La Lupescu se ne va...

La Lupescu se ne va... LA CORTE RUMENA SENZA LA SUA POMPADOUR ? La Lupescu se ne va... BUCAREST, febbraio. cPer l'ennesima volta si annunzia Ische la signora Magda Lupescu, det- inta da alcuni la Pompadour, da altri fIn Lola Montez, rumena, starebbe ì Rper lasciare la Romania. Quando Ca- drol, nell'esilio di Parigi, pensava a stornare in patria per ricuperare il ctrono, si asserì che la signora, rcn- cdendosi personalmente conto della necessità del distacco, si sarebbe astenuta dal seguirlo; invece lo seguì. A restaurazione avvenuta, nel novembre del '32, si affermò che Re nFgtfCaro! si fosse infine arreso alle [vpressioni del presidente del Consiglio Maniu e che, per il bene del popolo rumeno, la Lupescu se ne sarebbe andata a vivere in terra straniera ; però la partenza non ebbe luogo. L'anno scorso, nel maggio, trovandosi la Lupescu a Vienna, si ripetè che quel soggiorno all'estero preludesse ad un allontanamento definitivo, tuttavia la Porrrpadour rumena ritornò nella sua villa di Bucarest, e mettendosi a tavola e spiegando il tovagliolo, ebbe più d'una volta la sorpresa di vedersi cadere sulle ginocchia un biglietto con la scritta: «Non dimenticare Elena! » Elena, com'è noto, è la moglie divorziata di Carol, dopo il divorzio stabilitasi in Italia, a Firenze. Oggi si ricomincia a dire che Madama Lupescu se ne va: stancatisi gli altri di chiederglielo, il Sovrano avrebbe personalmente presa la decisione sollecitata da tutti gli uomini politici e da tutto il popolo, ubbidendo a considerazioni di carattere sia politico che familiare. Ben può dar- CsacvstsdCrn—ppltluCtnrcgsi che anche questa volta la notizia!afinisca con l'essere smentita, però ognuno qui ne invoca la conferma. D'altronde Re Carol sa che la presenza della Lupescu a Bucarest, anche se la signora in pratica non esercita l'influenza politica attribuitale, è invisa ai ministri, ai capi dei partiti, alle associazioni nazonali, alla Lega costituaionale recentemente formatasi come alla Guardia di ferro fattasi conoscere dall'opinione pubblica europea con l'energica attività svolta nel corso di anni; il Sovrano sa ugualmente che perfino gli ufficiali a lui più devoti non gli perdonano l'amicizia con la Lupescu e non può dimenticare un complotto ordito contro di lui soltanto allo scopo di eliminare la Lupescu, nò può dimenticare che nell'aprile dell'anno scorso hanno aderito al movimento antiLupescu, il quale in certo senso riveste carattere anti-dinastico, ufficiali superiori della gendarmeria; per citarne uno, nomineremo il tenente colonnello Barbu. Il Corpo degli ufficiali ha visto nella Lupesca la responsabile della rimozione del generale Antonescu dalla carica di capo dello Stato Maggiore, e il fatto che nel successore generale Sansonovici si indichi un amico della fatale donna ha importanza non perchè la cosa sia vera, ma perchè la diceria prova quale posto la fantasia abbia finito col creare a questa donna. Eppure i veri intimi dell'amica del Re sono da tempo eliminati : or è un anno, l'assassinio di Duca, commesso alla stazione di Sinaia da membri della Guardia di ferro, indusse Titulescu a domandare radicali mutamenti a Corte, affinchè la cosidetta camarilla non continuasse a fare il giuoco degli avversarli. Re Carol tentennò per un poco, poi accettò un compromesso in virtù del quale il presidente del Consiglio era investito del diritto di sostituire i funzionari comuni senza fornire spiegazioni, e quelli di Corte indicando il motivo. A questo modo sono stati rimossi il segretario del Re, Dimitrescu, e suo padre, che oltre a perdere la carica di generale della gendarmeria, è stato denunziato per peculato. La sua posizione è tale, che difficilmente gli riuscirà di sottrarsi alla galera. Titulescu chiese o no anche l'allontanamento della bella dai capelli rossi ? ( a proposito : ora i capelli non rpbc—i sono più rossi, in quanto la proprie- aria, per dare meno nel occhio, i li o f o r t1 1 in rrava i 11 rrtinicti»n fi peri i --=>-; ha fatti tingere). Il ministro Esteri non avrebbe domandato l'ai lontanamento della Lupescu, ragio nando che si trattasse duna facceli-1 da di carattere troppo intimo del suo Sovrano e considerando sembra, che influenza della donna fosse, a quel- epoca ancoratale da non permei- tere attacchi diretti; c e anzi chi di- ce che ad una certa epoca Titulescu jabbia consigliato al Sovrano di nonjtar partire la signora a nessun co- sto, per non dare ali opinione pub- blica l'impressione di capitolare da¬ vanti a Maniu. Titulescu è stato del- i1 avviso che meglio fosse dare tempo ;al tempo e che il Re finisse col pren- dere da solo la necessaria logica de- cisione. Il Re 1 ha presa, parrebbe,1 nel momento in cui si è rinunziato a rinnovare le pressioni su di lui. Ricordare in quale modo Magda Lupescu sia diventata la Pompadour rumena non occorre. Indagare se essa provenga o no da famiglia israelita è anche superfluo: prima della ebrea Lupescu, Carol s'era invaghito della cristiana Lambrino, quindi non si può sostenere che sull'ultimo idillio abbiano influito razza o religione della donna. I difensori di Magda Lupescu la dicono di famiglia cristiana, i nemici e gli antisemiti affermano che il cognome Lupescu derivi dalla rumenizzazione del cognome ebraico Wolf, che significa lupo. Nata a Bucarest nel 1890, la Lupescu, intelligentissima e coltissima, aveva sposato a 24 anni un ufficiale; Carol la conobbe quando lei poteva avere 26 o 27 anni. Nel 1925, allorché egli partì per Parigi e per Londra già deciso a non fare ritorno in Rumenia — dove in realtà i nazionali-liberali ed una potente cricca di Corte non ce lo volevano — la signora lo seguì. E' noto che Carol da Venezia e da Milano scrisse al padre Ferdinando che rinunciava ai diritti di successione ereditaria, ed è anche noto elle i suoi nemici fecero di tutto af f:.::-he Re Ferdinando ratificasse ladecisione del figliuolo. In un docu- mento di carattere confidenziale, l'ex-presidente del Consiglio Maniu racconta: « Alla fine di dicembre del1925 fummo chiamati a Sinaia per partecipare ad un Consiglio della Corona, del quale non s'indicava l'oggetto. Arrivati la sera a Sinaia, non trovammo nessuno della Corte, per- chè tutta la Corte era andata ad assistere ad una rappresentazione cinematografica. L'indomani mattina fummo ricevuti in udienza privata da Re Ferdinando. Mentre io mi recavo dal Re, mi venne incontro una persona di fiducia della Regina Maria, che mi rivelò lo scopo dell'udienza c mi disse di fare ciò che Re Ferdi- nando avesse chiesto... Io trovai Re Ferdinando molto triste; con le lagrime agli occhi e con voce tremante, mi comunicò in tono assai confidenziale che era accaduto una già ve sciagura: il principe ereditario PitqmlcsvmnnqtCarol aveva fatto pervenire dall'estero una dichiarazione di rinuncia al trono... ». Maniu votò contro l'accettazione della rinuncia, e con lui votarono anche altri, tuttavia il Consiglio della Corona fu lieto di accettarla. Non se ne deduca che Maniu stesse incondizionatamente dalla parte di Carol. Diventato presidente del Consiglio, Maniu capì subito che la restaurazione di Carol — essendo nel frattempo morto Re Ferdinando — fosse inevitabile, ma prima d'impegnarsi a fondo volle chiarire il punto dei rapporti fra il principe e la divorziata. Per mantenere i contatti col principe, egli provvide, fra l'altro, a nominare console a-Parigi un amico di Carol, il signor Pietro Ciolau, del quale è diventata recentemente pubblica una comunicazione segreta, fatta, in quel critico periodo, a Maniu: « Giorni addietro — racconta il console — sono stato chiamato d'urgenza all'albergo Claridge. Appena annunziato, il principe Carol mi ha gngmchladricevuto, e dopo alcuni minuti è com parsa la signora Lupescu, che, scam biati i saluti convenzionali, si è senz'altro rivolta a me, per farmi nel tono di chi abbia imparato bene un compilo, la seguente dichiarazione: — Signor Ciolan, io so perchè il signor Maniu è contrario al ritorno del principe: egli crede che io segui rò fi principe in Rumenia e gli cree rò degl'imbarazzi. Ora io tengo a dichiarare qui, davanti a Sua Altezza, che questo è un grosso sbaglio. Io sono stata la compagna di Sua Altezza in momenti dolorosi, io ho rincorato Sua Altezza in ore tristissime, ho curato Sua Altezza durante malattie, ne ho tenuto alto il morale e le speranze, e nessuno sarà più felice di me il giorno in cui Sua Altezza ritornerà in patria. Nel momento in cui Sua Altezza, per il bene del popolo, salirà sul trono,_ io sparirò per sempre, e non vorrò che di me si continui a parlare... « Quando la signora Lupescu ebbe finito, il principe Carol disse: — Ciolan, è vero, la signora non è ma: stata un ostacolo per me e non si è mai opposta, come le hanno invece rimproverato, ai miei piani. Io non potrò tuttavia dimenticare l'abnegazione con la quale lei mi ha assistito nell'esilio. « Terminata questa confessione — conclude il Ciolan — la signora Lupescu si ritirò, e dopo alcuni minuti il principe congedò anche me. Nel vestibolo dell'albergo mi raggiunse Puiu Dumitrescu: — Hai sentito, mi fece, quello che t'ha detto il principe? Tu sei il solo al quale Sua Altezza abbia fatto una dichiarazione ufficiale in merito alla posizione della signora Lupescu. E' chiaro ch'egli te l'ha fatta affinchè tu possa riferirne a Bucarest ». Il console Ciolan riferì, ma, nel momento della prova la bella signora dimenticò le parole pronunciate. Ai 6 del prossimo giugno ricorre infatti il quinto anniversario del ritorno sul trono di Re Carol ; dove sarà in quella data la Lupescu ? Gente la quale vorrebbe che la Lola Montez rumena non se ne andasse, in Rumenia ce n'è. E i primi a volerlo — non è un paradosso — sono gli avversarli del Re, eccezion fatta di Maniu, che dall'allontana- mento della Lupescu fa sempre di pendere la sua riconciliazione col So $ran0. Quando Maniu, non avendola spuntata in lale questione, dovè la- * . - i t« sciare la presidenza del Consiglio, dichiarò ai colleghi che per la prima volta nella sua carriera politica gii 1 toccava subire una SCOnfitta. Più tari dj uno dei maggiori avversari di Maniu Duca| per riportarsi a galla, dovè inVece fare una concessione ap to sopra tal terreno, e la fece più che /malincuore: « Considererò jun'0nta della mia carriera politica j__ confidò agli amici _ ^aver do to j nov|mbre del .33 passare per u salotto di Madama Lupescu, affinchè il ritorno al potere del par i tito liberale diventasse realtà». Il ; ro Duca non aveva presagito che £ e„ ont h settimane dopo, ^ anchel costargii ia vita 1