In una imponente adunata operaia fon.Cianetti illustra le fasi della vertenza

In una imponente adunata operaia fon.Cianetti illustra le fasi della vertenza LA FINE DEL SfSTEMA BEDAUX In una imponente adunata operaia fon.Cianetti illustra le fasi della vertenza Entusiastica riconoscen za dei lavoratori al Duce Una grande folla di operai appartenenti alle aziende del gruppo Fiat, e intervenuta ieri sera alle ore 21, nella ex-palestra Pelota in via Madama Cristina, per udire dalla viva voce dell'on. Tullio Cianetti, presidente della Confederazione nazionale dei Sindacati fascisti della industria, l'esposizione sulla vertenza Bedaux, testé conclusasi con la abolizione di questo sistema. Alla adunata hanno partecipato S. E. il Prefetto Giovara, il Segretario federale Piero Gazzotti, il vice Pode- sta marchese Penza di San Damiano in rappresentanza del Podestà ing. Ugo Sartirana, oltre il dottor Venturi, segretario dell'Unione dei Sindacati fascisti dell'industria della provincia di Torình, con altri esponenti sindacali. L'ingresso delle autorità nell'ampio locale, è salutato da vivi applausi. Piero Gazzotti vi fa eco col grido: Saluto al Duce! La folla risponde con una prorompente ed entusiastica acclamazione che dura a lungo e cessa solo quando Tullio Cianetti si. fa presso il tavolo per dar inizio al suo discorso. Alle spalle dell'oratore, una grande striscia bianca distesa sotto la tettoia leva in allo a caratteri cubitali il nome del Capo, presente in tutti gli spirili. L'on. Cianetti esordisce dicendo che non ritiene necessario dar lettura delle deliberazioni del Comitato di conciliazione, perchè intensamente lette e commentale. Nessun documento in questi ultimi anni è slato tanto atteso come questo che doveva significare la sepoltura del sistema Bedaux. Tuttavia egli non è venuto a Torino per parlarne male; l'organizzazione dei lavoratori che ha sempre dimostrato antipatia per il sistema e ha cercato dì affrettarne il passaggio, non vuole questa sera esaltare la sua decadenza come una propria vittoria; seguendo il pensiero del Duce, essa ha lottato non per escludere la scienza dalle fabbriche, ma per la eliminazione di tutti quei sistemi che turbano profondamente il lavoro delle aziende. E se oggi una parola di ringraziamento deve essere pronunciata, questa non deve andare agli organizzatori, bensì al Capo, che in sede corporativa ha dette parole chiare a favore del popolo italiano, che vuole sia elevato non abbrutito dal lavoro. A questo punto scoppia un applauso formidabile. Il grido: Duce! Duce! risuona nella palestra con impeto travolgente. — La Direzione della Fiat — riprende quindi Tullio Cianetti — merita la nostra cavalleresca considerazione; se la questione non è entrata in porto subito, ciò si deve ad altri elementi; essa, che in questi anni si è resa conto di quanto fosse dannosa l'applicazione di un sistema che divideva gli animi dei dirigenti e dei lavoratori, si è comportata bene. E l'oratore si domanda: qual'è il nostro dovere oggi? Quello — risponde — di tenere i nervi a posto, perchè con o senza sistema Bedaux i rapporti negli stabilimenti devono essere improntati al nuovo spirito creato dal Fascismo. In Regime fascista, forte e autoritario, non ci sono vittorie per nessuno. Il Regime non tollera sovrapposizioni. Sono il buon senso e la giustizia che hanno prevalso. Ma se questo è innegabile, è altrettanto ingiusto che vi siano diffidenze. Si è tirato in ballo il controllo delle aziende. Fantasie. L'organizzazione dei lavoratori si è preoccupata, esclusivamente che agli operai fosse assicurato il frutto del loro lavoro. E' curioso che avendo bundito lo sciopero dulie lotte per ruffermuzionc dei diritti del lavoro, a un certo punto, invece di discipli nare questo nella sua interezza, se ne sia disciplinata solo una parte: è curioso, cioè, che dopo il 1926, »unto di partenza della legge snidavate, si sia potuto discutere sulle lscbdnaDgscsrfnptvnrvtrclsdmclsrtaaizspds paghe ad economia, e ancor oggi non si possa- discutere sulle paghe a cottimo. Nessuno pretende che in un contratto per i metallurgici si possano introdurre migliaia di tariffe; ma sapere che cosa si deve dare e avere, questo crediamo di poterlo chiedere, senza che si gridi all'abuso. Dopo aver ricordato che con la abolizione del sistema Bedaux si chiudo un ciclo, l'oratore rende omaggio per il contributo arrecato a tale risultato, a S. E. Starace, e ri- leva quindi la parte avuta nelle discussioni da Amilcare De Ambris, con l'apporto del dott. Venturi. Ora bisogna andare avanti, perchè i Sindacati sono strumenti di costruzione e come tali entrano sempre più addentro nel processo produttivo. Dal 16 api-ile diverranno definitivi gli accordi sulle quaranta ore. L'assorbimento dei disoccupati avviene col consenso degli industriali, ma soprattutto col sacrificio dei lavoratori. E bisogna sdrammatizzare il fatto salariale, considerando che non siamo più noi soltanto ad occuparci del tenore di vita dei lavoratori, ma è lo Stato fascista che investe il problema in nome di lutto il nostro popolo. Le quaranta ore rappresentano la conquista dei lavoratori, e l'oratore, sempre più attentamente seguito e spesso interrotto da applausi, ne fa la storia con fervida eloquenza, ricordando le lotte sostenute per raggiungerla. Il sacrificio sostenuto dai lavoratori dà loro il diritto di guardare il domani con la certezza che esso giuocherà sul cammino della loro ascesa. Avviandosi alla conclusione, Tullio Cianetti fa una commossa e smagliante rievocazione della figura di Mussolini, che pur nel tormento della grave ora attuale, continua a dedicare parte della Sua giornata ai lavoratori. Noi stiamo muovendo incontro a prove fortissime: l'essenziale è che si senta che tutto quanto si fa è per aumentare la potenza del popolo italiano. E se un proponimento deve uscire da questa assemblea, esso deve consistere nell'offerta del proprio sacrificio e se occorre della propria vita. Grida altissime di: Viva il Duce! Vogliamo il Duce a Torino! accolgono la chiusa del discorso. L'on. Cianetti però non ha finito. Egli comunica che il testo dell'accordo per l'abolizione del sistema Bedaux verrà stampato e distribuito ai lavoratori. Annunzia poi che per il 17 marzo prossimo ha indetto il Congresso nazionale dei metallurgici e soggiunge che questo si terrà a Torino. Il congresso tratterà non solo i problemi salariali, ma tutti i problemi inerenti al lavoro delle officine, e ciò allo scopo di portare il proprio contributo alla nuova costruzione corporativa che dovrà risolvere il problema del lavoro per l'Italia e in seguito per tutto il mondo. Nuovi applausi fragorosi, dominati dal grido della folla che fa echeggiare il nome del Capo. Poi lentamente l'adunata si scioglie. Essa è durata un'ora: aperta alle 21 si è chiusa alle 22. f. o. dl'drrosclppscsatLInttnncczcnsclddLcIvsp4gd5cdttsIClgGz-sist-t-nmptpdsmrcChP

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