Il ricorso di tre scultori torinesi contro il responso del Comitato

Il ricorso di tre scultori torinesi contro il responso del Comitato IL MONUMENTO AL DUCA D'AOSTA Il ricorso di tre scultori torinesi contro il responso del Comitato Sono note le vicende del concorso per la erezione, nella nostra città, di un monumento all'invitto Condottiero della Terza Armata. Iniziatisi 1 lavori del concorso, la Giuria ammetteva al giudizio di secondo grado i cinque bozzetti presentati dagli scultori Stagliano, Baglloni, Orsolini, Baroni e Martini: prima però, di scendere all'esame di merito, esaminava il reclamo presentato contro lo scultore Martini, il quale non avrebbe osservato le norme del concorso, presentando il modello della statua del Duca d'Aosta, a grandezza di un terzo, solo il 19 giugno, cioè 19 giorni dopo il termine fissato. La Giuria, a maggioranza, riteneva di dover respingere il reclamo e di dover ammettere alla pari il bozzetto del Martini. Sulla questione di merito, ristretta l'indagine ai due bozzetti Baroni e Martini, riteneva che « anche fra questi due non era ancora possibile indicare quello da porsi in esecuzione definitiva »; ma poiché nel secondo grado di concorso « indubbiamente i due bozzcrti presi in particolare esame eccellevano per qualità intrinseche », proponeva che i due artisti fossero invitati ad una prova supplettiva. La richiesta di nullità Il Comitato faceva proprie le conclusioni della relazione della Giuria; accoglieva la proposta di invitare gli artisti Baroni e Martini ad un'ulteriore prova supplettiva con presentazione della statuti in gesso nella grandezza definitiva e del bozzetto nella scala di un quinto; autorizzava il ritiro dei bozzetti ed approvava i provvedimenti presi dal Presidente per il concorso al secondo grudo e per la mostra relativa. Di questa deliberazione chiedevano la nullità gli scultori Buglioni, OrsoUni e Stagliano, citando dinanzi alla quinta sezione del nostro Tribunale, presieduta dal comm. Luigi Clerici, S. E. il conte Paolo Thaon di Reve), allora Podestà della nostra città, S. E. il Maresciallo d'Italia cav. Gaetano Giardino e l'on. Antonio Maralni, commissario del Sindacato Nazionale Società Belle Arti. Essi sostenevano che| le condizioni del bando di concorso non erano state rispettate dalla Giuria e conseguentemente dal Comitato, il quale aveva sanzionato la decisione della Giuria stessa. L'asserita violazione delle condizioni contrattuali sarebbe consistita nel fatto che fra le opere ammesse al concorso di secondo grado non si procedette alla scelta di un bozzetto definitivo, ma si segui una via affatto diversa: si procedette, cioè, alla scelta di due bozzetti, quelli degli scultori Baroni e Martini, invitando questi artisti ad apportare «le varianti idonee a rimuovere i vari inconvenienti lamentati, fissando meglio il ricordo e lo spirito della guerra e della Vittoria, e soprattutto rievocando degnamente la figura del Condottiero della Terza Armata ». I tre scullorl sollevavano pure con la loro citazione, una questione se condaria riflettente 1 termini di preseti tazione di uno dei bozzetti al concorso ci! secondo grado. Chiedevano, intatti, jla condanna delle contropartì al risarcimento dei danni, che fissavano nella consuetudinaria lira, giacché essi avevano promosso l'azione giudiziale unicamente per ragioni di principio, a tutela degli interessi degli artisti tutti. La causa aveva numerosi rinvìi, ma finalmente ieri le parti si sono scambiate le rispettive conclusionali. Gli av vocuti Gonario duroni e Giuseppe i Gioidano, nell'interesse di S. E. il con-ite Paolo Thaon di Revel, di S. E. il'cav. Gaetano Giardino e dell'on. Anto-jnio Maraini, nella loro memoria a stani-:pa sostengono l'incompetenza del Tri- bunale a decidere della controver-.sia. «Il negozio giuridico sorto in se-!guito alla pubblicazione del bando - essi affermano - rivestiva la figura d'un pubblico concorso o meglio di un appalto-concorso. Ora tocca al Consi-i glio di Stato annullare la delibar slone dell'Autorità con la quale non si addi-]venne alla nomina del vincitore del iconcorso sempre quando si tratti di;deliberazione proveniente da un Ente pubblico e non da un Ente privato, Ora è Innegabile che il Comitato per il monumento al Duca d'Aosta non è Iti solita associazione di faro di natura squisitamente privata; pertunto i prov- vedimentl che ha preso sono di carat- tere pubblico ed amministrativo ohe sfuggono al sindacato del magistrato]ordinario». La sentenza per la fine dei mese Scendendo all'esame del merito, 11 patroni affermano che la dichiarazione rilasciata dagli scultori Buglioni, Orsolini e Stagliano, con la quale essi affermavano « di aver nulla in contrario che il giudizio della Giuria avvenga sul bozzetto in marmo e bronzo presentato dal collega Arturo Martini, esonerando con questa dichiarazione U tComitato e la Giuria da ogni respon-jsabilità da ciò derivante » non era una'proposta contrattuale nè alcunché di | simile alle cosidelte offerte al pubbli- | terra, co, ossia un impegno revocabile finché non accettava espressamente. « Essa significava invero — secondo gli avvocati Chironi e Giordano — l'abbandono di una formalità procedurale: era, se mai, una promessa obbligatoria appena giunta a notizia dello parti cui era stata fatta ». Essi affermano, poi, essere inesatto che il giudizio sulla ammissibilità del progetto Martini contrasti con le norme contrattuali del concorso. ■'. Come in ogni contratto — essi aggiungono — anche nel concorso vi sono degli elementi essenziali ed altri non essenziali al negozio. Ed in caso di inadempienza una notevole latitudine di giudizio deve, specie in tema di concorso artistico, essere lasciata ai giudici, affinchè le finalità che si debbono raggiungere non vadano perdute ». Ad eguali conclusioni giungono l'avvocato comm. Eduardo Gatta, viceavvocato dello Stato, e l'avv. comm Giuseppe Giordano, patroni del Comitato per il monumento, del Ministero della Guerra e del Comune di Torino, comparsi volontariamente in causa. Le parti hanno ieri depositato in cancelleria i documenti di causa. Il 27 febbraio prossimo sì procederà alla discussione orale e quindi la causa sarà messa a sentenza. 1 tre scultori sono patrocinati dagli avvocati Arturo Carcassi e Plinio Manca di Genova e avv. proc. Alfredo Bertolini di Torino. Fatale imprudenza di uno scolaro Travolto ed ucciso dal treno Una mortale sciagura è avvenuta nel pomeriggio di ieri in corso Regina Margherita all'altezza di via San Giobbe. Lo scolaro Edoardo Niduseo di Marcello, di anni.12, ubitante in corso Regina Margherità'lì2,'presso la zia Enriehettu Gazzera, mentre il convoglio della tranvia di Settimo si inoltrava sul controviale, tentava di aggrapparsi alla parte anteriore sinistra di un vagone. Disgraziatamente scivolava e cadeva a rimanendo travolto dalle ruote dell'ultimo vagone. Fermato il convoglio accorrevano i presenti alla tragica scena per cercare di soccorrere il povero ragazzo. Tutto era inutile però. Il poveretto infatti aveva riportato la frattura dell'osso facciale e del cranio e la asportazione completa della gamba sinistra, cosicene cessava di vivere poco dopo. Dopo le constatazioni di legge la sulma era trasportata agli Istituti Universitari del Valentino a disposizione dei famigliari. Bicarbonato, non cocaina Quattro arrestati posti in libertà Sono stati rimessi in libertà, in seguito a provvedimento dell'autorità giudiziaria, Luigi Mugliola, Benvenuto Sogliano, Camillo Steffenino e Giovan ni gonzano, arrestati per presunto spac jclo dì stupefacenti. Dalla perizia chimi- ca ordinata dalla autorità giudiziaria sarebbe risultato che nel flaconi seque-strati al barista dell'Alfieri, il Mugliola(il quale li aveva avuti in custodia appunto da colui che in seguito ne aveva denunziato l'esistenza e cioè dallo stes-so Steffenino) non era contenuta cocaina, bensì bicarbonato di soda ed aspi- rimi. Sarebbe venuta quindi a cadare i conirr, i quattro arrestati, la grave acicusi, di .spaccio di stupefacenti, benché 'alcuni di essi, all'atto del fermo, avesjscro confessato — ignorando il vero :contenuto dei flaconi — la loro inten zione di dedicarsi al poco scrupoloso .commercio. L'autorità giudiziaria sta !ora esaminando il cuso speciale dello steffenino e del Bonzano. nei riguardi dei quali sono stati elevati alcuni rilie v-. Le indagini della polizia, ad ogni moi do, hanno portato alla scoperta di una irregolarità nella gestione del bar Al]aeri: il Marsili, titolure della licenza, ine aveva ceduto l'esercizio, senza rego;lare autorizzazione, al Magliola. Àp punto questo fatto ha provocato la chiusura del bar. i L'arresto di un tristo figuro Dal Commissariato di P. S. della Se zlono Sun Paolo 0 stato tratto in arre sto certo Giovanni Sacco di Leone, il ]quale non trovando maniera più comoda e meno faticosa di vivere, si faceva ^^^r^^^i Afii 1 Sacco è stato passato alle carceri Investimenti e disgrazie — Vittima di uno scontro contro l'automobile 0730-AL, lungo lo stradale di Casale, rimaneva ieri il motociclista Vincenzo Falò fu Carlo, di anni 55, abitante in strada di Chieri 48. Trasporjtato al San Giovanni il prof. Pìnardì lo 'faceva ricoverare dichiarandolo guari | bile in 15 giorni per contusioni multiple in tutto il corpo.

Luoghi citati: Aosta, Casale, Comune Di Torino, Genova, Italia, Torino