Le figure e i retroscena della rivolta di Vienna e dell'assassinio di Dollfuss rievocati dal pubblica accusatore e dall'imputato di Italo Zingarelli

Le figure e i retroscena della rivolta di Vienna e dell'assassinio di Dollfuss rievocati dal pubblica accusatore e dall'imputato RINTEImEN DINANZI JLIm TRIS UN A la E MILITARE Le figure e i retroscena della rivolta di Vienna e dell'assassinio di Dollfuss rievocati dal pubblica accusatore e dall'imputato Vienna, 2 notte. Il processo contro l'ex-Ministro di Austria a Roma, dottor Antonio Rintelen davanti al Tribunale militare di Vienna è incominciato stamane. Non è a dire quanta folla si sia raccolta all' ingresso dell' edificio dell' Alsersbrasse; nell'aula, però, non sono entrate che circa mille persone, e di queste 250 giornalisti. Le guardie hanno controllato queste persone, u.ia per una, ed hanno rimandato indietro chiunque non potesse esibire oltre all'invito, un passaporto. Trattandosi di un così sensazionale processo davanti a un Tribunale militare, la descrizione delle misure di polizia quasi sarebbe superflua. L'aula e l'edificio sono stati sorvegliati da forti distaccamenti dell'esercito; in tutta l'aula sono disposte sentinelle in assetto campale e con la baionetta inastata. L'uomo dai capelli bianchi L'udienza avrebbe dovuto incomincia re alle 9, però è stata aperta con alquanto ritardo, e precisamente verso le 10 meno un quarto. L'aula si è andata riempiendo a poco a poco; i giornalisti stranieri hanno preso posto nello spazio di solito riservato ai giurati. Una certa animazione nell'aula ha cominciato a notarsi allorché si è visto uprire la porta per la quale si sapeva che avrebbe dovuto entrare l'accusato. Il dottor Rintelen è apparso fra i secondini camminando a stento e appoggiandosi ad una gruccia. Il suo aspetto è stanchissimo ed egli cammina trascinando il piede sinistro e porta il braccio sinistro appeso ad una fascia. Le sue condizioni fisiche appaiono veramente deplorevoli. La paralisi gli impedisce non solo di camminare, ma anche di muoversi; i capelli sono diventati bianchissimi. Il dottor Rintelen ha guardato tranquillamente il pubblico, quindi si è se duto sul banco degli accusati incominciando a ordinare un voluminoso fascio di foglietti con appunti. Siccome l'udienza tardava a incominciare, l'imputato ha picchiato nervosamente con 11 piede destro rivolgendo lo sguardo verso la porta per la quale avrebbe dovuto entrare la Corte. Il Tribunale militare è infine entrato poco prima delle dieci. E' questa la prima volta che un processo viene diretto dal presidente del Tribunale militare in persona, maggiore generale Oberweger; il generale è assistito da due generali superiori, ma il dibattito è diretto per la parte procedurale dai presidente di Corte d'Appello Fryda; l'accusa è sostenuta dal primo procuratore di Stato presso il Tribunale militare dottor Tuppy. Insieme ai magistrati prendono posto nell'aula i peliti psichiatrici Hoevel e Bischoff e ii medico delle prigioni dottor Ssekely, i quali debbono tenere d'occiilc l'imputato durante il dibattimento. Aperta la seduta il generale Oberweger ha comunicato al dottor Rintelen che egli può rispondere senza alzarsi. Rintelen dice di essere nato a Gratz il 15 novembre 1876 e di essere professore ordinario dell'Università di Gratz, ex-capitano provinciale della Stiria, ex-ministro della pubblica istruzione, ex-ministro presso il Quirinale. Ha moglie o tre figli, uno dei quali appena diciassettenne. Non possiede patrimonio privato nè redditi di sorta; la sua villa è stata sequestrata. Si trova in carcere dall'una di notte del 26 luglio 1934. Il presidente Fryda, presa la parola, ha detto all'imputato; « E' nostro proposito concederle la più assoluta libertà di parola, a condì zione che ella non ne abusi e a condizione che ella non tiri in ballo la politica se non nei limiti necessari. Desidero invitarla a mantenersi calmo il più possibile nel caso che le vengano mosse delle contestazioni, o addebitati fatti che le possano riuscire sgraditi. Si domini essendo nel suo precipuo interesse che il processo venga condotto a termine. Ove dovesse sentirsi molto stanco, è libero di chiedere che si facciano delle pause ». L'atto di accusa ndtfmvDopo il presidente, si è levato a parlare il Pubblico Ministero dottor Tuppy, il quale ha detto: « Alta Corte militare. La Procura di Stato accusa il dottor Antonio Rintelen di delitto d'alto tradimento commesso a norma del paragrafo 58, capoverso « C » del Codice Penale. Il dottor Rintelen, nell'anno 1934 e più precisamente nel mese di luglio di quell'anno, ha approvato il piano dell'attacco contro il palazzo della Cancelleria, a lui diventato noto a Roma e a Vienna, e lo ha favorito essendosi messo a disposizione dei capi della sommossa per formare un governo rivoluzionario. Cosi agendo, egli ha commesso azioni atte a provocare pericoli esterni e guerra civile all'interno. Egli ha partecipato alla impresa in modo indiretto; tuttavia la impresa era pericolosissima. Chi agisce conoscendo piani simili e gli scopi che con i piani si mira a raggiungere; chi ha rapporti, sia pure insignificanti, con tali individui, è assolutamente complice del delitto di alto tradimento. Più difficile è dimostrare che il dottor Rintelen sia stato in rapporto con i ribelli e con gli organizzatori della sommossa. Noi dobbiamo, per giungere a questa dimostrazione, ritornare ad alcuni avvenimenti della giornata del 25 luglio 1934. Verso l'una di quella giornata, allorché nella quiete meridiana estiva si sparse la prima notizia della disgraziata impresa che ha tanto scosso la nostra patria, venne lanciata dalla radio di Vienna, il cui speachcr fu co stretto a parlare davanti al microfono sotto minaccia di morte, una comunicazione, che diceva: « Il governo del dot tor Dollf uss si è dimesso e il dottor Antonio Rintelen ha assunto la direzione degli affari del Governo ». « Già nel primo momento, l'alto tradimento si rivela con la proclamazione del nome dell'uomo che oggi siede sul banco degli accusati. Pochi minuti prima che la radio lanciasse la notizia, erano penetrati nel palazzo della Can celleria 154 congiurati. La loro opera triste e fatale costituisce un ricordo troppo fresco, perchè io ancora me ne debba occupare. Io voglio solo mettere in rilievo quello che si riferisce alla persona del dottor Rintelen. Per primo, debbo constatare che, per tutti i ribelli, il nome del dottor Rintelen era una parola d'ordine. Fra le quattro e le cinque del pomeriggio, uno dei ri belli lesse ai funzionari della Canee! leria raccolti nel cortile e nella Sala delle Colonne, un proclama che diceva: .<I1 dottor Dollf uss si è dimesso. Il dottor Antonio Rintelen ha assunto il Governo autorizzato dall'approvazio- ttpmdgcdddsRcdtgdrRalvftRanptcdsvzrldtbEzccsts ne del Presidente della Repubblica. Il dottor Rintelen sarà qui da un momeno all'altro ». Al tempo stesso furono atti dei preparativi per ricevere in modo adeguato iì nuovo capo del Governo. La notte dell'arresto « Come si è comportato il dott. Rinelen ne! giorno della rivolta? Egli si rovava all'Hotel Imperiai, allorché le prime notizie lanciate dalla radio incominciarono a circolare per la città. Il dottor Rintelen domandò al direttore generale della radio, signor Ceja, che cosa accadesse; cosi apprese che la radio era stata occupata dai ribelli e il direttore Ceja, nell'occasione, lo pregò di informare la polizia affinchè venisero mandati dai soccorsi. Il dottor Rintelen declinò la preghiera, dicendo che la cosa non rientrava nell'ambito delle sue possibilità. r. Poco dopo egli veniva, chiamato al telefono da Camillo Castiglioni, che gli descrisse la situazione nel palazzo della Cancelleria e cercò di Indurlo a r.-farsl subito al Ballahaus. Il dottor Rintelen non si mosse. Un suo vecchio amico e collaboratore, il dott. Bohm, o supplicò a sua volta di andare a far visita al Cancelliere. Egli promise di farlo ma non lo fece. Egli esitò e aspettò sino a quando il direttore della Relchnpost, dottor Funder, non lo andò a prendere per accompagnarlo al Ministero della Guerra. « Qui naturalmente fu ricevuto dai presenti con aspri rimproveri. Egli rintuzzò i rimproveri, e più tardi fu accompagnato in una stanza. Verso l'una di notte il colonnello Pohl bussò alla sua. porta per comunicargli che erano venuti due agenti di Pubblica Sicurezza incaricati di condurlo alla Questura. Il dottor Rintelen pregò di essere lasciato solo per un momento, e subito dopo si senti una detonazione. Il dotor Rintelen aveva tentato di uccidersi. « Desidero — ha esclamato il Pubblico Ministero — precisare un punto. E' stata diffusa da taluni la voce pazzesca che il dottor Rintelen non abbia c'immesso un tentativo di suicidio, ma che si sia tentato di ucciderlo e che si sia fallito il colpo. Ora, che egli abbia tentato di uccidersi e abbia cercato di togliersi In vita, risulta non solo dalle dichiarazioni dei medici, ma dalla lettera che il dottor Rintelen aveva scritto pochi minuti prima. Questa lettera è stata scritta sopra un pezzettino di carta e potrebbe offrire ad uno psicologo, e torse anche ad un grafologo, materia di esame interessantissima. Data l'importanza del documento desidero leggerlo per intero. Il Pubialico Ministero è dell'avviso che, se Rintelen fosse stato innocente, eg)i non avrebbe avuto nessuna ragione di tentare di togliersi la vita. Invece, pur essendo credente cattolico, ho potuto passare al di sopra di tutti ; comandamenti della religione e levare l'arma contro di sè; egli l'ha fatto convinto della propria colpa, convinto di aver giocato il tutto per conseguire un elevato posto e di aver perduto. « Voglio sperare che coloro che hanno seguito la mia narrazione e la mo tivazione dell'accusa, ritengano l'accusa stessa pienamente fondata. Io sono d'accordo col Presidente della necessità di non nascondere nulla. Il dottor Rintelen deve essere poste in grado di dire tutto quello che può dire per scusarsi e per scuotere l'accusa contro di lui formulata ». Il racconto dell'imputato Dopo le parole del Pubblico Ministero, il difensore avv. Klee ha pregato 11 Presidente di fare una pausa. Pres.: — Desidererei prima rivolgere una domanda all'imputato: Signor imputato, si riconosce lei colpevole? Rintelen: — No. Pres.: — Per nulla? Imp.: — No. Io sono innocente. L'udienza viene quindi sospesa per una mezz'ora. Alla ripresa, incomincia la deposizione dell'accusato il quale parla della sua giovinezza, dei suoi studi, del suo ingresso nella vita politica che insane nel 1918. Rintelen è stato, dapprima, vicecapitano provinciale della Stiria, e quindi, nel maggio dei 1919, capitano provinciale. In seguito è stato due volte Ministro aila Pubblica Istruzione, e per ultimo Ministro a Roma. Vi fu un periodo nel quale egli fu, contemporaneamente, capitano provinciale della Stiria e Ministro della Pubblica Istruzione. Pres.: — Da quando appartiene lei al Partito cristiano-sociale? Imp.: — Fin da studente. Pre.: — Lei è stato ■ sempre in alte posizioni. E' vero che il popolo lo chiamava « Re Antonio » ? Imp.: — SI, signore. Il nome mi fu procurato dal fatto che, in quell'epoca, in Austria, regnava ancora molto disordine ed io mirai a restaurare l'autorità. Pres.: — Lei è stato protagonista di diversi episodi. Imp.: — Sì, signore. Nel 1920 ebbi una faccenda con i comunisti. La gendarmeria fu costretta a sparare e vi furono diciotto morti. Più tardi si vide che, a eccezion di due, i morti erano tutti dei gravi pregiudicati. A quell'epoca l'esercito non era sicuro e la situazione mi costrinse a dare ordine di sparare. L'anno seguente, nello stesso giorno di quell'episodio, ricevevo una lettera nella quale mi si diceva: « Siccome per primo ha fatto scorrere del sangue, deve ora spargere del suo sangue, recandosi a San Lorenzo ». « Naturalmente andai a San Lorenzo e, entrato nel locale della riunione che era pieno, strapieno, sentii leggere la mia condanna a morte. Fui preso e buttato fuori dalla finestra ». crnpacsdpmdprmglgMitvsiv«ldcmlunfmcspssspjUno scatto di nervi Rintelen prosegue dicendo che fu Ministro dell'Istruzione per la prima volta nel 1924, nel gabinetto Ramek. Quando, nel maggio del 1931, Dollfuss formò il suo gabinetto, chiese a lui se volesse entrare a far parte del Ministero. A questo punto l'imputato si eccita ed esclama: — Debbo dire che le trattative sl sono svolte nel modo più corretto. Pres.: — La prego di non alterarsi. Fino da prìnctpio io l'ho pregata di dominarsi. Lei può dir tutto quel che vuole; per ora non parliamo che della sua vita. Imp.: — Il dott. Dollfuss mi chiese quale ministero io desiderassi. Io pensai per primo al Ministero degli Esteri, ma poi assunsi quello dell'Istruzione che tenni per circa un anno. L'imputato spiega quindi che, siccome aveva conservato il posto di capitano provinciale della Stiria, le due cariche non potevano essere ricoperte contemporaneamente. Rintelen dichiara che egli soleva trattenersi tre giorni a Vienna e tre a Gratz. « Ed in un periodo di disordini, questo non va *, aggiunge l'imputato. « Allora chiesi che mi si lasciasse uscire dal Ministero ». Pres.: — E come fu che lei, più tardi, lasciò anche il posto di capitano provinciale ? Imp.: — Il Cancelliere, parlando con me, disse che io ero specialmente indicato per un posto di Miniatro. Egli pensava a Roma, che gli stava a cuore, e voleva sapere se la designazione mi sarebbe piaciuta. Io riflettei a lungo sull'offerta, perchè mi doleva allontanarmi dalla Stiria, anche per ragioni di indole familiare. Pres.: — Nell'aspettare il posto di Ministro, lei non assunse anche altri impegni? Imp.: — Sissignore. Io fu però molto prudente. Giacché sono molto nervoso, tenni a dire al Cancelliere rhe, se una volta i miei nervi mi avessero imposto di andar via, non avrebbe dovuto offendersene. Anzi aggiunsi: inrsedrszpttlqenin«Stabiliamo un periodo dopo il quale- lei non considererà più sleali le ime 'dimissioni ». Rimanemmo, così, dac-|„cordo che sarei rimasto a Roma mesi. Pre3.: — Ebbe lei l'impressione che, lasciandolo a Roma, lo si volesse, in un certo senso, degradare? Imp.: — Questa è una cosa che hanno messo in giro i miei avversari. Dollfuss avrebbe potuto sempre destituirmi da capitano provinciale. Dichiaro che su di me non fu esercitata pressione alcuna. Pres.: — In che data assunse lei il posto di Roma? Imp.: — Ai 20 di ottobre, nel 1933. — Pres.: — A Roma si è sentito a suo agio? Imp.: — SI, mi sono sentito benissimo. Quando era a Roma Pres.: — Si afferma che lei avesse poco o nessun interesse per il servizio diplomatico e che si interessasse viceversa più di politica interna e sopratutto per la Stiria. L'imputato risponde osservando che, se si è interessato ulteriormente della Stiria, la cosa è perfettamente com prensibile. Per dieci anni era stato capitano provinciale della provincia. Pres.: — Le sue relazioni diplomati che si sono limitate al solo Ambascia tore di Germania? Imp.: — Questo è assolutamente falso. Io ho visitato il Ministro di Cecoslovacchia per lo meno altrettanto spesso che l'Ambasciatore tedesco. Anche dal Ministro d'Ungheria fui sovente. Col Ministro d'Ungheria — che al mio arrivo a Roma mi visitò per primo — ho intrattenuto rapporti eccellenti. Pres.: — E quali erano le altre sue conoscenze ? Si afferma che le sue relazioni fossero molto limitate. A parto, il signor Bambas, ella non avrebbe ricevuto che il signor Cles, corrispondente della Neues Freie Presse, il signor Wcbenger corrispondente della Graser Tayepost, ed un giovanetto a nome Spitzy. Imp.: — Queste sono cose che ditfonde il signor Friberger. Egli partiva, nei confronti del signor Cres fi del signor Webenger, dal punto di vista che i rapporti con la stampa li dovesse mantenere lui. Quanto allo Spitzy, si tratta di un giovinotto che studiava a Roma e che mi era stato raccomandato dal padre. Pres.: — Sapeva lei che lo Spitzy era un nazionalsocialista? Imp.: — No; non lo sapevo, nè lui me ne ha mai parlato. Questi addebiti '. I cQ1jbitqfznaslcnsacmpm: sono , i di altri argomenti. Si tratta di pure! supposizioni. Pres.: - Ma non posso credere che, lei non l'abbia saputo, dato che perso-1 ne che avevano con lo Spitzy contatti assai meno frequenti, lo esattamente. Le risulta che lo Spitzy si recasse a Berlino in aeroplano? Imp.: — Egli aveva a Berlino una sorella e, a quanto mi risulta, si è recato colà in aeroplano una volta sola. Pres.: — Sapeva lei che egli fosse un informatore dei nazionalsocialisti. Imp.: — Lo escludo. Pres.: — E' molto strano che lo Spitzy, poco dopo la sua partenza, abbia lasciato a sua volta Roma. stati attribuiti in mancanza! sapevano]Imp.: — Per me è difficile accertare ji motivi per cui egli ha lasciato Roma, n quell'epoca in cui ero lontano pu- ! re io. Il Presidente domanda all'imputato se, fra l'ottobre 1933 c il luglio 1934, egli abbia avuto occasione in Austria di parlare col Cancelliere Dollfuss. L'imputato risponde di avere avuto ripetuti colloqui. Le trattative coi nazisti Pres.: — E' vero che lei si è fatto spedire lettere a un indirizzo convenzionale? Perchè l'ha fatto? Imp.: — Questa è una cosa che non posso dire in pubblica seduta. Pres.: — Ma il fatto è vero... Imp.: — Sissignore. Pres.: — Le lettere erano di carattere politico o privato? Imp.: — No. Non di carattere politico; al contrario. Io ho aperto una ettera in presenza del barone Cles, il quale potè convincersi che il contenuto era di carattere privato. Pres.: — Quale era la sua attitudine nei confronti del Governo di Dollfuss e in che termini si è espresso sul governo e sul nazionalsocialismo? Imp.: --Io avevo il dovere di rap- A ^ u Gablnelto Dollfuss. ' tQ , è avuta nmpresSione „, „^^.s n n=_ che a me facesse piacere vedere il Gabinetto Dollfuss affrontare difficoltà; io, però, non potevo dimostrare il contrario, trattandosi di sentimenti ai quali non ero in grado di opporre dei fatti. Pres.: — Lei ha trattato con i nazionalsocialisti? H Cancelliere Dollfus3 ne era informato? Imp.: — Sì. Pres.: — Qual punto di vista ha lei assunto ? Imp.: — Io ho sostenuto che bastasse in un modo qualsiasi accordarsi. Allorché furono però indette le elezioni, capii che le trattative erano condannate all'insuccesso. Pres.: — Ha detto lei che sarebbe stato bene chiamale i nazionalsocialisti al potere per far loro assumere una parte delle responsabilità su misure di carattere non popolare? Imp.: — Io non ho parlato di misure impopolari. Io posso soltanto ricordarmi di essere stato dell'avviso che l'opposizione dovesse assumere la sua parte di responsabilità. Pres. : — Come si è comportato quando in ambienti romani, ed anche in altri ambienti, spuntò la notizia che dopo Dollfuss sarebbe venut:, lei, al potere? Imp.: — La cosa mi ha molto eccitato, ed era per me penosissimo il vedere erte degli individui tentavano insistentemente di guastare i rapporti fra me e Dollfuss. Il Presidente Fryda dà quindi lettura di una lettera inviata dall'accusato al Segretario generale della Cancelleria, Peter, lettera che costituisce una difesa del Rintelen, il quale, proprio dal Peter, aveva appreso per telefono notizie che a suo giudizio meritavano chiarimenti. Fra l'altro, vi era detto che Rintelen avesse rinviato le vacanze al mese di agosto, prevedendo che nell'attesa si sarebbero verificati mutamenti. Altre voci riguardavano la sua attitudine nei confronti dei nazionalsocialisti. L'imputato vorrebbe a questo punto esporre la ragione di tali dicerie; però si sente stanco e il presidente sospende la seduta. Lo scrittoio in ordine perfetto Nell'udienza pomeridiana si è parlato dei motivi per i quali il dott. Rin- cessivo prosegui per i rovia. Vienna in fer-, preg _ E, molto strano che nello 1 scrittoio di casa sua sl 3ia trovato untelen aveva pregato di rinviare le suevacanze. L'imputato dice che il suocongedo annuale era stato approvatofin dal 13 giugno, con decorrenza dal ! 23 luglio. Ai 21 di luglio egli si recòa Gratz in aeroolano, e il lunedi suc-ordine così perfetto, ] imp,: — Mja figlia aveva messo tut¬ to in ordine. Pres.: — Già, ma di solito non si usava, in casa sua, di fare queste pulizie radicali. Imp.: — Nel mio scrittoio c'era sem pre dell'ordine. Pres.: — Devo richiamare la sua attenzione su tale particolare in quanto, nel fare ordine, si sono fatte sparire varie lettere. Prima che ella prendesse il congedo, aveva avuto occasione di parlare col cancelliere Dollfuss? I Imp.: — Sissignore; il Cancelliere mi chiese se io fossi disposto ad anda¬ re a Berlino come ministro, ed io gli risposi che avrei riflettuto. Pres.: — Il signor Castiglioni non le ha fatto rilevare l'opportunità di una conversazione con Dollfuss, che potesse determinare una riconciliazione? A quanto pare, lei avrebbe risposto in senso affermativo. Imp.: — E' esatto che Castiglioni mi ha detto che sarebbe stato bene se avessi migliorato le mie relazioni con | Dollfus3. Io gli risposi: ma le relazioni sono già buone Pres.: — Parlando col direttore della Reichspost dott. Funder, all'epoca in cui era Ministro della Pubblica Istruzione, lei avrebbe detto: «Contro Dollfuss io non faccio nulla. Ma se lui non dovesse riuscire, allora salto avanti io e lo faccio arrestare ». Imp.: — Non ho mai detto una frase cosi poco riguardosa; meno che mai l'avrei detta al dott. Funder, col quale non ero in buoni rapporti. Pres.: — Però il dott. Funder, una dichiarazione così precisa non può essersela inventata. Imp.: — Nego recisamente di aver pronunciato questa frase. Pres.: — Conosce lei il Steinhausl? (il direttore della pubblica sicurezza che attualmente si trova in carcere in attesa di venire a sua volta processato). Imp.: — SI, si. Pres.: — Non ha avuto con lui dei rapporti ? Imp.: — Si, lui mi ha fatto delle proposte, ma io non ho voluto saperne. Rintelen nel corso della deposizione nega che il figlio e il genero si siano mai occupati di politica. Il 25 di luglio Pres.: — Veniamo adesso ai fatti del 25 luglio. Ha sentito lei le notizie diffuse dalla radio? Imp.: — No. Una signora, anzi, mi chiamò per chiedermi se io avessi sen tito che Dollfuss si era dimesso e che io ero diventato Cancelliere. Pres.: — Che cosa ha risposto lei? Imp.: — Io ho risposto negativamente, cioè che non sapevo niente. Chiesi quindi notizie al direttore generale della radio che mi disse di non sapere nulla, e viceversa si sparava. Pres.: — Il direttore della radio le deve aver detto di andare in polizia a invocare aiuto. Imp.: — Questo non me lo ricordo. Pres.: — Forse non ricorda nemmeno che il Castiglioni, parlando con lei, le disse di recarsi da Dollfuss? Imp.: — E' possibile. Io mandai il mio amico Huber. Questi si recò in automobile alla Cancelleria, ma tornò subito per dirmi che la Cancelleria era circondata da tutte le parti. Allora io pensai che, essendo già la polizia nella strada, non avevo più bisogno di occuparmi di nulla. Non potevo certamente Immaginare che mentre la forza pubblica aveva già circondato l'edificio, le cose potessero mutare con la mia presenza. Qualunque mia azione non avrebbe avuto più alcuna importanza. Pres.: — Forse non per il corso degli avvenimenti, ma probabilmente per la sua situazione personale. Il dott. Rintelen non ama questa osservazione e replica con vivacità. Infine conclude dicendo che dopo è sempre più facile dire quello che in una determinata circostanza si sarebbe dovuto fare. Il presidente nomina quindi all'accusato molti noti capi nazionalsoriali- isti e gli domanda quali siano da lui , personalmente conosciuti, , Rintelen dichiara di aver conosciuto \ di persona soltanto Habicht e Schat tenfroh. La sentinella alla porta A questo punto l'imputato è invitato a spiegare come fu che dall'Hotel Imperiai egli passò al Ministero della guerra dove fu dichiarato in arresto. Rintelen dice che mentre egli era nella sua stanza, lo chiamò al telefono l'attuale Cancelliere' Schuachnìig, che lo pregò di recarsi da lui dovendogli parlare. « Avevo appena posato il ricevitore — prosegue l'imputato — che l'usciere mi avverti che nel estibolo mi aspettava il direttore della Rcichpost Funder, il quale desiderava parlarmi. Io gli dissi che in quel momento non potevo parlare con lui avendo annunciato a Schuschnigg la mia visita. Funder replicò che si trattava appunto della visita a Schuschnigg. Allora risposi: Ministero della Guerra fu ricevuto da « se le cose stanno cosi, possiamo andare insieme ». E' assolutamente falsa l'affermazione di Funder che è stato ui a costringermi a fare quella visita, che lui sia venuto da me con un'alra, persona la quale per così dire, mi vrebbe Intimorito tenendo la mano in asca sulla rivoltella. Credo di aver dao prova che io non ho paura di una ivoltella. Questo non corrisponde al io carattere. E' esatto che il dott. under è venuto con un'altra persona: a quella persona rimase tranquilla. iù tardi siamo andati insieme al Ministero della Guerra. Pres.: — Durante il tragitto, il dottor Funder non le ha detto nulla in merito ad una mediazione? Imp.: — Non me ne ricordo. Io però 'ho immaginato che dovesse trattarsi di una cosa simile e che avrei dovuto fare da mediatore fra il Governo ed i ribelli. Pres.: — Di quali ribelli si poteva trattare? Imp.: — Ma in quel momento la cosa era già chiara: i nazionalsocialisti. Al Schuschnigg, il quale mi invitò a entrare con lui in una stanza a parte. Io 0 seguii. Schuschnigg mi ha lasciato quindi solo e la conversazione ha tardato ad aver luogo. Allora io pensavo che gli altri stessero discutendo fra di oro e che io dovevo tenermi a disposizione. Più tardi vidi che davanti alla porta della stanza era stata posta una sentinella con la baionetta inastata e da ciò dedussi che io ero fatto segno a sospetti. Pres.: — Ma come mai lei, nella sua qualità di ministro plenipotenziario, non ha protestato contro il fatto che davanti alla porta era stata posta una sentinella? Imp.: — Io ero agitatissimo. Rintelen è stanco e il presidente è costretto a sospendere nuovamente l'udienza. Alla ripresa, il presidente, prima di dare nuovamente la parola al dottor Rintelen, insiste nella domanda come mai l'imputato non abbia protestato contro l'offesa arrecatagli, offesa che meritava una reazione. « Lei — dice il Presidente — con l'offesa arrecatale, vuole giustificare il suo tentativo di suicidio; ma di questo parleremo più tardi. Prego adesso i periti di dirmi se l'imputato è ancora in grado di seguire il dibattito ». Il perito giudiziario prof. Hoevel dichiara che egli e i suoi due colleghi ritengono che l'imputato non è più in grado di seguire, almeno per oggi, il dibattimento. Forse lunedi, se nel frattempo egli si sarà riposato abbastanza, 11 processo potrà essere ripreso. L'udienza, è stata quindi rinviata a lunedi mattina, alle 9. Italo Zingarelli La mitragliatrice che sbuca da questa trincea di sacchi a terra e I sei «militi nazionali» dello Stato di Tennessee proteggono dalla folla che vuole linciarlo, un negro accusato di violenza contro una ragazza bianca.