Piubellini precede Olmo e altri dodici nella volata che decide il Criterium d'apertura di Vittorio Varale

Piubellini precede Olmo e altri dodici nella volata che decide il Criterium d'apertura LA SORPRENDENTE CONFERMA DI UN GIOVANE Piubellini precede Olmo e altri dodici nella volata che decide il Criterium d'apertura Milano, 4 mattino. I fatti salienti dell'XI Crìtei-ium di Apertura svoltosi Ieri per cura della Gazzetta dello Sport sui 157 chilomeri del tradizionale circuito Milano-Como-Varese-Porto Ccresio-Brinzio-Varesc-Milano, sono stati tre: l.o la presenza in (tara di Giuseppe Olmo, la cui scrizione pervenne agli organizzatori all'tfltf ma ora, precedendo di poco Farrivo dalla Riviera del biondo e sorridente corridore di Celle al quale tanti attardano come il predestinato a fare quest'anno grandi cose; 2.o le vivacissime ed alterno fasi della lotta durate dall'inizio della corsa fino a una trentina di chilometri dal traguardo — fasi che volta a volta videro in testa esiline pattuglie dì audaci fuggitivi, fi no a che anche l'ultimo tentativo ;; mantenere il vantaggio l'enne rinu,:.-.ato e ben quattordici uomini si , „' Ho „ mi. _■' ,. *° sul rctl,Ime° dl "ml'° ' 3'° inaspettata sconfitta di Olmo, che chiunque pronosticava vincitore in vo- lata, e invece veniva nettamente battuto dal legnancse Piubellini, lo stesso che otto giorni fa, sulle stesse strade lombarde ma davanti ad avversari meno illustri di quelli usciti sconfitti dal Criterium, rìportava la vittoria nel Premio San Geo. La disavventura di Olmo Fatte queste succinte premesse, l'avvenimento resta inquadrato tanto nellu fisionomia generale della competizione, quanto nell'epilogo a sorpresa che lo concluse dinanzi ad una folla numerosa e un tantino indisciplinata. Naturalmente, non c'è troppo da impressionarsi per lo smacco patito dall'atleta che le impa:ic)!5e e i desideri della folla oppongono da un pezzo al « cannone » Guerra fino a interpretare le sue recenti e davx'ero brillanti prove su pista come il frutto d'una eecel- lenza e d'una maturità ormai fuori di- scussionc: siamo appena at pruni giorni di una stagione di corse che durerà (pel campionato italiano) fino ad ottobre avanzato e l'allenamento com¬ putto su strada da Olmo non è stato tutlora portato a termine e non lo sarà che fra due settimane, giusto in tempo per la ben più importante Milano-Sanremo; ma è un fatto, ammettiamolo, dei meno previsti anche da lui stesso, quello di vedersi battuto da un Piubellini (con tutto rispetto parlando) qualunque! A meno che il tarchiato legnancse si trovi alla vigilia d'una clamorosa rivelazione, e le due consecutive vittorie siano i primi, indubbi sintomi d'una classe destinata a portare lo scompiglio nelle corse. Ma bisogna credere a questo miracolof Anche l'anno scorso, senza risalire troppo nel tempo a caccia di precedenti. Canazza vinse alla stessa maniera le stesse due corse: poi scomparve dai gruppi di testa c dalla circolazione nelle gare classiche. Sia comunque detto, ad onore di questo giovane professionista che corre per una piccola ditta locale, che merito non indifferente è stato il suo di battere Olmo in una volata delle più regolari e veloci — tanto che Gepin neppure potò sbucare dal riparo della ruota del vincitore, anzi perdendo contatto negli ultimi trenta metri; e la sua condotta lungo la strada se non fu brillante durante le cacce dei fuggitivi, il cui peso quasi del tutto volle addossarsi il volonteroso Olmo, certo apparve giudiziosa, al traguardo raccogliendo il frutto del risparmio di for- re, dcl/a volata condottagli dal fidoBaroni fino ai 200 ultimi metri e d'una punta finale non del tutto disprezzabile. La lotta contro il vento Se bel tempo significa soltanto sole e cielo sereno, ieri la corsa fu certamente favorita da un tempo magnifico; ma bisogna dire che c'era il vento, un vento furioso, una specie di bufera che per oltre tre ore imperversò nella zona, facendo molti guasti, ostacolando la viabilità e obbligando i ciclisti a uno sforzo davvero massacrante. Il maggior merito dei corridori e la prova dello spirito pugnace di cui erano animati risulta dalla media raggiunta, che è di oltre 33 all'ora; e non vi sembri poco, perchè s'ha da sapere che parecchie volte le raffiche disarcionavano letteralmente i ciclisti e facevano sbandare le automobili al seguito. Partiti in 83 alle nove e qualche minuto da Affari, qualche chilometro appresso già varii tronconi di corridori | apparivano scaglionati sulla strada co-\macin"> tanta cra la velocitò. impressa \da una pattuglia d'avanguardia che jcomp;-endei;a i tre «garibaldini»; InItrozzi, Dalla Latta e Rovida. Appena ìcostoro raggiunti, altri due della bri Linfa Focesi cioè Marini e Baiente as ff. 0 "09esl> <* lenente, as-lsle"le al venrto Morbmlto scapparono, *«" Olmo dovette prodigarsi per ricon¬ durre il grosso atte loro càlcagne. Attizzata dal vento che continuava a soffiare violentissimo in senso contrario, la battaglia immediatamente si riaccese, ancora per merito di qualche irrequieto. Su una salita di cento metri, le massicce cosce di Gotti si misero rabbiosamente al lavoro: lo portarono avanti, e per raggiungerlo, nuovamente Olmo, con Romanatti e Morelli, accelerarono tanto che, oltre dl bergamasco, g—mscdA. bcIlfeunelle i tre fuggitivi Introzzi, Mollo e cPiubellini vennero raggiunti Poco durò la calma. Un altro fazzoletto rosso si distaccò dal gruppo prima del controllo di Como (chilom. Si, in un'ora e sci minuti), e questo lo porta- Va un piemontese di Dronero. Alla Ca- merlata, Giappone aveva un minuto di vantaggio sul gruppo. Ma così solo a lottare contro il vento sempre più inferocito, che cosa poteva fare? Gli altri, almeno, si riparavano a vicenda alternandosi ad affrontare le raffiche, e ne avevano la fatica alleggerita: cosicché dieci chilometri più avanti anche questa scaramuccia si spegneva. Un'altra, però, maturava, e sarebbe durata ben più a- lungo, fino a lasciar credere di essere decisiva agli effetti della corsa. Vani tentativi di fuga Due torinesi: Oggero e Mollo, e due lombardi: Gitili e Brambilla, sono gli attori di questa fuga; essi si prodigano instancabilmente, lottando a testa bassa e gomiti stretti, si aiutano più che possono, e al primo passaggio a Varese (chilom. 5S) essi precedono il grosso di un minuto. Mara «junior» ed Olmo erano in testa agli inseguitori; ma debbo dirvi che nei pochi chilometri della Valganna quel distacco non scemò, sebbene il vento avesse raggiunto una violenza straordinaria, togliendo l'Oggero dalla pattuglia di punta per avello buttato gin dalla scarpata. A Porto Ceresio (chilom. 10), dove le acque del lago apparivano furibonde, i cronometri segnavano 1' e Jii" di vantaggio non sul MMcèdcednpdastcMfalnncIm3drBEna1lgrosso, ma su Andretta, che quello aveva lasciato poco prima, e tutto solo se ne veni uà alla caccia. Olmo, come al solito, era al comando di questo esercito che contava tuttora una sessantina di uomini. Dei buoni, mancava Giup- , , „ . , „• . npone, che aveva forato. Cazzulani, Ber-\1gamaschi, Gotti ed altri consumati voi- nponi erano frammischiati fra la bassa rforza, e per tutta la corsa non ci sarà da occuparsi di essi, tanto furono nulli. Soltanto sul successivo strappo del Marchirolo, le file si diradarono, lasciandosi dietro quasi tutta la zavorra, e verso il controllo di Grafitala una dozzina di uomini si ritrovò sola, e riunita, intenta alla caccia dei fuggitivi. Brambilla, staccato dai primi, ora si trovava a ruota di Andretta, ma faticava. A Grantola (chilom. 93), trecento metri separavano le due coppie di testa; mentre il gruppo seguiva a quasi un chilometro. Il distacco era sensibile, e stupiva che in un'ora e più d'insegni psGvcKlavGccrbimj dIvmento ancora i due « indipendenti » non j dfossero stati raggiunti dai più illustri ;lavversari. Ma Gulli e Mollo calavano a poco a poco; avevano appena superate ls_. , igle prime svolte del classico Bnnzio che.LAndreffa — liberatosi di Brambilla — derà su di loro. La presenza del veneto, Ipgià vincitore del «Criterium» quattro\nanni fa, rianima la compagnia, che sul'c^„7,„;„„ „„.,„„ „„_ .._ „,'..*' „„ 'lculmine passa con un minuto e M se- condi di vantaggio sulla dozzina d inse- p guitori selezionatasi — come ho detto — sulla salita di Marchirolo. Poi comincia la fine. A Varese fchilom. 110) il distacco è ceso a un minuto. Quindici chilometri dopo, Mollo e Gitili lasciano la ruota di IAndretta, rallentano, si che Erba e Più-1 ,,. , . / ,, .. „„ibelimi — precedenti il grosso dt una\inquantina di metri — li riaccinffano l veneto è ancora davanti, che si diende, da solo; ma dietro di lui lo cac- ciano Romanatti ed Olmo, Canavesi e Morelli, Bailo e Piubellini, Minasso e Masarati; e a Tradate (chilom. 1S3) anche l'ultima, e più a lungo durata fuga, è strozzata. Quindici corridori, poi ridotti a quattordici per la foratura toccata a Mollo dopo una ripresa di scatti e di volatine, si avviano verso Milano, dove su un largo viale a ridosso del nuovo Velodromo era fissato l'arrivo. Qui le cose si svolgevano molto semplicemente. Baroni partiva lontano, con ducendo alla propria ruota Piubellini, a cui s'era accodato Olmo — solo rima sto della sua squadra che pur era partita cosi baldanzosamente. Di fianco c'erano i varesini, che lavoravano per Masarati. I quattro nominati lottarono, fin che Baroni lasciò via libera al suo amico; e questi proseguì talmente veoce che Olmo e tanto meno Masarati, nulla poterono contro di lui, e arrivarono secondo e terzo ben ben indietro. Vittorio Varale IL DISPUTATO ARRIVO