Periodo di trasformazione

Periodo di trasformazione IJojpo ìsl partita, «fi JRojnia Periodo di trasformazione Le due gare in cui, domenica scor-ì 1?-f°r?.e calcistiche della Francia\c del.l'ìtalia si san trovate di fronte, r i j- * ■§ • „ • fnnn0 parlare di se. In maggior mi sura, per la sua maggiore importati za, ed il suo più profondo significato, quella di Roma che quella di Antibes.• ma ambedue, forse, più per quello cese è di disappunto. Già domenica1^ dirigenti c deii critici d oltre Alpe sul ; e.oniportamcnto della squadra frati-'cese è di disappunto. Già domenica1 scm a R0ma subito dopo la gara, Hi ' iZ..~ n„..i "M> Questa, che in Francia ci si attcndeva moltoài più dai projmi rap presentanti eh e la scfii ìln attrav ti f ra Tn in Frància Mnrt. zia noto, in trancia,. nadra italiana sta quest'ali-} ,versando un periodo di tran- Lj,«one. aUesto particolare aspetto1 S Sré em Xto sSo\ "e"e co°V nostre e™ I r?*"- 1 con occhio molto attento. Ed era,\ nello stesso tempo, concorde l'opinio- j ne che l'« undici » al quale era stato affidato l'incarico di battersi con noi,, /ossc u piu forte che si potesse mei- 'icr„ „,.[.„' :„ „f„n;0„p „n„ terc assieme in auesta stagione, non\solo, ma che esso fosse il più agguer-ìnto ed il più tecnico fra quelli che \avevano rappresentato i colori della\F rcmria in attesti ulti mi anni In altre *™"ur% ^VL~;™1 «r««W«'?°1Tote'J? jSii^^ ^i» I««E;f°rsat era coll%afa «»? sen^°^\ r> li e> rnooe tino ci n'ito fnrtli£9r tini tu 1/11 1 momento di debolezza. Sta campo, le ambizioni non furono realizzate che in parte, e la constatazione che la squadra italiana non era davvero nella sua miglior ef. ^c'n».so1-,./'nì Per. ribadire nei nostri \ospvtiJimpressione di un'occasione ~ mancata. V " undici „ di Francia , Alle promesse, occorre dire, laSSS~ZéUn « undici » gallico possedente la paaronanza sima pana ai queuo 'f*\™>™b ««» 1W0M>%nfffci»«m»a«mMZ?J?Z™7n «KTiSSirSra^ 7/padronanza sulla palla di quello direaltà, non lo vedevamo. Non alludiamo al solo Duhart, che è un mas- I acroTa'zièTQualite volte "mi non ve \ demm0f ad esempio, nel secondo tem Tra in merito Tutti ali uomini in '&S,^&^iS^&^v^fiere, il quale fu più che altro disgraziato, dimostrarono famigliarità con finezze, finte, accorgimenti ed anche e po, attaccanti e mediani degli ospiti tentar con disinvoltura, ed anche con successo, l'astuzia di batter l'avversario facendogli sgusciar la palla da una parte e girandogli attorno dall'altra? Anche fisicamente, del resto, i nostri avversari erano a punto. Bei ragazzoni, ben piantati, spiranti salute, ispiranti fiducia. Il pensiero ricorreva alle precedenti edizioni di squadra francese, in cui troppe volteil fisico mingherlino di alcuni giuoca tori comprometteva l'aspetto e la sostanza della compagine. Questa volta il materiale c'era. Mater< le giusto, creato e raffinato da quel professionismo che in certe contingenze è una necessità i ottava inizia--\questo periodo, è una prova ijloro fermezza morale. Giuocarono ini ile. Il fatto stesso di averlo suP%aj.°>e' e .quello stato di spirito che conviene,, ; che è indispensabile al « nazionale »,-\ ognuno con personalità propriai cioè. Uomini dalle ossa dure come-\Mattler, giuocatorì che sanno cosaa Dove le promesse non venneroi ìfondibilmentc- propria S. i. mi a, o, i. o • T.„;.„, „ntJl^ZnJ, n?,Zrt hZhL fgiuocolieri come Duhart han ben ihtemperamento del «nazionale» senotisi lasciarono sopraffarle dall'e-mozione e dall'occasione, se, ad undato momento, seppero lavorar confreddezza di mente e chiarezza d'ideee riuscirono a batter una via ineon-mantenute fu nella tattica di giuocoed in genere nel campo dell'attivitàcollettiva. Buono come fu, in conipenso, il lavoro dei singoli, il suntoil riassunto del lavoro d'assieme funullo, praticamente. Ognuno deglelementi fece del suo meglio, ma lavia de seguire per convogliare tantosforzo ad uno scopo liniero, quella noncsistev l'innesto -\„€ dell'attacco francese. Possedevae\un>arma quest'attacco, un'arma non* nrecisìone, ma pur sempre pericoVlosa, quella dello slancio e della fogai. s <?. „ tecnìciimo di alcUn-, ' , ' „' ,. „ , • s„e ; *»# elementi, invece di servir da in- ; telhgenza per sfruttar le doti di nai ' tura e di razza, funziono da catena . \al piede alle medesime. -! Su questi difetti risiede appunto, /a possibilità d: sviluppo del giuoco.;/rnrtccse ja. relativa facilità di mio gljo,.amc„t0i Far di quello ' -„„„ - . *_ - Wfftto, una dote, ecco. i i a. Anzi, successe questo, cheto di qualche tecnico finissichc fu unCerto, la squadra francese è innetto progresso. Non è più una firgura evanescente. Ha una sostanza propria. E sul campo va, per direi «qu.alehe cosa, e giuoca e lotta. \sGiuocare e lottare, questo non fe-\oce che in parte la squadra italiana.\nGià, lottare essa non lottò mai. La\ dscfifg„| g^™ % '™j^zè e^ZSo^derivare da un'urto fra ossa ed 0S.\Pi ngiornata, per circostanze sue particolari, non era tale da consigliar il ricorso al temperamento battagliero. Ma i nostri giuocatorì rifuggirono quasi dalla lotta, per buoni ottanta su novanta minuti di giuoco Si ha „„ hel d, & aìu'ocaiore fr rf. tprìt„ „À„ j,-,„p,,*,v„ +„„+n '™*00 * 'er'ta non #«*«««» tanto sa. Il virtuosismo è presto stronca- : "to, quando si rifugge dal contatto ' c1 mMateriale coll'avversario. Esempio: Z r.. ... x,,tfn 1' It »"«a^;f^J^*°Ji ^TJZ.'-^ P° «? assuefarsi ai rudi colpi di chi. j 011 stava di fronte, e non fu se stes-;cso se nor> ripresa, quando ebbe\Z riarmiivtatn «« «i1 m m nJ„* ■p™acqumato unpo ai senso ai" tomento ali ambiente. Lotta mancata adat- g» natia di potenza del aiuoco ita ,, "l putensu uet yiuucu uu ]mno e spagnole — del giuoco latino per eccellenza, cioè — che sta calnndo La potenza per esser tale, deve necessariamente aver un sub s* * i XV gS'roto dt orsa- Non «» P»° essere 5P0'e»» se "0H si è f°rti' Non s» ™ol\stessere un inno al giuoco angoloso, m _ duro, irruente, ma occorre riconoscere che, in un giuoco maschio come il calcio, chi fa complimenti, chi Iscvuol far puramente l'artista, chi inov vuol correr rischi e non sa so- !nstenere i suoi argomenti con quel Vpeso del corpo che Dio gli ha dato'n• 'mmenoma gravemente le proprie po±[iS^sibilila. Nessuna delle grandi com- fpagini che abbiam visto all'operai m ìnelle competizioni internazionali ri-\dfuqaiva daJ giuoco suu>llomo: wem-! cim« l'Uruguay e l'Argentina, dd* i :metfer1X ha ff„,fo ver ;offn>e unno> j tM*^%£&^tt*%^tTMl\qpns1 La squadra italiana, bisogna am- c- ..A h - .. „_ „„> tdella nomea che le si è creato. Chi non sapesse quale giustificazione tro- vare « certo modificarsi della attuo. ^^ internamele trovò comodo , , • e\cniso del medesimo essa segno effet pmvj isbraitare ad un certo momento cheI Pper gli italiani la forza e la wuMtcr/H-!Bza di scrupoli era tutto. Andò a 1i-\ nire che, per tema che si dica che '/« | scosa è vera, i giuocatorì nostri ne |l„r j- „„„,,„_7: j „„„,• mostrano troppi di scrupoli, ed.ogni dvolta gli stranieri picchiati sodo su Rdi noi, anche se lo fanno per difen-1 vderst da un pericolo che alla prova ! fipratica si dimostra inesistente. a , a A parte ogni considerazione « fisi-]rn » In iminrìrn ilnlin-nn >.«». tane i,«n 2L« l g-ran partita a Roma. Il solo periodo suo veramente soddisfacente fu quel-llo iniziale: il primo quarto d'ora. Nel r::S°Jel MSIT«T! efJf- tivamenie■ quartio punti, e non due soli. Non tutto il male viene per nuo- \ cere, quando si mira a migliorare Forse quattro punti invece di due avrebbe illuso proprio quella parte del pubblico che maggiormente ora si lamenta. La squadra ritrarrà il dovuto be- -^a Zo^clcTiSLTcosa si con- nI£J£ avem un car(tttere ed > vinca. Che non è, cioè, possibile pas ,sare da una formazione di sauadra sale aa una formazione a,i' SQuaara ' JOl~a, , : nV„,,r „ àrf un'altra sen~aéhe^\, ;Pn>Pnd, aa un altra, seiua che scos-{se non si verifichino, se le modifica- a .. d-.,. „■ . e «^^^«Jw^S'ff/."i a '«orrendo, a considerazioni più late, e o „ necessario anche rendersi conto, che fi\rincer sempre non si può. L'avversah , -, ' a1tch'es<,o e non cade e.rio esiste pure anca esso, e non caae - \ ™ ***HL"IZT&ZZTlTLn n H«* JKE^Ai^S^A*? n lrf™«Wfe^ÌT^l^^t1' e ^ e(l astuzm Ver vincere anch esso - Dar tempo al tempo Non è detto, innanzi tutto, che i o giuocatorì di una generazione moà'strino sempre la stessa levatura tei- civica di quelli che li precedettero, o,\Ma, comunqque, occorre dar tempo al u. tempo, perchè è ben difficile che un li. calciatore dia una giusta idea del suo a, valore nella prima occasione in cui o c chiamato all'onore ed all'onere di n rappresentare i colori del proprio a\nale. Non e. la grande Inghilterran [senza una mezz'ala sinistra? Co;iti- I o a. ni „ naa o o' fm tutti, ha una sensibilità sui i-'cialisshna — quella, sensibilità „Ni» a far giuocare un ala. Bastiti aquc\ posto. Non e l'Austria m diffi-colta per due o tre posizioni per cui Vienna non ha più prodotti elementi adatti f Non ha lottato per dicci anni to Francia contro la carestìa di cen- tri mediani t // giuocatore.il giuocatore italianoe Paese. Esision poi posizioni, in cui, i- j come per un arresto del procedimeli-sua spelta stes- n I sa cTte indusse'domenica scorsa a teI ner celata la notizia della morte del n povero Frione giunta nella mattinarìta e che vide l'intera squadra àbbat-aìtersi in lacrime quando la cosa /ul «oro al termine della gara — e questa sensibilità va tenuta presente in ogni momento, ma particolarmente nel presente. Se il giuocatore giovane di età o di ambiente va spinto avanti — e spingerlo avanti bisogna — gran cautela occorre per non stroncarne le forse morali qualora, nel suo primo incedere egli faccia qualche passo falso e proprio non trionfasse. Bisogna guardare all'avvenire con gente giovane, e secondar In sviluppo e in- ^^re e sostenere, ed anche pre¬ P«rar le situazioni per coloro che so- no incerti. Le forze morali, bisogna "° V^frn. Le forze morati oisognc crederlo, posseggono un valore un- memo. Stroncato in esse, il giuoca- Zi -ti- -° -è" 9 ♦ • " tore italiano, si accascia. Spronato in ^se, è capace di miracoli. Aiutiamoj giuocatore: egli risponderà facend* «v„prnrp „TVH„p Z%*5JXZR. ;j rr; pìu. rapidamente il peti egli risponderà fa Italia calcistica iodo di transizione che si sta ora attraversando. Vittorio Pozzo

Persone citate: Frione, Vittorio Pozzo