LA MEDICINA

LA MEDICINA LA MEDICINA Febbri alimentari nel lattante. Il Prof. Labbè ed... il Signor Balilla! t i Certe formo febbrili che talvolta si riscontrano nel lattante senza un apparente causa e che perciò più preoccupano le mamme possono trarre origine da errati metodi di alimentazione. Recenti studi sul loro comportamento hanno stabilito addirittura qualche quadro, per così dire, specifico di tali iebbri alimentari. E' stata cosi identificata una febbre da latte secco, una da disidratazione, una scorbutica, oltre ad una forma di febbricola da alimenti vari. Le prime osservazioni sulla febbre da latte secco si possono, invero, far risalire al 1926, quando Debré fece la prima descrizione di una febbre riscontrata in certi bambini nutriti con polvere di latte disseccato ed in istretto rapporto con tale genere di alimentazione, avendo potuto escludere in modo netto qualsiasi altra causa. La forte irregolarità caratterizza la curva termica di tale forma febbrile, in cui la temperatura varia nella stessa giornata di tre e persino di quattro gradi e la maggiore elevazione può avvenire il mezzodì o la mattina, anziché la sera. Nonostante la febbre elevata il bambino mantiene un aspetto generale buono ed il suo accrescimento ponderale non subisce soste. Tutt'al più il lattante manifesta quei segni di irritazione nervosa, che sogliono sempre accompagnarsi all'aumento straordinario di temperatura e cioè una certa agitazione, con grida, insonnia e talora convulsioni. In tale caso gli antipiretici usuali non hanno alcuna azione; solo la soppressione dell'alimento responsabile riesce vantaggiosa. La febbre da disidratazione, cioè da privazione di acqua, insorge talora in rapporto a taluni regimi prescritti a scopo terapeutico, quali certe diete secche e concentrate, protratte troppo a lungo; oppure in conseguenza di talune perdite acquose considerevoli, facili nel lattante in seguito a disturbi intestinali, con diarree o vomiti; oppure ancora come conseguenza di malattie, dalle quali derivi una forte inappetenza e diventi anche ben difficile far bere il lattante. In tale forma, contrariamente a quanto avviene nella precedente, si ha una diminuzione di peso del piccino. Quando anzi il peso corporeo riprende a salire la febbre scompare. La malattia affiora con i suol sintomi già nelle prime ventiquattro ore dl disi dratazione: in un solo giorno si rlscon tra una perdita di peso di uno, due e flnanco quattro ettogrammi, mentre la temperatura si eleva a 38,5-39 e persino 40". Nei giorni seguenti i segni di sofferenza del lattante sono evidenti: occhi incavati, lingua secca, cute rugosa, nervosismo, agitazione, convulsioni. Se non si interviene il quadro può divenire rapidamente letale. Riuscendo invece a riportare al normale la razione acquea la febbre scompare e l'accrescimento ponderale torna a riprendere. La febbre scorbutica si ha in quella malattia che dipende da mancanza dl vitamine nel regime alimentare e per lo più si manifesta in concomitanza con la produzione di emorragie, caratteristiche del periodo di stato dello scorbuto. Talora, però la febbre ha un carattere premonitorio, annunciatore dell'instaurarsi della malattia. E' elevata, a curva irregolare, disordinata. Caratteristico è il fatto che scompare rapidamente con la somministrazione di vitamina C, per riprendere se la nutrizione torna ad essere carenzata. Accanto a queste forme di febbri elevate alimentari si possono considerare, come si è detto, anche talune febbrìcole, poco alte, che colpiscono 11 lattante. Si tratta di forme attenuate, ma frequenti: stati .subfebbrili, continui o remittenti, che dipendono senza dubbio da condizioni alimentari, vuoi si tratti di alimentazione con latte secco o concentrato, vuoi di privazione di acqua o di vitamine. Del resto Debré e Lelong ritengono che il leggero squilibrio termico del bambino nutrito con latte di vacca sia da ritenersi anche una febbricola alimentare. *** Con quella vigile attenzione che lo contraddistingue nella direzione di «: Riforma Medica », Andrea Ferrannim chiosa la lezione d'apertura del prof. Marcel Labbè al corso di clinica medica dell'Università di Parigi. Due punti principali della prolusione lo fanno trasalire. L'uno consiste nell'asserzione che la batteriologia è nata e si è imposta al mondo verso la fine del secolo XIX per opera di Pasteur; l'altro riguarda l'affermazione secondo la quale spetta a Laenncc il metodo rigoroso d'osservazione che ha condot- f„ ad attrjbuire alIe manifestazioni morbose osservabili sui malati in cli nl corrispondenti alterazioni anato mic!le dell'organismo si deve d£atti rlc'onoaAere che as sal prima dl pasteu,.. Agostino Bassi individuò uno speciale parassita patogeno, la botrytes, come causa del mal del calcino nei bachi da seta. Lo stesso Bassi, nel 1844, sosteneva che le cancrene e le piaghe sono provocate dall'azione di parassiti. Un altro italiano, Eusebio Valli da Livorno, nel 1799, dopo di aver tentato di attenuare il virus rabbico a scopo di vaccinazione, mediante l'azione del succo gastrico sulla poltiglia dei centri nervosi — ove si annida II virus — di cani rabbiosi (i primi saggi di Pasteur sulla vaccinazione antirabbica sono del 1882), ardi combattere la peste e la febbre gialla, secondo la identica direttiva sperimentale da cui poscia mosse Pasteur, quella, cioè, dl attenuare artificialmente la virulenza di un agente infettivo ed inoculare quindi tale agente negli animali da preservare. Nel 1816 il Valli mori a Cuba durante questi tentativi di vaccinazione, inoculando a se stesso il virus della febbre gialla. Neppure l'adozione di speciali mezzi liquidi o solidi per coltivare i microbi è iniziativa di Pasteur o di Koch. Tali scienziati sono stati preceduti ancora da un italiano, il Vittadinì. D'altronde per quanto riguarda la priorità di aver basato sulle alterazioni anatomiche certe manifestazioni morbose, nessuno può contestare la gloria del nostro Gian Battista Morgagni, che ha senza dubbio preceduto Laennec. Virchow e Rokitanski ce ne hanno dato alto riconoscimento. Se Andrea Ferrannlni è dunque in i «orto èontro l" affermazioni"del" Lab': Puo, supporre che^tutto ciò sia ignora *? dal c!"?ic0 ^cese. Ma, se cosi è, I ? errannini qui sbaglia. Marcel Labbè !e ln buona fede; perche possiamo do- cumentare facilmente come egli sìa un cattivo storico. La prova, invero, l'abbiamo già data altra volta, quando accennando ad un trattato francese di educazione fisica, dicevamo che il direttore dell'opera, per incitare la Frància ad agire sul terreno della preparazione fisica della gioventù, asseriva: « Il signor Mussolini ha fatto adottare un programma completo di educazione fisica assai meditato e diretto dal Signor Balilla...», L'autore era proprio Marcel Labbè. Ora se quel bravo clinico sa informar si così poco da confondere l'Opera Na dtPzmTT zionale Balilla con l'opera del Signor Balilla — storia contemporanea — che credito può riscuotere nella rievoca zione di avvenimenti di secoli passati ? | E non vo]ete concedergli l'attenuante! de„a buona fede? . ,. Uctt. V RuancPusgapbtazT

Luoghi citati: Cuba, Livorno