non potrà che raggiungere tutti gli obiettivi da essa segnati. Di fronte a un tale documento qualunque commento sarebbe superfluo. Il discorso del Quadrumviro, che ha anche il pregio di essere breve, va considerato in blocco. Una parte aderisce intimamente all'altra e non c'è altra alternativa che quella di accettarle tutte o respingerle tutte. L'affermazione fondamentale è quella che occorre dare unità alla scuola. Quando si dice scuola si intende una grande varietà di istituzioni, che preparano a compiti diversissimi nella vita civile. Ognuna | di tali istituzioni deve avere necessariamente la propria individualità, il proprio ordinamento, la propria caratteristica fisionomia; ma lo spirito che deve guidare l'azione di tutte occorre che sia uno: lo spirito del Fascismo. La fascistizzazione della j scuola, come si dice con frase cor| ™ni?< n°n è Piu;un problema che attenda una soluzione Il Ministro De Vecchi ha riconosciuto, accennando all'opera dei suoi predecessori, che anche in questo campo molto cammino si è compiuto e che l'atmosfera che circola nelle aule è oggi un'atmosfera fascista. Ma la conquista non si è compiuta senza lotta e la lotta ha lasciato le sue tracce. Oggi si tratta di rinsaldare, nell'unità del comando, nel riassetto gerarchico del suo ordinamento, nel- la netta divisione dei compiti fra i vari rami, l'organismo della scuola italiana. Nel passato l'attacco si è svolto per necessità tattiche dall'esterno ; oggi che la conquista è compiuta, si tratta di riorganizzare dall'interno, fascistizzando la sostanza dell'insegnamento, di tutto l'insegnamento. E' una condizione essenziale perchè la scuola italiana sia, come deve essere, strumento creatore di civiltà fascista. iffnscevfsRoma, 7 notte. |aIl bilancio del Ministero della Educa-, dzione Nazionale è stato approvato og-j ti dalla Camera, dopo l'atteso discorso sLa seduta di S. E. De Vecchi di Val Cismon. Il discorso'del Quadrumviro De Vecchi, chiaro ed efficace bilancio di quello che il Regime ha compiuto fino ad oggi in questo importante e campo della vita nazionale, stazione di fervidi propositi per l'av venire, è stato ascoltato dall'assemblea con fervida attenzione. Le parti più notevoli e più salienti del discorso sono state accolte con segni di approvazione e con applausi. La seduta è aperta alle 16 dal PreS. E. Ciano. Al banco del Go gppdelicato)manife-1 avbsvsidente s. ai. Ulano, aii Danco qei uo:;verno sono presenti: il Duce, i Ministri dSolmi, Thaon di Revel Razza, Rossom, sed i Sottosegretari.Medici del Vascello, fRicci. Suvich, Baistrocchi, CoboM-O - Uli, Galeazzo Ciano Jannelli, Guidi- '-'uffarini, Bianchini, Cavagnari, na e Tassinari. L'aula è affollatissima in tutti i settori. Moltissimo pubblico nelle tribune. Approvato il verbale e rinviati allo scrutinio segreto cinque disegni di leg- f&ch^el'S^ Nazionale. Il relatore, on. Bolzon, rinuncia alla parola. Sale alla tribuna S. E. De Vecchi di Val Cismon, che la Camera saluta con un vivissimo applauso. II Ministro dell'Educazione Nkziona-jle inizia quindi il suo discorso fra laipiù intensa attenzione dell'assemblea Il Quadrumviro dice: « Non è senza qualche commozione che rientro in quest'aula, dove ho già servito il Fascismo in tempi più difficili, sempre agli ordini dello stesso Capo, in battaglie che non furono prive di qualche poesìa. La Rivoluzione e la scuola « Vi rientro con lo stesso cuore di allora, agli ordini dello stesso Capo, sentinella del Fascismo, in un settore | che, come altri e forse più di altri, hajbisogno delle cure costruttive della Ri-jvoluzione Fascista (.approvazioni); vihrientro ubbidiente come allora al Capo, ! devoto come allora all'Idea ed al Par-|tito che la ordina e la governa, del[quale desidero rimanere disciplinato | gregario; mentre mi dispongo a reg- gere in forza, secondo gli insegnamen- ■ ti e gli ordini dl Chi li può dare, il ti- mone di quel settore della vita dello t Stato, dove ho avuto l'ordine di rima- ; nere di fazione. ., ; « Il compito e fatto lieve dal a chia- rezza dell'ordine del Duce, dalla cer-ltezza di dedicare la dura fatica ali av-1 norìte^ando Ferrar.!! camolata Landò terrei- venire e soltanto all'avvenire della Rivoluzione, da una collaborazione feconda dei fascisti posti alle dirette dipendenze e di quelli che lavorano appassionatamente con me nell'attiva e feconda organizzazione di Partito affiancante la scuola, opportunamente ! ricordata dal iti, dulia mole imponente di opere giài laborazione appassionata e fervida dl;molti oratori, che nei giorni scorsi so- ,no intervenuti in questa discussione,;[dai quali ho avuto consigli ed elementi|che terrò preziosi ». Il Ministro continua dicendo che ancor prima di assumere in ubbidienza il Ministero dell'Educazione Nazionale era apparsa al suo spirito, da lungo tempo, nutrito delle cose della scuola e della cultura, il bisogno di un ulte- riore cammino della Rivoluzione in questo settore delicatissimo della vita del popolo italiano. Alla sua modesta indagine appariva una azione ormai fatta, per necessità di cose, alquanto frammentaria. Ma tale azione assai benefica fin qui doveva ora a suo avviso cessare per far luogo ad una marcia raccolta e compatta delle persone e degli enti, ormai fedeli al Regime, verso i più vasti orizzonti che 1 colli fatali aprono ai figli di Roma. La visione episodica era stata utilissima per dare la sensazione del difetto là dove esistesse ma il singolo problema del particolare di un programma, di un istituto, di un docente minacciava di far perdere la visione di assieme. Minacciavano di nascerne interferenze sempre dannose, conflitti di attribuzioni, disordini alla periferia, divergenza di direttive, anche se in tutti esisteva una buona volontà ed uno spirito fascista, che il negare sarebbe grave e pericolosa ingiustizia (applausi). Lo sforzo in estensione fin qui compiuto era stato purtroppo necessario, perchè, in un primo tempo, non tutti avevano compreso e la marcia della Rivoluzione non poteva tollerare ingombri neppure ai lati della via. n nuovo sforzo da compiersi doveva, come deve, rivolgersi alla ricerca dell'unità, come anche il camerata Figgini opportunamente consiglia. Dal suo Maestro che è anche quello di tutti ha appreso in politica, prima dl ogni altro principio, quello di una specie di statolatria che trova il suo fondamento ne] princ|pio etico della Unita. Anzitutto unità di comando te nendo fede a, prlncipiii ^ nostri prin. cipii, che hanno ormai vittoriosamente valicati i confini d'Italia. Direttive di marcia Poiché l'unità è fattore imprescindibile della nostra azione, l'arte di otte- questo assieme di istituti, di funzioni, di individui, di attribuzioni. Eppure ritiene che la consegna a lui affidata in questo passaggio al Ministero della Educazione Nazionale sia sostanzialmen- te questa, che corrisponde ad una tap pj1 J^fiore jiel cammino del_ Regime | riera in questo campo, di stabilire per tutti, con chiarezza, le direttive di marcia, precisando a ciascuno istituto ed individuo il campo di attività. Deve cosi sommarsi la fatica di queste centinaia di migliaia di uomini, ognuno dei quali è, a sua volta, non soltanto un capo, ma un forgiatore di coscienze ed un artefice di civiltà futura, senza nulla disperdere della santità del pensiero creatore di spiritualità, ad un tempo, e potenziatore di forza guer' irà cosi l'a- (approvazioni). Si darà jnima alle armi senza che nulla anche jia minore particella vada dispersa: alhe armi come quasi tutti gli oratori de ! sidèraho a perfetta ragione special|mente l'on. Orano nella chiusa del suo [djScorso e i'on. Bardanzellu. | gè non è possibile la perfezione deve tuttavia riuscire il potenziamento del ■ ie possibilità spirituali di tutti e l'argi namento della fatale, se pure il più dei t ie voite involontaria tendenza a sboc ; care negij eccessivi individualismi od ; autonomismi. Questi finiscono, contro la stessa volontà degli individui, col colStituire forme anarchiche. non ammes1 se dallo stato mussoliniano „ Sete¬ rie per lo stesso sviluppo della cultura, nonché per la immissione di questa nel grande fiume nazionale, cui, prima ancora di ogni altra attività umana, deve come sua essenziale funzione concorrere. Spera che il camera- ! ta Pentlmalll non si lagnerà di queste sue dichiarazioni. i La necessità di Questo ifor7n rlol r» ;[° ^£3^*?*Ef^i&Sr*"11**1 C°n J» ' a5cM°n*°, tfJS&Efl?.-0?? &u"a ; £"^a*,e dkcipHnata fatica che | £* ^&££g*®? JWSÌS&SfeS sè stesso, spiana ogni difficoltà e crea l'atmosfera che rende possibile ogni cosa. Gli Istituti di alta cultura Il primo sforzo da oltre un anno iniziato si è rivolto ad affrontare in pie- I no il problema di un coordinamento e I di una gerarchia fra tutti gli Istituti di a I alta cultura. E' nota la radicale rif or»

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