Torna sul tappeto la proposta di Mussolini per una tregua decennale negli armamenti

Torna sul tappeto la proposta di Mussolini per una tregua decennale negli armamenti I COLLOQUI SIMON - LAVAL Torna sul tappeto la proposta di Mussolini per una tregua decennale negli armamenti Parigi, 2S notte. Negli ambienti parigini si affer-1 nma l'importanza del colloquio avuto! ieri da Lavai con l'ambasciatore ld'Italia, in relazione con i negoziati per il Patto danubiano e con l'incontro odierno fra il ministro degli Esteri francese e sir John Simon. Uno scambio piuttosto attivo di note di Cancelleria sarebbe previsto, nei prossimi giorni, fra Roma e Parigi, onde definire in modo più concreto di quanto non sia stato possibile di fare lo scorso gennaio, le [ldlclbsrismoaalita di attuazione del principio,ndells mutua garanzia da applicare .gagli Stati del bacino danubiano. I lI capisaldi del negoziato attuale dstarebbero nel principio della reci-j procità e della uguaglianza di dirit- ; ti reclamati da Vienna, e nelle dif - ; fieoltà suscitate dall'opposizione del- j la Piccola Intesa in un'eventuale re- ! staurazione degli Absburgo, ossia J nei limiti da assegnare al principio della « non ingerenza » sancita dall'accordo franco-italiano. Sul primo punto gli ambienti francesi si dimostrano sufficientemente ottimisti, non solo circa l'esito dei negoziati in corso con l'Italia, il quale non può far ombra di dubbio, ma anche circa quello delle trattative che sarà ulteriormente recessario condurre con la Piccola Intesa. Sui secondo punto il giudizio è più riservato, la polemica sulla restaurazione rilevando una singolare tendenza a rinascere dalle proprie ce neri come la Fenice della favola, Questa vitalità ostinata è forse do- vuta al fatto o al sospetto che le sfe- ■ re londinesi siano favorevoli alla causa degli Absburgo e che Schusch-inigg, come del resto sembrerebbe ìprovare il progetto di mozione pre: : sentato alla Camera dei Comuni dai deputati Ramsay, Kerr e Wallace, ' abbia ottenuto a Londra promesse interessanti, e quindi al timore che prima o poi la Francia si trovi costretta, anche su questo capitolo, a scegliere fra la fedeltà alle sue alleanze e la solidarietà britannica. Il certo, in ogni caso, è che i giornali parigini non cessano di agitare la questione e che quelli notoriamente ligi alle direttive della Piccola Intesa non lasciano passar giorno senza ricordare al Governo che Praga, Bucarest, Belgrado sono decisi a ricorrere ad ogni mezzo per impedire una soluzione che, a loro giudizio, rimetterebbe in forse tutto il risultato politico della guerra 1914-18. Circa il colloquio odierno tra Lavai e Simon, siamo fino a questo momento al regime dimagrante delle congetture nude e crude. Lavai ha certamente esortato ancora una volta Simon a recarsi a Mosca, ma sappiamo già dai giornali inglesi che il Gabinetto britannico ha riservato ogni decisione in proposito e che il Capo del Foreign Office preferisce, per il momento, non complicare il suo viaggio a Berlino con spedizioni più lontane, anche per non urtare le pronte suscettibilità di Hitler, riducendo l'importanza della visita alla Wilhelmstrasse a quella di una semplice tappa di un lungo circuito. Verosimilmente, per indurre il collega fran- cese ad accettare il rinvio del viag- gio a Mosca, Simon gli ha promesso che non appena tornato da Berlino, vale a dire verso la meta di marzo. verrà ancora una vojta a Parigi perinformarlo personalmente dell esito dei colloqui col Cancelliere e per di-scutere insieme del,seguito da dare al negoziato. Se sarà il1 caso, visarà tempo allora di decidere il viaggio britànnico nell'Oriente europeo. Su perfluo aggiungere che Sir John Si mon è persuaso che non sarà il caso e che è appunto per questo che Lavai preferirebbe vederlo assumere verso Mosca un impegno tassativo prima di prendere il treno per Berlino. Ma come ottenere una concessione simile da un ministro giuntoa Parigi'cól viatico àrSÙTdecTsToni«n«npnliva rlpl nronrin Gabinetto ' sospensiva del proprio uamnetto • Simon andrà dunque per ora sol-tanto a Berlino e tutta la questionesi riduce a vedere se a Mosca, aPraga e a Varsavia potrà andarcialmeno il capitano Eden. I giornali parigini hanno ripor-tato dal Daily Mail la voce secondorni il Governo britarnico sarebbe^liJS^UlwSKd^HL.S TJ^ rinnuP n mamenti della durata d cinque o: diX^*^^^"galla, dopo congrua quarantena co-nte ne sono tornati a galla tanti al-tri. E chiaro che se si potesse giun-gere per lo meno ad un accordo di questo genere sarebbe un gran passo fatto per l'Europa. E' possibile che Simon ne abbia accennato ogga Lavai nel loro colloquio, il Ministro inglese avendo sovrattutto a cuore di portare a Berlino qualcosa di più e di meglio che non il solo Patto orientale, il progetto in questione essendo fino a prova in contrario uno dei pochi suscettibili dottenere il consenso del Reich. Ma la stampa francese, in attesa distruzioni, si astiene per il momento dallo spendere una sola parola in proposito e continua invece a limitare il proprio interesse alla partecipazione russa a un Patto dell'EstC. P.

Persone citate: Hitler, John Simon, Kerr, Mussolini, Ramsay