La radura

La radura La radura (L'atmosfera imprecisa in cui netessariamente s'apre questo racconto, mal sopporterebbe dei nomi. Il nome, anche quando non racchiuda di colpo nella sua determinatezza la realtà e il destino d'un personaggio, gli resta appeso al collo come una targhetta di smalto, ciondolona e tintinnante). Basterà sapere che ì protagonisti sono un uomo e una donna ; la scena un bosco; l'ora, quella d'un lardo pomeriggio estivo. L'uomo e la donna, benché giovani, la donna anzi giovanissima, sono giunti ambedue a quell'esperienza di vita per cui non ci s'aspetta più nulla di veramente nuovo dal corso dei giorni, ma tutto può essere previsto e quasi condotto per mano ad avverarsi. Ne nasce una meravigliosa aura leggera, in cui le cose sono e non sono e i sentimenti trapassano come i colori per la scala dello spettro, distinti e vivi e pure inseparabili, fusi uno nell'altro. Si conoscono da pochi giorni. Hanno le loro due vite o, come ancora si dice, i loro passati : ma se ne sentono tanto sciolti in questo momento, che non incontrano nessuna resistenza a credersi due creature nuove. Sanno, nè potrebbero ingannarsi, e lo hanno capito fin dai primi momenti, a quale punto arriverà la loro relazione. Ma hanno tutto l'interesse a mantener viva quell'atmosfera imprecisa, dove la realtà sfuma deliziosamente nell'irrealtà e l'illusione rifiorisce senza tregua dai nudi steli del vero. Sapienti, hanno appunto per questo scelto una passeggiata. Nulla difatti si presta meglio a far nascere l'imprevisto illusorio. A ogni passo avviene un cambiamento. La scena muta nel tempo, in un ritmo libero, lasciato alla discrezione creativa di chi cammina. Una passeggiata, ma non senza mèta ; che l'ignoto assorbe subdolamente, affascina con la sua luce nascosta. Una mèta vaga, senza impegno, permette invece a uno di muoversi come vuole e non 10 affatica, nè gl'impedisce d'esser tutto presente nell'attimo. S'erano accordati d'andar in cerca della «radura ». La radura era stata, fin dalla prima volta in cui s'eran parlati, come una corda misteriosa che, appena tocca, arricchiva di suoni e di variazioni la loro conversazione. Erano lieti che un argomento così plasmabile e fertile fosse caduto fra le prime battute dei loro discorsi. Un motivo appena accennato da lui e subito da lei ripreso e svolto insieme e non più dimenticato, ma solo tenuto in serbo qualche volta per sprigionarlo, a ogni sentor di stanchezza, come uno zeffiro rinnovatore di fioriture. L'aveva scoperta lui nel bosco ; gli si era spalancata all'improvviso davanti : un occhio chiaro tra ciglia fosche : una conca verde chiusa tutt'intorno da alti pini. Subito, tra loro, la radura cominciò a occhieggiare in mezzo al folto, ora ridente di fiori gialli e azzurri, ora tutta luce smeraldina, ora tremula al vento e soffice d'erba. Tornava poi, fra loro, come un gioiello smarrito, una perla incastonata tra cupe sbarre. Ma non solo cupe, che non s'ergevano soltanto pini intorno, ma c'erano anche delle tenere querce. E quali e quanti i punti deliziosi in cui mettersi per goderla ! Andavano in cerca di questa radura. Bisognava in un cerio modo riscoprirla, per la difficoltà d'orientarsi fra gli alberi senza sentieri e perchè lui, uscendone la prima volta estasiato, non s'era pensato di fissar dei punti precisi di riferimento. L'aveva cercata altre volte ma non gli era più riuscito di capitarci. Non erano ancora entrati nel bosco ; lo costeggiavano per un sentiero bruno, che spiccava tra il nero dei tronchi in ombra e il verde dei campi assolati dall'altra parte. 11 sole declinava : un mare di luce calda spumeggiava sulla fronte del pineto, per precipitare a ondate sopra i coltivati e le isole dei peri, dei meli, dei noccioli. A capo scoperto, andavano d'un passo sciolto che non s'attacca alla terra. Ella aveva un bastone e lo strisciava leggermente sul suolo. La luce investiva la testa di lui, sfiorava i capelli di lei ; il resto dei corpi era nell'ombra. Biondo, egli le sovrastava dalla spalla ; corvina, ella senza toccarlo, sembrava tutta appoggiarsi a lui. Ora egli distendeva un braccio a indicare una vaga direzione sopra 11 bosco ; lei osservava la sua mano : quell'energica mano d'uomo era piena di tenerezza e così, un poco staccata da lui, dava quasi un diafano corpo alla sensazione leggerissima (l'avvertimento appena d'un soave contatto di brezze, di foglie, di petali) ch'ella provava sulla nuca e intorno alle spalle. Lei, camminando, abbandonava al ritmo del passo il moto del capo e le parole le gorgogliavano dal fondo della gola fra piccole spume di riso ; egli, di sopra alle spalle, sfiorava con lo sguardo il suo morbido, rotondo cocuzzolo e, quando ella lo alzava, accoglieva, tra la cortina dei negri capelli spioventi, il fuoco dei suoi occhi e il balenio dei suoi denti. Entrarono, per lo stesso sentiero, nel bosco e una penombra profumata li avvolse; fulve spere, rivoletti d'oro colato, chiazze incandescenti variavano lo scuro colonnato dei pini. La radura di cui andavano in cerca, poteva essere anche un'aerea favola. « E cammina, cammina... » : la favola del bosco. Ella levò il bastone in alto per toccare un ramo dai mazzi d'aghi lustri e compatti, ma non lo raggiunse. Lo sguardo di lui scivolò dalla punta del bastone giù per quel braccio nudo di donna all'ascella e si fianco, sino al piede arcuato ; e ri¬ salì : una linea tesa, uno zampillo. Un salto ed ella l'avrebbe raggiunto. Si fissarono un attimo negli occhi. Anch'egli avrebbe potuto, cingendola con le sue braccia un poco al di sotto delle anche, sollevarla e farle toccare il ramo desideralo. Ma allora, tutto il mistero della bella favola sarebbe svanito di colpo. Continuarono il cammino. A un certo punto egli stimò di dover lasciare il sentiero e s'inoltrarono nel litio. Inciampicavano negli sterpi nascosti tra l'erba. Poi il terreno diventò dumoso. Egli esaminò, un poco impensierito, la calzatura di lei : scarpine leggere in cui si modellavano teneramente i piedi e calze di seta da cui traspariva il velluto della pelle. Ella fece di no Col capo che non se ne desse cura, e cominciò a menare il bastone contro gli spini più alti. Ma i pruni si facevano di passo in passo più ostili, diventavano una barriera. Si va oltre? Si torna indietro? Ella stette un momento in forse e lo guardò come se attendesse da lui la decisione. Egli arrossì. Non volevano trovar la radura? Si sarebbero scoraggiati per così poco? Le prese il bastone e cominciò ad aprirsi la strada fra i rovi. Avanti. Lei lo seguiva. Egli s'accorse subito che il suo orgoglio di maschio l'aveva mal consigliato. Sarebbe stato meglio prendere un'altra direzione, con leggerezza, con quel volubile estro da cui fino allora s'eran lasciati guidare. Perchè mettersi nella situazione di doversi impegnare in qualche cosa? Ritornare, ora, non era più tanto facile: e come ne sarebbero usciti? [ rovi infittivano, si levavano sempre più alti, sembravano vivi, mordevano. Egli li calpestava coi piedi, li smozzicava col bastone; ma, come avanzavano a fatica, quelli si serravano sempre più intorno a loro. Certi rampolli vigorosi, gonfi di linfa maligna, con gli aculei scoperti, gli giungevano all'altezza della spalla, del viso. Per scostarli, s'era graffiato le mani. Doveva volgersi continuamente a lei che lo seguiva da presso, per indicarle dove mettere il piede; certe volte era costretto a farla passare davanti. La fatica cresceva e gli infiammava il volto. Non parlavano più, inlenti a difendersi, ila ormai egli non difendeva più se stesso, cercava che i rovi non ferissero lei. Le spine gli penetravano oltre i vestiti nelle carni, le mani gli sanguinavano. Sostarono per riprender fiato. Più volte egli l'aveva presa per un braccio, l'aveva protetta aderendo col proprio corpo al suo; ma i contatti erano slati quasi bruschi, aridi, voluti dalla necessità. Per questo tutti e due sentivano, ora, di non doversi guardar negli occhi. Ella s'accorse dei graffi e delle gocciole di sangue che gli rigavano le mani. Che la radura cominciasse ad attrarli col lascino della conquista? Cariando, ella rideva : ma il suo riso non era leggero come prima. Il veleno della malinconia, piano piano, appesantiva le loro vene. Egli fugava dalla mente il pensiero che quella maledetta prunaia in cui s'erano cacciati, avesse l'ironico significato d'un simbolo. Bisognava però a tutti i costi uscirne. Ripresero ad avanzare contro gli spini. Un piccolo grido di lei lo avvertì che s'era ferita: uno strappo! nella calza e un filo rosso giù per la delicata pelle della gamba. Fu invaso] dall'ira. Pestava a destra e a sinistra' con furia. A un tratto un rimessine-j ciò, fiero della sua potente verdezza,! lo avvinghiò intorno alla vita. Do-j vette intervenire lei con le sue pie-; cole mani, silenziose e preste, per ìi-| berarlo. Ora lei sanguinava per! più ferite nelle braccia nude. Chi-: nandosi e sfiorandone una inavvertitamente con la guancia, egli senti che scottava. Quando uscirono, erano trafelati., rossi, coi capelli e le vesti piene dr spine. Neil aiutarsi a vicenda a togliersele, spesero gli ultimi residui della loro sorridente e disinvolta leg-l gerezza. Sembrò che il tono arioso di prima, abbandonandoli, si fosse raccolto tutto di là dalla barriera spinosa. Il sole doveva esser tramontato. La luce pacata e il silenzio del bosco, che in quel punto appariva in tutta la maestà dei suoalberi centenari, erano struggenti e sconcertanti insieme. Sopra lo strato degli aghi secchi, l'erba era alta e morbida di tessuto e di colore. Lei si chinò a carezzarla e poi si distese su di essa. Egli rimase in piedi, volgendosi intorno pensieroso. La radura? Si guardarono. La radura era svanita come l'illusione che li aveva mossi a quella passeggiata ingenuaLe si sedette vicino, (ili occhi di lei erano fissi in alto e riflettevano icielo tra i rami. Egli vide che le sue abbra schiuse tremavano; allora stese un braccio, con rapide dita le penelrò tra i capelli e trasse a sè la sua lesta dm violenza. Giani Stuparich.

Persone citate: Biondo, Giani Stuparich