Il saluto del Principe Umberto al gen. Graziani e ai reparti partiti ieri sera da Napoli a bordo del " Vulcania,,

Il saluto del Principe Umberto al gen. Graziani e ai reparti partiti ieri sera da Napoli a bordo del " Vulcania,, Il saluto del Principe Umberto al gen. Graziani e ai reparti partiti ieri sera da Napoli a bordo del " Vulcania,, La Div sione Peloritana si imbarcherà oggi a Messina per VAfrica Orientale - La partenza da Genova di 1300 operai specializzati - Fervide manifestazioni popolari Napoli, 22 notte. Il popolo napoletano anche questa sera ha voluto accompagnare e assistere con la sua presenza e con i suoi voti augurali i soldati che a bordo della grande e bella motonave « Vulcania » sono partiti per l'Africa. E' tutta la città, ma sopratutto la gioventù, che segue con amore l'accelerato movimento delle operazioni che si svolgono al porto, per l'imbarco dei soldati destinati a raggiungere l'Africa orientale. Sui moli, sulle banchine, gruppi numerosi di giovanetti si entusiasmano, si infervorano e dimentichi dell'ora dei pasti trascorrono lungo tempo ad informarsi e a rendersi conto di quello che si svolge sotto i loro occhi. Ed essi sognano, e fanno voti di poter partire anch'essi, di potersi frammischiare ai soldati e alle Camicie Nere, e di raggiungere l'Africa per dare il loro braccio alla Patria e al Duce. Numerosi sono in questi giorni gli episodi di giovanetti poco più che quindicenni che, animati da grande ardore patriottico, cercano di imbarcarsi clandestinamente su qualche piroscafo in partenza per il Mar Rosso, ma i loro generosi disegni sono frustrati dalla oculata vigilanza della Milizia portuale, che con garbo riaccompagna a terra quei giovanetti che riescono a salire a bordo di una nave in partenza. La folla al porto Anche oggi la folla si è data convegno al porto, per assistere alla partenza della motonave Vulcania, che nelle prime ore del pomeriggio aveva ultimato le operazioni di imbarco di viveri, di materiale sanitario, di autocarri, automobili, cavalli e muli, operazioni che si sono svolte con ordine e celerità, sotto la direzione del colonnello Messina, comandante dell'Ufficio militare del Porto e degli altri ufficiali addetti. Durante l'imbarco la sera discendeva rapida, e le sagome dei piroscafi, delle case, dei moli sbiadivano nel buio, che ricopriva ogni cosa. Un vento fresco di ponente ammassava gruppi di nuvole basse, che sembravano dorarsi delle luci subitamente apparse da terra. La mole bianco-nera del Vulcania appare intagliata accanto a quella del Biancamano, sul fondo nero della sera, coi contorni disegnati da una sottile striscia dì lampadine incandescenti. Sull'ultimo ponte le masse rettangolari degli autocarri imprimono la nota militare alla celere e bella motonave, che per la Prima volta trasporta militari. La popolazione ha cominciato ad affluire verso le ore 16, riversandosi all'ingresso dell'Immacolatella nuova e lungo la banchina del porto; la folla è così imponente che è impossibile trattenerla e arginarla. Ad un tratto si levano grida di « Viva l'Esercito »: è il segnale che stanno per giungere i soldati: sono circa ottocento uomini, compresi gli ufficiali, e marciano con la musica in testa cantando gli inni della Patria. Molti di essi, presi dall'entusiasmo, rispondono agli applausi della folla alzando in alto il fucile su cui hanno messo il casco coloniale. La manifestazione è imponente ed è la prova tangibile della comunità di spiriti esistente fra il popolo e questi soldati. Gli appartenenti a reparti del Genio, della Sussistenza e ad altri servizi logistici passano così fra due ali di popolo, che non si stanca di inneggiare alla grande Italia, e quasi a fatica raggiungono il molo Pisacane ove è attraccata la motonave Vulcania. In attesa del Principe L'imbarco si compie rapidamente, e, in meno di venti minuti, tutti gli ottocento soldati sono saliti a bordo e si sono disposti lungo la « passeggiata » di prima classe, in attesa della visita del Principe. Nel frattempo ai soldati, offerti dal secondo Gruppo rionale, vengono distribuiti vari quintali di aranci, mandarini, limoni e una cartolina riproducente il Duce in divisa di bersagliere, che i soldati, dopo averla baciata, ripongono sul petto. In attesa dell'arrivo del Principe di Piemonte giungono e si dispongono sul molo Pisacane e sul piazzale adiacente numerosi Giovani Fascisti preceduti dalla fanfara, e poi poco alla volta tutte le autorità civili e milita rrèirgeVarcMe^ascistT,' dall'"Jìifoj Commissario al generale Perris, dati Segretario federale al generale Rolandi-Ricci, al console generale della ■Milizia Vernè, all'ammiraglio Burza- yj». ai rappresentapti del Comune, a\ tutti gli ufficiali del presidio di Napoli, ecc. Il generale Graziani, destinato a un alto comando nell'Africa orientale, giunge vestito in abito borghese e, salutato dai presenti, sale subito a bordo. Il Principe di Piemonte, col primo aiutante di campo generale Gabba, giunge al porto qualche minuto prima delle 19, preceduto dallo squillo reale e dall'attenti. Dalla folla partono formidabili evviva e applausi. Ossequiato dalle autorità, S. A. R. sale rapidamente a bordo, dove i soldati sono rigidamente sull'attenti. Appena giunge sulla « passeggiata » di prima classe del Vulcania, echeggia alto dal petto dei soldati il grido « A noi! », ripetuto dai fascisti e dalla folla che è sul molo, mentre un ufficiale superiore comanda il « presentatami » e poi il « saluto al Re ». " Giovinezza ,,! E' un momento di grande solennità. Il Principe di Piemonte lentamente passa in rivista le truppe fissando lo sguardo buono negli occhi di ciascun soldato. Terminata la breve cerimonia, viene ripetuto ancora il « saluto al Re », quindi il Principe visita la bella motonave, accompagnalo dagli ufficiali superiori, dal generale Graziani, dal comandante del Vulcania e dal comandante militare della stessa motonave, soffermandosi specialmente negli alloggi preparati per gli ufficiali e la truppa ed esprimendo il suo alto compiacimento per tutti gli apprestamenti preparati a bordo. Quindi, dopo essersi intrattenuto con gli ufficiali partenti in un sa Ione di prima classe, il Principe di Piemonte alle 19,4.0 discende dalla nave fermandosi sul molo, ove assiste alle ultime rapide operazioni per la partenza del Vulcania. Ad un tratto, mentre la musica intona hi «Marcia Reale», dal numeroso gruppo dei Giovani fascisti vengono accesi centinaia di bengala. Altri bengala si accendono man mano ovunque. Il postale di Palermo, che è attraccalo vicino al Vulcania, si illumina anch'esso fantasticamente di bengala. E' uno sfolgorìo di luci che si proiettano sul mare e che illuminano il Vulcania, che esegue le ultime manovre per staccarsi dalla banchina. Le fanfare hanno intanto attaccato l'inno « Giovinezza! », e ì soldati contatto in coro con la folla e con i fascisti. La temperatura è diventata quasi rigida, ma la folla è tutta un fuoco ardente. Il Principe, circondato dagli ufficiali e dalle autorità, non stacca gli occhi dalla nave ed è visibilmente compiaciuto della patriottica manifestazione che si svolge sotto i suoi occhi. La banchina è tutta un tappeto di fuoco, un crepitare di luci, un vociare entusiastico. « Viva il Re! », « Viva il Duce! », si grida; c la nave, gremita dei suoi fieri uomini, confonde il suo al palpito del popolo di Napoli. Mancano cinque minuti alle 20: la motonave Vulcania è pronta a salpare. Quando la sirena della nave emette il suo acuto fischio, da tutte le altre navi ancorate nel porto, dal Biancamano, dal Conte di Savoia, dal postale di Palermo e dalle altre minori, le sirene iniziano una grande sinfonia, mentre da bordo i soldati gridano « Viva il Principe! ». Il Principe, ritto, alto, saluta portando la destra al berretto e poi con cenni delle mani. E' tutto un palpitare di popolo, in un mare di luci e di bengala, che splendono tra nubi acri di fumo e un ondulamento di gagliardetti; uno scroscio tonante di sirene, un'onda di musica e di canti, uno sventolìo di fazzoletti e un espansivo agitarsi di braccia. Il Vulcania, con i suoi ottocento soldati, si allontana dalla banchina lento, solenne, ed un fascio di luci cristalline ne staglia la sagoma sul velluto della sera. Solo quando la nave lontana era divenuta una sottile striscia di luce nella notte, il Principe ha lasciato il porto e tra le acclamazioni del popolo è rientrato alla Reggia. MESSINA. — Durante II rancio: un gruppo di soldati della « Peloritana» alla vigilia della partenza per l'Africa Orientale. Il Generale RODOLFO GRAZIANI