L'ira di Napoleone contro gli incendiari di Mosca

L'ira di Napoleone contro gli incendiari di Mosca Brani di storia napoleonica svelati ai lettori de "La Stampa L'ira di Napoleone contro gli incendiari di Mosca La battaglia della Moscova vertice della parabola imperiale - Descrivendo l'immane fuoco della Capitale russa, Napoleone scrive a Maria Luisa: " Son stati il Governatore e l'Esercito russo che, per il dispetto di essere stati battuti, hanno buttato duecentomila cittadini nella miseria „ è n a o e a n e a r e l e e i e a A Dorogobuge, la grande armée si dispone per la marcia verso Mosca: l'Imperatore è al centro con Murat, Davout e Ney; Poniatovjski è sulla de- ! stra, mentre l'esercito d'Italia marcia sull'ala sinistra. Murat con la cavalleria sta all'avanguardia e insegue, appoggiato dn'O-n divisione Compans, tratta dall'armata di Davout, insegue il nemico. Napoleone ha senza dubbio la sensazione della gravità del momento, quando scrive: « invidio la felicità che mi circondava l'anno scorso... ». Vuole alludere al 25 agosto del 1811, allorchè j la festa dell'Imperatrice era stata celebrata a Parigi con solennità eccezionale. Oggi, invece, sola, nei viali deserti del Trìnnon, V Imperatrice va cercando sui tappeti erbosi ingialliti dall'estate cocente, la traccia svanita dell'anno precedente. Partito da Dorogobuge alle 11 di sera, Napoleone giunge alle cinque del mattino del 27 agosto al Castello di Giaszkotah, vicino a Slaivkovo, e ripartitone arriva alle 2 del mattino, il 29 agosto, a Wiazma: questa città, posta su un affluente del Dnieper, è una bella città di cui l'Imperatore sì compiace descrivere le bellezze. Bellezze non soltanto estetiche ma piuttosto militari, giacchè Napoleoni aveva trovato un luogo dal quale avrebbe potuto trarre risorse per l'esercito. E' vero che i russi avevano bruciato i ponti e incendiato molti dei borghi circostanti e alcune parti della città stessa. E da questa località il SO di agosto scrive a Maria Luisa: Risorse per l'esercito « Amica mia, ricevo la tua lettera del 15 agosto. Devi essere molto affaticata ma, mi si dice, che non ha fatto troppo caldo costà. Sono'qui, in una città abbastanza bella con trenta chiese e quindicimila abitanti, con molti depositi e molti magazzini di acquavite e molte cose utili all'esercito. Ha piovuto un poco il che ha fatto calare la polvere e rinfrescare la temperatura. La mia salute è ottima, i miei affari vanno bene. Addio mia amica, tutto tuo. Tuo fedele Nap ». « P.S. Ho appreso che il Rcuccio ha riacquistato completamente la gaiezza. Abbraccialo per me due volte ». A Weliezewo, Napoleone lascia comprendere a Maria Luisa che dovrà lasciarla per qualche giorno senza notizie. Infatti l'Imperatore sta preparando un'azione che ritiene decisiva. Di là, il primo settembre alle due del mattino le scrive: « Amica mia, apprendo con piacere che la tua salute non ha sofferto per la stanchezza delle cerimonie del giorno 15 e che il Reuccio non ha più febbre. Questa deve averti inquietata per quanto 4 medici ti abbiano detto che era cosa da nulla. Se tu dovessi stare due o tre giorni senza ricevere corrieri da me non dovrai essere sorpresa perchè mi trovo lontano e mi allontano ancor più. La mia salute è buona, gli affari vanno bene, la temperatura si è rinfrescata di un poco; ha piovuto come fosse d'autunno e la canicola è passata. Addio, amica mia, bacia per me il Reuccio sulle guancie e non dubitare mai del tuo Nap. ». Il giorno dopo, 2 settembre, l'imperatore scrive datando Ghital (che deve essere Ghiat): « Amica mia, ricevo la tua lettera del 17 corrente dalla quale ho appreso che a Parigi ha cominciato a fare caldo forte; potrà durare fino al 15 settembre. La mia salute è buona. Le notizie che mi hai dato circa il completo ristabilimento del Reuccio mi fanno piacere. Abbraccialo due volte per me. Addio mia amica, penso a te e al piacere che riproverò rivedendoti e dandoti un tenero bacio. Tutto tuo Nap. ». Lo stesso giorno, la sera tardi, scrive ancora: « Ricevo la tua lettera del 16 agosto. Vedo con piacere che tu stai bene e che sei contenta del Reuccio. Sono felice di apprendere che il disegno di Denon sulle mie campagne ti diverte. A te sembra che io abbia corso serio pericolo. Sono 19 anni (l'Imperatore aveva prima scritto 16, poi ha cancellato e precisato aumentando di S anni) che faccio la guerra e ho condotto molte battaglie e posti molti assedi in Europa, in Asia e in Africa. Cerco di affrettare questa guerra per rivederti presto e dimostrarti tutti i sentimenti che mi ispiri. Addio mia amica, tutto tuo Nap. ». Un punto cruciale Nella lettera precedente si può vedere uno dei punti cruciali in cui Napoleone si è trovato? E' stato l'amore per Maria Luisa e il desiderio di in contrarsi presto di nuovo con la con sorte che gli aveva dato un erede che ha deciso l'Imperatore a marciare in avanti troppo presto e troppo poco pre parato ? E' stato forse uno dei punti sostanziali e essenziali della storia del la campagna di Russia — storia scritta e descritta molte volte ma sulla quale le lettere di Napoleone gettano, e getteranno ancor più, luce nuova? Comunque il giorno dopo, 3 settembre, da Gut, scrive alla moglie annunciando la I capitoli introduttivi e le precedenti puntate dell'Epistolario napoleonico sono apparsi sui numeri del 3, 7, 10, 13, 15, 17, 20 e 22 febbraio. sua intenzione di muovere gli accani-1pamenti e di dare ordine ai suoi cin-|quantamila uomini di marciare su[Mosca. « Amica mia, « ricevo la tua del 19, parto questa notte in direzione di Mosca. Qui è autunno pieno e godiamo di una temperatura simile a quella che rende piacevole di questa stagione il viaggio a Fontalnebleau. I granai sono pieni, i campi carichi di. legumi, di modo che il soldato sta bene: ciò che è una cosa importante. I miei affari vanno bene, la mia salute è buona. Apprendo che la tua è perfetta. Bacia il Reuccio sulle guancie. « Adio, mio bene ». Nap. ». Di queste lettere il commentario piùlcompleto è il bollettino della « grande armée » dettato dall'Imperatore stesso: « / disertori, i prigionieri, gli abitanti, tutti insieme sono d'accordo nell'affermare che a Mosca regna il più grande disordine. Altrettanto disordinato è l'esercito russo, diviso fra contrastanti influenze e dopo aver subito perdite enormi. Una parte dei suoi generali è stata cambiata. Al generale Barclay è stata mossa l'accusa di aver fatto combattere le-sue divisioni senza collegamenti ». Questo fatto è vero ed è vero anche che erano stati operati dei cambiamenti nell'alto comando moscovita. Napoleone, purtroppo, stava per incontrare un avversario degno di lui. Il 6 di settembre giunge al quartier generale una vettura che porta sull'imperiale una gran cassa. Il barone Di Bausset si fa annunciare all'Imperatore: « Sire, ho portato il ritratto del Re di Roma ». « Si apra immediatamente la cassa » ordina Napoleone. Allora apparve una gran tela sulla quale Gerard aveva fissato i tratti dell'« Aiglon ». Napoleone si concentra nella contemplazione del figlio che nella cuila si diverte con un giocattolo e sembra che la palla che ha in mano sia il globo terrestre e il bastoncino, uno scettro imperiale. Poi fa esporre il ritratto davanti al quale sfilano ufficiali e soldati. Eppure il presagio non fu buono: era la vigilia di una giornata sanguinosa. Con un'emozione che egli si sforza di comandare, l'Imperatore ad un certo momento ordina che il quadro sia ritirato dalla vista dei suoi ufficiali commentando: « E' troppo presto per lui vedere un campo di battaglia!» E alla moglie scrive, da Borodino, lo stesso sei di settembre: « Mia buona amica, « sono molto stanco. Bausset mi ha consegnato il ritratto del Re. E' un capolavoro e ti ringrazio molto per l'attenzione che hai dimostrato inviandomelo. E' bello come te. Domani ti scriverò con maggiori particolari. Abbraccia mio figlio. « Adio, mio bene » Nap. La battaglia di Borodino 117 settembre, alle2 del mattino, dal-le colline di Borodino lanciava alle sue truppe il seguente vibrante ordine del giorno: «Soldati, ecco la battaglia che uoi avete desiderato ardentemente. Ormai la vittoria dipende da voi; essa ci darà dell'abbondanza, dei buoni alloggi e un uicino ritorno In Patria. Comportatevi come a Austerliz, a Friedland, a Witebsk e a Smolensk e la posteritàcitando i nomi di ciascuno di voi dirà: « Ha preso parte alla grande battagliaisotto le mura ili Mosca». Fu in effetto una delle battaglie più.sanguinose dell'epoca imperiale. Napo-leone aveva di fronte il vincitore dei\turchi, Kutusof, abile manovratore a cui lo Zar tirerà affidato la difesa dell'Impero. La chiesa ortodossa aveva dato ai difensori l'aureola di combat- tenti per una causa santa. Non è que-sto il luono ìipi- fare la critica e ver toetereTéfori di tali MtetoZiLbili ipeteieie /ost ai rad ione rormmaou 1. In critico e storico del tempo, Giorni-ni, disse che Napoleone non dimostrò lo stesso vigori' di concezione e di ese-dizione del piano di battaglia gitale aveva dimostrato a Austerliz. Fi ied- land e Witebsk, Lo stesso critico neattribuisce la causa a una malattia rficili imperatore aveva risentito da di- versì giorni gli attacchi iniziali, domini in questo aveva ragione. Lo prò-vann la lettera che ora pubblichiamo, Napoleone, alla vigilia della battaglia della Moscova, scriveva infatti itila mo-glie di essere molto stanco. Il domani della battaglia partiva per la Fraudaun bollettino di vittoria nel quale VIm-penitore non dissimulava la gravita dette sue perdite: non dice tuttavìa tutto. Otto generali vi avevano trovatala morte e nove erano stati feriti: ed ecco questo straordinario bollettinocontenuto in una lettera a Maria Luisa: « Mia buona amica, « ti scrivo dal campo di battaglia di Borodino. Ho battuto ieri i russi: c'era tutto il loro esercito forte di centoventi mila uomini. La battaglia è stata dura. Alle due del pomeriggio la vittoria era nostra. Ho fntto più di mille prigionieri e catturati sessanta pezzi di artiglieria. La perdita del nemico si può calcolare a trenta mila uomini. Io ho avuto molti morti e feriti. Colin- cort, governature dei Paggi, è stato uc-ciso: gli avevo dato il comando di una divisione. Personalmente io non ho sof-ferto alcun rischio. La mia salute èbuona, la temperatura un po' fresca, Nansouty è stato leggermente ferito. «Adio mio bene», tutto tuo Nap » Per sanguinante che la vittoria fosse stata, la strada su Mosca era aperta.Kutusof avrebbe schierato i suoi ito-mini come una muraglia vivente, in-tomo alla capitale? Riunito a Moscail Consiglio di Guerra, il condottierodello Zar fece ai suoi generali la se- guente domanda: «Si deve attendere l'attacco del nemico sulle posizioni at-tualmente occupate dall'esercito oppu-re si deve evacuare senza combatti- mento la capitale? ». Le opinioni fu-rono divise; allora ti generalissimorusso pose quest'altra alternativa: « Per la salvezza della Patria è più im- portante conservare intatto l'esercito oppure tenere e difendere la capitale? » All'unanimità la risposta fu per il mantenimento dell'efficienza bellica dell'esercito. E Kutusof, dopo aver ripiegato I su Mosca, non fece che attraversare la\città evitando di lasciarsi chiudere dentro come in una tomba. La «grande armée » eia sempre ai suoi talloni. Na poleone avanzava lungo la strada di Moiaisk. Fu da questa piccola città e dft,.T"''fsi' a s? ,!e«he da M°sc(!„fie ^h f".to due bollettini inviati all'ImVeratnce> m data 9 e 10 -"ombre: Le lettere da Mosca « Amica mia, « ho ricevuto la tua lettera del 24. Secondo quanto mi dici il Reuccio è veramente cattivo. Ho ricevuto il suo - "tratto alla vigilia della battaglia della! M r.n° f tt esporre e tutto \ fgwjg; «»»^Porre^e tatto | un capolavoro. Sono molto raffreddato per essere stato sotto la pioggia alle due del mattino in visita agli avam posti, ma spero di liberarmi di questa indisposizione entro domani; per il resto la mia salute è buona. Puoi con "dere. se vuoi, i proventi e dazi al Principe di Benevento e a Remusat; questo non darà fastidio. Puoi fare la stessa concessione al Vescovo di Nan- tes se si trova a Parigi. Addio miaI amica. Tutto tuo. 1 Nap. ». | sca't uiQsèttYmbre]'dice': t Hq riceyuto la tua lettera del 31 dalla quaIe apprendo che ti sono per venute le mie lettere da Smolensk. Ti ho già scritto da Mosca, dove sono giunto il giorno 14. La città è grande quanto Parigi: ci sono centosessanta chiese e più di mille bei palazzi; la città è fornita di tutto. La nobiltà se ne è fuggita e i russi hanno obbligato Il secondo bollettino, datato da Mo- \ anche i mercanti restato. La mia salute raffreddore guarito. A quanto pare il nemico si ritira da Mosca su Kasan. Questo è il risultato della battaglia della Moscova. Tutto tuo Nap. ». Costruita, come Roma, su sette col a partire- il popolo èalute è buona; 11 mio . «„_ ntnarn nti,-\m n n„,,,ri„,-i,i Adio ' ,,, ' JL/# L » ■?/ u""'e Fl"' "H aspetto molto pitto- resco con le sue duecento chiese ed i/1 suo migliaio di campanili. Napoleone \ fondava le più grandi speranze sulle popolazioni di una città di cui si diceva! che /„ nobiltà fosse malcontenta e com- ■ uletamente disnoda a te.tuire hi noli- anetamente aisposta a seguite la peli-1 fica francese. Con Murat alla testa del- la sua cavalleria, la « grande armée » 'cominciava a sfilare il 15 settembre del ; 1812 nell'immensa città che era appena'stata evacuata dalla retroguardia rus-'sa. Una fucileria partita dal Kremlino ; fu rapidamente domata con alcune sai- ve di cannoni. E le truppe stavano fi- nalmente per concedersi un riposo nel-ìla città fornitissima dì vettovaglie, cit-\tà che era, vero e proprio emporio d'A-! sia e d'Europa, approvvigionata, si di- \ceva, per otto mesi. ] Scoppiò il fuoco: secondo la testimo- nienza di Méneval il braciere cominciò ad ardere nel quartiere Kitaigorod — .la così detta città cinese — doue ej-ano I \PÌ!ÌS6 flfi ""tori di tanto ammassate seterie, pelli e scialli di Cina e altro materiale rapidamente combustibile. Di là l'incendio si propagò alla Borsa. Poi qua e là in punti diversi della metropoli, divamparono nuovi fuochi. Gli incendiari lavoravano a meraviglia usando degli artifizi preparati dal governatore russo, Rostopscin, il quale aveva dato ordine che fossero distrutte tutte le pompe, in modo che l'incendio non potesse essere combattuto: e in poco tempo, le comunicazioni della città furono impossibili malgrado che i francesi avessero proceduto alla fucilazione di trecento incendiari. Migliaia di feriti e ammalati russi, abbandonati dall'esercito in riti rata morirono fra le fiamme. L'autore di questo spiacevole auto-da-fè fu. un patriota esperto, il colonnello Rostop scin, governatore della città, il quale aveva preparato l'incendio con una minuzia e con freddezza veramente incredibili, specialmente dato il suo carattere e la sua sensibilità che erano — prima di allora — sempre sembrate quelle di un esteta e di un anacoreta. Si diceva infatti di lui che rifiutava di partecipare a qualunque partita dì caccia perchè non avrebbe mai voluto uccidere un animale incapace di difendersi e che era uomo di conversazione piacevole, di alta cultura, di elevati sentimenti: eppure era stato lui a realizzare la fredda idea di sacrificare migliai., di esistenze « e fatto subire alla Russia delle perdite di miliardi di rubli » come è stato detto nel bollettino di guerra della « grande armée». Tuttavia Rostopscin, in questo modo, aveva vinto la partita. Napoleone aveva creduto di colpire al cuore la Russia, e della capitale non aveva trovato che-un ammasso di pietre. La vittoria e il disastro Le lettere all'Imperatrice testimoniano il suo disappunto di fronte a questo disastro imprevisto e che si dimostrava sempre più grave. Fu uno dei rari casi, forse l'unico caso, in cui l'Imperatore tradì la sua impassibilità. Quando furono lanciate le prime grida: « al fuoco.' al fuoco! » egli aveva ormai compreso che l'incendio della città era stato organizzato sistematicamente. «Questo supera ogni previsione» andava dicendo con voce alterata, mentre le parole brevi e arrabbiate uscivano dal petto anelante ed augurava che l'esecrazione dei secoli futuri colvandalismo. Tuttavia il giorno dopo, allorchè l'Imperatore passò in rivista la sua guardia, nessuno avrebbe potuto leggere sul suo volto le preoccupazioni che lo avevano oppresso la sera e la notte prima. Gli è che Napoleone aveva sviluppate in altissimo grado la virtù della dissimulazione e del controllo su sè stesso. E' necessario sorridere anche quando le spine della corona fanno scorrere il sangue sulla fronte di chi la porta. E la fermezza di Napoleone traspare — più ancora che dal bollettino del 17 settembre col quale annunciava che «pre -, ! j» * °ce,ano d> fiamme Mosca, una \delle Pìu hellc e ricche città del mondo | _ P^ ^ _ _ ^ non esisteva più » — dalla seguente lettera scritta il giorno 18 all'Imperatrice: « Amica mia ti ho già scritto da Mosca, una città che aveva cinquecento palazzi belli quanto l'Eliseo e di essi molti ammobiliati alla francese con un lusso incredibile; molti palazzi imperiali, delle caserme, degli ospedali magnifici. Tut- I to è scomparso. Il fuoco è durato quat 1 tro giorni. Siccome tutte le case del po- | polo erano di legno, il fuoco ha trovato 1 i o e a. a lasciato libero al saccheggio. Questa e 1 perdita e gravissima per la Russia. Il o I commercio di questo paese ne risentirà ottima esca. E' stato il governatore e \ reSercito russo che, per il dispetto di essere stati battuti,.hanno dato fuoco a questa bella città. Duecentomila cittadini sono senza risorse e in miseria. Restano tuttavia abbastanza vettovaglie per l'esercito e le mie truppe hanno trovato molte ricchezze di ogni genere perchè in questo disordine tutto è l . èìfortemente- Questi miserabili avevano o costretto la popolazione a distruggere le pompe. Il mio raffreddore è finito, la mia salute è buona. Addio, mia amica, tutto tuo Nap ». Ancora il 1S settembre, di sera, Na poleone riscriveva alla consorte: o« Mia buona Luisa' -] ho ricevuto la tua lettera scritta al /J 2 settembre, prima di ricevere mie noe tizie da Smolensk. A quest'ora avrai e ] ricevuto invece le prime da Moscu. a\Oegi ho visitato tutti i quartieri della - città. I russi incendiandoli hanno cau- - :sato una Peluita immensa al loro pae- -* ge; ncm restano in piedi L.he un terzo -1 dellfi case T soldati hanno trovato prov» vigioni e mercanzie: della carne, acqual vite francese in quantità. La mia saaJ Iute è buona. Non occorre che tu mi -\faccia scrivere dall'auditore, poiché la o 1 sua posta non arriva che dieci giorni -IfSSSrSS^^^wS^^ -\nUando avrai qualcosa da dirmi. Quel -\\0 cne mi dici di quel povero Lucet (?) -lmi affligge e compiango sua moglie. -\ Addio, mio bene. - Nap». Copyright hy »Bibliothèque Natio- -\ naie» in Francia, by «La Stampa» in ò Italia, by 1 United Fcaturo Syndieate» — riproduzione "urtale' o ' '«a rèi aYd °cd' * è" rU ol servato ogni diritto. NAPOLEONE, COI SUOI GENERALI, OSSERVA DAL KREMLINO L'INCENDIO DI MOSCA.

Persone citate: Barclay, Compans, Denon, Murat, Sire