Lezioni di ballo

Lezioni di ballo Lezioni di ballo Come volete che una povera maestrina di piano (e neanche più tanto giovane) a questi lumi di luna, in cui non c'è più un'anima che voglia far imparare il pianoforte ai suoi ragazzi, come volete che possa campare se non facendo prodigi di abilità, di furberia, e soprattutto di discrezione? E' questo il costante pensiero che affligge e lusinga (le difficoltà del nostro destino ci rendono sempre un poco orgogliosi) la signorina Ofelia, la quale, ogni sera, si sfoga con la nonna che è tutta la sua famiglia. La nonna dondola il capo rome se approvasse, in realtà dorme, e solo ogni tanto si sveglia per mormorare poche parole, sempre le slesse : « Eh, sì, purtroppo ! Ma ai miei tempi »... Che cosa vorrà dire? Che i suoi tempi sono lontani?... Eh, sì, nonna, i tuoi tempi sono lontani. I tempi quando tu eri giovane e garrula c Erendevi lezione da quella tal celerità : tempi d'oro, allora, per i maestri di pianoforte !... Poi son venuti quelli in cui facevi dare lezione a tuo figlio da una celebrità un po' meno straordinaria : quanti denari buttati via ! Che tuo figlio non aveva nessuna attitudine a suonare il piano, ma preferiva di gran lunga ballare e divertirsi colle ballerine... Rideva sempre tuo figlio. Solo una volta non ha riso, quella notte che tornò a casa tardi (era quasi l'alba) e ti buttò sul letto la piccola Ofelia, creaturina spaurita a cui la madre era morta... E dopo non rise più. Era malato e fisso nell'idea di arricchire, di far fruttare il patrimonio famigliare. Ma che speculazioni disgraziate! Lui morto, e i debiti pa gati, il patrimonio risultò piccolo assai. E poi, patrimonio dell'anteguerra, che cosa volete mai che renda adesso? Briciole, ahimè! E per quanto la nonna e Ofelia sian come due passerottini che beccati appena quel poco che basta loro per vivere, bisogna pure che Ofelia s'industrii colle sue lezioni. E povere maestrine di pianoforte, oggigiorno !... « Prendimi per esempio il caso del cavalier Laurenti. Da anni dò lezione alle sue due bimbe, Vanna e Nilla. Eleganti, superbe, smorfiosette, fanno le signore in miniatura. E non capiscon nulla, credimi, nonna. Non c'e pericolo di vederle mai fremere della più tenue emozione : due pezzi di legno. « Sì, signorina ! Crede, signorina? Noi non abbiamo molto tempo, signorina, per le sue lezioni di piano!». Hanno il tennis, il pattinaggio, la bicicletta, tutti gli sports e se mai, come studio serio, le lingue. Mi fanno capire, insomma, in tutti i modi, che prendono lezione, che so, per farmi la carità. Viene la loro mamma, una bella signora tutta oro, luccicori, belletto, una vera bambola. Lei parla addirittura senza guardarmi. « Oh, questo piano!... C'è la radio, c'è il grammofono, così comodi ! Tanto le bimbe la vocazione della musica non ce l'hanno ! Sciocchezze ! Perditempi ! E' una fissazione di mio marito, povero uomo che crede ancora il pianoforte un complemento indispensabile dell'educazione signorile di una donna!». Fa pena, credimi, nonna, sentir parlare così una moglie del proprio marito. E lui, tanto una brava persona e un bell'uomo anche, alto, distinto, con degli occhi così dolci ! Viene ogni tanto e accarezza le bimbe sul capo: « Brave, piccole! E' cosi grazioso sentirvi suonare qualcosa di bello ! ». E le bimbe, niente : due pezzi di legno, ti dico. Ora, senti un po', nonna, il caso curioso. La cognata di quella mia amica che ha sposato quel droghiere di barriera, mi ha procurato qualche mese fa una lezione laggiù, lontana, all'estremo della città: ci vuole la spesa del tram, pazienza. Un ambientino modesto modesto, un pianoforte d'affitto, che suona come Dio vuole, una madre giovane giovane, dall'aria triste e un bimbo di sette anni, tutto occhi. E la madre mi dice, arrossen do : « Se non le spiace, signorina, sto ad assistere anch'io alla lezione. Io non posso pagarne due, ma se _ riuscissi a imparare un poco sarei fe lice : è sempre stato il mio sogno quello di suonare La priore d'un vierge!». «Si figuri!» dico io. Povera donnina, sarebbe stato crudele dirle di no. E così, dopo la lezione data al bambino (dotato come pochi per la musica, tutto nervi e sensibi fità!) rimango sempre una mezza oretta per suonare colla madre a quattro mani e per avviarla verso il suo sogno. Sa qualcosa, pochino, imparato dalle monache, da ragazzina Credo che per quelle due creature che vivono come recluse in quel fon do di cortile, in quelle due stanzette al mezzanino, la mia visita sia una festa. Infatti mi aspettano sempre pallidi di ansia e il bimbo sgrana certi occhioni dolci quando mi vede!... Ogni tanto sentivo la donnina accennare al papà. « Stasera, quando viene il papa... ». Strano papà, pensavo, che viene soltanto la sera... Avevo già capito che la povera donnina doveva essere una di quelle modeste mantenute ridotte a simile condizione da chi sa quali scherzi malvagi del destino, ma non avrei mai immaginato che il mantenitore e papà fosse proprio il cavalier Laurenti che una sera, di mezza festa, incontrò su per la scala. La faccia che fa ! La confusione in cui si mette!... « Come? E' lei la signorina... ». Balbettava. « Sissignore, sono io. E gli ho parlato subito con tanta simpatia del bambino che ha capito quel che volevo fargli capire, vale a dire che io ero la discrezione in persona, e che mai e poi mai un simile segreto, scoperto così per caso, sarebbe Stato da me svelato, e tanto meno nella casa della sua superba moglie, e delle sue superbissime figlie. E così siamo andati avanti qualche mese. Poi, trovo sempre più triste la miatEcsmmanmtsaglql donnina e cogli occhi rossi : « Temo, temo signorina che dovremo rinunciare alle sue lezioni. Il papà del bambino... Si, certo, è da compatire anche lui... Ha avute tante perdite, tanti disastri. E vuol fare economia. Economia su tutta la linea ! E temo che anche le lezioni... « Figurati che si son messi a piangere tutti e due, mamma e bambino, come se senza le mie lezioni si vedessero spinti in un antro buio ». Era una tal consolazione per noi, una tal compagnia!...», lo pensavo alla casa lussuosa dove la moglie e le due figlie legittime nuotano nell'abbondanza; guai se venisse loro a mancare il lusso a cui sono abituate! Ma si capisce che prima di giungere a far loro fare il più piccolo dei sacrifici, si toglie tutto, magari anche il necessario, agli altri, a quelli che non son legittimi. Crudele, ma giusto, lo so. Dev'essere così... Però, però il pensiero di quella povera casuccia laggiù, di quella donnina così umile di quel bimbo dagli occhioni crisi tristi, non mi voleva andar via di mente. E poiché per caso incontro il cavaliere sotto il portone di casa sua, lo fermo, col coraggio che hanno i disperati: «Signor cavaliere, perdoni il mio ardire, ma non si offenderà, vero, se io continuo gratis, cavaliere, proprio per mio solo diletto, glie lo giuro, a dar quelle lezioni, laggiù... ». Si è riscosso, è diventalo turbato, ha arrossita perfino, mi ha preso una mano. «Lei è molto buona, signorina, mollo... ». Mi ha proprio detto così, sai, nonna". Lei è buona... La nonna tace. Forse non ha sentito nulla. E Ofelia si alza e va a guardarsi nello specchio che è lì da anni e anni nel salotto, vecchio sopra la consolle. Povera Ofelia, ella pensa, con quel visino che da lontano sembra giovane ma da vicino è sfiorito! Tardi, sta scritto su quel visino, tardi per l'amore ! Perchè ella ha taciuto qualcosa alla nonna. Ella non dice che il cavaliere, dopo averle presa una mano glie l'ha tenuta a lungo fra le sue, tanto a lungo che lei ha cominciato a palpitare come un uccellino ferito.; « Lei, signorina, egli ha detto con lucila sua bella voce profonda guar- dandola con una tristezza che le ha fatto un male dolcissimo al cuore, lei mi giudica e crede che io... ». « No, io non la giudico !... ». Allora, in quell'ombra silenziosa, egli le ha parlato di sè. « E' terribile, sa, aver creduto di dominare la vita e accorger¬ si che i dominati, fino all'ultimo, siamo stati noi ! ». « La comprèndo ! — lei ha detto, fervidamente — la comprendo lantoj ». Ha pensato infatti a suo padre e a sua madre... Ai loro t'alali errori... «Ah, perchè — egli ha allora esclamato — perchè non ho incontrato, quand'ero giovane, una creatura intelligente, buona e dolce come lei?... ». Non e la prima volta che Ofelia si sente rivolgere questa domanda. « Tardi » ella dice alla sua immagine e le lacrime annebbiano i suoi occhi. « Purtroppo », fa la nonna, con dolcezza, destandosi. Carola Prosperi

Persone citate: Carola Prosperi, Crudele, Laurenti, Tardi