Pro Vercelli-Palermo 0-0

Pro Vercelli-Palermo 0-0 Pro Vercelli-Palermo 0-0 Partita di mediocre levatura tecnica e povera di combattività — I rosa-neri perdono De Manzano vittima di un fortuito incidente dopo un quarto d'ora di giocoli . Pro Vercelli: Scassetti; Beltaro eiiaDellarole; Lanino, Traversa e Blgan- \ ccdo; Santagostino, Romagnolo, Degara, mBorsetti e Casalino. [ Palermo: Provera; Faotto e Ziroli; jsuGruden, Santillo e Blasevich; Castel- qlani, Bonesini, Palumbo, De Manzano. tae Piccaluga. jiaArbitro: Calroni di Milano. ; VVercelli, 25 mattino. mSe non si trattasse d'una partita fra Rsquadre di Serie A, una delle quali, teper il suo splendido passato e per le,cdisavventure della sua situazione pre- psente, merita sempre ogni rispetto, se dun incidente tutt'altro che lieve non ' aavesse colpito un giocatore, ci sareb-tbe da abbandonateli tono del resocon-lr) e e a o\aào,'con un bel sole"cheTnondava"tut^ -!t0| con ^ tepore primaverile che cone Ligula PiU ai pigro riposo che non a , battagliare. I giocatori hanno subito to sportivo, per passare a quello della cronaca umoristica. Di cose da prendere sul serio, infatti, ieri a Vercelli, ne abbiam viste poche, per non direi nessuna. Che dalla Pro Vercelli di quest'anno e dal Palermo non ci fosse da chiedere . un incontro ricco di finezze tecniche e di fiori stilistici lo sapevamo tutti. Ma che proprio in novanta mimiti di gioco non si verificasse neppure una situazione degna del goal, che non si dovesse prendere matita e taccuino per segnare una sola azione che rispondesse alle regole elementari della tecnica calcistica, che mal, anche per un attimo, un atleta balzasse! alla ribalta con una prodezza degna di essere ricordata, questo, via, non lo potevamo prevedere. Un arbitro che sta in ombra S'è incominciato con tanta gente attorno al campo dal terreno ancora in- . Latrato 'di accettare il consiglio nel ;!«mite loro consentito ed il povero pai ajj maltrattato con .1 n , l n a e e o : ro a a, l , o . o o o ) ot troppa vigoria. Anche facendola da buoni amici, può, però, sempre saltar fuori, senza che nessuno ne abbia colpa, l'occasione da far goal. L'ha avuta la Pro Vercelli all'ottavo minuto: tiro di Casalino, pa-1 mrata a mani aperte di Provera, palla1 Asul piede di Romagnolo a due passi ; gdalla rete. Palo in pieno e niente di > biano. Poi è continuato come prima, jGioco, zero; combattività, pochina; I falli e ripicchi, roba da trascurare. IEppure c'è stato l'incidente. Poco dopo il quarto d'ora De Manzano e Lanino saltano per colpire di testa, entrambi sbagliano la palla e le teste si urtano; il colpo è duro e bisogna portarli fuori tutti e due. Il vercellese tornerà in campo col capo bendato dopo dieci minuti. De Manzano, invece, vittima di un principio di commozione cerebrale, dovrà essere lasciato alle cure del medico e non potrà, la sera, ripartire coi compagni. Anche col Palermo ridotto a dieci uomini, l'equilibrio delle forze non ha subito modificazioni. Giuoco a metà campo e senza sbocchi; gli unici tiri, due di fthBorsetti, alle stelle. La cronaca sareb-1 be, cosi, senza spunti se non fosse ve- ; mito in suo soccorso il direttore di scon- tro. Caironi non ha, evidentemente, in^simpatia il sole; tutta la sua opera di «fischiatore ufficiale l'ha, infatti, svolta, ; preoccupandosi di mai uscire dalla zona d'ombra procuratagli dalle tribù-|ne. La palla poteva andare dove vole-'i. -jVa, ma lui non ai agitava troppo Uniabaei, aia riro, .carattere pacifico. Tanto pacifico che,!; .quando Lanino si è trovato la palla sul-'le mani, invece che sui piedi in piena •area di rigore, Caironi ha risposto aii^ido di Castellani implorante la massi-1 lina punizione, allargando le braccia, co-|me a dire: < Son disgrazie che capi-! tano! ». E quando, poco dopo, a San-tillo è successa l'identica sventura, l'ottimo Caironi è rimasto immobile e tacito. Un « rigore » vale l'altro, avrà pensato. Forse considerando le sue buone disposizioni, i giocatori non gli han dato, del resto, il motivo di uscire dall'ombra, giacché, se han continuato a non far niente di bello, neppu u-lre hanno tentato di combinare cose n _ tt v "la'c <-uac m- cr- Chi ha torto ? o,! All'inizio della rinrpsp io ri! *"™„l°/*npfef,a' ,le intenzioni a non, sono apparse migliori. Si riuscì,i a\anzi- a mandar a monte le azioni che, trpe'n^'b^ana^dar'fuori f^t^tmS^!ii.T i! dL5iandar fuori di testa,una palla rtie Traversa aveva diretto!a eata ato in porta e Romagnoli, trovatosi davanti alla rete con Provera a terra e la pai- a che gli veniva addosso a campanile, cmpX rimpresa| quanto mai difficile m qUei]a gituazione, di spedirla fuori. Nel tentativo di mettere la partita u]la retta vla| gli sanatori operarono qualche cambiamento nelle linee d'atacco. Nel Palermo, Palumbo e Castelani si scambiarono il posto; la Pro Vercelli provò dal centro a sinistra; Ro- magnolo, Degara, Casalino e Casalino, Romagnolo, Borsetti. Qualcosa si otenne, specialmente nei riguardi della combattività, ma sempre troppo poco!Lper pretendere sia da una parte che , sdall'altra di vincere. Il pubblico cercò ; sanch'esso di smuovere un poco le mor-1 e acque della partita. Ebbe il piace- ™re di veder rispondere ai suoi M^^nAvdpansda menti con qualche guizzo di decisione Anche questo fu, però, un fuoco di pa glia e tutti si rassegnarono all'inevita> bile zero a zero. Alla fine, persino Arjdissone, l'anziano capitano di ben altre I battaglie, rideva, seduto vicino a noi, Ideile cose incredibili che due squadre della massima divisione riuscivano a combinare in un incontro di campionato. Terminata la partita, Il risultato numerico, l'avete letto prima d'incominciare, è un « nullo ». L'incontro, sia giudicato dal punto di vista tecnico che da quello della combattività, è più nullo del suo risultato svdrrfimTgnsdMsLe conseguenze in classifica, invece, si Efaranno avvertire p la Prn Vercelli nontaranno av\ertire e la no Vercelli non.sha certo da esserne lieta. IdNon ci sentiamo di addossare ad uno j vo all'altro degli avversari la colpa dectanta mediocrità. ;e!a=J^,0V€CChÌ^ «I^ro» f f potrebbe n-.rspondere: « E come volete che faccia a p1 giocar bene, se. appena metto fuori un t ; giocatore che accenna a sapere il fatto; p suo- me lo portan via? Ho riempito ^e squadre d'Italia di ragazzi miei, che ! «■ locare. Io non ne ho più. Mi eoe- y ; colavo ancora un centravanti che mi ! salvava qualche partita; se lo son pre- i|so a Roma. Mi è mancato anche il v'vecchio Ardissone. Ho ancora un por-,titlere. due terzini e due mediani latera- 4!11 che giocan come terzini. E mi difen- P'do- Cosa volete che faccia? Forse che t •cl fate un articolo contro ad un nobile idecaduto- che non va Piu « carrozza 1 perchè è squattrinato?...». E le si do|vrebbe dar ragione, ! 11 Pa,ermo avrebbe anch'esso le sue brave scusanti, prima fra tutte quella! di aver giocato i cinque resti dell'in-1witrn *™™ i'„nmn Jft t.™),. A.n..t., Ytacco0 SS 1'U°m°rlPÌn ^ÌC° d«U,at;|ritacco. Eppoi, secondo il sistema ormai |Ve^T^^"6/^6^16,'.'^/UOrÌ CaSS Lì l L °he 11 PaIermo non Havrebbe torto. MIl pubblico dunque ha avuto ragione Ba fischiare, le due squadre hanno ragione ad aver giocato come han giocato, Caironi ha ragione, perchè questa è la caratteristica indiscutibile di un arbitro di calcio... E, allora, chi ha tor- k" -;->"-i "» to? Avremo torto noi, che non abbiaimo trovato il modo di sciogliere un in no alla gloriosa provincia che ha fat- ^J^- e*feT0ÌC° PaIe™° ben-I,che privo di un giocatore, non ha per-,!so!... Scusateci, sarà per un'altra volta, - Enzo Arnaldi PRO VERCELLI - V! X »iM*J « bianco » ed un « rosa nero » zano per II possesso del pallone.