L'insidiosa ostilità etiopica lumeggiata nella relazione sulle Colonie alla Camera

L'insidiosa ostilità etiopica lumeggiata nella relazione sulle Colonie alla Camera L'insidiosa ostilità etiopica lumeggiata nella relazione sulle Colonie alla Camera L'ordinato affluire dei reparti in partenza per l'Africa Roma, 1 notte. .La relazione della Giunta generale del Bilancio sullo stato di previsione\aci Ministero delle Colonie per l'è- sercizio 1935-36 esamina con parti-icolare ampiezza la situazione dei no- j stri domini nell'Africa Orientale e i rapporti dell'Italia con il Governoìdi Addis Abeba. La relazione, detta- i ta, dall'on. Pietro Ferretti di Castel- ' ferretto è stata oggi distribuita alla I CaCome abbiamo già detto la parte ! centrale della relazione è dedicataalle colonie dell'Africa Orientale. Il [relatore scrive: [« Dal punto di vista territoriale l'Eritrea si è accresciuta della zona compresa tra .Ras Dumeiras e Der Elua, cedutaci dalla Francia con il trattato del 7 gennaio. Si tratta di pochi chilometri quadrati, ma il valore della cessione non è tanto territoriale quanto politico, perchè in una zona cosi vicina alla colonia di Gibuti, dove da decenni sembrava che gli interessi fossero irrimediabilmente opposti ai nostri. « Il trattato Mussolini-Laval rappresenta un gesto di collaborazione e di mutua comprensione se non di fusione dei rispettivi interessi. Le relazioni italo-etiopiche Quindi, dopo aver accennato ai rapporti di buona amicizia con i Paesi dell'opposta sponda del Mar Rosso, lo Stato arabo saudiano e lo Yemen, la relazione passa ad esaminare i rapporti dell'Italia con l'Etiopia. In proposito è detto: « L'Etiopia è troppo legata da vincoli di ogni genere con la vicina Eritrea, perchè il Fascismo potesse trascurare i vitali interessi che abbiamo in quello Stato. Secondo lo spirito della politica mussoliniana, nei riguardi dei popoli asiatici e africani, sono stati fatti tutti gli sforzi possibili per giungere ad una collaborazione amichevole col Governo di Addis Abeba. « Già nel 1924, durante la visita di Ras Tatari a Roma, furono iniziate discussioni per una intesa economica. Nonostante che l'Etiopia, per la sua tradizionale diffidenza contro gli stranieri, avesse accolto l'accordo Mussolini-Graham, nel dicembre 1925, con una campagna politica a noi sfavorevole, il Governo Fascista non esitò a fare il possibile per chiarire le nostre leali e amichevoli intenzioni. « Nel 1927, il Duca degli Abruzzi si recava ad Addis Abeba a restituire al Negus la visita da lui fatta a Roma. Questo atto assunse un'Importanza eccezionale, poiché il Duca, che ora riposa nel sonno eterno in terra d'Africa, fu il primo Principe europeo che si recasse in visita ufficiale alla Corte im- periale abissina. « In quell'occasione progredirono i negoziati con l'Etiopia e il 2 agosto\1928 veniva firmato un trattato di arni-ì cizia italo-etiopico unito ad una con-] ! camionabile. Questa era la migliore prova delle nostre intenzioni pacifiche' verso il vicino Impero, che otteneva venzlone, che dava all'Etiopia un zona franca nel porto di Assab, da collegare con l'altopiano mediante una strada uno sbocco al mare, atto a farlo uscire dall'attuale isolamento. « Sarebbe troppo lungo dire attraverso quali resistenze passive da parte etiopica i trattati del 2 agosto 192$ 11011 abbiano avuto alcuna applicazione. Oggi dopo sette anni, la strada AssabDensiè non si è potuta nemmeno iniziare. La Somalia « La Somalia — continua poi il relatore — è la Colonia che è stata mag-l'opere del pSctóma temt0no dal'il negoziati con l'Inghilterra per xcompensi coloniali portarono al trat-tato di Londra del 15 luglio 1924, chediede all'Italia l'Oltregluba, ossia la li-bera disponibilità delle acque del Giuba per la colonnizzazione agricola dell'in- Uni™ F£*2^£^-2^^\programma di valorizzazione dèlia zona. Successivamente, con l'opera appas- sionata del Governatore Cesare MariaDe Vecchi di Val Cismon, la quale Bisvolse dal 1925 al 1927, i sultanati pro-tetti della Somalia settentrionale .che?aKn2%ott^ Sono i sultanati di Obbia e dei migiur-tini. « L'accordo di Bihien, del 2 settembre1930, ha risolto tutte le questioni trale tribù somale lungo il confine italo-^Sì^S^^&^X accordo firmato a Londra il l.o giugno1931, che sarà tra breve ratificato "dal nostro Parlamento. «Come dall'Eritrea cos'i attrite dalla Somniia è stato fatto ogni tentativo perJ, Tivare ad una pacifica convivenza rr>n le geuti a nostro contatto alla fróh- .Itera etiopica. Purtroppo le nostre iu tensioni non fumila trovato il riscontro \rlw era da aspettarsi, a cominciare dol fa stessa questione della delimitazione idei ronfine: il ronfine tra, la Somalia j e l'Etiopia fa fissato fin dal 1908 coti un trattato, nel finale l'Etiopia si ittiìpegnava, tra l'altro, a delimitare pru i fidamente sul terreno la linea di fran ' tiera. Tale impegno noti è stato man I fcnirto. ! questione dei Confini ,, «Gm ■fm dul 1010 Stemmo una [Commissione apposita sul posto, ma [questa dovette rientrare in Patria sen za aver potuto assolvere il compito, perchè il Governo etiopico dichiarò di non, garantirne la sicurezza. Non ci stancammo di insistere col Governo abissino: ne ottenemmo netti rifiati. Di qui la fonte di incidenti, che non sono tollerabili e che vanno assumendo proporzioni sempre pia gravi. TX relatore, dopo aver ricordato la visita del Re in Somalia, svoltasi nel novembre scorso, fra il più grande entusiasmo della popolazione, cosi continua : « In contrasto con gli incidenti estorni, la situazione interna delle nostre terre orientali si è mantenuta ottima sotto ogni aspetto. Le popolazioni somale ed eritree, da decenni a noi fedeli, hanno continuato a seguire con sempre crescente comprensione l'opera del Governo Fascista. «Gli incidenti di frontiera continuano: fra l'Eritrea e l'Etiopia per razzie e sconfinamenti, lungo il Setit per attività di bande di cacciatori di frodo, ncll'Acchcló Gazai per una incursione avvenuta in nostro territorio da parta di sedicenti briganti. Ne è nato uno ■ scontro nel quale è caduto vulorosamcn-] te un nostro graduato indigeno, Nel settore orientale dello stesso Acchclc Gazai, pattuglie abissine hanno cercato di sconfinare per costituire uno stato di fatto a noi contrario nei distretti eritrei di Colo Burdò e di Alitiene, secondo il costume dei ras locali. «Invece lungo il confine tra la Somalia e l'Etiopia la situazione è molto più grave. Malgrado che la nostra pacifica volontà e il nostro leale spirito amichevole ci avessero fatto accettare, \pre più aggravandosi. ì T, . ,. TT , , ] Li aggressione di L alual « Il 5 dicembre 193!f una banda di circa mille armati regolari abissini ha im- ! provvisamente attaccato il nostro for a p, Qn b( , , ( f e' nell'agosto '34, di eliminare o di tentare di eliminare le difficoltà continue in- sorgenii da parte abissina alla delimi-1 fazione delle frontiere, con una discas-1stolte preliminare di tecnici da tenersi ad Addis Abeba, nulla si è potato otte- nere dalla volontà negativa dell'altra \parte. Le note condizioni di disordine e !di anarchia delle Provincie abissine it-'mitrofe alla Somalia sono andate sem- \e respinti con gravi perdite dai nostri valorosi Dubat somali, che rappresentano una delle più organiche e felici formazioni militari coloniali oggi esistenti. Il merito della loro creazione, del loro caratteristico ordinamento, adatto alle condizioni locali, risale a S. E. il Governatore De Vecchi. Essi sono stati stuoia, per la loro provata fedeltà, il maschio presidio delle frontiere della Colonia -; reuljHo all'offesa abissina: Ze giuste ri- « Il nostro Govèrno ha prontamente!, vagito all'offesa abissina: le giuste ri- j'\parazio:ii dei,noi chieste non sono state x\attcora accordate. Non solo, ma le noti- j-!=tc che giungono dall'Africa orientale e!non sono affatto rassicuranti. -! « Il nostro Governo ha mobilitato, per a misura precauzionale, due divisioni. Le - Uivtsioni «Petoritana» e « Gaviiiuna »^\^F r"° Vo"°r,di essc:e le pr,ba inette. Le operazioni di richiamo dei contingenti della classe 1911 si sono - ; svolte con la massima regolarità e rei-a\pidità. I giovani accorrono net ranghi ijou giovanile baldanza e con cntwsia--ig|,|0 R prontezza jUScisti. Tre battaglio- e,,,, dj Camicie Ne navigano frattanto oceano Indiano/, Combattenti -]dc'"' «rande guerra, gli anziani, sono I'" nobilissima gara coi giovani, proti ti e]a serrarsi volontariamente nei ranghi a!«/ cenno dei Duce. Tutto il mondo guai- -n nol in „I(es/0 niontento, approdili- X i^TcT^Zfa n "T o\diato ed energico del Capo clic, ancora l ""a l'°'">> si assume i( compito altissi- \mo di difendere, prevenendo, non sol- a tanto la nostra dignità di grande Po-rìtenza, ma la dignità ed i diritti di tutto a | il monde civ.le. L'inconsulta e non prò-- vocata aggressioni abissina si è anr'te estesa oltre le nostre frontiere in un episodio di rincrudita barbarie, che ha portato al massacro di un giovane funzionario francese, caduto eroicamente insieme alla sua scorta fedele. « Quali siano per essere gli sviluppi e le conseguenze dell'attivile momento storico non è dato prevedere. L'Italia, con la calma che è dei forti, guarda al suo grande Capo. E attende: pronta ». Il relatore esamina quindi ampiamente lo sviluppo economico raggiunto dalle nostre Colonie e le importanti opere pubbliche compiute dal Regime. REPARTI DIRETTI ALL'IMBARCO IN MARCIA PER LE VIE DI MESSINA.

Persone citate: De Vecchi, Duce, Laval, Mussolini, Negus, Obbia, Pietro Ferretti