La validità del quarto testamento impugnata dalla maggioranza degli eredi

La validità del quarto testamento impugnata dalla maggioranza degli eredi I DODICI MILIONI DELL'ING. BAUER La validità del quarto testamento impugnata dalla maggioranza degli eredi Una vivace battaglia oratoria si è svolta ieri nella severa aula della prima Sezione della nostra Corte d'Appello; un folto ed agguerrito gruppo di avvocati convenuti nella nostra città da Napoli, da Roma e da Milano, ed un non meno numeroso stuolo di legali torinesi hanno voluto svolgere oralmente — con non minore ampiezza di quanto avevano fatto per iscritto, le ragioni che inducevano i loro clienti ad insistere per la conferma o per la riforma della sentenza resa dal Tribunale di l'alanza nella causa per l'eredità dell'ing. Bauer, eredità ammontante, secondo i calcoli di taluni bene informati, alla ingente somma di dodici milioni. I punti salienti di questa controver- sia sono noti ai nostri lettori perchè già !piu volte ne abbiamo dato notizia; per !la chiarezza della discussione saia poro oopportuno riferire brevemente gli ante- ; cedenti della questione. Il 5 marzo 1933 decedeva in Pallanza — vedovo e senza prole — l'ing. Luigi Bauer fu Adolfo. Duo giorni dopo venivano pubblicati, a mezzo del no- j jtaio Cesare Crosetto di Pallanza ed a |richiosta dell'aw. Giulio Cesare Canel- li, duo testamenti olografi del Bauer, l'uno in data 31 marzo 1927 e l'altro in data 15 agosto 1931. Col'primo era no- I minato esecutore testamentario un ni- \spotè del defunto, il dottor Alfredo Lat- Ptuada, e congiuntamente venivano chia- mati alla successione, rispettivamente ■ in qualità di credi o di legatari, gli al- itri nipoti, Olga Panzuti in Belli, Amalia ePanzuti ed Alessandro Panzuti; la co- 1 gnata Bice Mangili in Malavasi e gli .orfanotrofi maschile e femminile di Pallanza. Col secondo testamento veni- ;va nominato esecutore testamentario | l'avv. Giulio Cesare Canelli ed a benefi- ciare dell'eredità venivano chiamati il (" '"odo Lattuada e l'Opera Pia Ci.. dllanza. |Incapace a testare La contessa Amalia Panzuti si ri- volgeva al Tribunale di Pallanza per ottenere la dichiarazione di nullità ed ' inefficacia giuridica del testamento olo- grafo 15 agosto 1930 per incapacità del ! defunto a testare a causa di infermità ; mentale dovuta a grave infezione e fa- ! ceva istanza perchè la successione del ; Bauer si aprisse di conseguenza secon- do la disposizione del precedente testa- ,mento olografo 31 marzo 1927, e ve- nisse ordinati) nel frattempo, in pen- j denza di lite, il sequestro giudiziario ' dell'eredità. Dopo la notifica di tale at- Ito di citazione l'avv. Canelli rimetteva 1 al notaio Crosetto per la pubblicazione Iun terzo testamento olografo del Bauer ! recante la data del 7 dicembre. 1927 e la nomina ad eredi dei pronipoti del te- statore, Gian Paolo e Costanzo Belli e IMassimo e Paolo Guerrini con legati a ; favore della cognata Bice Mangili in | Malavasi, del 'nipote Alfredo Lattuada e con la nomina dell'avv. Lorenzo De 1 Lorenzi ad esecutore testamentario. Era ora la volta della contessa Carolina Bauer ved. Panzuti, sorella del defun-. to dì insorgere contro la validità dei tre testamenti presentati. Essa chiede-1va allo stesso Tribunale di Pallanza di dichiarare la nullità dei testamenti in parola per incapacità del testatore, perchè tali disposizioni «mortis causa» dovevano ritenersi captate e per la intrinseca nullità delle clausole testamentarie, e conseguentemente dichiarare aperta la successione < ex-lege ». Nelle more dei diversi giudizi, e cioè il 26 ottobre, anonimamente perveniva al Pretore di Pallanza, da Novara, un altro testamento olografo dell'ing. Luigi Bauer, col quale erano nominati eredi il dottor Alfredo Lattuada e le sorelle dei defunto, Selene e Carolina Bauer in Panzuti, con legati a favore delle Opere Pie di Pallanza, del Segretario del Fascio di Milano e dell'ing. Angelo Malavasi. Tale testamento, che recava la data del 18 gennaio 1933, veniva prodotto nella causa di merito promossa dalla signora Carolina Bauer, ma contro di esso insorgeva il dottor Lattuada impugnandolo di falso. Nel corso del giudizio, al quale intervenivano numerosi interessati, egli presentava una relazione di perizia grafica stragiudiziale dei professori Enrico Agnelli e Nicola Tusi. Il Tribunale di Pallanza, estensore il cav. Groppa, emetteva una sentenza con la quale ordinava una perizia grafica collegiale per stabilire se l'impugnato testamento 18 gennaio 1933 fosse stato scritto e sottoscritto di pugno dal predetto ing. Luigi Bauer o se invece non debba ritenersi contraffatto. Contro questa sentenza interponeva appello l'ing. Angelo Malavasi, adducendo che il Tribunale di Pallanza non aveva adeguatamente valutato il valore probante delle risultanze di causa. A tale appello aderi vano il Lattuada, i fratelli Paolo e Massimo Guerrini ed il conte Luigi Belli. I rapporti tra fratello e sorella L'on. Angelo Mauri, patrono del dot- tor Alfredo Lattuada, ha iniziato la sua arringa defensionale cercando di sgombrare il terreno da una obiezione avversaria: «Ci si chiede: «Come mai voi che avete chiesto al Tribunale l'ammis- sione di una perizia d'ufficio, volete ora ..gravarvi con l'appello proprio contro la sentenza che ha accolto la vostra istanza ? ». Possiamo senz'altro rispon-dere che in realtà l'incoerenza sta tut-ta e sola dalla parte degli oppositori ».L'on. Mauri è passato quindi ad il-passato quii: lustrare con molto acume le lacune della sentenza impugnata ed a mettere in rilievo gli elementi di fatto che stanno a dimostrare la falsità del documento presentato. <c La scheda del 18 gcnnaio 1933 deve aver avuto due artefici: quello che ha confezionato il testo e quello che l'ha copiato contraffacendola*scrittura del «de cujus ». Abili el'uno e l'altro nel diverso ufficio, madominante il primo per la sua scaltrez-za d'ideazione la quale, però, non è cosiimpenetrablle da non poter essere mes-sa a nudo nei suoi subdoli espedienti.All'ideatore del documento si rendevanecessario aggiungere qualche frase edanche qualche errore di pretta marcaBauer per dare un po' di colore al tuttoe accaparrare con una elargizione « adhoc » qualche forte alleato in buona fe-de per la futura difesa del testamento ove fosse stato impugnato. L'estensore della scheda ha fatto tutto questo e lo ha fatto con una certa maestria; ma il voler essere furbi non sempre basta e uno sguardo oculato può, nella maggior parte dei casi, individuare le linee ed i segni della truccatura ». L'on. Mauri si è poi indugiato ad esaminare il « clima psichico » della controversia, affermando che il repentino cambiamento d'animo attribuito al Bauer in favore delle sorelle è del tutto inconciliabile con le manifestazioni scritte e verbali del Bauer stesso al tempo in cui tale cambiamento si sarebbe concretato e tradotto nella scheda contestata. « Erano proprio degli ul timi anni, ad esempio,"—"ha aggiuntol'on. Mauri — e restarono tali fino al-l'estremo respiro del vecchio ingegne-re, il suo veto, di qualsiasi visita oppo-sto alla sorella Carolina e quella <■■ se-parazione assoluta * di cui questa silagnava nella lettera del l.o giugno1932, pochi mesi prima che il Baueruscisse. di vita. Neppure la lettera 18gennaio 1933 alla stessa sorella, recaun cènno qualsiasi di revoca del vetotìif -di mutamento della volontà di parazione assoluta ». Neanche una parola essa reca che esprima l'idea di mettere una pietra sui dissapori precorsi, neppure un accenno, anche solo velato, ad un mutamento di linea nei rapporti reciproci ». Il patrono del dottor Lattuada si è soffermato poi sulla misteriosa comparsa del testamento impugnato in seguito di falso, affermando che esso deve essere stato fabbricato nel corso delle cause. ••. Da chi? — si domanda. ■— Non è ora il momento di fare il processo ai responsabili; siamo sul terreno civile di una querela di falso che investe il documento e non gli autori ». L'on. Mauri, che ha parlato per circa un'ora, sostenendo, con valide argomentazioni, la riforma della sentenza del Tribunale di Pallanza, ha cosi conclu Eo: A Tanti elementi di convinzione contro l'autenticità della scheda rendono osarne grafico superfluo e bastano Iarbamente per una sicura pronuncia ». La scomparsa del vizio di mente L'avvocato Carusi di Milano, patrono dei fratelli Massimo e Paolo Guer''"'>. «a sostenuto a spada tratta la fal Sltil del documento impugnato. « Nella ridda delle argomentazioni scaturenti dalle constatazioni dei fatti di causa e dall'osservazione della condotta difenslva della signora Carolina Bauer in Panzuti, nessuno ha pensato di mettc re in sufficiente rilievo, ai fini di quelle presunzioni che dai fatti stessi scaturiscono, l'incongruenza morale, logica e giuridica delle varie azioni proposte dalle contesse Panzuti. Esse hanno impugnato i primi tre testamenti, soste ncndo che il Bauer, per essere affetto da paralisi progressiva e tabe dorsale, era incapace a disporre per vizio di mente e, per avvalorare una tale tesi, hanno, nei relativi giudizi, prodotto au torevoli certificati medici. Ma sanno spiegare gli avversari come il Bauer. mentre era incapace di testare fino al IO agosto 1930. lo sia divenuto improv- visamente, e per miracolo di natura, il 1» gennaio 1933? La paralisi non è un male che si aggrava col decorso del tempo fino ad ottenebrare compieta mente le facoltà intellettuali ? E' possi bile mai che solo per ring. Bauer si sia effettuato un miracolo ? ». Ha sostenuto quindi che la tesi av versaria della validità intrinseca ed estrinseca dei testamento pervenuto anonimamente perde ogni valore mora ie e giuridico, senza l'individuazione, anche per via di presunzione, dell'anonlmo; ed 6 appunto per questa conside razione che la parte avversa ha accusato l'avvocato Canelli di avere aspor tato carte e documenti dalla casa del defunto e con essi i testamenti: onde, come a sua opera avvenne l'apparizione misteriosa della scheda 7 dicembre 1927, cosi a sua opera deve attribuirsi, per una resipiscenza tardiva, l'invio anonimo della scheda 18 gennaio 1933. , £JS*2?"e 1autlsta dI casa 1 anzuti, Guido Ciav La dichiarazione dell'autista L'avv. Carusi ha letto quindi la di- exar- ro, così concepita: v- Tornando da Pallanza. il 26 aprile 1934, la signorina Amalia Panzuti, parlando in automobile mentre io ero al volante, ebbe a dire, rivolta ad un avvocato che era con lei e con la madre, queste precise parole: « E' stato un pran capolavoro quello dell'avv.... ». Allora la contessa Selene Panzuti soggiunse, rivolta al suo ospite: <t. E' stata una gran trovata la sua, di fai includere la Fede- razione». Poi aggiunse: « Se ella nu-scirà a vincere la causa le farò un mo-numento ». Mi convinsi dopo quello cheho inteso in tutte le discussioni fra le signore Panzuti e l'avvocato che essi si riferivano ad un documento falso che avevano fatto fare. Questa mia convinzione si basa anche sul fatto che in precedenza, e precisamente in un viaggio in automobile da Milano a Torino e ritorno, parlando delle perizie calligrafiche, la contessa Amalia disse alla madre: «Quante paure inutili! Con quello che hanno detto il perito di Napoli e quello di Torino possiamo essere tranquille ». « Discussioni fra la madre e la figlia — ha commentato l'avv. Carusi — in cui le due signore si consolavano e tranquillizzavano delle paure per il documento falso in seguito a ciò che avevano detto i periti di Napoli e di Torino! Chi è il perito di Torino che poteva tranquillizzare le paure delle contesse? ». L'avv. Carusi ha quindi sostenuto che con la perfezione raggiunta nei procedimenti fototecnici e con l'uso del bromografo si può oggi falsificare con la massima rapidità di esecuzione e con un risultato di straordinaria rassomiglianza, anzi di identità, qualunque documento, sia pur lungo e complicato i a a - ; quindi concluso la sua arringa richie - j dendo alla Corte una sentenza definiti . Va che metta termine a questa lunga ed-ì incresciosa vertenza. Egli, a comprova del suo asserto, harile degli esperimenti dimostrativi ef-presentato alla Corte il verbale nota-e e o o fettuati all'uopo ed una attestazionegiurata dei tecnici che hanno compiutole relative operazioni: ha aggiunto chequesto processo di falsificazione con-sente senza difficoltà di riprodurre an-che un testo manipolato con frasi e pa-role scelte da scritti diversi. Ha esibìto, inoltre, numerosi documenti ottenu-ti con tale sistema. L'avv. Carusi haincresciosa vertenza. La tesi delle contesse Panzuti Gli avvocati Alsona, Ricciuti e Buccia nome e per conto della contessa Carolina Bauer vedova Panzuti, contrastando le richieste avversarie, hanno ricordato il mercato di testimonianze ae Iquale la controparte si sarebbe abbana ; donata. Le prove del falso, anzi la con-1 fessione che avrebbe dato all'autista i | Ciavarro il diritto di formarsi il con- vincimento che le sue padrone avevan. | fatto fare un testamento falso, dovreba j bero basarsi sulle parole pronunciatd I dalla sig.na Amalia. « Basta ricordara ! all'uopo — hanno aggiunto — che io jprof. De Luise (perito di Napoli) ed id prof. Ghio (perito di Torinoi avevan- : ì edatte due ampie perizie di parte o e o l e r d d a l o i l confutazione di quella esibita daquerelante per vedere subito che, qualora il discorso riferito dal Ciavarrfosse vero, esso significava soltanto chnìuna perplessità le contesse Panzutpotevano avere sull'esito del giudizio»Gli avvocati De Gaetani di Roma Bovetti di Torino, nell'interesse dellcontessa Selene Bauer vedova Panzuthanno affermato che la loro cliente e ldi lei figlie Olga ed Amalia sono sempre state in affettuosi rapporti col rispettivo fratello e zio di Pallanza e questi affettuosi rapporti, dimostranti uvivo reciproco attaccamento, non sorsero in questi ultimi anni, ma esistettero sempre. « Le numerose lettere chabbiamo presentato — hanno osservao j to — mettono in evidenza quella che - ila vera atmosfera della lite, in quant- smentiscono in pieno l'argomento pi- forte proposto dal Lattuada, e cioè ch- 'la sorella Selene come la Carolina noi ' abbiano dato al defunto ing. Bauer cho gravi amarezze». I patroni della conr;tessa Selene Panzuti, dopo essersi sof8 i fermati in un minuto esame delle ara gomentazioni avversarie, hanno concluo jso chiedendo il rigetto dell'appello. La Corte, presieduta da S .E. il baii rone don Giulio Manno, emetterà sua sentenza tra un mese.