Mentre la ribellione viene domata a terra cinque unità della flotta rifiutano di arrendersi

Mentre la ribellione viene domata a terra cinque unità della flotta rifiutano di arrendersi Improvviso moto rivoluzionario in Grecia Mentre la ribellione viene domata a terra cinque unità della flotta rifiutano di arrendersi Le navi degli ammutinati bombardate dagli aeroplani Atene, 2 notte. Inattesa per il pubblico ma, a quel che sembra, non per il Governo una insurrezione militare di vaste proporzioni è scoppiata la notte scorsa ad Atene e alla quale hanno aderito gli equipaggi delle cinque maggiori unità della flotta da guerra. Si tratta di un tentativo fatto in tutta regola e minuziosamente preparato di rovesciare con un colpo di Stato l'attuale Governo presieduto dal generale Cialdaris. Gli organizzatori del moto Le informazioni che si hanno dagli ambienti ufficiosi unanimemente attribuiscono l'ammutinamento delle truppe alla propaganda svolta negli ultimi mesi con grande tenacia ed intensità dagli ufficiali dell'Esercito rimasti fedeli all'esule generale Plastiras autore della rivoluzione del 1922 in seguito alla quale Re Costantino dovette rinunziare al trono e fuggirsene all'estero. Sembra che gli ambienti militari plastiriani fossero strenuamente appoggiati in questa campagna di propaganda dal partito venizelista. Nè il generale Plastiras, nè l'ex-Primo Ministro Venizelos ad ogni modo si trovano ad Atene. Il primo soggiornava fino alla settimana scorsa a Cannes; il secondo ha lasciato Atene ieri l'altro per recarsi a trascorrere un periodo di vacanza nella sua isola natia, Creta. Ma chi conosce la tattica rivoluzionaria ellenica sviluppatasi in una serie di insurrezioni, ammutinamenti e colpi di Stato negli anni del dopo guerra, assicura che la assenza di Venizelos dalla capitale della Repubblica non vuol dire affatto che egli sia rimasto estraneo agli avvenimenti, anzi è una ragione di più per attribuirgli gravi responsabilità. Venizelos non è persona che si esponga inutilmente. Tutta la propaganda dei vcnizelisti negli ultimi tempi, si dichiara, è stata fatta per via indiretta servendosi più specialmente dell'opera di una cosidetta Lega repubblicana presieduta dall'ex-generale Papoulas sulle traccie del quale la polizia greca si è messa oggi ansiosamente senza tuttavia riuscire a scovare il suo rifugio. Nemmeno il generale Papoulas si troverebbe ad Atene dato che i colpi di Stato si dirigono assai meglio mettendosi fuori dalla portata delle armi governative. La prima scintilla dell'insurrezione si è avuta nell'arsenale di Salamina. Focolari d'insurrezione avrebbero dovuto essere accesi immediatamente da questa scintilla, in base agli accordi presi dagli organizzatori, in tutti i centri delle guarnigioni della capitale o almeno in buon numero di essi. Ma all'ultimo momento sembra che i dirigenti dei Corpi locali delle caserme abbiano cambiato opinione forse perchè incontravano difficoltà nel loro tentativo d'indurre i soldati a seguirli. Di conseguenza i Corpi o Reggimenti di guar- nìgìone in queste caserme sono ri-masti in maggioranza fedeli al Go- verno e questo potè concentrare le forze militari contro l'arsenale diSalamina. La resa dei ribelli di Salamina Attorno a quest'ultimo è stata ingaggiata durante la notte una furiosa battaglia nel corso della quale Venizelos, che da quaranta anni è protagonista della politica greca, non ostante l'età e il semiforzoso soggiorno a Creta, è fortemente sospettato di aver preso parte alla nuova rivoluzione. si è fatto uso di mitragliatrici e di pezzi d'artiglieria. Un edificio dell'arsenale nel quale si erano asserragliati i rivoltosi è stato completamente smantellato con alcuni proiettili di grosso calibro i quali hanno causato gravi perdite fra gli ammutinati. Questi alla fine hanno dovuto riconoscere che ogni ulteriore resistenza sarebbe stata vana di fronte alla superiorità dei mezzi delle forze governative ed hanno sventolato la bandiera bianca in segno di resa lasciandosi trarre in arresto. Tutti gli arrestati somo stati condotti immediatamente a yordo di autocarri in una fortezza dove subito si è riunita la Corte marziale che aveva ricevuto l'ordine dal Governo di usare tutto il rigore della legge contro i responsabili del colpo di Stato. Intanto però la sommossa, sia pure con qualche esitazione, si andava propagando. Issavano la bandiera rivoluzionaria due Compagnie di fanteria delle caserme di Eurones in un sobborgo della capitale, e poi aderivano all'insurrezione i cadetti della Saio- la Militare di Evelpides ed alcuni reparti della. Guardia repubblicana Erano manifestazioni evidentemente poco gravi e solo sporadiche, tenuto conto che la maggioranza delle forze dell'Esercito erano rimaste fedeli al Governo. Ma una grave notizia giungeva poco dopo al Presidente del Consiglio Cialdaris il quale insieme agli altri membri del Gabinetto dal palazzo del Governo dirigeva nervosamente la lotta contro i rivoltosi non abbandonando mai un istante il telefono. Gli veniva comunicato che gli equipaggi di cinque unità della flotta e cioè la corazzata Averoff di 10.000 tonnellate, i cacciatorpediniere Zpsara, Leon e Niki e il posamine Helli avevano fatto causa co mime con t ribelli ed erano salpateper ignota destinazione. La notiziaUha prodotto una profonda impres-sione sui membri del Gabinetto che tuttavia non si sono persi d'animoJ. . . , Li flotta in rivolta Mentre il Ministro della Guerra assumeva personalmente il comando delle operazioni di terra, Cialdaris impartiva i suoi ordini ai capitani delle quattro unità della flotta ri- .... . .-, « ^- „7,„ aste dalla varte del Governo e alloV m • /ni. „. rtt r\ ìli rt n ni r\-r>c fiati- A £>YT\YìnHTìf*fi • [Stato Maggiore dell'Aeronautica: « Sia data immediatamente la !caccia alle navi fuggitive. Tutta la flotta aerea sia immediatamente ; mobilitata e lanciata contro le navi ;ribelli. L'artiglieria costiera faccia fuoco su queste ultime verso ìequali non bisogna usare riguardi, Se necessario, nel caso cioè che non si arrendano, siano bombardate dal- l'alto e magari colate a picco ». Questi ordini venivano fatti cono- scere ai comandanti delle unità ribelli per mezzo della radio come un ammonimento, ma ad Atene si dovette constatare ben presto che i ribelli non erano disposti a lasciarsi impressionare. Alla lotta nei dintorni di Atene si è aggiunta quella sul mare fra l'isola di Melos e l'isola di Creta. Mentre una batteria di artiglieria da campagna demoliva ad Atene le baracche di Euzones costringendo le Compagnie ammutinate alla resa, come già era accaduto a Salamina, veniva iniziata dalle unità della Marina la caccia alle navi ribelli, alla quale partecipavano gli apparecchi dell'Aeronautica. Si hanno pochi dettagli su ciò \che è avvenuto in alto mare, ma ad \ogni modo quanto basta per dare j un'idea dell'indicibile accanimento con cui i ribelli si sono difesi. A bordo della corazzata Averoff, l'unità maggiore della Marina da guerra ellenica, si trovano 650 uomini di equipaggio. Essi hanno accolto gli aeroplani del Governo a colpi di fucile e di mitragliatrice, costringendoli dapprima a ritirarsi senza riuscire a volare al disopra della corazzata e a gettarvi le loro bombe. Ulteriori attacchi aerei contro l'Averoff hanno sortito tuttavia un migliore successo. Alcune bombe sono cadute sulla coperta della corazzata avariandola gravemente con la loro esplosione e uccidendo una diecina di ribelli. Peggiore è stata la sorte toccata al cacciatorpediniere Niki il quale è stato colpito in pieno da alcune bombe di grosso calibro e ridotto in condizioni tali che l'equipaggio non ha potuto impedire che una delle cannoniere del Governo so- pravvenuta lo prendesse a rimorchio e sì mettesse in rotta verso il Pireo con l'equipaggio del Niki prigioniero. Due aeroplani del Governo sono rimasti avariati da colpi dì mitragliatrice e solo con gravi difficoltà sono riusciti a fare ritorno all'aerodromo d.i Falero. Da principio il Governo aveva nutrito timori che la flotta ribelle si dirigesse verso Salonicco, dove una accanita propaganda di opposizione era stata svolta nel corso degli ulti- mi mesi. Questi timori non vennero però confermati dalle informazioni successive le quali dicevano che la flotta ribelle era stata raggiunta dagli aeroplani mentre faceva rotta verso l'isola di Creta. Ciò, nonostante il Governo di Atene per non essere eventualmente colto fra qualche giorno alla sprovvisla ha dato ordine che due vapori da carico fossero affondati all'imbocco del porto di Salonicco allo scopo d'impedire l'ingresso alle navi da guerra ribelli. L'ordine è stato eseguito già nel corso della notte ed ora le cime dei quattro alberi, dei due poveri battelli sacrificati emergono ad avvertimento dei capitani all'imbocco del porto il quale dovrà \per m certo periodo di tempo con Uiderarsi completamente bloccato \aijn navigazione j A'on è possibile prevedere gli sviJluppi deUa s\tuasìonD se ; ribelu a borrfo delle cinque grandi unità dei- |/«. fiotta — considerate oggi dal Governo greco come navi di pirati — rifiutano di arrendersi. Nel Paese, ad ogni modo, il colpo di Stato può considerarsi completamente fallito già da questa mattina poiché nel corso della notte, l'uno ' putirle nvi i.u/ou u'.u'.i nulle, l tinu ,. , ,. . >.. „ [dopo I altro, sono stati costretti alla r -* resa tutti i gruppi di ribelli ad Ate! ne e dintorni della capitale. i Le responsabilità di Venizelos Ad Atene è stata proclamata la ^legge marziale ed è stata vietata la i pubblicazione di tutti ì giornali di ' chiaratamente o velatamente sim Vpatizzanti per Venizelos. n Governo si astiene tuttavia dal- !l'accusare in modo ufficiale il vec- a e o A i i o a o a e l chio uomo politico « Solo gli eventi mostreranno — ha detto oggi il Ministro della Guerra ai giornalisti — se Eleuterio Venizelos ha avuto davvero parte attiva nell' organizzazione degli ammutinamenti ». Ma ì sospetti sul conto dell' exPrimo Ministro devono essere assai gravi. Facendo uso dei poteri conferitigli dalla legge marziale il Governo, infatti, dicono i telegrammi da Atene, « ha deciso di abolire il Senato ». Non si riesce a comprendere se si tratti di abolizione vera e propria di una delle Camere legislative oppure di semplice chiusura provvisoria. Il fatto è però che il Senato si tira addosso le ire del Governo perchè è composto in grandissima maggioranza di seguaci di Venizelos. Il Presidente del Consiglio generale Cialdaris ha pubblicato un proclama in cui rileva che l'assoluta maggioranza della popolazione e dell'esercito è rimasta fedele al Governo e che la rivolta deve perciò considerarsi come già sedata: « Un gruppo di individui degni del manicomio — continua il proclama del Primo Ministro — ha tentato di colpire le libertà del popolo ellenico. Le forze nazionali, immediatamente, hanno ripreso questo tentativo. I colpevoli saranno giudicati con tutto il rigore della legge ». La Corte marziale ha lavorato lutto il giorno ed ha pronunciato un certo numero di condanne ma queste non vengono ancora annunziate ufficialmente al pubblico. Sembra che il Governo voglia usare un'esemplare severità solo nei riguardi dei caporioni del movimento, nessuno dei quali si è lasciato ancora acciuffare. PTustiras è all'estero • della col- pa di Venizelos mancano le prove, fi generale Papoulas è latitante. Un altro personaggio a cui si attribuiscono gravi responsabilità è l'ex-ministro Papanastasiu, il quale per ciò è tenuto in arresto nella propria abitazione che è stata, circondata da cordoni di soldati e poliziotti. Contro i più gravemente indiziati, si assicura ad Atene, la. Corte Marziale non esiterà a pronunciare condanne a morte anche se il numero di queste dovesse essere ragguardevole. Nella capitale ellenica si dichiara che il Governo aveva ricevuto le prime informazioni, sulla preparazione della rivolta, al tempo di un viaggio compiuto dal generale Plastiras due mesi fa da Cannes a Belgrado e Sofia. Agenti segreti del Governo avevano riferito che Plastiras cercava ■invano di farsi promettere l'appog'gio dei Governi jugoslavo e bulgaro | per il caso che fosse riuscito a rovesciare il Gabinetto Cialdaris. Deluso, egli se ne dovette tornare a Cannes ma senza rinunciare alla ] speranza di tornare un giorno, o me\ glio, in seguito al colpo di Stato che veniva preparato dai suoi amici. Si deve alle informazioni segrete i«e il Governo di Atene è riuscito a ! raccogliere in antìcipo che un amI mutinamento generale dell' esercito potè essere evitato durante la notte ! scorsa. Non. sì. possono ancora otte] nere ragguagli attendibili sul numero delle vittime di questo tentativo j insurrezionale; si sa, però, che almeno dieci ribelli sono stati uccisi a bordo delle navi bombardate dagli aeroplani e che sono comandate dal , vice-ammiraglio Demestikas e da ÌColialexis. Quanto agli scontri avve\nnti ad Atene ed a Salamina scm! bra che il numero dei morti non sia | inferiore ai sessanta, per la maggior parte ribelli. Proporzioni sempre più vaste A tarda ora della sera si apprende che le proporzioni della rivolta 'nella Marina da guerra sono più va\ste di quelle finora annunciate, giacche hanno aderito all'ammutì[namento gli equipaggi di dodici e non di sole cinque navi, compresi tra gli altri quelli delle torpediniere IConduriotis, Thyella e Sphendoni, ■oltre che di quattro sommergibili. \In tal modo quasi la metà dell'intera flotta da guerra si è messa contro il Governo. La battaglia navale tra la squadra ribelle da un lato e quattro cacciatorpediniere e varie decine di aeroplani del Governo dall'altro è durata l'intero pomeriggio e probabilmente ancora continua. Ad Atene si dichiara che il vice-ammiraglio [Demestìchas, al quale obbediscono i marinai ribelli, ha fatto al Governo |l'offerta di arrendersi ma alla con' dizione che in forma solenne il Go\verno prometta l'impunità assoluta la tutti i partecipanti al complotto. ISi aggiunge che il Governo esita a fare una promessa che costituirebbe un pericoloso precedente, ma che finirà col cedere su questa importante questione allo scopo di evitare un inutile spargimento di sangue e la semidistruzione della parte migliore della flotta da guerra del paese. Un'altra notizia che corre insistentemente ad Atene è che l'ex-pri- \mo ministro Venizelos è entrato apertamente in scena dichiarando di ' essere d'accordo coi rivoltosi, e non ! occorre dire che questa voce fa rite, nere a molti che le affermazioni del Governo secondo le quali la rivolta sarebbe completamente domata stoino premature. Si. afferma che Veni' zèlos sarebbe rimasto prudentemen■ le dietro le quinte se la posizione del Governo Cialdaris non fosse gra| veniente indebolita. Il numero delle vittime 1 Secondo le voci che corrono ad Atene infine i giornali avrebbero pubblicato notizie riguardanti il nu~ mero delle vittime che sarebbero in' feriori alla verità; esse cioè sareb' bero di tre morti e della quindicina ,di feriti dichiarati. Viene fatto no\ tare a questo riguardo che il bombardamento dell'arsenale di Sala[mina dove erano barricati i marinai \è durato più di quattro ore e da ciò si deduce che le vittime debbono di molto superare il centinaio. E. P. \\j Papanastasiu, capo del partito dei contadini, al quale si attribuiscono le responsabilità maggiori della rivolta e che è guardato a vista dalla polizia nella propria abitazione.

Persone citate: Eleuterio Venizelos, Re Costantino, Salamina